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Lalla Essaydi







avatarsenior
inviato il 17 Giugno 2025 ore 8:19

Lalla Essaydi è una fotografa e artista contemporanea marocchina che lavora con uno stile raffinato, simbolico e carico di tensioni culturali.
Utilizza spesso come colori l'oro, il rosso, il marrone e il bianco che sfrutta per per costruire la sua narrazione visiva.
Essaydi esplora il ruolo della donna nella società islamica tradizionale, in particolare quella del mondo arabo, e la rappresentazione del corpo femminile. I suoi lavori mettono in discussione gli stereotipi occidentali sull'“Oriente” e la rappresentazione orientalista delle donne arabe
Usa l'henné per scrivere direttamente sul corpo delle donne, spesso su pelle, tessuti, pareti.
I suoi principali lavori sono:

Converging Territories dove critica lo spazio domestico paragonandolo a una prigione, sono scatti di donne coperte di calligrafia, scattate nella casa in cui Lalla era stata "rinchiusa" da giovane

Les Femmes du Maroc dove vengono fatte reinterpretazioni fotografiche di dipinti orientalisti (es. “La Grande Odalisque”), ma con donne reali, lo scopo è far riflettere sull'erotizzazione coloniale del corpo delle persone del mondo arabo

Harem serie ambientata nell'antico harem del Palazzo Dar al Basha a Marrakesh.

Il sito ufficiale: lallaessaydi.com

Quando ho visto Converging Territories mi ha richiamato subito un'altra artista del mondo arabo che è Shirin Neshat (iraniana).
per entrambe il corpo femminile diventa testo, ma mentre Essaydi lavora sul linguaggio dell'ornamento e del rituale, Neshat è più direttamente politica e poetica.












avatarsenior
inviato il 17 Giugno 2025 ore 9:33

Quando ho visto Converging Territories mi ha richiamato subito un'altra artista del mondo arabo che è Shirin Neshat (iraniana).
per entrambe il corpo femminile diventa testo, ma mentre Essaydi lavora sul linguaggio dell'ornamento e del rituale, Neshat è più direttamente politica e poetica.


Essaydi nel suo linguaggio è altrettanto politica in quanto tradizionalmente, l'henné viene usato per decorare il corpo delle donne in occasioni speciali (matrimoni, feste, celebrazioni), simboleggiando bellezza, buona fortuna e protezione.
Inoltre la calligrafia araba è considerata un'arte sacra e di grande pregio estetico. L'uso della scrittura, in particolare dei versetti coranici o della poesia, ha una lunga tradizione di abbellimento e di comunicazione spirituale. Essaydi introduce questa forma d'arte sulla pelle, spesso con testi che riflettono la condizione femminile, poesie o riflessioni personali. Il lavoro di Lalla Essaydi è una potente decostruzione degli stereotipi orientalisti che hanno a lungo dominato la rappresentazione delle donne arabe e musulmane nell'arte occidentale. Le sue fotografie, con le donne velate ma al contempo "scritte" e visibili, sfidano l'idea di una donna passiva e silenziosa. La scrittura sul corpo diventa un modo per le donne di riappropriarsi della propria voce, della propria identità e della propria narrativa, rompendo il silenzio imposto e la reclusione, fisica e simbolica, a cui sono state spesso confinate.
Si dovrebbe poi anche tener conto della Scrittura sul Corpo nella Storia dell'Arte e delle Culture, da quelle tribali fino alla BodyArt.

Per concludere, il fatto che Essaydi entri più nel profondo di una cultura che gli appartiene, non è detto che sia meno politica, anzi lo è ancora di più in quanto analizza una politica culturale del suo paese e come le donne sono viste come parte passiva nella vita della Polis intesa a 360 gradi dalla vita quotidiana alla vita più sociale e politica.
Da qui parte la sua fotografia. Poi il confronto con l'occidente e il come l'occidente vede la donna orientale è una questione occidentale più che orientale un modo per trasmettere un messaggio di allargamento culturale dell'occidente, ma in sostanza fine a se stesso.
Non sono abituato a contrapposizioni e/o paragoni, tendo più a vedere un'artista nel mondo in cui vive e come comunica nel suo mondo, insomma osservo quello che mangia e quindi quello che è il suo aspetto nella polis che gli appartiene. Sono consapevole che aver iniziato a studiare sui libri di Argan che arrivano fino agli anni 70 mi ha poi influenzato il come osservare artisti moderni e come leggere poi le loro opere, forse considerato il mio come metodo trapassato, però mi fa capire subito il mood in cui mi trovo e da qui il come muovermi.
Non è una cosa facile questo 3D però potrebbe aprire gli occhi e i libri oltre che alle ricerche su internet a tante persone che fotografano per passione e che cercano il come comunicare le loro visioni a livello fotografico.

avatarsenior
inviato il 17 Giugno 2025 ore 19:18

Chissà....
Ma in genere no, le discussioni campate in aria su ai fatte da chi non la usa o la usa a cavolo vanno più di moda e sono più immediate non occorre pensare

avatarsenior
inviato il 18 Giugno 2025 ore 0:26

Allora che senso ha proporle, se si da già per scontato che nessuno usa il cervello e tutti usano l'ai per scrivere.
Il problema allora sta sempre nella scoperta dello specchio, siamo abituati a paragonare gli altri con noi stessi e naturalmente a pensare che noi siamo il giusto e gli altri lo sbagliato.

La cosa vera è che alla fine non serve molto per comunicare e le cose semplici arrivano sempre.
Semplice però non vuol dire eliminare o non riconoscere la complessità delle cose.

L'ai fa parte ormai del modo di comunicare nel pensiero dell'occidente, nel caso di Lalla Essaydi i suoi mezzi per comunicare sono cose radicate nella sua cultura, usate come mezzo di emancipazione, semplicemente vedendo la questione da un'altra angolazione, quella femminile. Poi una visione diversa da quella di potere politico ed economico sia in oriente che in occidente che non a caso sono patriarcali anche se non lo si vuole ammettere.

La scrittura sulla pelle e sui muri o sulle cose è solo un mezzo, così come lo è la fotografia.
Quello da cercare allora è come siano usati questi mezzi e la ricerca è da fare sui testi in primo luogo e poi sull'uso della luce nelle sue fotografie. Il fermarsi a notare i mezzi usati e non entrare nel modo e nel come questi mezzi vengono sfruttati per comunicare, diventa il non cercare di capire uno stile e limitarsi nel catalogare le varie espressioni senza averne capito il messaggio.

Per questo ho scritto che è difficile ma potrebbe aiutare a cercare prima e quindi a capire poi.

In ogni caso è sempre una questione personale il cosa cercare e il come cercare inoltre è sempre da tener conto il contesto in cui ci si trova quando se ne parla.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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