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Conoscere le regole... per poterle infrangere


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user46920
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inviato il 30 Luglio 2014 ore 18:04

Davide, penso che Smargiassi volesse evidenziare, con molta diplomazia, il fatto (positivo) che nel "nostro" DNA di Italiani, ci siano radicate tutte le formule matematiche e geometriche che servono, ma noi non lo sappiamo (Eeeek!!!), perchè ignari o ignoranti (... e questo è il fatto negativo, purtroppo Triste).

Un saluto,

Enrico

avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2014 ore 14:30

Riaccendo la discussione - ferma dal 23 Maggio - chiedendo a chiunque voglia, di iniziare a descrivere le proprie regole conosciute e/o utilizzate nella composizione di immagini.

Così portiamo l'argomento a un livello pratico e a questo punto più stimolante.

Queste quelle già citate: la sezione aurea, la regola dei terzi, l'orizzonte centrale, le linee di forza, la direzione del movimento, le diagonali, la tensione, il ritmo, l'equilibrio, le texture, i colori complementari.

Sarebbe interessante avere dei commenti personali per chiarire e illustrare ciascuna di queste voci.

Ora, volendo dire la mia, aggiungerei la "regola" della valutazione "dei volumi e dei pesi" di ciò che vogliamo includere nel fotogramma.
A mio parere - a parità di superficie - le zone chiare "pesano" maggiormente di quelle scure.
Quindi cerco di valutare se è opportuno un equilibrio complessivo tra di esse, oppure un disequilibrio.

Un altro aspetto ("regola") che ritengo importante è quello di riprodurre nel fotogramma - che è bidimensionale - quanta più profondità (presente nella scena reale tridimensionale). Quindi le linee di fuga e la luce laterale in questo mi aiutano sempre.

Un saluto a tutti.

user46920
avatar
inviato il 28 Settembre 2014 ore 18:13

Voi cosa ne pensate? La sezione aurea, la regola dei terzi, l'orizzonte che non deve stare in centro, le linee di forza, la direzione del movimento, le digonali, ...


Tutte queste "regole" geometriche, derivano da una condizione di base univoca e principale e a quella si riferiscono: l'inquadratura fotografica , ovvero il contenimento che post-pone luci, ombre e tempo, dal suo contesto originale, racchiudendoli in una forma pre-stabilita (rettangolo, quadrato, o altro) che li circonda. Questo contorno diventa così l'inizio e la fine dell'immagine: il primo confine e anche un punto fermo o di nodo principale, dei vari "movimenti" nell'immagine stessa. Anche la messa a fuoco stabilisce una zona di nodo, in cui l'immagine si "ferma" per essere guardata e allo stesso modo funziona un contrasto di colori o di luce e ombra.

Ogni linea di confine, ad iniziare dai bordi della fotografia per proseguire alle linee di suddivisione matamatico-geometriche (regola dei terzi, dei mezzi, dei due noni, delle sezioni Auree o meno, ecc), definisce gli spazi e i punti di nodo tra gli spazi. Lo spazio interno è il posto in cui prende vita l'immagine o continua ad averne, e dal quale cede il proprio "movimento" a chi la osserva: senza zone sfuocate, non esiste alcun movimento, dovuto al contrasto tra sfuocato e a fuoco !!!.

Paradossalmente, il movimento è dato da diversi punti fermi oggettivi: prospettiva, focale o angolo di campo, contrasti di luci forme e colori e da eventuali effetti fotografici temporali congelati, ma visibili. Ogni forma libera (un qualsiasi oggetto) si comporta nello spazio, seguendo i canoni fisici del sistema in cui si trova ed in qualsiasi sistema, tende a modellarsi o rimodellarsi verso una forma più semplice, accordandosi in maniera naturale con queste leggi. Anche le forme geometriche hanno accordi con le leggi spaziali e attraverso i nosrti occhi, il nostro cervello è in grado di decodificare, catalogare, relazionare, accoppiare e/o dividere e considerare le affinità o le incongruenze dello spazio, delle forme, dei colori e dei contrasti tra luce e assenza di luce, ecc, in modo tale da riconoscere nella geometria, un linguaggio comune e semplice (anche intuitivamente, senza aver studiato a scuola).

... la tensione, il ritmo, l'equilibrio, le texture, l'uso del colore complementare e mille altre regole che probalimente esistono solo nella fantasia di chi le ha create... vogliamo vederle, pensarle nei nostri scatti prima di realizzarli o ci accontentiamo di adattarle postume, nella speranza di averla azzeccata? Ne tenete conto nel vostro progetto fotografico o ve ne fregate bellamente, consapevoli che non servono una cippa?


L'ultima domanda comprende anche un'affermazione che sottintende l'inutilità di queste "regole naturali". Dal mio punto di vista, chi possiede "l'occhio fotografico naturale", si trova avvantaggiato nel comporre le inquadrature; chi studia, comprende ed utilizza al meglio gli schemi geometrici, avrà dei risultati "migliori" di altri che (come me) li usa poco, non li usa o non li ritrova in modo naturale.

