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Screen, add, esposizioni multiple e pellicola


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avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2025 ore 15:14

Parlando con Novebis (che ringrazio) di esposizioni multiple, sono incappato in un problema:
Prendiamo una foto, 1" di esposizione.



Stessa foto ma 1/5" di esposizione. Tutto il resto uguale




Ora, supponiamo di voler ricreare l'immagine da 1" usando 5 volte quella da 1/5". Se uso il metodo additivo "puro" (Linear dodge - add) ottengo questo:



Terribile.
Se invece uso il metodo screen (che inverte, moltiplica e poi inverte nuovamente) ottengo questo:



Non perfetto ma vicino.

Da qui alcune domande:
1) È quindi Screen il metodo che meglio rappresenta l'esposizione continua o ho sbagliato qualcosa?
2) Le esposizioni multiple su pellicola sono più simili a Screen o a Linear dodge (add)?

Grazie Cool

avatarsenior
inviato il 12 Settembre 2025 ore 18:12

Aggiungo una cosa, perché magari si capisce meglio cosa sto cercando di fare.

Immagino che, quando si utilizza la pellicola, una foto da 1“ equivalga a 2 foto da 1/2”. Intendo dire che, fisicamente parlando, se la pellicola non si muove, la luce che la colpisce dovrebbe essere esattamente la stessa in entrambi i casi (non ho una pellicola per provarlo, ma mi sembra logico).

Sulle fotocamere digitali ci sono solitamente da 2 a 4 metodi di esposizione multipla ma quello che non manca mai è quello additivo. Nella mia testa ero convinto che avrebbe dato gli stessi risultati di un'esposizione multipla su pellicola, sia perché immagino qualcuno volesse avere la stessa cosa, sia perché le foto vengono semplicemente “aggiunte".

Per verificarlo, ho quindi fatto un esperimento scattando una foto da 1“ e attivando l'esposizione multipla additiva con una velocità dell'otturatore di 1/5”. Già alla quarta foto, quindi a 0,8", era molto più luminosa di quella da 1“. A quel punto ho iniziato a chiedermi perché fosse così. E se lo ”screen" è il modo giusto per simulare l'esposizione multipla su pellicola, perché le fotocamere utilizzano l'additiva e non "screen"?

Quindi o sto sbagliando qualcosa o il metodo additivo non è quello analogico, anche se molti dicono che sia così.

avatarjunior
inviato il 13 Settembre 2025 ore 6:49

Le esposizione multiple fatte dalla camera probabilmente sono in JPEG e altrettanto probabilmente in JPEG viene applicato un controllo sulle luci quindi nello scatto con tempi più lunghi c'è una correzione in camera che lavora diversamente rispetto alla somma degli scatti brevi

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2025 ore 8:20

La pellicola non calcola niente, riceve un tot di luce e stop.

I sensori campionano e ri-campionano quindi il risultato cambia di volta in volta; il metodo additivo serve (o meglio, dovrebbe servire) a sommare e rendere evidente e bilanciato il risultato di scatti diversi, non la somma di più scatti uguali e tende a pompare un po' gli scatti, come si vede dalla foto.

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2025 ore 15:26

Le esposizione multiple fatte dalla camera probabilmente sono in JPEG e altrettanto probabilmente in JPEG viene applicato un controllo sulle luci quindi nello scatto con tempi più lunghi c'è una correzione in camera che lavora diversamente rispetto alla somma degli scatti brevi

Il problema è il fatto che in digitale si lavora con un gamma lineare, al contrario di come funzionano gli occhi

La pellicola non calcola niente, riceve un tot di luce e stop.

E dove avrei detto che la pellicola calcola qualcosa?

il metodo additivo serve (o meglio, dovrebbe servire) a sommare e rendere evidente e bilanciato il risultato di scatti diversi

Puoi spiegare cosa intendi con "rendere evidente e bilanciato"?

avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2025 ore 11:32

GKorg
E dove avrei detto che la pellicola calcola qualcosa?

Non ho assolutamente detto che tu abbia detto ciò, e non ti stavo nemmeno dando torto in realtà...
E' una semplice constatazione inerente alla tua domanda, la pellicola non ha un sensore che interpreta, la pellicola ha solo della luce che la colpisce, stop!

rendere evidente e bilanciato

Il metodo "Linear Dodge (Add)" ti butta bianco sul bianco (un "Dodge" automatico immagine dopo immagine) e quindi unire più scatti uguali non è fare 1+1=2+1=3+1=4+1=5, ma ad ogni aggiunta si "sballa" il contrasto delle luci (e quindi ti alza l'Esposizione) in una curva che cresce sempre di più e come dici tu con 4 scatti da 1/5" (ossia 4/5") hai avuto un risultato che va oltre a quello del 1" iniziale)...
Ecco perchè nella tua immagine tutto, a parte il nero, appare più luminoso fino a diventare esagerato nelle zone più chiare / bianche.
SE (e sottolineo SE) hai lavorato su dei file .jpg poi la macchina sforna un prodotto a 8bit e quindi comprime ancora di più, aumentando ulteriormente il discorso di cui sopra!

