Aquila reale con volpe, pagina 2

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Aquila Reale Vedi galleria (35 foto)

Aquila reale con volpe inviata il 20 Ottobre 2016 ore 1:00 da Leone Giuliano. 23 commenti, 4558 visite.

, 1/1600 f/5.6, ISO 250,

Italia, fine agosto 2016. Aquila reale femmina con preda. Mano libera. Ritaglio. Voglio fare qualche scatto alle aquile posate. In questo periodo accade a volte che l'aquilotto stazioni su certe rocce che conosco, anche a lungo. Non mi piace stare nascosto, mi sono quasi sempre posto come un pastore, stazionando di tanto in tanto su certi percorsi che questi grandi rapaci effettuano, ma senza esagerare, perchè se ti identificano come un disturbo costante, poi evitano di avvicinarsi. Facendolo di tanto in tanto, qualche volta regalano un passaggio ravvicinato e allora qualche bello scatto ci scappa. Ho molte immagini di aquile posate, ma adesso è un po' che non mi capita, vorrei tentare un certo posatoio. E dovrò nascondermi. C'è già una postazione, ma vorrei trovarmi un po' più vicino. Dopo un veloce sopralluogo, trovo quello che fa per me: alla giusta distanza, due rocce parallele formano uno stretto nascondiglio ideale, basterà un telo di copertura. Ed eccomi sul posto, l'indomani. Il telo mimetico fissato con dei sassi da una parte e una ginestra dall'altra. Cavalletto, testa a bilanciere, 800mm, Eos 5DSr, moltiplicatori di focale. Il tempo trascorre lentamente, fa molto caldo. L'aquilotto è passato, ma senza posarsi dove volevo. Dopo alcuni volteggi l'ha fatto stranamente su una roccia insignificante, un centinaio di metri a lato. Non lo vedo, ma lo sento guaire, ogni tanto, al passaggio di qualsiasi grosso rapace, poiana, grifone, anche corvo imperiale, con la speranza che sia un genitore col cibo. Non ho cercato di fotografarlo, anche se non era male, col miraggio che venga a posarsi qui, davanti a me. Sono ben nascosto, se dovesse succedere non dovrebbe vedermi. Ho pronti i moltiplicatori, semplicemente poggiati sullo zaino, esternamente, per essere a portata di mano. Prima farei alcune riprese con l'obiettivo liscio, comunque di per sé abbastanza lungo, poi aggiungerei man mano i moltiplicatori, per ottenere degli ingrandimenti maggiori. Ma niente da fare, rimane lì dov'è. Sono qui da molte ore, saranno le due, e comincio a pensare che sia finita, per oggi. Dopo un po' sento guaire l'aquilotto, in maniera molto insistente. Mi guardo intorno attraverso la rete mimetica, ma non vedo niente. Continuo a scrutare, ed ecco un adulto che vola abbastanza basso. Volteggia lentamente, ha la preda, non è distante. È troppo in basso, non riesco a scattare. Rimango immobile. Magari va a posare sulla roccia con la preda ad aspettare che il piccolo lo raggiunga per poi lasciargliela e andar via. Potrebbe crearsi una buona situazione. Resisto ancora. Smette di volteggiare e comincia a prendere quota venendo verso di me. Accidenti, sono indeciso, ma ormai si sta avvicinando troppo per posare dove riuscirei a riprenderla. Sono sicuro che ancora non mi abbia visto. In ogni caso dal cavalletto non riuscirei a scattare, il rapace è ora troppo in alto. Dovrei scattare a mano libera, ma con l'800mm non è molto agevole. Mi sta arrivando addosso. Se perdo tempo mi oltrepasserà. Finora non ho visto bene la preda, perché coperta dalle grandi ali. Ma ora la vedo. Meraviglia, una volpe molto grossa. Quando cattura volpi, solitamente si tratta di giovani dell'anno, abbastanza piccoli. Questa è abbastanza grande. Decido il tutto per tutto. Sgancio l'ottica, la prendo con un braccio mentre con l'altro sposto il telo per affacciarmi. L'aquila mi vede e ricomincia a volteggiare. Io punto e inizio a scattare. Maledizione, volendo fotografare da fermo ho impostato punto centrale e one-shot, e nella baraonda non riesco a decidere di rinunciare a scattare alcuni secondi per cambiare impostazioni perchè temo che scarti improvvisamente e si allontani. Inizia una fase molto confusa. L'aquilotto schiamazza eccitato come un matto alla vista del genitore con una gran preda. Io scatto lo stesso con le impostazioni sbagliate girando su me stesso per seguire i volteggi dell'aquila, finchè urto lo zaino, ma non ci faccio caso, continuando a scattare. Ho la sensazione che qualcosa non vada, ai miei piedi, ma continuo a scattare, è la migliore occasione dell'estate, niente deve distrarmi. Sento qualcosa cadere finchè scorgo un moltiplicatore a una decina di metri da me, che rotola a valle, scomparendo e ricomparendo di tanto in tanto tra sassi e cespugli in discesa, ma continuo a scattare. Mi trovo su una parete scoscesa, se prende velocità può sparire a centinaia di metri a valle. Confido nella vegetazione. L'aquila col suo carico si allontana verso l'aquilotto. Sono in ansia per il moltiplicatore, vorrei andare a recuperarlo, ma l'aquila lascia la preda al giovane che ancora sbraita e torna verso di me. Altri buoni scatti, finchè va, definitivamente. Più di mezzora alla ricerca del 2x, sotto un sole infernale, ma alla fine trovo prima un tappo e poi, quasi intatto, lui. Una gran sete

Vedi in alta risoluzione 1.4 MP

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Fulvio Lagana'

inviato il 09 Ottobre 2020 ore 19:24

grande foto , grande documento... bel romanzo l ho letto volentieri :-P

Leone Giuliano

inviato il 10 Ottobre 2020 ore 0:46

Grazie Fulvio

Uccio 88

inviato il 20 Aprile 2023 ore 7:09

Agghiacciante.....ottimo scatto..momento colto al top! Paolo

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