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Rickshaw, 013159...

India 2010

Vedi galleria (21 foto)

Rickshaw, 013159 inviata il 02 Agosto 2011 ore 18:36 da Juza. 184 commenti, 35728 visite.

, 1/20 f/4.0, ISO 100, mano libera. Calcutta, India.

In tutta l'India i rickshaw trainati da persone sono proibiti, tranne che a Calcutta, dove migliaia di persone di tutte le età offrono "servizio taxi" trainando questi carretti. Nota: visto l'interesse suscitato da questa foto, ho aggiunto l'originale, http://s15.postimage.org/ooo6g0rq3/013159o.jpg #Panning #MezziDiTrasporto

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avatarsenior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 2:11

Parliamo di una foto di reportage per cui l'immagine dovrebbe far riflettere su alcuni valori e disvalori della vita e degli attimi che l'attraversano. la bravura del fotografo sta nel metterli in evidenza..
Se interpreto lo scatto attraverso questa lettura per me l'intenzione artistica di juza è lecita ma non funzionale in quanto un occhio allenato capisce subito che c'è di mezzo un abuso e basta già questo per far percepire qualcosa di fuorviante ai fini del messaggio fotografico.
Ripeto, vedendo la foto originale penso che da questo punto di vista sia più efficace al di là se la tecnica del panning sia confacente o meno

avatarsupporter
inviato il 22 Luglio 2012 ore 2:19

Il quesito provocazione di Juza è alquanto intrigante e mi consente di affrontare un argomento che mi tormenta da tempo. Premesso che, nell'evoluzione della tecnologia fotografica verso il digitale, considero il fotoritocco come una opportunità integrante di questa tecnologia, non posso non fare notare che con un programma come photoshop si possono addirittura creare immagini nuove utilizzando opportunamente il programma. Tutto legittimo perchè da simili manipolazioni ne può scaturire anche un' opera d'arte. Artisti famosi hanno creato quadri utilizzando spezzoni di immagini. Ma la fotografia per me è un'altra cosa: è l'immagine che, atraverso un obiettivo, delle impostazioni dell'apparecchio fotografico e una inquadratura, viene registrata su un sensore. La post-produzione si deve limitare a non pesanti ritocchi di saturazione, contrasto, un pò di nitidezza e poco altro. La discussione andrà avanti all'infinito perchè i confini di queste azioni sono estremamente labili; ma il resto, per me, è creatività pittorica dove il colore, i penneli e la tavolozza sono digitali.

user11487
avatar
inviato il 22 Luglio 2012 ore 9:25

Non capisco certi commenti filosofici dei pro e contro.
Juza è famoso per il suo modo di far vedere fotografia, così è e così sarà.
Ammiro le sue immagini, non condivido i suoi risultati finali.
Molti quà hanno commentato l'immagine postata definendola un buon paning, penso che il fare paning non è per tutti, non essendo anche una cosa semplice.
A costoro chiederei chi è in questa immagine il soggetto principale?

Ai giovani consiglio di guardare in due modi l'immagine eseguita, il momento che l'autore vuole trasmettere, e l'esecuzione usando una super attrezzatura, che in questo caso bastava anche un buon cellulare, aver usato una 1Ds M III e un'ottica serie L è uno spreco.

