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Danimarca: Terra di Mezzo


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Danimarca: Terra di Mezzo , testo e foto by Magù. Pubblicato il 24 Febbraio 2018; 35 risposte, 5173 visite.


2692336TolKien raccontava della Terra di mezzo o middangeard, così affermando: “modernizzazione di un'antica parola inglese che indicava il mondo abitato dagli uomini; di mezzo perché si pensava vagamente che fosse posta al centro di mari che la circondavano e tra i ghiacci del nord ed i fuochi del sud”
Mi piace pensare che questa terra sia la Danimarca.
Mi piace viaggiare, scoprire posti nuovi e la domanda è spesso sempre la stessa “Dove?” Un anno al Nord dove acqua, aria, terra e fuoco si esprimono in una sinfonia di ambienti naturali…… un anno al Sud in ambienti assolati alla ricerca di colori, sapori, arte, cultura ed ospitalità.
Quest'anno la meta è la Danimarca, da sempre terra di confine tra il Grande Nord ed il resto del Continente, giù fino al Mediterraneo, quindi terra di mezzo. Scelta dovuta anche al tempo limitato, dal 18 al 28 Agosto, in mezzo ad impegni familiari ed impegni lavorativi. Rimangono chiusi nel cassetto itinerari più ambiti (Lofoten, Islanda, deserto del Sahara o della Namibia, Istanbul…)
In mente notizie geografiche lette qua e là: “...la Danimarca si presenta come un'unica grande pianura, l'altitudine massima è 171 m" (Oddio! Come farò a stare lontana dalle montagne!); "...la sua superficie non può essere misurata con precisione perché il mare modifica continuamente la costa" ( Non proprio mare balneabile!)
Lasciando a casa preconcetti, si parte, perché l'importante è partire con lo spirito giusto, non importa dove, non è necessario andare lontano, ma guardarsi intorno con occhi nuovi e desiderosi di capire e di scoprire.
A conclusione di questo viaggio, trascorsi alcuni mesi, la Danimarca mi manca e penso che sia stata una scelta azzeccata, mai monotona, ma sempre un susseguirsi di emozioni. Forse è per questo che sono qui a scrivere, un po' per ricordare, un po' per consigliare un viaggio in Danimarca. E' una meta non molto gettonata; spesso ci si limita alla capitale o a soste veloci di passaggio, per raggiungere altre mete. Credo che questa "terra di mezzo" meriti qualcosa di più!
Se chiudo gli occhi mi tornano in mente immagini intense:
• Acquazzoni passeggeri e sprazzi di luce a Copenaghen ad illuminare le casette colorate del Nyhavn
• La famosa luce magica di Grenen-Skagen dove due mari si incontrano senza mai mischiarsi.
• Il bianco accecante delle scogliere di Mons Klint.
• L'esperienza di vagare in un deserto di sabbia in mezzo alla brughiera durante un temporale e trovarsi inzuppati d'acqua.
• Castelli con sotterranei tenebrosi e parchi incantevoli.
• Fari: accoglienti o insabbiati.
• Villaggi fuori dal tempo immersi nei campi.
• I paesaggi dello Jutland dove si ritrova un indescrivibile senso di pace e di completezza.
Non vi racconterò giorno per giorno ,ma mi soffermerò sui luoghi che più mi hanno fatto emozionare Il percorso è in senso antiorario dalla Selandia (isola su cui sorge anche Copenaghen) alla Fionia (patria di Andersen) per poi risalire e ridiscendere la penisola dello Jutland.
Imbarcata a Puttgarden in Germania e sbarcata in Danimarca a Rodbyhavn, sotto la pioggia, ho raggiungo l'isola di Mon e le scogliere di Mons Klint. Uno strapiombo naturale di gesso bianco; le scogliere sono anche conosciute come “La meraviglia del Baltico”. Si arriva passando in un bel bosco di faggi, si possono ammirare dall'alto, da un punto panoramico o scendere su passerelle in legno i quasi 500 gradini per giungere in spiaggia. Ne vale la pena! Da qui , nonostante siano alte solo più di 100 metri, sembrano davvero imponenti. Io sono arrivata al mattino presto, con una bella giornata, quando c'era ancora poca gente. Il contrasto del bianco accecante delle scogliere con il cielo azzurrissimo, la presenza di “nuvole” mi hanno regalato due ore di serenità Oltre alle nuvole di vento nel cielo, c'era anche la mia Nuvola, un border collie di 5 mesi che per la prima volta ha scoperto ed apprezzato il mare!