Nel caso di due immagini diverse, te le unisce in modo da accentuare le luci, le zone chiare (Dodge, ossia schermare) piuttosto che i neri (che neri sono e neri rimangono).
L'altro metodo, probabilmente, aggiunge i valori senza applicare quest'effetto di Dodge (o meglio, visto che prima inverte dovrebbe applicare un "Burn", per poi reinvertire alla fine); alla fine se comunque il risultato è quello, sì.

Dovresti provare lo stesso esperimento con delle immagini molto più contrastate (dei led colorati in una stanza semibuia) o, al contrario, con immagini piatte...

Le esposizioni multiple su pellicola sono più simili a Screen o a Linear dodge (add)?

Anche le pellicole erano differenti, c'eran quelle che avevan colori più soft, quelle più sature, quelle in BN con contrasti più duri, ed usarne l'una o l'altra sicuramente influiva sul risultato, esattamente come usare un metodo o l'altro ora nel digitale...

Onestamente non so se sia una tecnica che abbia avuto diffusione, ma è interessante anche solo come esercizio mentale, complimenti per l'esperimento!

avatarsupporter
inviato il 14 Settembre 2025 ore 11:54

Sostenere che la pellicola NON interpreta mi pare quanto meno esagerato... In base alla sua composizione chimica la pellicola interpreta eccome la luce che riceve ...

avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2025 ore 15:31

MaxVax
Sostenere che la pellicola NON interpreta...


Infatti...
Maxmontella
" La pellicola non calcola niente "
" la pellicola non ha un sensore che interpreta "
" Anche le pellicole erano differenti ... ed usarne l'una o l'altra sicuramente influiva sul risultato"

Stiam dicendo tutti la stessa cosa, visto che si parla di sensori moderni e di come uniscono le immagini! ;-)

avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2025 ore 17:02

Le pellicole, come anche i sensori, hanno una propria interpretazione del colore, che in definitiva è quella che è stata concepita in fase di progettazione.
L'unica differenza è che mentre con i sensori questa interpretazione è personalizzabile in maniera tutto sommato anche abbastanza semplice, non altrettanto è possibile con la pellicola dove, nel caso del negativo, questa personalizzazione si può ottenere, seppure in maniera abbastanza complessa, solo in fase di stampa mentre col positivo la stessa risulta praticamente impossibile.

avatarjunior
inviato il 15 Settembre 2025 ore 22:37

Le esposizioni multiple su pellicola sono più simili a Screen o a Linear dodge (add)?


per capirlo, non dovresti limitarti a 5 esposizioni ma farne almeno 30 o 60 (32 scatti da 1/30 oppure 64 scatti da 1/60 per eguagliare l' esposizione di 1 secondo)

io la mia idea me la sono fatta...

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2025 ore 12:41

la pellicola ha un'inerzia, seppure bassa, da eventualmente tenere in conto.
infine stai ignorando il problema principale di tutti: l'otturatore non è mai perfetto, i tempi non sono mai esatti teorici, anche ripetendo due volte la misura difficilmente si ha lo stesso risultato.

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2025 ore 10:34

infine stai ignorando il problema principale di tutti: l'otturatore non è mai perfetto, i tempi non sono mai esatti teorici,
********************************************

Vero.
È il motivo per il quale, anche sulle vecchie ammiraglie a otturatore meccanico, si evitavano tempi di posa più lunghi di un secondo.
Con i moderni otturatori elettronici invece il problema non esiste più... per scadente che sia infatti qualsiasi otturatore elettronico garantisce una costanza ben all'interno del decimo di secondo.

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2025 ore 10:59

Si definisce "signal averaging" la somma lineare di più segnali che alla fine vanno divisi per il numero n di ripetizioni.
Se il rumore è casuale e non sistemico (banding per esempio, surriscaldamento del sensore...) si somma secondo la radice quadrata delle ripetizioni.
Il rapporto SNR è dato da S/N dove è importante capire che S è il segnale totale (fossimo capaci di determinare S "pulito" non ci sarebbe bisogno di signal averaging) e N è il rumore casuale.
Se uno scatta a 1" ha il read noise N corrispondente. Se scatta a 1/5" e somma 5 volte, il segnale TOTALE è pari a quello a 1". Invece il rumore N è minore di radice quadrata di 5=2.34.
Conta il rapporto fra segnale e rumore S/N, per cui SNR sarà 2.34 volte migliore nelle ombre, senza sfondare le alte luci se si è diviso per 5 la somma.

avatarsupporter
inviato il 17 Settembre 2025 ore 11:18

Grazie @Val ... almeno qui ci siamo salvati dalla TF MrGreen

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