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Al riparo della grande pietra


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Al riparo della grande pietra, testo e foto by Max Lucotti. Pubblicato il 30 Novembre 2015; 39 risposte, 6928 visite.


Dove cammina il mio destino, c'è un filo di paura... (F. De Andrè, Canto del servo pastore)

Tutto intorno a me è buio, nero come la pece. I muscoli delle gambe, in tensione da ore, sono indolenziti e la voglia di riposare è tanta. La lampada frontale illumina qualche metro del sentiero, sono concentrato su come e dove metto i piedi passo dopo passo, e finalmente vedo il grande masso dove ho preparato il campo. Folate di nebbia, come onde che risalgono la scogliera, mi investono e rendono l'ambiente più inospitale. Giro intorno al grande masso, staccatosi tempo indietro dalla roccia qualche centinaio di metri più in alto insieme ad altri che punteggiano il piccolo pianoro. Lì ho piantato la mia piccola tenda, ben ridossata e quindi riparata dal vento freddo che scende dal passo. Dormire a 2150 mt a metà ottobre sulle Alpi, con una attrezzatura non prettamente "invernale" potrebbe diventare una esperienza poco piacevole, specie se non si sono prese tutte le possibili precauzioni. Finalmente poso lo zaino, e senza perdere un attimo mi dedico ad accendere il fuoco. Che bello aver preparato tutto con la luce del pomeriggio, il fuoco è pronto per essere acceso e ho una buona quantità di legna, nel giro di pochi minuti luce e calore mi circondano e il luogo in cui mi trovo diventa immediatamente più familiare. In una notte buia a fredda, in mezzo alle montagne in solitaria avere un conforto del genere non ha prezzo, ti scalda veramente il cuore. Il fuoco scoppiettante si solleva alto, non rimane che prepararsi la cena. Purtroppo non ho portato niente da cuocere ma solo pane, formaggio, affettato e un dolce. Adesso ci vorrebbero delle costine di maiale oppure una bella braciola con l'osso da fare sulla brace, il tutto innaffiato da un bicchiere di vino rosso! Ma meglio accontentarsi, altro peso sulle spalle sarebbe stato insopportabile.


Calco per bene il cappello sulla testa e mi vesto il più possibile per non raffreddarmi. Vicino a una decina di metri una fonte sgorga acqua cristallina in maniera rumorosa e alterna. Qui probabilmente in estate ci vive un pastore, a 50 mt c'è una capanna di lamiera chiusa e ben tenuta riparata dietro un altro grosso masso. Oltre alla fonte, al rumore delle folate di vento e al crepitio del fuoco non si ode altro. Il cielo è sempre più punteggiato di stelle e non si nota molto inquinamento atmosferico, è sempre un gran spettacolo la volta celeste. Placata la fame mi guardo intorno, la nebbia illuminata dalla torcia sembra rimanere poco sotto la mia quota e qui oramai arrivano solo leggere goccioline. Una tenda, un fuoco. Niente altro, nessun'anima nei paraggi per parecchi km, nessun segno di altre presenze nella valle. Ogni rumore mi mette all'erta, certo dopo un pò ci si abitua ma bisogna classificarli ad uno ad uno per non saltare in ogni istante. La fonte rumorosa con i suoi gorgoglii, il vento che muove l'erba alta, il sopratetto della tenda che sbatte. Un tronco ancora umido scoppietta allegro, mi ritrovo a fissare il fuoco per parecchio tempo. Curioso che in una situazione simile, dove non c'è niente da fare non riesca a pensare a nulla di specifico. L'unica cosa a cui penso è dove mi trovo, assaporo le mie sensazioni ed è come se il mondo in cui fino a stamattina mi muovevo non esistesse. Ho lasciato in fondovalle le preoccupazioni, per sostituirli con pensieri molto pratici su come gestire al meglio la situazione. Tutto stà andando magnificamente, e questo grazie al fuoco. Senza probabilmente sarei già nel sacco a pelo, a cercare conforto e calore con i sensi all'erta ad ogni variazione. Non è certo la mia prima volta in situazioni simili, già molti anni fà avevo avuto le prime esperienze però ogni volta è come risintonizzarsi, ci vuole un pò per abituarsi a non avere delle mura spesse intorno. Mi allontano con la torcia a testa a fare qualche fotografia notturna al campo illuminato dal fuoco, alla valle che discende con le stelle che stanno a guardare, alla cima maestosa che domina sul passo.


