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Norvegia 2014


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Norvegia 2014, testo e foto by Juza. Pubblicato il 04 Gennaio 2014; 184 risposte, 43136 visite.


Un tipico villaggio norvegese, casette rosse in legno coperte di neve, la luce calda delle finestre, un paesaggio ghiacciato avvolto nel buio. Il mare mosso contrasta con l'immobilità dei monti, mentre un forte vento soffia via la neve dai tetti delle case. Mentre guardavo e riguardavo questa scena nelle tremolanti immagini di una webcam, con la mente avevo già iniziato il viaggio verso la Norvegia, la mia quarta volta in questo paese.


Ancora una volta, attraverseremo l'Europa per cinquemila chilometri in auto; l'idea è arrivare lassù in un paio di giorni, alternandoci senza soste alla guida per mantenere la rispettabilissima, e un pò ottimistica, media di 2500 chilometri al giorno, buona parte su neve o ghiaccio. L'anno scorso avevamo usato la futuristica Fisker Karma, quest'anno, essendo in quattro, abbiamo optato per la più spaziosa Jeep del mio amico Max, ben stipata di materiale fotografico, abiti invernali e vivande. E' quasi accogliente, il nostro hotel quattro ruote. Perchè tentare un'altra volta questa impresa, con tutte le difficoltà e rischi che comporta? Come scriveva De Andrè, "per la stessa ragione del viaggio, viaggiare"... la meta diventa solo una scusa per partire, la vera meta è l'avventura, il viaggio in sè, il tempo passato in compagnia dei migliori amici.

Il pensiero del viaggio mi fa tornare in mente tanti ricordi delle avventure precedenti. I camion con le gomme chiodate che sfrecciano verso di noi; i panini wurstel e bacon tipici delle stazioni di servizio nordiche; la bellezza del tornare nella calda stanza in legno dopo ore e ore fuori al freddo; le canzoni che ci hanno accompagnato durante il lunghissimo viaggio; l'emozione di vedere l'aurora per la prima volta; gli ultimi preparativi prima della partenza...un nuovo viaggio ha inizio.

Il viaggio: 4, 5 e 6 gennaio 2014

Sono quasi le sei del mattino, sono partito in ritardo e piove a dirotto; la strada coperta d'acqua riflette perfettamente la città, tanto che realtà e riflesso sembrano fondersi in una sola cosa. Con la scusa di scattare qualche foto, ancora una volta mi sono messo in viaggio; una partenza dopo l'altra, ciò che cerco nei miei vagabondaggi sono esperienze e ispirazioni; fuga dalla quotidianità e tempo per riflettere, senza l'intralcio dei tanti, troppi impegni che affollano le mie giornate. Viaggio anche perchè ho il desiderio di vedere cosa c'è dietro la collina, dove porta la strada dopo la prossima curva...magari troverò solo polvere e sassi, ma questo non diminuisce il mio desiderio di esplorare.

E così siamo partiti. Ad accompagnarmi sono Niky e Titino, che raggiungo dopo circa un'ora, e Max con cui ci troveremo verso le otto. Con una certa fatica carichiamo tutti i bagagli sul Jeep Compass e ci mettiamo in marcia. Salutiamo la città con un urlo di liberazione, un urlo di gioia, l'urlo che celebra l'arrivo di un momento tanto atteso. Dopo qualche ora il passo del Brennero, poi un pò di neve in Austria; sbagliamo strada nei pressi di Innsbruck; ci ritroviamo bloccati nel traffico; iniziamo la traversata della Germania e intanto scende la notte. Vedo passare i nomi di tante città che ormai mi sono familiari...

La strada infinita si perde nell'orizzonte, le ruote scorrono incessantemente sull'asfalto bagnato, il nostro viaggio è appena iniziato eppure mi sembra di essere in macchina da un'eternità...un'esperienza del genere non può non far pensare al tempo della nostra vita, apparentemente infinito ma in realtà breve, quasi niente in confronto all'immensità del mondo che ci circonda...e proprio perchè così breve, è infinitamente prezioso... è tutto quello che abbiamo. Il tempo... è l'unica cosa che non si può restituire: possiamo restituire un oggetto, un favore, soldi... forse tutto, ma non il tempo. Quando si dedica del tempo a una persona, gli si sta dando un pò della propria esistenza, qualcosa che non si potrà mai avere indietro. Ovviamente la cosa è reciproca... odio perdere tempo; sono veramente grato, invece, a tutte le persone con cui ho trascorso bei momenti...a tutti coloro che, senza chieder nulla in cambio, mi hanno dato un pezzetto della loro vita. Questi sono i miei pensieri mentre la nostra auto sfreccia sulle autobahn tedesche; li dedico ai tre amici che stanno condividendo con me questa avventura, e ai tanti volti sorridenti che riempono i miei ricordi e le mie giornate.

