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Canaima, Venezuela


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Canaima, Venezuela, testo e foto by Elnene. Pubblicato il 29 Maggio 2014; 13 risposte, 5573 visite.


Pochi visitano questo meraviglioso paese. Il perché risiede nel fatto che non vi sono offerte nelle agenzie o nel web che possano competere con le altre destinazioni, aggiungiamo anche che la situazione di sicurezza non è tra le migliori. Inoltre vi sono state delle notizie di cronaca negli ultimi anni che hanno fatto si che quel poco che circolava sia quasi sparito. Per quanto possa sembrare strano, io sono contento che il Venezuela sia una meta rara, pochi turisti, poche strutture ricettive, pochi percorsi. Territori incontaminati nel vero senso della parola.

Sono andato tre volte negli ultimi 12 mesi e devo dire che non ho avuto situazioni violente da affrontare; credo si possa godere di tutte le sue meraviglie facendo attenzione, avendo buon senso, viaggiando sicuri e meglio se accompagnati. Sconsiglio avventurarsi in luoghi non frequentati, organizzate i viaggi con i tour operator locali, e se volete un'avventura su misura contattate sul luogo o su internet le agenzie che possono assistervi nella scelta dei trasferimenti e la sicurezza. Avere in Venezuela un punto di riferimento, amici o parenti è fondamentale.



Aspetti Tecnici

Il mio Viaggio prevede una visita al parco Nazionale di "Canaima". El Parque Nacional Canaima è situato nello stato Bolívar. Fu instaurato il 12 giugno del 1962 e dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nell'anno 1994.
Si estende per 30.000 km² (più grande del Belgio), fino alla frontiera con la Guyana e con il Brasile. Per le sue dimensioni è considerato il parco nazionale più grande del mondo. Circa il 65 % è occupato da mesetas di roccia chiamate "tepuyes". Questi costituiscono un ambiente biologico unico, di grande interesse geologico. I versanti scoscesi e le sue cadute d'acqua, incluso il Kerepakupai Venà (Salto Angel), la cascata d'acqua più elevata del mondo, a quasi 1.000 m, formano paesaggi spettacolari. Ve ne sono innumerevoli, ed il più conosciuto è l'Auyan Tepuy, (montagna del Diavolo) che nel periodo migliore (inverno) ci dona uno scenario incredibile.

Scoperto negli anni 30 da Jimmy Angel, che sorvolava la zona in cerca di giacimenti minerari e notò questo corso d'acqua che precipitava dalla roccia a picco dell'Auyan Tepuy; nel 1936 Angel tornò in zona con tre compagni di viaggio e tentò di atterrare sulla vetta del Auyan Tepuy vicino la cascata; la cosa riuscì ma il velivolo rimase impantanato sulla cima. I 3 dovettero discendere la montagna a piedi e arrivare ai villaggi indigeni, a "Jimmy" Angel venne riconosciuta l'ufficialità della scoperta delle cascate che furono appunto chiamate in suo onore.

Per arrivare a Canaima si prende un volo da Maiquetia (aeroporto principale di Caracas) fino a Puerto Ordaz, capitale dello stato Bolivar, e da lì con un aereo a turboelica si raggiunge un villaggio che possiede un piccolo aeroporto, il quale funge da ingresso al parco. In pochi minuti ci troviamo davanti i diversi accampamenti; le escursioni partono da lì. Le cascate più note nelle vicinanze sono El Sapo, Hacha, Golondrina, Ucaima, a valle di questi salti si forma la cosiddetta Laguna di Canaima, un altro salto si trova a valle della laguna (Salto Ara) e la vista mozzafiato dà il benvenuto con il suo piacevole e costante rumore. Non perdete le escursioni a questi posti, si torna sempre prima del imbrunire.
Il periodo migliore è da settembre a novembre ma io preferisco dicembre, il clima e mite e non ci sono troppe zanzare. Bisogna sempre accertarsi che le piogge siano state abbondanti altrimenti la portata diminuisce e le cascate ed i fiumi non sono visitabili, la maestosità delle stesse dipende dalla loro portata.