Sosta nella bella cittadina di Roskilde sull'omonimo fiordo che è un ramo dell'Isefiord. Vale la pena farsi un giro in città, guardare la magnifica cattedrale gotica costruita in mattoni, ma tanti mattoni e recarsi al museo delle navi vichinghe, soprattutto se l'area circostante è allestita con tende e stand.
Ed eccomi a Copenaghen a cui ho dedicato un giorno e mezzo facendo il giro classico della città. Consiglio di salire sulla chiesa del Nostro Redentore. La sua guglia è caratterizzata all'esterno da una scala a spirale che salendo diventa stretta e porta su in cima sotto la sfera dorata ad un'altezza di 90 metri con un ampio panorama sul centro della città. Visibile anche il ponte di Oresund che collega Copenaghen con Malmo in Svezia.
Per vedere Copenaghen da un'altra prospettiva si può fare un giro in battello. Io ho usato quello di linea. Purtroppo fotografare dal finestrino non dà sempre i risultati aspettati, ma c'è il vantaggio di essere riparati dalla pioggia, perché gli acquazzoni a Copenaghen non mancano! Ecco quindi davanti ai miei occhi la Frederiks Kirke meglio nota come Marmorkirken (Chiesa marmorea). Ha una maestosa cupola, di colore verde chiaro , poggiata su 12 colonne, ampia circa 31 metri, liberamente ispirata alla cupola di San Pietro a Roma. L'ingresso alla chiesa è libero e giunti sotto la cupola si rimane davvero per un attimo a contemplarla con il naso all'insù. Per dissapori tra l'architetto e lo scultore chiamato a realizzare le statue che dovevano ornare la chiesa, questi le fece troppo grandi per essere ospitate nelle nicchie e così furono poste all'esterno. Mentre ero comodamente seduta sul battello, intenta a chiacchierare, vedere la cupola spuntare, inaspettata, sotto un cielo cupo, mi ha fatto premere il pulsante di scatto all'istante!


Oggi nessuno visita Copenaghen senza passare per il Nyhavn.
Il Nyhavn è un iconico canale di Copenaghen costeggiato da antiche casette colorate.
Un tempo transitavano per questo canale merci e genti provenienti da Paesi lontani e sconosciuti e l'area del porto era uno dei quartieri più malfamati della città!
Il Nyhavn è noto per essere “il bar più grande della Scandinavia”, grazie ai numerosi ristoranti e locali qui presenti e alle sempre nuove attrattive; occhio ai prezzi!
Per i turisti c'è anche la possibilità di attraversare il canale su speciali battelli, accompagnati da una guida turistica, con i cosiddetti Canal Tours.
Io sono arrivata nel tardo pomeriggio, quando alla solita folla di turisti e danesi locali si aggiungeva anche una gara podistica con chiusura parziale di alcuni tratti. Ogni tanto arrivava un'inaspettata doccia dal cielo, ma repentina, poi nuvoloni e sprazzi di luce che valorizzavano i colori del Nyhavn. Quale focale è meglio? Domanda impossibile, io ne avrei volute almeno tre contemporaneamente! Ho cambiato spesso obiettivo, perché la stessa scena mi piaceva sia con il grandangolo, che con la visione 35 mm, che zoomata. Date le condizioni atmosferiche, i repentini cambiamenti di luce e le molte situazioni fotografiche forse è preferibile, per non perdere occasioni, un super-zoom. Mi è capitato di scattare con il grandangolo, ma mentalmente focalizzavo l'attenzione su un particolare, una finestra, un tetto, una persona seduta al bar, turisti coinvolti a guardare il cellulare, incapaci di guardarsi attorno! C'era veramente tanta gente, non trovavo l'atmosfera dell'antico porto che avevo immaginato. Ho fatto tanti scatti, ne scelgo uno che più di altri mi fa pensare ad un ideale Nihavn!