Arriviamo in Svezia nelle prime ore del 5 gennaio. Quest'anno la temperatura è eccezionalmente mite - in posti dove gli anni precedenti avevo trovato temperature attorno ai -25, quest'anno c'è meno quattro, meno cinque...il risultato è che fino al nord della Svezia il paesaggio è totalmente privo di neve, molto brullo (e brutto), privo delle spettacolari formazioni di neve e ghiaccio osservate negli anni precedenti. Troveremo neve solo negli ultimi mille chilometri, che per fortuna hanno conservato il fascino magico del nord Europa e della notte artica.

Arrivati nei pressi di Stoccolma, ci troviamo di fronte a una difficile decisione: l'ultimo aggiornamento meteo mette cielo coperto per giorni nella zona nord della scandinavia e in particolare nei dintorni di Capo Nord, la meta prevista per il nostro viaggio. Proviamo diversi servizi meteo e tutti concordano sulla previsione di pioggia. Di fronte alla certezza di non poter vedere lo spettacolo dell'aurora, l'unica possibilità è cambiare meta: dopo aver valutato le previsioni per varie località che potremmo raggiungere in Svezia o Norvegia, abbiamo scelto quella che sembrava dare le migliori possibilità.


L'ultima parte del viaggio, su strada coperta di neve e ghiaccio, con una nuova meta e la speranza di aver giocato le nostre carte nel migliore dei modi, è certamente la più impegnativa. Ci alterniamo alla guida ogni tre-quattro ore; la strada impone estrema attenzione e grande cautela, cose non facili vista la stanchezza arretrata. Nelle ore in cui non sono alla guida, cerco di dormire, ma è un sonno agitato e scomodo che dà ben poco sollievo; spesso mi sveglio completamente stordito e mi servono alcuni minuti per ritornare alla realtà. Ma non è certo la prima volta che affronto un viaggio del genere, e queste difficoltà erano state previste, così senza troppo lamentarci, io e i miei compagni stringiamo i denti e andiamo avanti.

Verso mezzogiorno del sei gennaio completiamo l'ultima parte del nostro lunghissimo trasferimento. Quest'anno abbiamo addirittura una casetta su due piani (una casa di pescatori convertita a ostello)...la struttura in legno ha un odore di vecchio che mi evoca meravigliosi ricordi dei tanti posti sgangherati dove ho dormito in giro per il mondo; le stanze, pur essendo antiche, sono comunque pulite e tenute bene, e la fioca luce calda della lampada crea un'atmosfera intima, accogliente. Ci mettiamo ai fornelli, stappiamo una boccia di vino e festeggiamo l'arrivo nel nostro piccolo paradiso con un delizioso pranzo. Nelle prime ora del pomeriggio la notte ha già avvolto il paesaggio nel suo nero manto; ci concediamo un pò di riposo, nell'attesa di una scintilla che illumini il cielo sopra di noi...


Il pellegrinaggio, 7 gennaio 2014

Ieri sera si è alzato un vento così forte da far scricchiolare e vibrare la nostra fragile casetta di legno; lo ho ascoltato mentre mi coricavo nel sacco a pelo, steso alla buona sul vecchio materasso del mio letto. Che meraviglia sdraiarsi dopo migliaia di chilometri in auto! Mi sono addormentato con l'espressione beata di un neonato che ha appena avuto la sua poppata... dormirò solo poche ore, comunque sufficienti a recuperare le energie.

Il 7 gennaio non vediamo uno spiraglio di luce: per tutto il tempo il cielo resta coperto, togliendo qualsiasi opportunità fotografica. Confinati nella nostra casetta, passiamo una giornata che sembra interminabile... in questi momenti penso agli esploratori che nei primi anni del novecento si spingevano alla scoperta delle remote zone antartiche; tavolta erano costretti a rimanere fermi per giorni interi in mezzo alla tormenta, con temperature tremendamente gelide, nessun contatto col mondo e solo una fredda tenda per proteggersi dai rigori del clima. In confronto, la nostra giornata di 'isolamento' è una passeggiata, possiamo ritenerci fortunati.