L'avventura

L'escursione al Salto Angel o meglio "Kerepakupai Venà" parte presto.. molto presto!!!
Sono circa le 4:00 del mattino e già sulla Curiara (Canoa scavata dagli indigeni da un tronco d'albero) siamo pronti; fà freddo nel fiume "Carrao" e dopo 20 minuti di navigazione possiamo godere dell'alba: colori mai visti e a dir poco spettacolari; raggiungiamo una sponda del fiume e scendiamo dalla curiara per camminare: questo tragitto serve ad evitare delle rapide pericolose; da lì si gode di uno scenario paradisiaco. Cerco di anticipare il gruppo per fare qualche scatto con il mio treppiede.







Poco dopo il gruppo riprende la navigazione. Adesso si devono attraversare molte rapide, ciò aggiunge adrenalina alla traversata. La curiara la porta Josè un indigena del posto: lui conosce il fiume come le sue tasche. Noi ci portiamo creme, cappelli, medicine, vestiti tecnici, bevande, cibo e qualsiasi accessorio immaginabile, Josè, ha solo i pantaloncini, una maglietta e scalzo ci prende in giro, io rimango in silenzio e cerco di spogliarmi di tutte quelle cose superflue che abbiamo attorno, sono spaventato da tutto questo perché in realtà non sono oggetti o cose vitali, loro, I Pemòn hanno un coltellino, quanto basta, non gli servono neanche le scarpe, la nostra guida indigena Isaac, meglio conosciuto come signor "Muerte" ha i piedi duri come il cuoio, glieli tocco, cammina in mezzo alle radici e qualsiasi cosa senza problemi. Una volta mi raccontava che gli si era conficcato un piccolo chiodo e solo dopo alcuni giorni si rese conto perché aveva preso un'infezione, cammina con decine di denti intrecciate a modo di collare attorno al collo, sono 160 in totale, tra cui giaguari, cinghiali e altre bestie cacciate proprio da lui nella sua vita, mi porta sempre delle foglie da masticare chiamate kumì, qualche medicina naturale. Lui è uno sciamano, ma guarda la CNN ed i notiziari ogni giorno, fa previsioni sulla borsa di valori, ed è persino più informato di me.
Coperto dal impermeabile cerco di scattare alcune fotografie. Lo scenario ad ogni ansa del fiume ci riserva delle sorprese; cerco di fissare queste vedute con la mente e la mia macchina fotografica ma quelle sensazioni sono troppo forti, nessuno parla, si viaggia osservando quanta meraviglia...

Solo dopo 4 ore circa si arriva al fiume "Churùn". Scendiamo dalla Curiara nell'isola Ratòn e iniziamo una camminata in mezzo alla selva, l'aria non sembra così umida, ora è possibile vedere la vegetazione, piante esotiche, liane in cui ci si può immedesimare in tarzan, funghi, e alcune specie di rane; si cammina su un suolo coperto di radici e pietre, alternato a pozze d'acqua e di fango, molto difficile senza le scarpe adatte, a volte le tolgo e proseguo con i calzini per evitare di scivolare. Dopo un'ora e mezza arriviamo su uno sperone a circa 800 mt dal Salto Angel ed è da qui che possiamo ammirare la sua grandezza, l'acqua scende e sembra rallentare, l'effetto è assolutamente unico, oltre 900 metri di caduta libera, un sogno realizzato!!


Da piccolo ho sognato di visitare questo luogo meraviglioso, é per me un'emozione molto grande. Il Venezuela possiede territori incontaminati, una biodiversità incredibile, è possibile incontrare centinaia di specie da fotografare, paesaggi completamente vergini, persone e situazioni bizzarre. Se viaggiate in macchina vi fermereste ogni 500 metri per scattare qualche foto, e non ne avreste comunque abbastanza, le riserve naturali come la Laguna di Tacarigua, il Parco Nazionale Morrocoy ed il parco Henry Pittier sulla costa centrale sono tra i più frequentati.