Lasciata la capitale mi dirigo verso il nord della Selandia su fino a Helsingor, a soli 4 km di mare da Helsingborg, in Svezia, città con lo stesso nome ma riportato in svedese. Si racconta di due amanti separati dal mare aperto, capaci di vedersi da lontano ma non di sfiorarsi… A Helsingor sorge il castello di Kronborg, patrimonio dell'Unesco; viene ricordato soprattutto per le vicende di Amleto che Shakespeare volle ambientare proprio qui, restituendo alla storia questo luogo come il “Castello di Amleto”.
Ma i danesi preferiscono raccontare di Holger Danske, il “loro” eroe la cui statua trova spazio negli atri bui delle “Casematte” del castello. La sua barba è lunghissima. Talmente lunga da essere ripresa a gomitolo sul pavimento. Holger, ci dormirà sopra finchè la Danimarca non sarà in forte pericolo. Quando il pericolo si presenterà, lo stesso eroe si risveglierà per salvare la nazione. Il mito di questo eroe nazionale, che riposa nel castello di Kronborg, sembra appartenere ad un ciclo di leggende collegate alla saga di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda e sembra aver avuto un ruolo di grande importanza nella coscienza nazionale danese fino al XX secolo. Con buona pace di Shakespeare, dunque, il castello di Amleto per i danesi rimane sempre il castello di Holger.


Gli interni del castello non sono eccezionali, più accattivante la visita ai sotterranei, dove occorre portare una piccola torcia o usare la luce del cellulare e seguire sempre i cartelli con le indicazioni, tra passaggi labirintici e stanze segrete.
Il castello che più mi ha incantata è stato però quello di Frederiksborg, immerso nei suoi magnifici giardini e costruito sulle isolette del piccolo lago Slotsø, a Hillerød a 30 chilometri da Copenaghen.