Viaggiare con tre fotografi dà l'occasione di fare molti interessanti confronti, e visto che non possiamo uscire ne approfitto per provare un pò di attrezzatura; nel complesso abbiamo tutti i recenti corpi pro e semi-pro Canon, qualche Nikon e la nuova Sony A7r. Quest'ultima mi ha colpito molto positivamente - è incredibilmente leggera e compatta, ha un mirino elettronico quasi indistinguibile da quello ottico e una notevole qualità d'immagine. Un aspetto apparentemente secondario, ma che ho molto apprezzato, è la possibilità di caricare le batterie direttamente nella fotocamera, utilizzando un comune cavo micro usb: questo permette di lasciare a casa il caricabatterie esterno e di caricare la batteria ovunque sia presente una presa USB, dall'auto al computer alle prese elettriche universali. Quando tornerò dal viaggio, dedicherò sicuramente un pò di tempo al sistema Sony, che si sta facendo sempre più interessante.

Una routine quotidiana, che aiuta certamente a passar meglio le giornate uggiose, è il pellegrinaggio per connettersi a internet. L'unica connessione wi-fi è nel raggio di una decina di metri dalla reception; la nostra casetta dista quasi un centinaio di metri, quindi l'unico modo di collegarsi al web è abbandonare il tepore delle nostre quattro mura e sedersi sui gradini di fronte alla reception, armati di portatile o cellulare. I miei compagni si vestono di tutto punto quando decidono di intraprendere tale pellegrinaggio; io, un pò per la mia ottima resistenza al freddo un pò per pigrizia, mi limito a indossare un giubbotto sopra la t-shirt e, ancora in infradito, percorro i metri che ci separano dalla nostra preziosa finestra sul mondo.

Tra una chiacchiera e l'altra si fa sera; verso le 21.30 il cielo comincia a schiarirsi e notiamo una bella aurora. In pochi frenetici minuti saltiamo in auto e ci dirigiamo verso una location che avevamo addocchiato. Appena in tempo: pochi minuti dopo essere arrivati, l'aurora raggiunge il picco, regalandoci spettacoli di luce nel cielo... certe volte quasi rinuncio a fotografare, per il solo piacere di guardare il cielo e ammirare le luci danzanti senza altri pensieri. Le foto non possono trasmettere l'idea del movimento di questi bagliori; fluttuano nel cielo in modo imprevedibile... non mi sorprende che le antiche civiltà pensassero che ad animare l'aurora fossero gli spiriti degli antenati, è un fenomeno che lascia spazio all'immaginazione e che mi riempe di stupore ogni volta...




Sono circa le tre di notte quando rientriamo alla base. Nonostante le temperature miti, attorno allo zero, dopo tante ore fuori siamo abbastanza infreddoliti; ci facciamo un pò di pasta in brodo per scaldarci e intanto elaboro le foto. Ho avuto la fortuna di avere a disposizione una Canon 6D, reflex che preferisco di gran lunga alla 5D Mark III inizialmente prevista per il viaggio, almeno in ambito paesaggistico. Alle quattro faccio un ultimo pellegrinaggio per connettermi e pubblicare la prima foto, dopodichè mi presento all'appuntamento col sacco a pelo. Una giornata iniziata in modo poco promettente e finita con uno spettacolo, il grande nord non delude mai.


Una tempesta in arrivo, 8 gennaio 2014

Come negli anni precedenti, dividiamo le giornate in due 'sessioni fotografiche': quella diurna, dalle 10 alle 14 circa, e quella notturna dalle 21 alle 2 o 3 di notte. Mercoledì 8 abbiamo deciso di dedicare le poche ore di luce, in cui il sole sfiora appena l'orizzonte e alba e tramonto si uniscono, alla zona nei pressi di Reine. Il paesaggio, sopratutto in questa stagione, è così bello che sembra irreale, sembra disegnato... una spolverata di neve, fine come zucchero a velo, imbianca le cime delle montagne, tutt'attorno la luce dorata, il silenzio e l'aria fredda e pulita. E' uno dei posti più belli che abbia mai visto, e ho avuto la fortuna di viaggiare un bel pò: tuttavia, è uno spettacolo che non sazia mai, e anzi più viaggio più desidero viaggiare, vedere altro...per citare la frase di un film visto un pò di tempo fa, 'in tutti noi c'era un fuoco, ma in lui addirittura un'esplosione'...un desiderio insaziabile, un'esplosione, quasi un'ossessione che porta a sopportare difficoltà e imprevisti per aver il privilegio di poter dire...'ho visto'.