Il bagno nel fiume e d'obbligo; l'acqua è molto fredda ma credetemi una volta dentro non vorreste più uscire. Questo posto ha un'aura magica e piena di energia. L'acqua è rossa, caratteristica dovuta ai tannini contenuti nelle piante, piena di minerali. L'abbondanza di specie in generale ci sorprende, le piante e gli uccelli, i pesci voraci mangiano tutto quello che si muove: questo mi fa ricordare alcune leggende indigene che raccontava mia madre quando ero piccolo.


In fondo si vedono i Tepuy (montagne dalla cima piatta) che ci accompagneranno durante tutto il viaggio. Per i "Pemòn" (indigeni locali) queste vette sono sacre e i mortali non possono salire in quanto vi sono anche gli spiriti degli antenati chiamati "mawari" . Vi sono miti che descrivono le origini del Sole e della Luna, la creazione dei tepuy e le attività dell'eroe creatore "Makunaima e dei suoi fratelli".
Queste formazioni montuose così originali, hanno la particolarità di avere delle pareti a strapiombo e una cima quasi piatta, dove si sono sviluppate forme di vegetazione e animali; esse sono generalmente costituite da rocce arenarie, e la loro formazione è frutto dell'erosione causata nei millenni da corsi d'acqua e da eventi atmosferici, le rocce più tenere sono state erose ed invece i tavolati composti da rocce più consistenti sono rimasti. Questi Tepuy formano degli ecosistemi straordinari quasi "a se stanti", infatti tra un Tepuy e l'altro si possono trovare enormi differenze come forme di vita di ogni genere; questo è principalmente causato dall'isolamento tra un Tepuy ed il resto del paesaggio circostante, che ha permesso lo sviluppo di specie endogene adattate a quell'ecosistema e presenti solo li.


Dalla loro cima cadono innumerevoli cascate che rendono il paesaggio unico e paradisiaco, queste sono prodotte dalle acque piovane che si raccolgono nelle centinaia di fenditure nell'arenaria del Tepuy e cadono dalle pareti verticali della montagna in vari punti; la zona è ovviamente molto piovosa nella stagione umida. E' possibile pernottare in amaca ai piedi del Salto, il che consiglio assolutamente. Il viaggio nel fiume è molto lungo ma affascinante; le rapide si alternano e a volte sono difficili da attraversare ma ne vale la pena. La nostra guida indigena sa il fatto suo: queste acque sono casa sua!!!

È possibile comprare un pacchetto che include soltanto un semplice sorvolo panoramico attorno alle cascate. Queste ultime non sono visibili nei giorni nuvolosi e pertanto occorre informarsi preventivamente sulle condizioni meteo prima di intraprendere il volo.





Alain Rosica, nasce in Venezuela e vive lì fino a 18 anni quando decide di trasferirsi in Italia. La passione per la fotografia la porta da sempre con sé, solo a 20 anni decide di acquistare la sua prima reflex digitale. Appassionato prima di astrofotografia poi di fotografia naturalistica intraprende alcuni viaggi mosso dalla curiosità e dalla sua attuale professione: Chef.
Attualmente gestisce il ristorante insieme alla famiglia, realizza mostre abbinate alla gastronomia e cultura locali. Ha effettuato articoli per riviste gastronomiche, pubblicato un libro di cucina realizzato interamente insieme a Jacopo Anticoli, amico e compagno di viaggio.




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avataradmin
inviato il 29 Maggio 2014 ore 14:41

Un bel racconto e un posto eccezionale, spero prima o poi di visitarlo!

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2014 ore 15:01

Wow, bel racconto...bravo!