Allontanarsi mi fà perdere un po' di sicurezza, ma una sosta intorno al fuoco e tutto ritorna perfetto. Approfittando della tecnologia che sempre oramai ci accompagna metto un pò di musica, un goccetto di grappa e viene l'ora di immergersi nel sacco a pelo per riposarsi delle fatiche giornaliere. La temperatura esterna si stà avvicinando allo zero, ma per il momento infilarsi nel sacco ben coperto mi permette un piacevole confort.

....

Ripenso alla lunga giornata appena trascorsa, alla partenza da casa e alle tre ore di viaggio in auto per arrivare al piccolo paesino dove finisce la strada, che ho trovato disabitato. Parcheggio vuoto, nessun segno di vita, qui mi sà che ci si vive solo nei periodi estivi o nei weekend. Però è ben tenuto e curato, una piccola chicca tra le nostre belle montagne. E' lì che è partita l'avventura, e da lì che ho portato il pesante zaino con tutto l'occorrente per stare la notte in tenda fino a questa quota tra i boschi di larici colorati della livrea autunnale, con il sottobosco coperto a chiazze da un leggero strato dalla prima neve stagionale.


Che meraviglia i larici in autunno colpiti dal sole, sembrano fatti di oro. Alcuni poi sono immensi, alti, maestosi, mentre man mano che si sale di quota diventano più radi e piccoli. Impronte sulla neve, devono avere qualche giorno. Hanno la forma di quelle di un grosso cane, ma non si vedono quelle del padrone, e salgono nella mia stessa direzione seguendo il sentiero. Sono certamente l'unico a passare di qui dall'ultima nevicata.
Dopo una curva ecco tutta la valle che si mostra, i boschi di larici che degradano verso il torrente sinuoso, le cime morbide ai lati e laggiù in fondo bianche, alte ed aguzze che a guardarle sembrano irragiungibili e lontane. Faccio una sosta per bere e per riposare le spalle, e intanto guardo dove sarà la mia destinazione in questa per me nuova valle. Sembra proprio che il passo e il confine siano tra quelle montagne, lì dovrò arrivare. Il mio intento iniziale era fare il campo al passo, ma valuto che a 2650mt ci sarà molto vento e freddo, niente acqua e niente legna. Bisogna cambiare strategia, quindi penso di salire fino a che trovo legna da ardere, all'estremità degli ultimi alberi, e lì fare il bivacco. Poi montare la tenda ed alleggerire così lo zaino, quindi proseguire fino al passo e scendere dall'altra parte quasi ai laghi dove dovrei trovare l'arco naturale che vado cercando come meta della giornata. Sembra una buona idea e mi rimetto in cammino, aiutato dai bastoncini che scaricano un pò di peso dalle mie povere spalle. Ogni tanto mi concedo volentieri una sosta per ammirare il paesaggio e scattare qualche fotografia.


La salita è abbastanza costante, in lontananza vedo una costruzione ma non ricordo che sulla carta fosse segnato un bivacco. Arrivato a questa, costruita in una posizione dove il fortunato possessore può ammirare un paesaggio bellissimo perchè a strapiombo sulla valle, scopro che è chiusa e privata. Decido però che il posto per fare il campo sembra quasi perfetto se mi posiziono con la mia tenda al riparo di un grande masso e quindi mi ritrovo a montarla e a girare nelle vicinanze a cercare legna da ardere. Un leggero spuntino, un piccolo riposo coccolato dal sole sufficentemente caldo e sono così pronto per rimettermi in marcia verso il passo. Adesso vado molto più spedito avendo meno peso anche se il sentiero inizia a salire più a strappi rispetto a prima. Anche il paesaggio mano a mano che si sale di quota diventa più aspro e brullo, e le montagne più imponenti ed ardite. Il cielo è abbastanza sereno e c'è un leggero vento con qualche folata.


Un ultimo lungo traverso e finalmente arrivo al colle a 2650mt, dove c'è la linea di confine con la Francia. E qui cambia il clima, salutandomi con gelide folate e lontane nuvole in veloce movimento. Un rinforzo all'abbigliamento, qualche fotografia e riparto in discesa in terra Francese.
Dopo non troppo tempo, superata una zona semipianeggiante cosparsa di irte ed aguzze guglie di roccia, mi si presenta la valle con i suoi laghi , devo essere quasi arrivato all'arco scavato nella pietra. Finalmente eccolo, grande e maestoso, alto almeno 10 metri, che domina la valle. Ghiaccio, vento e acqua lo hanno scavato nei secoli, al centro sembra che sia annodato per mostrare la sua forza.