Dal castello si accede al Giardino Barocco e al romantico giardino all'inglese. Il castello chiude alle 17.00 ed io non ho visitato gli interni, ma ho potuto fare un bel giro tra i giardini curati, ornati di siepi magistralmente potate. Qua e là si incontrano laghi e laghetti. Il parco è molto grande e meriterebbe un giro in bicicletta. Alla sera, dal parcheggio, anche se il castello è chiuso, si può fare una bella camminata che passa vicino a ruscelli con anatre, prati e boschi fino a giungere al castello. E' stato veramente piacevole essere lì al tramonto e quella sera mi sono sentita veramente felice, in pace con me stessa, con gli altri e con la natura. Tornata dalla Danimarca ho cercato notizie per approfondire le mie conoscenze su luoghi visitati e sulle abitudini di questo paese ed ho sentito per la prima volta parlare di “Hygge”. E' la filosofia di vita danese che sta conquistando il mondo e che significherebbe “star bene” . Un'intimità, un sentimento di conforto, relax e serenità che si prova in un contesto intimo e privato, che può essere quello familiare o immersi in un ambiente naturale. Quella sera credo che lo spirito Hygge fosse nell'aria e che mi abbia avvolta concedendomi sogni d'oro, a due passi da un castello fiabesco avvolto in una natura valorizzata e rispettata, tutto a pochi chilometri da Copenaghen.
Lasciata la Selandia raggiungo la Fionia o isola di Fyn con lo Storebaeltsbroen, ponte sospeso lungo 6 790 metri, alto 65 m sul livello del mare, per lasciar passare sotto le navi. E' un opera ingegneristica che lascia impressionati e svuota un po' il portafoglio come pedaggio!
Nell'isola di Fyn, merita la punta a nord chiamata Fyns Hoved per il paesaggio, la natura, la tranquillità, la possibilità di fare una passeggiata rilassante, avvistare uccelli o splendide farfalle colorate che volano tra il mare e i fiori di camomilla , fare un pic-nic e perché no anche per una nuotata!
Il viaggio continua nella penisola dello Jutland e nella città di Arhus, primo porto del paese, capitale europea della cultura nel 2017. Una vasta area a ridosso della città ospita il Den Gamle by. Qui antiche case danesi sono state smontate e ricostruite a simulare un'antica cittadina: si trovano un ufficio postale, un ufficio della dogana una scuola un teatro, 5 giardini, 10 tra botteghe e drogherie, stanze , cucine officine e laboratori di artigiani. La visita necessità di alcune ore.
Molti di questi edifici, per lo più con facciate a graticcio, sono aperti al pubblico, che può così visitare le stanze decorate nello stile originale.
A fare da “contorno” vi sono poi degli “attori” vestiti con i costumi d'epoca da mercante, fabbro, pastore.. ecc Le chicche sono il museo dell'orologio, interessante e vasto ed il museo del giocattolo. Quest'ultimo contiene ben 6000 giocattoli dal 1800 al 1960, niente videogiochi, ma cose semplici ( bambole, trenini, modellini ). Ha fatto risvegliare la bambina che c'è in me e mi ha fatto ricordare quei giochi semplici che stimolavano la mia fantasia.
Finalmente a Skagen, la punta più estrema del Nord della Danimarca dove si trova la penisola sabbiosa di Grenen. Da Skagen si continua fino al faro, si lascia l'auto, per raggiungere la punta dove si incontrano i due mari. Da una parte le onde del Mar Kattegat (Mar Baltico) dall'altra le onde dello Skagerrat (Mare del Nord). Si incontrano provenendo da opposte direzioni senza potersi mescolare perché questi mari hanno diverse temperature, densità e salinità. Niente di strano quindi, un fenomeno che si verifica anche altrove. Il fenomeno però attira molti turisti! Per raggiungere la punta si può utilizzare il Sandormen, una specie di pullman rosso trainato da un trattore e quindi in grado di viaggiare sulla sabbia. Io, come al solito, ho preferito camminare e in meno di un'oretta dal parcheggio sono arrivata in cima godendomi la passeggiata lungo mare su sabbia finissima, osservando gabbiani in volo, petroliere e navi da carico al largo, facendo giocare la mia adorata Nuvola. Quando è arrivato il Sandormen ha sfornato un bel gruppo di turisti vocianti, ovviamente italiani, che subito si sono recati nel fatidico punto a scattare le foto di rito per cercare di immortalare inutilmente lo strano effetto. Il mare era un po' mosso e non si creava la linea netta di separazione che si vede in alcune foto in rete.

Il vociare dei turisti ha però attirato una foca che si è avvicinata nuotando, poi , per nulla spaventata, è uscita sulla spiaggia rimanendo lì alcuni minuti a guardarci e a farsi fotografare. Guardare negli occhi una foca che non vive in un acquario, ma nuota libera nel Mar Baltico è emozionante e chissà perché ancora la penso chiedendomi dov'è ora.

Il vento si alzava e nuvoloni scuri si profilavano all'orizzonte, meglio tornare e fortunatamente sono arrivata al parcheggio senza bagnarmi, soddisfatta più di aver visto la foca che l'incontro dei due mari.