Il sole sparisce sotto l'orizzonte e a metà pomeriggio rientriamo alla base, dopo aver recuperato Titino che aveva fatto una lunghissima passeggiata in un'altra direzione. Che sensazione di libertà si respira nella nostra casetta! I miei compagni di viaggio sono tutti vecchi amici e le giornate passano allegramente; si parla di qualsiasi cosa, dai discorsi impegnati alle discussioni sulla fotografia e alle tante chiacchiere su... ;-)
Non ci sono tabù nè regole, ciascuno può fare quello che gli pare e sentirsi a proprio agio; non ci sono orari, scadenze, preoccupazioni; nessuno si sorprende se si pranza nel tardo pomeriggio o se qualcuno si alza alle quattro di notte per un pellegrinaggio alla zona wi-fi. Questa vita sregolata ha il fascino del 'ritorno alle origini', del selvaggio; l'ho cercata in tutti i miei viaggi, da quando passeggiavo a piedi nudi tra le dune del Turkmenistan a quando mi dondolavo su un'amaca di fronte al fiume Luangwa, osservando il vento che sferzava la foresta tropicale e strappava le foglie facendole cadere nell'acqua torbida e agitata del fiume.

Ci stiamo preparando a una giornata speciale. A un appuntamento. A una tempesta solare: ne parlano tutti, una macchia solare grande due volte la Terra, 'esplosa' due giorni fa, ha creato una tempesta elettromagnetica che dovrebbe raggiungere il nostro pianeta tra il 9 e il 10 gennaio, creando aurore tra le più potenti degli ultimi dieci anni. E' obbligatorio parlare al condizionale perchè l'aspetto dell'aurora resta imprevedibile, talvolta abbiamo osservato fenomeni stupendi in notti dove non era prevista attività solare, mentre altre volte previsioni ottimistiche si sono concluse con un nulla di fatto. Questo non toglie che le aspettative siano grandi... così ci prepariamo concedendoci un lungo riposo, per poter restare svegli a lungo durante la notte successiva; la mattina del 9 mi sveglio con tutta calma, dedico ampio tempo a una rilassante doccia calda e preparo i miei migliori abiti per l'"appuntamento galante" di questa sera: moonboot, sottosuola chiodato, pantaloni pesanti, felpa in pile, giubbotto e guanti. Anche se non ci aspettiamo temperature rigidissime, potremmo passare molte ore sottozero, quindi bisogna prepararsi al meglio per non soffrire il freddo.


Una risata, 9 gennaio 2014

"Mi chiamavano il matto
perchè prendevo la vita
da giullare, da pazzo,
con allegria infinita"
- F.Guccini

L'aurora più potente degli ultimi dieci anni, così forte da mandare in tilt cellulari, comunicazioni, satelliti... che dire: è stata certamente sorprendente, sopratutto perchè non si è vista. Pronti a scattare al primo bagliore verde nel cielo, abbiamo visto passare le ore senza nessuna aurora significativa. Non è la prima volta che le previsioni si rivelano inattendibili: quando abbiamo fotografato la spettacolare aurora di due giorni fa si prevedeva un'attività minima... ma oggi, dopo tutta l'attesa creata dai media che parlavano di un'aurora epica, avevamo grandi aspettative, anche grazie al cielo perfettamente terso.

Una serata potenzialmente deprimente è stata però movimentata da vari imprevisti. Verso le 21.30 Niky vede un debole accenno di aurora, convinti che lo spettacolo sia iniziato ci vestiamo in tutta fretta e corriamo in auto per raggiungere una bella spiaggetta che avevamo adocchiato in mattinata. Qui la prima sorpresa: un finestrino dell'auto rimane bloccato a metà. Il mio finestrino, per la precisione. Dopo vari tentativi infruttuosi di tirarlo su, decidiamo di partire comunque, col risultato che devo fare tutto il viaggio stretto nel mio giubbotto per resistere all'aria gelida che entra. Da oggi le temperature sono scese nettamente e ora ci sono sette gradi sotto lo zero, e il vento ne fa sentire ancora meno... non riesco a smettere di ridere per la nostra buffa situazione! Dove si poteva bloccare aperto un finestrino, se non nel bel mezzo della Norvegia? :-)


