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Conoscere le regole... per poterle infrangere


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avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 13:32

penso che hai fatto centro Zuorro, e aggiungo che queste non regole, ma dettami, indicazioni, legate alla percezione, sono in continuo divenire.

Qualcuno aveva mai sentito parlare dell'applicazione della prossemica in fotografia? Forse no, ne ho aperto un topic andato a male e poi un altro.

per questo ho detto che le regole sono potenzialmente infinite.

Ma nominarle regole è già un errore, come è un errore parlare d'errore o di trasgressione. sarebbero regole solo in un contesto chiuso, ma chi vuole questo?

user20639
avatar
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 13:36

Zuorro,
Come darti torto?
Si...hai detto bene, per me.

E sono abituato ormai a condividere anche quello che dice Ooo.

E' chiaro...chi si inventa un sistema, uno stile, si fa le sue regole, il suo sistema.

Armonia, estetica, misura, razionalità, saranno dei parametri che ogni persona possiede o non possiede.
Sono una ricerca interiore, molto privata.
Se siamo preoccupati del linguaggio o alla divulgazione, in quel momento dobbiamo patire l'omologazione.

Non si deve essere preoccupati che altri ti capiscano, ma d'inventare nuovi linguaggi...Strumenti nuovi, che scavano meglio la realtà.

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 13:39

Io mi rendo conto che da adulti non si ha più la fantasia tipica dei bambini, e ciò è negativo sotto molti punti di vista. Con il circolo fotografico del mio paese abbiamo organizzato un concorso fotografico per i bimbi delle scuole elementari. Ne sono uscite fotografie stupende! magari storte, mosse, sfocate, composte male, ma tuttavia bellissime! quelle foto erano l'esempio lampante di come un'idea trasformata in immagine possa arrivare dritta al cuore di chi guarda, "fregandosene" delle regole compositive e tecniche! In sintesi questo è il mio obiettivo per quanto riguarda la crescita fotografica: imparare a scattare foto come un bambino, ovvero guardare la realtà con l'occhio della fantasia, non solo con quello razionale/adulto. Invece mi rendo conto che quanto scatto, molto spesso mi preoccupo troppo della messa a fuoco perfetta, dell'esposizione, delle linee dritte etc. e cado nel banale per quanto riguarda il soggetto e, più in generale, il significato dello scatto. I bambini che hanno partecipato al concorso queste regole non le conoscevano nemmeno, ma vi assicuro che le loro foto erano incredibili! A questo punto voglio citare una frase del grande pittore Pablo Picasso: <<A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino>>
Ciao a tutti

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 13:52

<<A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino>>


Mitico Pablo MrGreen

Ottima osservazione Filippo.

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 13:57

impigare una vita per liberarsi delle costruizioni e poter esprimere i contenuti.
ma a qualcuno questo quadro non piace, ed è ovvio che sia così.


avatarjunior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 14:00

E' da tanto tempo che sento questa massima " Conoscere le regole per poterle infrangere " , solo che se io parto con l'idea di parcheggiare dove mi pare, poco mi interesserà di sapere cosa significa il cartello di divieto di sosta.

user20639
avatar
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 14:09

No Andrea, nella vita dei rapporti con gli altri, nel sociale, nel lavoro, nella scienza, le regole sono necessarie, se non ci fossero, guai.
Nella fantasia no, le regole vanno ri-inventate, sempre in mutazione, anche quelle sociali.

