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| inviato il 01 Dicembre 2015 ore 16:20
non è mai facile fotografare un quadro, luci, riflessi, guardiani (!) non vanno mai troppo d'accordo con la fotografia...... qui però ci sei riuscita nel riprendere il quadro in maniera alquanto gradevole! i miei complimenti Lully cara! ciauuuzz Mario |
| inviato il 01 Dicembre 2015 ore 16:28
Non so se ci sei stato e l'hai visto di persona. E' sistemato in una parete buia e col vetro davanti. Ho fatto alcuni tentativi ma le difficoltà erano dovute oltre alle luci alle tante persone che si accalcaano e non potevo certo dire loro di spostarsi. Sono arrivata al punto di pensare che non ci fosse il divieto di fotografare perchè tanto i risultati lasciano molto da desiderare. Ti ringrazio che hai apprezzato l'impegno. Ciao ciao, Lully P.S. Aprirò una galleria dedicata alle opere d'arte e spero di avere dei consensi positivi. |
| inviato il 01 Dicembre 2015 ore 18:10
Complimenti Lully!! Ciao Arvina |
| inviato il 02 Dicembre 2015 ore 11:29
Il grande capolavoro del Mantegna l'ho visto diversi anni fa, mi aveva colpito fortemente; la luce livida, l'uso magistrale della prospettiva ti portava a vivere in prima persona la scena. Lully, un bel documento, sono scatti sempre difficili. Complimenti ed un caro saluto! Sergio |
| inviato il 02 Dicembre 2015 ore 11:47
Molto ben ripresa,brava! Ciao. Simone. |
| inviato il 02 Dicembre 2015 ore 12:07
Brava Lully, Già il Cristo morto, l'unico su questa terra che è stato in grado di risorgere! Complimenti e saluti da Gazebo. |
| inviato il 02 Dicembre 2015 ore 12:52
Meraviglioso, complimenti! Si trova alla Pinacoteca di Brera, a Milano? Un saluto. Enrico |
| inviato il 02 Dicembre 2015 ore 19:47
E' uno dei più grandi capolavori della pittura. Le leggi dell'ottica ignorate, c'è un' aria di morte e disperazione. La scintilla della speranza bisogna cercarla nel proprio animo. Grazie Lully per averla proposta. ciao da FB- |
| inviato il 02 Dicembre 2015 ore 21:20
Allora torno anch'io, chiedendo scusa a Lully e ringraziando il cortese amico Gazebo che mi ha tirato la giacca dell'arte. Pensa che per vederlo ci siamo fatti una giornata intera di automobile. Qui il Mantegna è stato immenso con tanti primi piani dall'inizio alla fine. Le donne piangenti e raggrinzite rappresentano la disperazione più cupa, nessuna bellezza, le piaghe sono in necrosi, alcuna luce può insinuarsi in questo ciclopico dolore. può fiorire solo l'animo speranzoso del credente. Viene chiamato Cristo "scurto" dialetto del luogo.L'artista in un post-in di allora scrisse "conservare per mia divozione ". Il figlio non lo vendette, ma poi il nipote.... ---Grazie, scusate, io cosi lo vedo- Buona serata. Da Franco Buffalmano- |
| inviato il 02 Dicembre 2015 ore 23:01
Franco, mi ha fatto enorme piacere il tuo primo intervento e ancora di più il secondo. Ringrazio di nuovo anche Gazebo che ha stimolato Franco a fare un bel commento mirato. E pensare che ero incerta nel postarla, ma ora, dopo avervi letto, sono contenta di averlo fatto. Un grande GRAZIE a tutti e due. Ciao ciao, Lully |
| inviato il 08 Novembre 2016 ore 17:04
Nonostante le difficoltà uno scatto pregevole ad uno dei capolavori dell'arte italiana ! Complimenti Lully ! |
| inviato il 08 Novembre 2016 ore 17:18
Grazie mille anche a te Orso, gentilissimo. Ciao ciao, Lully |
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