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 10:19

Sulla liceità e sulla moralità degli interventi di post-produzione nella fotografia di reportage sono state scritte tante pagine, ma il discorso continua ad essere attuale e soggetto purtroppo a diverse interpretazioni. Altrettanto importante è la responsabilità del padrone di casa di questo forum ed Autore di questa foto, perché viene preso ad esempio o come maestro da molti fotografi nascenti che leggono e cercano di imparare da queste pagine virtuali.
Giuseppe: anche se ti definisci "prolisso", ho letto con piacere e con interesse quanto hai scritto sull'argomento, perché sei riuscito ad esprimere perfettamente anche quello che è il mio pensiero. Una cosa molto importante però manca ancora all'analisi fino a qui fatta.
E' compito e dovere della fotografia di reportage il RACCONTARE SENZA MISTIFICARE la scena fotogiornalistica che è stata ripresa: questo, pur negli ambiti della libera interpretazione dell'Autore della fotografia, deve coinvolgere eticamente il fotografo a tutti i livelli del processo di produzione dell'immagine, dallo scatto alla stampa finale: già in fase di scatto, con grande responsabilità, occorre riflettere se il messaggio che trasmette l'immagine che si sta producendo, con le scelte compositive e ottiche che sono state compiute, racconta quello che realmente deve essere raccontato di quella scena o se per caso può dare luogo a interpretazioni che contrastano con il fatto reale.
Ma tornando all'argomento di cui si sta trattando, che è comunque solo una parte del workflow etico nella produzione di immagini di reportage, esiste un solo reale confine etico che non dovrebbe mai essere oltrepassato nella pratica della camera oscura digitale, e cioè quello in cui si effettua uno SPOSTAMENTO volontario di pixels, quando cioè una o più unità minime dell'immagine vengono sostituite o clonate. Questo spostamento dà luogo a nuove realtà visive estranee al dato registrato attraverso l'obiettivo in un dato tempo e un dato luogo, e pertanto mistificano la realtà andando contro quelli che sono i principi etici fondanti il giornalismo.
Nella foto di Juza, il cui originale tra l'altro funziona benissimo, sono stati spostati dei pixel: questo porta a considerare l'intervento di post produzione, per quanto mi riguarda, non lecito alla fotografia giornalistica e di reportage.

Davide

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 10:37

Una cosa molto importante però manca ancora all'analisi fino a qui fatta.
E' compito e dovere della fotografia di reportage il RACCONTARE SENZA MISTIFICARE


Ciao,
la questione era stata sollevata e nemmeno tanto implicitamente da Bafman.
Successivamente l'avevo inserita nelle tre tematiche che bollivano calde in questo topic, dicendo però che al momento preferivo glissare, e ho cominciato dalla fine, il risultato estetico.
Una questione meramente pratica: faccio fatica a spostare un sasso alla volta, figurati una montagna...MrGreen

Interessante la tua posizione e il discorso dei pixel. Così, a caldo, ti dico sinceramente che mi appare una semplificazione di una realtà ricca di sfaccettature, che sfugge alle schematizzazioni. Però ci ripenserò.
Ho il mio sentire, ma vediamo se il dibattito si sposta sull'etica del reportage.

Grazie, ciao.Cool



avataradmin
inviato il 22 Luglio 2012 ore 11:10

Davide, anche solo usare un tele, un diaframma aperto o un tempo di scatto lento "modifica" la realtà immensamentedi più del mio intervento in questa foto; penso che sia necessario valutare la foto finale nel suo complesso (e in questo caso rispecchia comunque una scena reale, anche se inevitabilmente "interpretata" dalla tecnica usata e dall'elaborazione).

Tra l'altro anche nelle tue foto (che mi piacciono molto!) vedo scena come questa:

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&cat=singola&t=131690

...che non sono certo una rappresentazione pari-pari della realtà, ma un'interpretazione particolarmente "pittorica", piacevole ma non diversa da un'elaborazione spinta fatta con PS.

avatarsenior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 11:11

È una falsità la convinzione della corrispondenza visisiva tra ciò che si vede in una immagine fotografica e la realtà... L'inquadratura è soggettiva ed in quanto tale non è altro che un simulacro della realtà... per fortuna, l'uomo è libero di interpretare ciò che osserva, trasferendo in un'immagine il suo punto di vista!!! Provate a fare un viaggio in gruppo, osservate le foto e noterete differenti punti di vista!!! L'uomo non sarà mai testimone neutro di un fatto...

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 11:26

Juza:
tele, grandangoli, diaframmi, tempi sono gli Strumenti che ha il Fotografo per interpretare una scena, così come lo è il pennello per il pittore. La scelta della pellicola era un altro strumento, come può essere oggi la regolazione del colore e del contrasto.
I filtri di photoshop sono gli strumenti del grafico, e non del fotografo, soprattutto nel reportage/fotogiornalismo.
La scena ripresa, in questo caso, è stata accentuata in alcuni aspetti, utilizzando un atteggiamento critico e conservativo sulla quantità di filtro da applicare affinché il risultato finale non si discostasse molto da un risultato credibile in fotografia. Nonostante ciò, ritengo che l'intervento di PP eseguito non sia assolutamente lecito nella fotografia di reportage.