MrGreen

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2014 ore 19:53

Credo che una volta apprese le regole vadano digerite e, in un certo senso, dimenticate; personalmente quando inquadro so già la foto che voglio, ovvero non devo pensare alle regole per comporre, non so se mi sono spiegato.

Ciao
Luca

avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2014 ore 20:37

Perfettamente Luca..è quello che penso anch'io;-)

avatarjunior
inviato il 25 Novembre 2014 ore 22:39

Il termine giusto è interiorizzare: le regole vanno interiorizzate. Così diventano un habitus mentale, si potrebbe perfino dire che si trasformano in una virtù, cioè in una serie di comportamenti virtuosi. Si vede bene dalle foto di Caterina, che è super a tutti gli effetti!

user3834
avatar
inviato il 25 Novembre 2014 ore 22:51

Nel fotogiornalismo spesso si deve fotografare un soggetto che parla e si trova sempre nella stessa posizione, per dare maggiore dinamismo ad un soggetto statico si inclina una foto volutamente, questo aiuta molto, ma è anche molto difficile fare una foto storta e al contempo gradevole.

avatarjunior
inviato il 25 Novembre 2014 ore 23:08

Dopo aver letto tutti questi post sono arrivato alla mia conclusione che con il senno di poi, ho" quasi " sempre seguito " inconsciamente "alcune delle innumerevoli regole , ma , non tutte , perche' se le avessi messe in pratica , sono convinto che le stesse foto e non avrebbero avuto la stessa spontaneita' ed immediatezza, poi , se mi piacciono le tengo , e , magari le pubblico , se non e'cosi' via!.Poi succede anche che a volte non c'e' il tempo materiale per farlo, mi riferisco per esempio alle foto faunistiche , che al massimo possono essere recuperate in parte in pp.

avatarjunior
inviato il 25 Novembre 2014 ore 23:15

Ma , e qui esce il mio lato anarchico , le regole sono state "imposte " ad un certo punto da qualcuno , secondo il " suo "punto di vista , ma non quello comune , ma , e , se queste regole non venissero accettate ,tutte le fotografie ,tutto quello che e'stato fatto senza sarebbero da buttare ?

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2014 ore 17:27

Le regole non le ha imposte nessuno, sono state redatte facendo riferimento alla storia dell'arte, alla fotografia che ha fatto storia, quella dei maestri per intenderci, non l'ha imposta nessuno, se certe regole sono divenute insegnamento, è proprio perché riconosciute universalmente come buone linee guida per ottenere immagini efficaci; non tutto quello che è stato fatto sarebbe da buttare, ma magari una buona parte, bisogna vedere chi non ha seguito queste regole, perchè, e quale è stato il risultato ottenuto.

Ciao
Luca

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2014 ore 17:48

Beh, secondo me non sono regole, le regole ce le impone la fisica, la tecnologia e l'ottica. Il mondo della fantasia non può avere regole perché possiamo fare quello che vogliamo. Sono delle linee guida e se le si utilizza, si sa che il risultato sarà buono. Quindi è giusto allo stesso modo nella scelta di seguirle che non seguirle se il nostro intento è nella ricerca della foto più bella possibile. Se si fa una foto fuori dagli schemi bisogna anche sapere motivare le scelte altrimenti è la pura casualità che ha gestito la foto. Il bravo fotografo è in grado di capire cosa vuole rappresentare e come fare a rappresentarlo, quindi non segue delle linee guida ma sarà lui stesso che le detta

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2014 ore 23:10


Non vi è mai capitato però di vedere scatti di qualcuno che non ha la fotografia come passione e che non ha conoscenze su regole fotografiche tirare fuori foto geniali?


A volte. Ma mi è capitato molto più spesso vedere qualcuno del genere tirare fuori delle emerite c.agate
MrGreenMrGreenMrGreen

user46920
avatar
inviato il 27 Novembre 2014 ore 0:36

Anche a me è capitato di vedere scatti "favolosi" fatti da comuni mortali; ho anche un amico che produce da sempre ottime foto con il minimo indispensabile tipo con usa e getta e ora col cellulare, senza mai aver conosciuto una regola o altro Eeeek!!! ... è una "impostazione naturale", ma in genere è più facile fare delle cacate MrGreen non conoscendo le regolette, che viceversa !!!

Voglio dire che conoscendo queste "regole" o "linee guida", è più probabile, applicandole, fare cose "piacevoli" all'occhio.

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2014 ore 10:20

Dalla vita ho imparato che improvvisando raramente si ottengono cose egregie, quando capita si chiama 'botta di chiulo' e il fattore C è importante ma non il solo a determinare la bontà del risultato.

Studio e fatica per fortuna ripagano ancora con buoni risultati, anche se il genio esiterà sempre...

avatarjunior
inviato il 27 Novembre 2014 ore 10:42

Sono molto d'accordo con Pierfranco Fornasieri, l'Occhiodelcigno e Pisolomau: anche i geni vanno a scuola, ma hanno una marcia in più con la loro creatività. Michelangelo sapeva come preparare il fondo per l'affresco, come tanti altri, ma la sua mano nel dipingere era ineguagliabile. Nel nostro piccolo anche noi.



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