Ed ora viene il pezzo forte di questo viaggio!! In Danimarca c'è il deserto! E nel deserto piove! Non ci crederete, ma è andata proprio così!
Si tratta del Råbjerg Mile, ovvero il miglio di Råbjerg, il cosiddetto deserto danese.
Una specie di oasi al contrario, ovvero una zona di deserto in mezzo alla brughiera, una striscia beige in mezzo al verde. Il deserto al nord Europa non te lo aspetti! E' il fenomeno delle dune mobili, dei banchi di sabbia che il vento trasporta dalla costa verso l'entroterra, avanzando di 15 metri all'anno. Le dune di sabbia possono raggiungere un'altezza di 40 metri.
Questa meraviglia della natura si trova a una quindicina di chilometri a sud di Skagen e non può certo lasciare indifferenti chi ama la natura, il silenzio, un po' di avventura e di divertimento.
Dal parcheggio il deserto già si vede, ti colpisce e ti attira. Era già ora di pranzo, nuvoloni grigi ricoprivano il cielo, ma la decisione era già presa. “ Dai andiamo, vorrai mica rinviare a dopo pranzo, non si può correre sulle dune con la pancia piena e poi metti che piova; adesso sono sicura che non piove, già nel deserto non piove e non c'è neanche tanta gente!” Così dopo 5 minuti mi sono ritrovata in mezzo al deserto, un ventaccio incredibile, prima goccioloni d'acqua e poi il diluvio. Ricorderò sempre questa esperienza, un paesaggio insolito che affascina, solo il rumore del vento. Impossibile camminare, si cerca un punto riparato, ma dove, mica ci sono alberi nel deserto, né case! E poi io posso bagnarmi, inzupparmi, insabbiarmi, ma ” Lei” la macchina fotografica no! Dentro due buste di plastica, sotto la giacca, sperando in bene, temendo guai e nello stesso tempo tentata di farla uscire per rubare qualche scatto. Come sempre al Nord il temporale passa, il cielo si schiarisce per poi imbronciarsi di nuovo. Ma quel che conta è essere lì, con la voglia di correre sulle dune, di ammirare tanta bellezza: il mare lontano all'orizzonte, la brughiera scura, la sabbia che si solleva sulle dune.

Nuvola corre come una pazza un po' infastidita dalla sabbia che le si infila nel naso..

Andare via è quasi impossibile, vorrei restare a catturare momenti di luce, vorrei, se potessi, tornarci al mattino presto o alla sera, con meno vento, con una luce meno dura e intanto rubo qualche scatto, ma senza pensare a tempi, diaframmi e tutto il resto, senza cambiare obiettivo, non sono mica pazza, la sabbia entrerebbe anche nelle fessure più microscopiche. Momenti di schiarita, colori intensi e poi sabbia che vela tutto! La guardo questa sabbia e mi accorgo che non è tutta uguale, la natura ha realizzato onde di tonalità diverse, peccato per la luce troppo dura del mezzogiorno! Credo di essermi divertita molto e che il deserto abbia il potere di rubarsi un pezzo della tua anima e tenerselo per sé!
Avendo visitato prima Grenen, poi il deserto danese occorre procedere e arrivo al faro di Rubjerg Knude nel pomeriggio inoltrato.. Non male per scattare alcune foto ,basta portarsi dietro il treppiede. Sono rimasta letteralmente ammaliata da questo faro immerso nella sabbia. Råbjerg Mile ( il deserto danese) e il faro di Rubjerg Knude, anche se hanno nomi simili, non sono la stessa cosa e distano l'uno dall'altro una sessantina di chilometri, un'oretta di macchina. Quindi il percorso logico è partire da Nord, ammirare Grenen, poi scendere verso le dune di sabbia di Råbjerg Mile e proseguire ancora più giù verso il Rubjerg Knude Fyr che si trova a 25 km a sud di Hirtshals, il porto da cui partono i traghetti per la Norvegia. Il faro venne inaugurato nel 1900 e non è attivo dal 1968 a causa della rapida erosione della costa – in media 1,5 metri di roccia all'anno – e dello spostamento delle sabbie circostanti – 9 metri ogni anno. La chiesa, il residence e i piccoli giardini che c'erano nelle vicinanze, sono già stati distrutti e sommersi. Oggi il faro ancora resiste alle sabbie mobili, ma non mancherà molto tempo prima che venga totalmente sommerso.
Ho letto di persone che, tornate dopo alcuni anni, hanno scattato foto molto diverse da quelle fatte in precedenza. Avevo visto magnifici scatti fatti da grandi fotografi, ma per quanto mi potessero ispirare non volevo che mi rovinassero l'atmosfera con tecnicismi e frustanti imitazioni. Carica di treppiede e un po' di ottiche ho intrapreso la lunga stradina ricoperta di sabbia per arrivare alle dune:più mi avvicinavo più il vento implacabile soffiava. La sabbia era ovunque, nei capelli, nelle tasche, negli occhi, nei denti. Ho faticato ad eliminarla dal mio corpo e dai miei vestiti . Fotografare, per l'esperienza che ho io, era veramente impossibile, il treppiede sarebbe volato via, la mia macchina doveva starsene ben nascosta e protetta! Arrivata al faro, sono entrata, ho risalito la scala a chiocciola e giunta in cima mi sono goduta il panorama da ogni lato: di fronte il mare con magnifici riflessi, di lato distese di sabbia, sia a destra che a sinistra, in basso i resti di costruzioni ormai inghiottite dalla sabbia e dietro l'ombra del faro, in lontananza la brughiera, verde ed il cielo azzurro con nuvole di vento. Qualche scatto da lassù si poteva tentare, poi Nicoletta sarebbe tornata a dormire .Il percorso di rientro è stato un continuo voltarsi indietro a guardare il faro come se dovesse scomparire da un momento all'altro, trasportato da quel ventaccio chissà dove. Io lo avrei trattenuto nei miei ricordi, ma nella mia scheda c'era solo l'immagine della sua ombra proiettata sulla sabbia.