Che monumenti che crea la natura! Ho da attendere quasi due ore per vedere il tramonto del sole quindi gironzolo un pò intorno, un pò per far passare il tempo e un pò per tenermi caldo, visto che la temperatura causa il solito vento non è delle più miti e non ci sono ripari da esso. Non ho incontrato ancora nessuno, finalmente una coppia di escursionisti Francesi saliti dal versante opposto al mio sopraggiungono per ricordarmi che non sono solo a questo mondo, ci salutiamo come si usa tra le genti in montagna e riprendono la loro strada.
"Non è importante da dove arrivi o dove ti dirigerai, l'importante è essere qui" questo è il pragmatismo di chi si incontra in montagna.


Nel frattempo le nuvole si addensano sui monti di fronte e trasportate dal vento a folate arrivano fino a me, preannunciando che questo non sarà un gran tramonto colorato come speravo. Poco dopo il sole cala dietro una montagna quasi senza farsi notare, velato dalle nuvole. Non resta che tornare sui miei passi, nella speranza che risalendo di quota e con un pò di fortuna qualche raggio ancora mi venga donato.


E così accade che il sole calante riesca a bucare le basse nuvole regalando una atmosfera suggestiva al mio paesaggio. Un raggio di sole colora dietro le scure guglie i prati del fondovalle tra le foschie in movimento, l'urlo del vento tra le roccie ad interrompere l'atmosfera ovattata delle grigie nebbie. Mi fermo ad assaporare questi emozionanti momenti scattando qualche fotografia.


Pochi attimi che un giorno ricorderò riguardando le fotografie che mi riporteranno a questi istanti emozionanti riscaldandomi il cuore. Riprendo il cammino e salendo il sentiero arrivo nuovamente al passo e ecco un'altra inaspettata sorpresa guardando verso la via che sono salito qualche ora prima: sotto c'è un mare di nuvole, e le cime si sono trasformate in isole e promontori.


Che spettacolo e che emozione, queste situazioni ogni volta che mi capitano mi lasciano sempre in estasi. Il paesaggio è completamente cambiato, non c'è più il campo base nè i boschi di larici, e il sentiero sparisce inghiottito tra le soffici nuvole in costante movimento come onde nel mare. In lontananza lo spartiacque tra la valle Stura di Demonte e la Maira, dove svettano imponenti l'Oronaye e il Monviso, tra una striscia di calda luce del tramonto e il grigio della perturbazione. La luce stà calando sempre di più ed è giunta l'ora della discesa verso la tenda.


Scendo un pò di quota e il buio mi raggiunge, non c'è luna questa notte e la lampada da testa illumina tremolante il sentiero davanti a me.

...

Un rumore improvviso mi sveglia di colpo, folate di vento fanno sbattere la tenda e sobbalzare il cuore.. la faccia è fredda, il fondo non proprio morbido ma tutto sommato non si stà male questa notte. Mi riaddormento.

Suona la sveglia.. anche quì, maledetta! Ma se vuoi vivere il sorgere del sole bisogna farsi coraggio e uscire al freddo, quindi connettendo poco apro la zip della tenda e dò una occhiata fuori. Tutto è ancora abbastanza buio ma non così tanto da aver bisogno della torcia, il cielo sembra molto rannuvolato e non si prepara certo ad una grande alba infuocata dai colori accesi. Ma pazienza, radunata l'attrezzatura e con una certa rigidità articolare mi muovo come uno zombie verso il torrente un centinaio di metri più sotto saltando da un masso all'altro. Il vivace torrente scende nel bosco di larici e ne seguo per un pò le curve e i salti.


No, nessuna magia stamane al sorgere del sole, poca luce con rare aperture delle nuvole mi aspettano, e quindi dopo un pò risalgo al campo per un tè caldo ed una abbondante colazione in attesa che qualche raggio di sole arrivi finalmente a riscaldarmi. Smonto tutto lasciando il luogo più in ordine di come l'ho trovato e portate dal vento sento alcune gocce di pioggia arrivare, che preannunciano l'arrivo imminente della perturbazione.
E' giunto il momento dei saluti, come in ogni luogo che mi ha regalato emozioni ne terrò il ricordo in un angolo nel mio cuore e come simbolo la grande pietra che mi ha protetto dal vento notturno, adesso zaino in spalla e giù verso il bosco di buon passo prima di essere raggiunto dalla pioggia.