Ciao
Davide

avataradmin
inviato il 22 Luglio 2012 ore 11:34

I filtri di photoshop sono gli strumenti del grafico, e non del fotografo,


Su questo non sono daccordo; PS è uno strumento anche del fotografo, esattamente come obiettivi e fotocamere.

ritengo che l'intervento di PP eseguito non sia assolutamente lecito nella fotografia di reportage.


Ma che differenza c'è con la tua foto citata qui sopra? Entrambe mostrano una realtà che non si vede ad occhio nudo, anzi, direi che la mia è un pò più vicina a quello che si può osservare.

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 11:48

Però la mia immagine è stata ottenuta solo con quelli che sono da sempre gli strumenti del fotografo: lenti, diaframmi e tempi.
Il risultato è molto più irreale del Tuo, è vero, ma questa è la Fotografia e -ben inteso- lungi da me affermare che la Fotografia, anche giornalistica, sia solo la mera rappresentazione della realtà!

Inoltre c'è anche il fatto che Tu hai, ma questo è gusto personale, una capacità estetica e un senso critico nell'utilizzo di PS molto spiccati: questo rende gli interventi di PP piacevoli e invoglia purtroppo a cimentarsi anche chi queste capacità ma soprattutto questo gusto e senso critico non l'ha. Ma questo è un discorso a parte e va fuori tema...

Davide

avatarsenior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 11:50

nulla da aggiungere.. stupenda!

avatarsenior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 12:58

Immagine stupenda! Bellissimo effetto panning! Un plauso all'autore. Sono assolutamente d'accordo con certi interventi in pp. In questo caso Juza ha voluto enfatizzare l'effetto, per dare un maggiore movimento e sopratutto per raccontare ed interpretare ciò che ha visto e vuole comunicarci. Sono anche d'accordo sul fatto che bisogna sempre dichiarare certi intervenenti, specie se sono piu marcati, (anche se francamente nella fattispecie l'effetto è talmente blando che si poteva anche non dichiarare...!!) e bisogna sempre mantenere una certa onestà con noi stessi ma soprattutto verso chi osserva le nostre immagini. Penso che sarà insignito del premio nobel chi troverà questo maledetto limite tra fotografia, Photoshop, etica, morale ecc. ecc. Penso pero che la pp. Sia un elemento indispensabile nella fotografia, al pari della fotocamera e dell'obbiettivo. Ciò che importa è che non venga snaturata la foto e che il messaggio di quello scatto rimanga intatto. Diamo libero sfogo alla interpretazione e alla reinterpretazione della realtà. Penso che anche dalla pp venga fuori tutto il gusto, la classe e la creatività del fotografo. Nella pp non è importante conoscere tutti i segreti e tutti i trucchetti, non è necessario essere dei guru, ma la cosa fondamentale é come uno interviene: non mostrare artefatti prima di tutto, enfatizzare alcuni aspetti dell'immagine, come colori luci sfocati ecc ma tutto con delicatezza, sobrietà, semplicità ed armonia, e questo mi pare di vederlo in tutte le immagini di Juza. Se la fotocamera equivale alle fondamenta e i muri portanti, l'obbiettivo rappresenta tutte le rifiniture finali, e la pp è la tinteggiatura finale. Tutti pensieri assolutamente personali. ;-)

Ps. : Bella ed interessante discussione:-P

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 13:17

In queste discussioni ricorre spesso un equivoco.

"la fotografia non è mai specchio fedele della realtà: obiettivi, distorsioni, bianco e nero, angolazioni eccetera".
Per cui: appurato che il mezzo è infedele, che tutto possa essere infedele, e quindi porte aperte ad ogni ritocco.

Però, santo cielo, è innegabile che esiste tutta una parte di fotografia che ha come fondamento il riporto di un frammento di realtà, pur con tutti i limiti del mezzo, ed un parte che che invece non si cura - a torto o a ragione dipende - di questa fedeltà.

Ci mancherebbe anche che il fotografo che scatta il mio ritratto, in quanto prodotto da un mezzo limitato, con un obiettivo che non è l'occhio umano, da un'angolatura scelta, fosse anche autorizzato a farmi gli occhi gialli anzichè castani.