Simone

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2014 ore 15:18

grazie per averci donato questa perla.complimenti per tutto

avatarjunior
inviato il 29 Maggio 2014 ore 16:16

Io sono cresciuto in Venezuela, e anche io da piccolo sognavo di visitare il parco Canaima, chi sa se prima o poi lo farò?

avatarjunior
inviato il 29 Maggio 2014 ore 17:07

Molto coinvolgente!

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2014 ore 18:30

Lavoro con un venezuelano/italiano, ha il doppio passaporto, tutti i giorni mi dice che devo andare a visitare il Venezuela!

avatarsupporter
inviato il 29 Maggio 2014 ore 20:16

Bel racconto e bellissimo posto a cui mi legano bellissimi ricordi... Ci sono stato nel 1994 e da allora mi ero sempre riproposto di salire sull' Auyantepuy. Chissà ?....
A parte Canaima è bellissimo anche tutto il resto del paese in cui si trova una sorta di riassunto di tutte le caratteristiche del sud America: altre alla foresta amazzonica ci sono isole caraibiche bellissime come Los Roques, il deserto di Coro, le Ande, le cascate della gran Sabana, Los Llanos ricchissimo di animali..... insomma, uno spettacolo!;-)

avatarjunior
inviato il 30 Maggio 2014 ore 22:26

Caro Alain anch'io come te sono nato in Venezuela. Il tuo racconto mi ha fatto tornare alla mente una mia fantastica vacanza a Canaima di ormai 20 anni fa. È senza dubbio uno dei posti più belli ed emozionanti che io abbia mai visto. Los Tepuyes "i piedi degli Dei" sono tra le formazioni più vecchie ed incredibili del nostro pianeta e rimangono, grazie anche alla loro conformazione, uno dei luoghi con la percentuale di biodiversità maggiori. Grazie ancora per il tuo racconto che ho goduto come se fosse in parte mio...ricordo ancora il color coca cola della laguna e delle rapide del Rio Carrao. Le fantastiche formazioni floreali della " Isla de las orquideas"....

avatarjunior
inviato il 31 Maggio 2014 ore 19:03

Grazie dei vostri commenti, quoto Memy e Stefano Bisotti, sono molto contento!!
Poter condividere queste sensazioni con Voi è veramente un piacere, solo chi è nato o vissuto in Venezuela può capire e godere a pieno di tutte queste meraviglie attraverso le foto e le parole.
E imbarazzante la quantità di occasioni per fotografare la natura e le specie, la bellezza di questi posti ancora vergini.
A fine anno spero di andare alla Gran Sabana, salire sui Tepuy, fare tante belle fotografie ma soprattutto, godere dello spettacolo della natura....il cielo, la foresta e la vita...


avatarsupporter
inviato il 10 Giugno 2014 ore 23:14

Grazie per averle postate, mi hai fatto ritornare la nostalgia del luogo che ho visitato nel 1990.
Sono felice di notare che non ci sono stati enormi cambiamenti da allora.
Ho un solo rimpianto, purtroppo all'epoca non esisteva la tecnologia digitale e mi sono rimaste solo le fotografie che si stanno sbiadendo ( ho perso i negativi ).
Mi piacerebbe ritornare... chissà...
Complimenti per il documento
Eros

avatarjunior
inviato il 21 Giugno 2014 ore 23:56

Fantastico!

avatarsenior
inviato il 21 Agosto 2014 ore 17:25

ho troppi ricordi del Venezuela, se dovessi scrivere tutte le mie avventure venezuelane dovrei scrivere un libro, mi limito solo a dire: il Venezuela è come una donna sensuale che ti entra nel sangue, ammaliandoti e facendoti innammorare perdutamente.. solo chi ci ha vissuto o ci è stato può capire come questa nazione può stravolgerti la vita.Sorry

avatarjunior
inviato il 01 Febbraio 2015 ore 20:11

Oltre al racconto, molto interessante, complimenti per le fotografie.





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