Passiamo due gelide ore sulla spiaggia sferzata dal vento, senza che l'aurora dia nessun segno di vita. L'attesa è particolarmente faticosa perchè anche la macchina, col finestrino aperto, non offre molto conforto. Verso mezzanotte decidiamo di rientrare, prepariamo la cena (dopo aver avvolto la portiera nella pellicola trasparente che si usa per gli alimenti, in modo da costruire un finestrino di fortuna), e quando faccio per lavarmi le mani...wow, è andata via l'acqua. Ci guardiamo tra noi e poi scoppia una risata: "saranno gli effetti della potente aurora, l'avevano detto che avrebbe potuto causare interferenze...ecco, ha interferito col finestrino della Jeep e con l'acqua corrente!". E se vogliamo dirla tutta, anche la stufetta non funziona poi così bene... ma alla fine, quando ci si trova in mezzo a tante sfighe, perchè scoraggiarsi? Noi ce la ridiamo, passiamo la serata a scherzare sugli imprevisti e sull'aurora che ha scioperato. Tra un'uscita di osservazione e l'altra (ogni cinque minuti qualcuno controlla se c'è qualcosa in cielo), ci spartiamo l'ultima bottiglia di vino rimasta e ridiamo, ridiamo, ridiamo... ridiamo delle nostre disavventure, ridiamo dell'aurora che non c'è, ridiamo di tutto perchè, come diceva Guccini, è meglio prendere la vita con un'enorme risata!

Infine, le speranze di vedere una forte aurora non sono ancora perse - le previsioni aggiornate danno ancora alta intensità, pur non specificando quando...'in qualche momento nei prossimi giorni'. Staremo a vedere!


Acqua e Ghiaccio, 10-11-12 gennaio 2014

Verso sera, il 10 gennaio, cominciamo a sentire un rumore d'acqua che scorre... dopo un pò realizziamo che sono le onde sulla nostra casa: il rorbuer è una palafitta con le fondamenta poste in acqua, e ora che si è alzato un certo vento le onde si sentono distintamente. E' una sensazione strana, sembra quasi di essere in barca; il rumore dell'acqua ci accompagnerà per tutta la serata, mentre il vento fa scricchiolare le pareti...un'altra delle esperienze magiche della Norvegia. Un pò meno magica è invece l'esperienza della vita senza acqua corrente: a quanto pare le tubature sono ghiacciate e per un pò di tempo saremo senza acqua...senza la possibilità di cucinare, lavarsi, usare il bagno, la vita diventa meno agevole. Inoltre, il brusco calo delle temperature ha reso decisamente più fredda la nostra casetta, a volte è necessario indossare il giubbotto anche in casa per non soffrire il freddo.

Cuciniamo un piatto di pasta utilizzando l'ultima bottiglia di acqua rimasta e verso le 22 iniziamo l'escursione notturna. Visto il calo delle temperature e il fortissimo vento, questa sera mi preparo al meglio per affrontare il freddo: tre paia di calze una sopra l'altra, due paia di pantaloni, felpa e giubbotto ben chiusi per evitare gli spifferi d'aria...a completare il tutto gli enormi moonboot, che contribuiscono a farmi sentire come un'astronauta, totalmente isolato dal mondo esterno e impacciato nei movimenti. Tutte queste precauzioni si rivelano superflue perchè anche questa notte l'aurora non si concede: dopo aver aspettato tre ore di fronte a un lago ghiacciato, facciamo ritorno alla base senza aver visto neppure il più lieve bagliore. Oggi nessuna foto degna di nota, eppure la bellezza non è mancata: stamattina, nelle ore di luce, avevo osservato le lame di ghiaccio che si sono formate nei fiordi e sulle rocce, creando bizzarre formazioni che riflettono la luce magenta del sole. Ma non sempre si riesce a trasmettere questa bellezza in foto, così tante volte lascio che siano solo i miei occhi a immortalare questi spettacoli della natura.