Quindi per favore non continuiamo a tirare fuori questa storia, che non ha nessuno sbocco. ;-)



user185
avatar
inviato il 22 Luglio 2012 ore 14:02

Su questo non sono daccordo; PS è uno strumento anche del fotografo, esattamente come obiettivi e fotocamere.

È del fotografo fino a quando non si modifica, o si interviene pesantemente nella fotografia, a quel punto si creerebbe solo un'immagine, prodotta dalla propria immaginazione o dal proprio gusto personale.. (anch'io produco immagini)

La fotografia digitale dovrebbe solamente ridursi in camera raw, sistemando livelli colore e contrasto... Quello che si faceva una volta cn la scelta delle pellicole, o si contrastava di piu scegliendo la carta... Etc etc

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 14:04

Ma che differenza c'è con la tua foto citata qui sopra? Entrambe mostrano una realtà che non si vede ad occhio nudo, anzi, direi che la mia è un pò più vicina a quello che si può osservare.


Juza, grazie di averci portato al nocciolo.

C'è una differenza abissale, astronomica!

E' importante non lasciarsi ingannare dalle eventuali affinità formali ma considerare le sottostanti motivazioni espressive, concettuali, nonchè gli effetti sortiti.

La foto di Davide è un'interpretazione . E' il movimento della corrida, è colore, è vita. Ricorda un po' le foto di Haas.
Qual'era la mission di questa foto? Mettere in relazione forme, colori e movimento, lasciare in sospensione il referente per portare l'osservatore a fruire di altro, e oltre . L'effetto è palesemente dichiarato nell'immagine, anzi ne è parte integrante. L'intento è artistico. Il colore si muove su una base neutra, che saggiamente l'autore ha ritenuto di appannare anch'essa. Questa immagine ha un suo perchè estetico, e una sua compiutezza fotografica. E' un tutt'uno , nasce per dare un'impressione, riesce, si chiude.

La tua foto con panning forzato è... una mezza cosa.
Nasce come foto di reportage all'interno di una serie. Tralasciando il fatto che tu sia stato comunque bravo (perchè è facile parlare da qui), la foto presenta dei problemi: il viso non perfettamente nitido, e se vogliamo una certa omogeineizzazione soggetto-sfondo. Da qui trasferiamo la foto nel salone di maquillage, dove la imbellettiamo (colore, saturazione, panning) e... come ne esce? Bafman la definisce il cartoon di un centometrista . Espressione cruda ma efficace.
Fotograficamente non sta in piedi: in un precedente intervento ti ho dettagliato il perchè, e non mi ripeto. Ma il sapore di posticcio si riflette anche sul giudizio estetico: qui l'effetto non è veicolo per lo scopo dell'opera, qui non c'è una misurata presentazione del movimento tale da staccarsi dal reale per approdare a qualcosa d'altro. No, qui la mission rimane (e non può che rimanere, beninteso) quella della reportistica, che però così viene ingenuamente tradita. La foto era così-così? Potevamo (e l'abbiamo fatto) stupirvi con gli effetti speciali... Non è un tutt'uno, una concezione, un'idea, come la corrida. Questa di artistico non ha nulla. A meno che non ci facciamo incantare dalla facile suggestione dello stacco "uomo e carretto fermo e tutto il resto in fanteria". Ma perchè non un effetto zoom, allora? Già che ci siamo...a qualcuno sarebbe piaciuto comunque, lo sai. (scherzo).
Rimane un tentativo di portare comunque una foto onesta sugli altari dell'estetica popolare. Questo si percepisce, null'altro. Al di là delle tue intenzioni.

Vedi anche te, del resto, che a fronte dell'esibizione dell'originale, la maggior parte degli utenti poi sceglie questa. Anche se conta poco, lo ammetto.

Su tutta questa finzione facilmente sgamabile fotograficamente ed esteticamente controproducente si innestano poi gli strali di chi ammette nel reportage solo il click nudo e puro, e di chi aggiunge l'aggravante che tutto questo processo di ciliegina-sulla-minestra abbia avuto per di più oggetto un povero diavolo, e non uno chalet dolomitico.
Su questo aspetto non mi sono ancora espresso, non so se lo farò, ma riconosco che qualcosa innegabilmente stride.

