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Io ne vedo essenzialmente 2: 1) Stampandola ed osservandola alla giusta distanza (quindi man mano che aumenti il formato ti allontani) 2) A monitor a tutto schermo. Le diapositive ovviamente esulano da questo discorso (scusa Paolo).
Perché questo discorso? Perché, sotto il profilo della mera qualità dell'immagine, se non sono visibili differenze sostanziali visionando nel modo corretto due fotografie, tutte le altre questioni mi pare vadano un po' a decadere, o comunque passano decisamente in secondo piano. Es.: se la resa fra due obiettivi (o due sensori, o due pellicole) la noto solo a monitor al 100% oppure guardando con il lentino da orologiaio una stampa 50X100, posso ragionevolmente dire che i due obiettivi (o due sensori, o due pellicole) hanno la stessa qualità.
Enrico...cosa vuoi fare con sto 3d ,demolire tutta la struttura del marketing ...
L'amatore non è contento se non spippola al 100% e/o usa il lentino su un cartellone publicitario
Però anche secondo me è più o meno come hai concluso, soprattutto a livello amatoriale,ci sono però dei casi dove la qualità serve , e non puoi usare fondi di bottiglia . Poi ognuno usa e cerca cosa vuole
Perfettamente d'accordo. Ti diro' che spesso io tendo a giudicare una foto dopo la stampa e non solo a monitor. Talvolta mi e' capitato di vedere dettagli e pecche solo in stampa che a monitor non percepivo. Comunque, e' vero, spesso all'uso pratico, esami con minuzia eccessiva sono esagerati. Io penso per esempio che spesso nessuno sarebbe in grado di distinguere una stampa fatta con una fotocamera all'ultimo grido da una fatta da un file scattato da una fotocamera di 15 anni.
Sembra un argomento estremamente complesso da affrontare ma alla fine le cose stanno esattamente come hai descritto N.enrico...il resto sono tecnicismi da forum e marketing.
(o davvero qualcuno ha mai argomentato sulla qualità delle foto dei maestri della fotografia esposte nei musei?)
Beh, si.. le foto esposte nei musei di solito hanno una qualita' sufficiente per l'esposizione. Difficilmente vedi una fotografia mal stampata. Anzi.. parecchio lavoro viene fatto sul pusizionamento e sull'illuminazione. Direi maniacale.
Sì Salt, ma se si parla di foto del passato, anche remoto, epoca in cui però sono stati creati veri capolavori, la qualità non sarà quella di un sensore odierno da 50 mpx. Credo che Forestiero intendesse questo.
Con le capacità ottiche dei nostri occhi alla giusta distanza in base alle dimensioni della foto stampata e per i file a tutto schermo come scritto all'inizio ma anche in questo caso alla giusta distanza. Altrimenti iniziano le pippe
mah.. in tutte le mostre che ho visitato (quelle vere) ho sempre trovato stampe molto buone. Anzi.. direi che per avere un metro di paragone, e' importante andare a vederne parecchie.
Difficilmente trovi esposte fotografie mal stampate o con una illuminazione approssimativa.
E, devo dire anche mostre di vecchi fotografi. Stampavano il BN con cura e passione.
“ in tutte le mostre che ho visitato (quelle vere) ho sempre trovato stampe molto buone. Anzi.. direi che per avere un metro di paragone, e' importante andare a vederne parecchie. „
Sì ma eri stato chiarissimo, e sono convinto anch'io che sia così; però se si prendono le foto di Bresson (per dirne uno) e ci si mette a contare le linee per millimetro credo che, anche solo per la qualità delle pellicole dell'epoca, non si arriverà a strabuzzare gli occhi dalla nitidezza Ma poi, foto del genere, le andremmo davvero a guardare con la lente d'ingrandimento?
se posso insistere. Ho visto diverse stampe originali ed erano tutte molto curate. prendi per esempio Ile de la cité, Paris. Io la ricordo come una immagine grafica dettagliatissima anche ad una visione molto ravvicinata. Delicata ed elegante. Mentre, trovo lo stesso scatto eseguito pero' da Kenna piu' aggressivo. Entrambe indubbiamente sono prodotti sopra la media.
Per dire, Kenna ne ha tirate 45 copie, 16x20" tutte vendute, restano in vendita alcune prove d'artista firmate che se non sbaglio ho sentito dire attualmente costano attorno ai 30mila dollari ciascuna
Per me ogni modo può essere corretto, e ogni modo è sbagliato. Forse solo l'autore e il destinatario lo sanno. Se ho una foto master, quella originale e postprodotta (o negativo che sia), che non ha una destinazione univoca, posso guardarla al 100%, al 400%, a pieno schermo, in miniatura, o stamparla, o proiettarla, e posso valutarla in ogni modo necessario.
Io valuto le foto master secondo degli ordini di grandezza: la foto funziona come miniatura? Se sì, passo all'ordine medio: funziona a pieno schermo? Se sì, posso preoccuparmi dei dettagli. Ma quante volte sono importanti i dettagli? Di solito no. A volte certamente.
Le destinazioni. Se ho una foto esportata dal master per una periferica, posso guardarla applicata a quella destinazione. Se la destinazione è Instagram, va giudicata con quelle dimensioni, non stampata, non guardata su un maxischermo tarato, ma su uno smartphone medio.
La distanza di visione? Bah. Le foto sono oggetti, potete guardarle da lontano, da vicino, di traverso, da dietro. Voi non le osservate le cose, da vicino? Volete farmi credere che sia sbagliato osservare gli oggetti da vicino? In Figure Riccardo Falcinelli racconta di un mega quadro delle ninfee di Monet visto da vicino, come macchie colorate, pennellate, macchie astratte, che prendono forma pian piano vedendole e si chiede quale sia la giusta distanza? Sono forse abitudini? E io aggiungo: sono abitudini legate al medium?
Ad esempio, perchè non zoommare, se il pubblico può zoomare?
Premesso che ognuno osserva qualcosa, quindi non necessariamente solo una fotografia, nel modo che ritiene più opportuno, tuttavia, per definizione, una fotografia si osserva - stampata - dalla "giusta distanza di osservazione", la quale, sempre per definizione, equivale alla lunghezza della diagonale del formato della stampa stessa. Questo perché si ritiene che da quella specifica distanza si ottiene una comoda visione di insieme unita a una agevole osservazione dei particolari non troppo minuti.
Certo, quella di Paolo è è la definizione , ma occorre anche definire il campo in cui è stata definita:
io sono molto più pragmatico, la vedo in funzione degli utilizzi, come detto sopra.
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