L'undici gennaio trascorre in modo simile: condizioni meteo poco favorevoli in mattinata, e la sera cielo terso ma nessuna foto all'aurora. Il nostro rifugio è ancora senza acqua, e chiaramente dobbiamo trovare soluzioni alternative: a un centinaio di metri c'è un bagno comune che possiamo utilizzare, anche se è privo di acqua calda. Dal lavandino del bagno preleviamo anche l'acqua per la cucina e Max addirittura riempe alcune pentole d'acqua, che farà poi scaldare sui fornelli per potersi fare una doccia calda. Infine, viste le temperature gelide, decidiamo di sfruttare anche una vecchissima stufa a legna, che sembra risalire ai primi del novecento. Niky si occupa di andare a recuperare un pò di legna in giro e così accendiamo un tiepido fuocherello... sembra di essere tornati indietro nel tempo!

La sorte torna ad essere dalla nostra parte il giorno successivo, almeno per quanto riguarda le foto (l'acqua corrente probabilmente non tornerà più). Il 12 gennaio alcune nuvole basse sull'orizzonte si colorano di rosso e magenta; decidiamo di andare a fotografare lungo un fiordo a pochi chilometri dal nostro ostello. A volte non serve andar lontano per trovare la bellezza: qui, a minima distanza dalla base, ho visto le formazioni di ghiaccio più belle di tutto il viaggio, assieme a un cielo rosso e carico di nuvole. La temperatura è scesa ulteriormente, adesso siamo a dieci gradi sotto zero, tuttavia questa mattina non c'era vento e non abbiamo sofferto il freddo. Il ghiaccio ha creato alcune strutture simili a dischi, o altre che sembrano petali di fiori che si schiudono, altre ancora sono come foglie e cristalli...la luce del sole non riscalda questo gelido paesaggio, ma lo accarezza con una sfumatura di magenta e oro.



Ritorno, 13-14-15 gennaio 2014

Ogni viaggio ha la sua colonna sonora. Nel 2012 ci aveva accompagnato 'Dust in the wind' dei Kansas, quest'anno Niky, che è un pò il nostro DJ, ha scelto la colonna sonora di 'Sunshine', una musica enigmatica e misteriosa, che ben si adatta al buio e al silenzio di questi luoghi sperduti. Mi sembra ancora di sentirla nella mia mente, quando ripenso alle esperienze di questo viaggio.

Nel primo mattino prendiamo il traghetto da Moskenes e dopo poche ore siamo a Bodo; abbiamo deciso di ripercorrere esattamente la stessa strada all'interno della Norvegia che avevamo seguito a gennaio 2012. Nel primo pomeriggio siamo nel mezzo di una fantastica, sconfinata distesa innevata; due anni fa l'avevamo attraversata di notte, durante una tempesta di neve che non lasciava vedere a pochi metri dalla macchina; ora il sole splende e l'aria è tersa e freddissima. Il vento solleva la neve più fine, creando affascinanti giochi di luce mentre procediamo col sole in volto.

Poche ore di luce e poi di nuovo oscurità totale. La notte è una grande coppa piena di buio, ce n'è per tutti, potremmo berne a volontà senza mai vederne il fondo...che oscurità davanti a noi, che buio profondo e insondabile...e quanta strada.

Il ritorno sembra infinito e faticosissimo. Ci alterniamo alla guida ben più frequentemente che all'andata; nelle pause i miei amici riescono a dormire, io non chiuderò occhio per 48 ore: non ho mai avuto il sonno facile e la continua attenzione richiesta dalla strada insidiosa mi tiene sveglio. Ovviamente non mancano gli imprevisti. Verso l'una di notte, tra i monti norvegesi, vediamo un'alce a una cinquantina di metri dalla strada; è ferma in mezzo alla neve e ci osserva con tranquillità, impassibile, come se non ci fossero venti gradi sotto zero... è un animale imponente, grande quasi come un cavallo; anche noi lo guardiamo con ammirazione, e poi proseguiamo il nostro viaggio. Il secondo incontro con un'alce non è altrettanto pacifico: circa un'ora dopo, un'enorme alce sbuca all'improvviso dalla foresta innevata e ci salta davanti alla macchina...inchiodiamo, le ruote slittano sul ghiaccio, l'auto si arresta fortunosamente a un metro dal grande animale. Ci è andata bene.

All'inizio quelle migliaia di chilometri davanti a noi sembravano quasi un muro insormontabile, una distanza infinita...eppure, chilometro dopo chilometro, il muro si è lentamente sbriciolato; abbiamo visto di nuovo luoghi familiari, e infine la luce dell'alba ci ha accolto quando abbiamo passato l'ultimo confine e la nostra auto ha attraversato le Alpi innevate.