Nota: Non ho citato appositamente i nomi dei luoghi perchè non intendevo fare di questa mia una guida foto-escursionistica ma principalmente raccontare tramite parole e fotografie le mie emozioni. Le parole solo del modesto scrittore, vengono dal mio cuore e non hanno nessuna pretesa letteraria, le fotografie invece solo quello che il lettore della luce che c'è in me ha cercato di mostrare secondo i miei canoni di composizione, infine la bellezza e tutta e solo merito di madre natura che mi stupisce ogni volta. E' questa, per me, la sola e unica grande bellezza e per questo cerco di rispettarla modificando il meno possibile le situazioni vissute. Grazie per l'attenzione se siete giunti in fondo a questa mia piccola storia.



Max Lucotti scrive di sè: "Appassionato di natura e di sport all'aria aperta, amo la montagna e mi piace confrontarmi con questa. Cerco sempre qualcosa di nuovo, sono a caccia di emozioni. Una notte stellata e silenziosa, le nuvole che avanzano, un'alba colorata,un gruppo di camosci o semplicemente un tè caldo davanti ad un paesaggio immacolato, questo è quanto vado cercando di vedere e assaporare. La fotografia quindi diventa l'immagine dell'emozione del momento, cerco di impressionarle per riviverle nelle giornate grigie e magari per regalare a qualche altra persona ben disposta nell'animo la bellezza del mondo che ci circonda. Altri miei articoli qui: Sotto le stelle www.juzaphoto.com/article.php?l=it&t=sotto_stelle_max_lucotti ; Nel mio zaino www.juzaphoto.com/article.php?l=it&t=alpi_marittime "



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avatarsupporter
inviato il 30 Novembre 2015 ore 15:37

Complimenti Max!MrGreen
Bellissime sia le foto che il racconto che esprimono bene il tuo amore per la montagna.

avatarjunior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 15:52

Complimenti per l'avventura e per il resoconto!
Provata per la prima volta l'anno scorso, resta per me una delle camminate più belle mai fatte.

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 16:23

Grazie, mi fà molto piacere che abbiate apprezzato il fotoracconto! MrGreen

avatarjunior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 16:44

Bellissimo racconto e ottime foto: solo la montagna vissuta in solitaria sa regalare questo tipo di emozioni.
Grazie per la condivisione.
Marco

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 17:05

Troppo stimolante,Eeeek!!! stanotte dormo in terrazza !!;-)MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 17:16

Grazie Marco concordo naturalmente con te... ;-)
Max.... MrGreenMrGreenMrGreenMrGreen mi hai fatto sbellicare! eh eh ehSorriso

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 17:18

WOW

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 18:24

Bell'avventura Max (non quello del terrazzo MrGreenMrGreen) , come nell'altro articolo scrivi in modo tale che fai provare le tue sensazioni a chi legge.
Le foto te le avevo già commentate, stavolta tocca allo scritto, bello ed avvincente.
ciao
Massimo

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 18:29

Grazie Billo e Massimo. Scrivere per me è più difficile che fotografare, trovo però che i due linguaggi si completino insieme.;-)

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 19:36

Ogni tuo racconto è un susseguirsi di emozioni che chi ama la montagna conosce bene.Queste esperienze solitarie lasciano ii segno e troveranno sempre un posto nel cuore e nell'animaSorrisoSorrisocomplimenti davvero per le bellissime foto e l'avvincente racconto che hai voluto condividere con tutti noi;-)un salutone:-P:-P:-P

avatarsupporter
inviato il 30 Novembre 2015 ore 19:39

Grazie per questo fotoracconto coinvolgente e molto "intimo" soprattutto perché sicuramente non farò mai (anche se mai dire maiMrGreen) qualcosa del genere e perciò attraverso le tue parole e immagini ho potuto viverlo un po' anch'io.

ciao Tiziana

ps Al massimo potrei seguire l'esempio di MaxMrGreen

avatarjunior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 19:55

Bel racconto e belle foto, la montagna vissuta in solitudine sà regalare sensazioni uniche che raggiungono quasi il mistico e un profondo rispetto per tutte quelle creature che abitano in questi luoghi meravigliosi ma che al tempo stesso possono essere duri e inospitali.
Ciao
Alessandro

avatarsupporter
inviato il 30 Novembre 2015 ore 20:12

Complimenti
diego

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 20:35

Bravo Max è sempre un piacere leggere le tue avventure..e che avventure!
complimenti
ciao
Simone

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2015 ore 20:53

Complimenti Max, leggendoti mi pareva di essere lì.
Non a tutti è dato vivere queste sensazioni che tu hai descritto così bene!
Ciao
Ilario





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