| inviato il 14 Ottobre 2025 ore 17:54
C'è chi la chiama Villa dell'Avvocato, altri semplicemente Villa Plasmon. Il nome l'ho scelto io, per via di quella scatola di biscotti abbandonata sul tavolo della sala. Biscotti al Plasmon, con le istruzioni stampate in un italiano d'altri tempi, quando i bambini si svezzavano dal quarto al quinto mese e tutto sembrava più semplice. Un piccolo cimelio che racconta più di mille parole.
 La villa è isolata, quasi nascosta tra gli alberi, ma non è difficile da raggiungere. Due piani e una dépendance. Il piano terra è distrutto, completamente a soqquadro: mobili capovolti, porte divelte, segni evidenti di anni di incuria e vandalismo. Ma salendo le scale, la scena cambia. Il degrado diventa bellezza, la rovina si trasforma in qualcosa di intrigante.
 Al piano superiore ci sono tre camere da letto. Una in particolare, quella con le pareti azzurre screpolate e il letto ancora intatto, sembra sospesa nel tempo. L'atmosfera è inquietante, ma di una bellezza disarmante. Appena ho aperto quella porta mi sono fermato. Non me l'aspettavo così. La stanza era ancora in piedi, con il letto al suo posto, le pareti disegnate con un motivo azzurro ormai sbiadito e il soffitto che mostrava i segni del tempo. Il pavimento era coperto di calcinacci e pezzi d'intonaco, ma tutto sembrava ancora riconoscibile. C'erano i mobili, la sedia accanto al camino, persino un vecchio quadro rimasto appeso (ovviamente un qualche tipo di santo). Non era solo una camera abbandonata: dava la sensazione che qualcuno se ne fosse andato in fretta e da allora non fosse più tornato nessuno.
 Nella dépendance, due stanze più modeste, ma non meno suggestive. Sul letto, un calendario del 1991: la classica pin-up da officina, simbolo di un'epoca ormai lontana (ma sempre attuale). È curioso pensare che quello possa essere stato l'ultimo anno vissuto davvero qui dentro, prima che il tempo prendesse possesso di tutto.
 Oggi Villa Plasmon è silenziosa, dimenticata, ma ancora viva nel modo in cui solo i luoghi abbandonati sanno esserlo: raccontando senza parlare, conservando senza proteggere, lasciando che siano le pareti a descrivere le storie di chi non tornerà più.
 Qui tutte le foto |
| inviato il 14 Ottobre 2025 ore 23:29
La cosa impressionante di ogni situazione simile a questa è come l'uomo possa costruire rapidamente e in altrettanto poco tempo possa distruggere ciò che ha costruito. Sic transit gloria mundi. |
| inviato il 17 Ottobre 2025 ore 12:13
Anzi mi pare che nonostante tutto in questo e in altri casi simili sia ancora tutto sorprendentemente in buono stato ! Ancora più strano il fatto che queste abitazioni non siano state occupate da sbandati e clandestini ! Comunque , scatti e atmosfere sempre affascinanti! |
| inviato il 17 Ottobre 2025 ore 12:36
Per rimetterla a nuovo un milione + o -, probabilmente non ci sono acquirenti e i proprietari se ancora in vita non hanno alcuna intenzione di svenderla. |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 12:15
Mi piacerebbe essere un uomo ricco solo per poter acquistare una di queste ville, riportarla agli antichi fasti grazie alla cura di un capace architetto, e poi andarci a vivere. |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 12:18
In ultima analisi si potrebbe concludere che ora come ora l'unico abitante di quella villa sia Fioravante Palestini. |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 17:50
“ Mi piacerebbe essere un uomo ricco solo per poter acquistare una di queste ville, riportarla agli antichi fasti grazie alla cura di un capace architetto, e poi andarci a vivere. „ È un pensiero che mi capita di fare non raramente. Bisogna però sempre pensare che molte di queste ville sono abbandonate perchè si trovano in posti che, al giorno d'oggi, non sono di pregio. E quindi andarci a vivere potrebbe essere controproducente. Per intenderci Ville di questo tipo in centro a Milano oppure sulla spiaggia a Rimini non ne ho mai viste. Senza dimenticare che poi certe casa bisogna anche poterle mantenere. |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 19:29
“ Mi piacerebbe essere un uomo ricco solo per poter acquistare una di queste ville, riportarla agli antichi fasti grazie alla cura di un capace architetto, e poi andarci a vivere. „ Io l'ho fatto quando avevo 45 anni. La costruzione è una vecchia fattoria piemontese del 1882 con casa padronale, casa del fattore, stalla, fienili, magazzini e porticati. Totale m2 1.000 di pavimenti. Appartiene alla mia famiglia dal 1932. Ristrutturazione integrale con recupero del preesistente e integrazione con materiali tecnologici moderni (intonaci antiumido, serramenti in legno con doppi vetri, isolamenti, ecc.) Come dice Samuele, la casa è posta in un luogo che per me era comoda al lavoro ma la zona non è particolarmente apprezzata. Morale: - un sacco di soldi buttati che non recupererò mai più - costi di gestione elevati oltre al mio personale lavoro - difficoltà di rivenderla anche rimettendoci un patrimonio Penso che, forze permettendo, la abiterò sine die. Spesso è meglio che i sogni rimangano tali. |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 19:35
È il sogno di una vita, e visto che alla fine i soldi non te li porti dall'altra parte che caz²o ci devi fare altrimenti? |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 19:38
Mi compravo una bella villa al mare così avevo la casa, mantenevo il valore e vivevo in un bel posto. Detto questo, la mia casa mi piace anche se è faticosa da gestire. |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 19:40
Alla fine non occorrerebbe neppure vincere al Superenalotto, mi basterebbe la miseria del primo premio della Lotteria Italia per rifarmela da capo a piedi... e lasciare pure una discreta somma ai miei figli! |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 19:48
Sognare non costa. |
| inviato il 19 Ottobre 2025 ore 20:14
Memento: Domus parva, sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non sordida... Ludovico Ariosto |
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