Etica del reportage che comunque non fa e non può fare un baffo al torero: lì di incoerenze non ce ne sono, quella è una interpretazione.

ciao!



avatarsenior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 15:26

Finalmente siamo tornati a parlare di fotografia, quindi mi ripresento ad esprimere il mio giudizio in merito a quanto detto negli ultimi post, l'ultimo di Giuseppe Pagano in particolare.
Inizialmente si erano contrapposto due correnti di pensiero: i puristi della fotografia, che erano contrari ad ogni tipo (o quasi) di intervento post produttivo che andasse al di là della camera chiara, e i possibilisti, cioè coloro che ritenevano lecito l'utilizzo di tecniche atte a manipolare le forme ritratte, oltre che ai colori.
Adesso tu, Giuseppe, ti trovi ad usare due pesi e due misure, valutando come "interpretazione" lo scatto del toro e del torero (immagine che io apprezzo, attenzione!) e come uno scatto mal riuscito quello di Juza.
Tiri in ballo il viso "non perfettamente nitido", tralasciando il fatto che è una peculiarità di ogni tentativo di panning quello di non avere un soggetto ben definito, infatti i dettagli di questo, nonostante venga tenuto a tiro dal fotografo come un cecchino fa con il suo bersaglio mobile, sono destinati a sbordare di qualche pixel almeno! A meno che non si usi una fotocamera fissa agganciata fisicamente al soggetto in movimento (ma anche lì...).
La stessa valutazione è fattibile per la testa del torero (visto che abbiamo preso questa come immagine di riferimento), la quale è lontana dall'essere "perfettamente nitida", ma per forza di cose!
Chi decide che quella della Corrida è una foto artistica e non di reportage? Tu?
Io sono stato diverse volte in Spagna ma non ho mai assistito ad una Corrida, potrei allora voler vedere quella foto e cercarne un aspetto reportagistico che non potrei affatto trovare.
Dunque... punti di vista!

avatarsenior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 15:30

Dimenticavo!
Dati di scatto: 1/20 f/4.0, ISO 100, mano libera.
Mi pare che Juza abbia compiuto una scelta ben precisa: iso 100! Poteva benissimo arrivare anche a iso 3200 visto il corpo usato ottenendo un tempo di 1/640mo di secondo. Avrebbe congelato il movimento dell'uomo e anche dell'auto. Si tratta quindi di scelta espressiva, la volontà precisa di effettuare un panning.
Nel giudizio di una foto, non dovremmo esimerci dal leggere gli exif.

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 15:35

Wolf3d, con tutto il rispetto: penso che tu non abbia compreso il senso complessivo di quello che ho scritto. E per di più stai mischiando opinioni altrui alle mie. Questo topic non è diviso in due: i tifosi di una squadra e quelli dell'altra. Le posizioni sono diversificate.

Se dopo tutto quello che ho scritto per te la corrida e la foto di juza sono due effetti di mosso identici, e appartengono allo stesso genere di fotografia, e sortiscono gli stessi effetti estetici, io con te mi arrendo.

Rispetto la tua opinione, ma non chiedermi di spiegarti perchè l'acqua è bagnata, non riesco.

Ciao.

avatarjunior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 15:39

Nel giudizio di una foto, non dovremmo esimerci dal leggere gli exif.


Come no. Li espongono sempre nei musei, e nei libri di critica fotografica.

Stai guardando il dito, prova a rileggere il mio scritto con calma. Poi puoi essere d'accordo o no.

avatarsenior
inviato il 22 Luglio 2012 ore 15:41

No guarda, mi arrendo io con te, che presumi di possedere la verità assoluta, e guai a chi si arrisica ad opinare.
Mi pare che io non abbia mai parlato di squadre o cose del genere, mi riferivo soltanto al fatto che inizialmente le critiche vertessero sul discorso manipolazione su photoshop o meno, adesso tu hai tirato in ballo il viso non perfettamente a fuoco.
Ho criticato questo tuo appunto con concetti tecnici che tu non ti sei curato di tenere in conto, nella tua risposta.
Mi sembra che tu voglia liquidare con sufficienza ("io con te mi arrendo") il mio punto di vista.

Ciao


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