Quella sera, chi mi conosce e mi accompagna nei miei viaggi, mi propone di ritornare a Skagen( 180 km, tra andare e tornare) per ritentare una veloce visita al faro al mattino successivo. Wow! che pazienza bisogna avere con chi ha il vizio di fotografare!! Il mattino dopo il vento si era placato, non ero solo felice, ma strafelice, il faro era li, i parapendio gli volteggiavano attorno, c'erano tanti turisti, pazienza, non erano certe foto in notturna o al tramonto, ma pazienza, si poteva fotografare! Il vento aveva abbandonato un ramo contorto, lì in mezzo alla sabbia dove di alberi non ce ne sono, chissà da dove arrivava! Sembrava un oggetto fuori luogo, scheletrico, morto....un presagio per questo faro destinato a scomparire!


In Danimarca d'altra parte i fari non mancano e dopo qualche chilometro si arriva a Bovbjerg fyr.

Un posto affascinante che ben rispecchia la Danimarca sia per il simbolico faro rosso che per i paesaggi che si possono osservare in ogni direzione, che per la grande spiaggia dalle scarpate terrose in cui volano numerosi uccelli.
Il faro è ospitale, con locale caffè, posto su una scogliera, in mezzo ad un prato, attorno pascolano indisturbati mucche e cavalli, Ci si arriva per una stradina dopo aver attraversato campi di grano e dopo aver oltrepassato un piccolo paesino con una graziosa chiesetta bianca ed un bel campeggio curato. Dal faro si può scendere in spiaggia, attraverso una scalinata o un percorso attrezzato con corda. Anche arrivarci di sera mentre piove, con le pozzanghere, non toglie nulla a questo luogo, anzi lo fa sembrare fuori dal tempo. Al mattino con il sole è stata un'esplosione di colori: il verde dell'erba danese, l'azzurro del cielo e del mare, i biondi cavalli.. cosa si può desiderare di più!
Il viaggio ormai volge al termine è ora di scendere verso la costa occidentale dello Jutland fino alla più antica città danese, la graziosa Ribe e poi rientrare in Germania.
Una bella strada scorrevole ci porterebbe e Ribe in breve, ma seguendo alcuni consigli, si imbocca la strada 181 che da Bovbyerg fino a Nymindegab, ha permesso di apprezzare fantastici paesaggi.
Era uscito il sole e mi sono ritrovata su una striscia d'asfalto spettacolare sospesa tra le dune di sabbia che celano il mare del Nord e e le acque tranquille del fiordo di RingKobing. Un paesaggio davvero unico. Consiglio di godersi questo ambiente con più calma. Lungo la strada vi sono diverse aree attrezzate con panchine e tavoli dove potersi fermare per fare fotografie o anche per pranzare e il tutto riparato dal vento. Una sosta per risalire con il fiatone una duna,giunta in cima mi affaccio sulla spiaggia che sembra non finire mai, uno sguardo invidioso a chi fa volare gli aquiloni, monta una tenda, fa il bagno e poi giù di corsa sulla sabbia, di nuovo in viaggio per qualche chilometro. Anche quando non si vedono né il mare né il fiordo, la campagna è affascinante, si rimane incantati a veder sfilare un campionario di architetture da cartolina: tipiche case di legno con tetti di paglia, case a graticcio, casette rurali bianche e nere diventate patrimonio nazionale da tutelare così come sono e tramandare ai posteri , fattorie, eleganti case moderne fatte quasi totalmente di vetro. Quasi tutte le case hanno davanti la bandiera danese che qui non smette mai di sventolare.
Purtroppo il tempo la faceva da padrone e molti scatti sono stati fatti dal finestrino!!!
Inserisco la foto di una casetta con girasole che mi piaceva davvero tanto!