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 14:14

si potrebbe sostenere che le regole le detta la natura, così qualcuno evoca la spirale della chiocciola o del nautilus, la costruzione esagonale della casa dell'ape e del suo occhio, i frattali del cavolo e la disposizione elicoidale delle foglie.
vero, verissimo.
ma la natura umana è quella che salva il morto certo operando l'appendicite, è quella che interpone tra miope e mondo un paio d'occhiali, crea l'astratto e rappresenta l'impossibile.
www.didatticarte.it/public/triangolo-escher.jpg

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 14:15

Al Louvre come anche in altri musei sono esposti ritratti talmente perfetti da sembrare fotografie, eppure io preferisco Guernica o Les Demoiselles d'Avignon.
Il ritratto perfetto descrive la realtà, i quadri di Picasso la interpretano! Ecco cos'è l'arte secondo me! non descrizione ma interpretazione! Poi ovviamente ognuno interpreta come vuole la fotografia, il bello di questa forma espressiva è che può essere vista come forma artistica ma anche come semplice mezzo per immortalare una situazione.
Purtroppo le mie foto al momento non riflettono molto ciò che ho appena scritto, perchè sulla creatività ho ancora molto da lavorareSorry

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 14:19

io quando passo per le immagini di molti di voi, mi rendo conto d'essere un granello di sabbia, quasi monade, che è in grado di rappresentare poco più che me stesso.

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2015 ore 14:25

Indipendentemente dalle conclusioni che ognuno ne trarrà, questa discussione mi appassiona moltissimo! Ecco cosa distingue un serio forum di fotografia da un banale social network (non faccio nomiMrGreen)
Su questo sito si incontrano persone che ragionano con la propria testa! cosa davvero rara e preziosa!!! grazie a tutti!

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2015 ore 11:40

Si Ooo e Leoconte. Ci sono delle convenzioni derivate dal modo di percepire il "bello" nel corso di decenni, lustri, secoli e millenni, che man mnao sono cambiate ma che hanno come base ciò che c'è stato precedentemente.
Il modo in cui vediamo il mondo, ci cresciamo e impariamo fa parte in maniera inconscia del nostro modo di vedere.
La cultura del luogo in cui viviamo e cresciamo anche non volendo entra a far parte del nostro background visivo e percettivo.

Ad esempio negli ultimi anni il tempo dedicato a guardare un'immagine sta diminuendo e questo porta con se fra le altre un'esigenza di spettacolarità immediata per poter catturare subito l'attenzione di chi guarda.
Ma ci sono mille e più situazioni in cui variazioni del modo di percepire le immagini cambia il nostro gusto generalizzato

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2015 ore 12:11

si, così come la lingua viva è soggetta all'accantonamento di alcune forme vebali e parole e l'introduzione di nuove, così cambia anche il linguaggio fotografico.
Poi occorre capirsi, perchè se si ribadiscono i concetti della bella fotografia classica è un altro discorso.
Parlando di prossemica, noto quanto siano significanti le immagini prodotte con il 35mm o anche meno, mentre all'inizio il ritratto tipico, quello mezzo busto, andava da 50 a 135 e negli ultimi anni si era spostato anche verso 200 e 300.
Le innumerevoli immagini fantastiche, hanno portato molti amatori a crearne di ancora più fantastiche. i colori spesso sono esaltati come da copertina smagliante per vendere fotocamere ultra.
i selfie e gli smartphone hanno introdotto altri elementi di linguaggio, che possono non piacere ma che difficilmente possono essere ignorati nell'integrazione di un nuovo linguaggio anche fotografico.
La post produzione è diventata la tavolozza per ricontinuare a fotografare dopo lo scatto e seconde inquadrature (crop) e interventi su contrasti, colori, hanno reimpostato l'espressione su un livello di fotografia prima d'elite e dei soli professionisti, oggi con risultati spesso portati ad un livello, bello o brutto, che scavalca parecchio il momento della ripresa di scatto.

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2015 ore 12:15

Quindi per voi tutto é relativo, tutto va bene...un mare storto va bene, una foto sfocata va bene ecc...ho capito bene?
Se così fosse non sarei proprio d'accordo.

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2015 ore 13:00

tutto va bene...
non va bene a priori, dipende, non è la regola della non regola.
orizzonte storto


piedi tagliati, ombra e calcio del fucile anche


sfocata


mossa


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