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avatarsenior
inviato il 11 Dicembre 2013 ore 11:22

Gran Bella macchina la Jeep.
Ho usato una Grand Cherokee per fare la costa Ovest degli USA, di una comodità assoluta..circa 9.000 Km di strada e zero stanchezza nel guidarla. Ovvio però che le strade europee sono diverse da quelle Stato Unitensi. Ti invidio Juza

avataradmin
inviato il 11 Dicembre 2013 ore 11:26

Max ha una Jeep Compass, è un pò più piccola del Grand Cherokee ma è comunque abbastanza spaziosa per 4 persone + attezzatura :-) Per farci stare anche vivande e vestiti però gli ha montato un box sul tetto.

Il nostro mezzo:




(foto del viaggio in Norvegia del 2012, qui i miei compagni di viaggio stavano tentando di montare le catene... mai più! quest'anno solo gomme da neve :-))

avatarsenior
inviato il 11 Dicembre 2013 ore 11:28

"per la sola ragione del viaggio, viaggiare"
un pò come dire che "non è quello che troverai alla meta ma come ci arrivi" ;-)

E avventura sia, quindi!

In c..o alla balena :-P

Ciao
Max


avatarjunior
inviato il 11 Dicembre 2013 ore 11:45

che bello! un viaggio che vorrei fare anche io prima o poi.

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2013 ore 11:08

anche tante schede sd o cf e buon viaggio!!!!

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2013 ore 12:09

quando partirte? io andrò da tromso a svolvaer a fine gennaio. volevo cogliere la discussione per chiedere una cosa al nostro adm, lessi una volta di calze e guanti riscaladti, ricordo bene? potresti darci qualche info aggiuntive? grz

avatarjunior
inviato il 12 Dicembre 2013 ore 12:21

Norvegia in inverno? Questo è un viaggio che farei anche a piedi!! MrGreenMrGreenMrGreen
Non vedo l'ora di provare un po' di sana invidia guardando le vostre immagini e leggendo le vostre avventure!

avataradmin
inviato il 12 Dicembre 2013 ore 12:24

Partiamo a inizio gennaio :-)

I guanti e calze riscaldati non si sono rivelati un granché, scaldano un pò ma - almeno quelli che avevo preso io - sono decisamente troppo poco potenti e la batteria dura poco, non te li consiglio.

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2013 ore 12:32

allora resto con la seta sotto e il guanto da neve sopra...;-)
buonviaggio

avatarjunior
inviato il 14 Dicembre 2013 ore 21:28

Esattamente quale fotocamera userai?

avataradmin
inviato il 14 Dicembre 2013 ore 22:55

Probabilmente una fullframe, ma al momento non ti saprei ancora dire il modello :-)

avatarsenior
inviato il 16 Dicembre 2013 ore 0:27

Grandi! In bocca al lupo. Mi mancano i tempi in cui decidevo e partivo. Fate i bravi :)

avataradmin
inviato il 16 Dicembre 2013 ore 19:15

Aggiornamento: la FF sarà la Canon 5D Mark III, oltre a questa userò la mia 70D per le foto durante le ore meno buie e il Nokia 1020 per qualche esperimento.

Speravo di avere anche la Sony A7r ma purtroppo per pochi giorni non riesco a portarla (Sony mi ha dato disponibilità per metà gennaio, non facciamo in tempo per questo viaggio... comunque la testerò alla prossima occasione!)

avatarsenior
inviato il 22 Dicembre 2013 ore 20:42

Attrezzatevi anche per l'upload rapido delle foto perché vogliamo vivere la vostra avventura come se fossimo con voi.
Quale sarà la meta più a nord?
Chi sono gli altri componenti?
Divertitevi!!!
ciao Mario

avataradmin
inviato il 22 Dicembre 2013 ore 20:59

Attrezzatevi anche per l'upload rapido delle foto


Se tutto va bene dovremmo avere il wi-fi, quindi dovrei riuscire a fare qualche aggiornamento una volta là :-)

Mi porterò il Surface in modo da elaborare subito le foto.

La meta esatta verrà resa nota tra un paio di settimane :-) La squadra invece è pressapoco la stessa del viaggio del 202 (Max, Niky, Titino e me), sono tre ragazzi del forum!





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