E' qui nello Jutland e non a Copenaghen che ho trovato la Danimarca che non mi aspettavo e che ho capito perché questo è considerato il paese più felice del mondo. La felicità è fatta di tante piccole cose, è star bene con se stessi, con gli altri e soprattutto vivere in armonia con la natura. Concludendo credo che la Danimarca sia davvero un paese che ha molto da offrire, si ritorna a casa con la sensazione di aver intrapreso un viaggio, di aver respirato un'atmosfera nuova che è rmane nel cuore!













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avatarjunior
inviato il 24 Febbraio 2018 ore 21:45

Splendide foto e racconto!!
Con cosa hai scattato ?

avatarsupporter
inviato il 24 Febbraio 2018 ore 22:02

Ho scattato con una Nikon D7200 e un po di obiettivi: un 35mm, un sigma 17-70, un grandangolo Tokina e un Nikon 70-200 f4.
Grazie per il passaggio ed il tempo dedicato. Un saluto Magu'

avatarjunior
inviato il 25 Febbraio 2018 ore 3:30

Interessantissimo e ben scattato. ^P^

avatarjunior
inviato il 25 Febbraio 2018 ore 8:05

Un'altro paio di domande: ma sei partita in auto dall'Italia ? Quanti giorni e in che periodo?

avatarsupporter
inviato il 25 Febbraio 2018 ore 8:53

Si sono partita dall'Italia , ho attraversato la Germania e sono rimasta in Danimarca dal 18 al 28 Agosto

avatarjunior
inviato il 26 Febbraio 2018 ore 0:51

Grazie per questo tuo bel lavoro, fonte di grande ispirazione!

avatarsupporter
inviato il 26 Febbraio 2018 ore 12:45

Grazie a te Fabrizio per il tempo dedicato a vederlo e per il gradito commentoSorriso

avatarsupporter
inviato il 26 Febbraio 2018 ore 13:00

Ops! Non considerate la serie di cifre all'inizio dell'articolo, mi ha inserito lì il numero identificativo di una foto, me ne sono accorta ora, e pensare che ho letto e riletto!

avatarjunior
inviato il 28 Febbraio 2018 ore 14:13

Ciao....
bel racconto e belle foto....ci sono stato due anni fa e anche per me è stata una bella sorpresa.....
www.juzaphoto.com/me.php?pg=184369&l=it

avatarsupporter
inviato il 28 Febbraio 2018 ore 21:54

Grazie Ironman, sono felice di leggere che la Danimarca è piaciuta anche a te, ho visto con piacere le tue foto.

avatarjunior
inviato il 11 Marzo 2018 ore 8:55

Bellissime foto e bellissimo il tuo racconto coinvolgente...

avatarsupporter
inviato il 11 Marzo 2018 ore 9:37

coinvolgente...
Grazie Davide, l'aggettivo che hai usato mi fa molto piacere, vuol dire che ci sono riuscita a trasmettere un po' delle mie sensazioni, Un saluto Magù

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2018 ore 19:05

Bellissimo il racconto e Foto Stupende.

avatarsupporter
inviato il 04 Agosto 2018 ore 18:08

Grazie Maurizio, mi fa piacere che tu abbia letto il resoconto del viaggio e che ti sia piaciuto! Ciao Magù

avatarsupporter
inviato il 09 Agosto 2018 ore 11:15

bellissimo racconto e fotografia di un paese che mi affascina





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