| inviato il 12 Maggio 2025 ore 13:29
In vece di Lastufo, che è in giro per il mondo alla faccia di noi poveri sfigati, apro le danze di questo 16° capito(mbo)lo Questo post pone la Fotografia al centro degli interventi futuri. Per Fotografia non si intende bokeh, porzioni ingrandite di pupazzetti, nitidezza e pp sparata. Si tenterà' di parlare di Fotografia, di autori, con esempi e citazioni. Si parlerà' di sfumature. Se preferisci la pillola rossa questo è il luogo giusto. Si continua da qua: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=5014188&show=last#30490798 |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 14:07
Ma il principe è esiliato? |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 14:11
No, lurka da dietro le quinte ma si astiene dall'intervenire per protesta contro Juza, una sorta di sciopero del silenzio alla Pannella |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 14:27
Allora provo a farlo intervenire postando qualcosa di totalmente fuori dalle sue corde, www.parkerdayphotography.com/icons ICON è una delle serie più conosciute di Parker Day, i suoi soggetti sono volutamente esagerati, truccati, con identità volutamente ambigue Sono inquadrature strette, obbliga a confrontarsi con i suoi soggetti che sono estremamente kitsch quasi personaggi da luna park distorto Nelle sue serie ci sono numerose citazioni alla cultura pop e trash degli anni 80/90 rielaborati a proprio modo, la sua è una critica alla cultura dell'immagine, della celebrità e della perfezione. |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 14:51
Voilà |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 16:33
ICON: molto efficace |
| inviato il 12 Maggio 2025 ore 16:35
si credo sia quello più conosciuto con motivo |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 20:46
“ apro le danze di questo 16° capito(mbo)lo „ grazie Rombro...però bisogna stanare Lastprince |
| inviato il 14 Maggio 2025 ore 20:56
Hai ragione mi piace, non tutto ma alcuni scarti sono notevoli |
| inviato il 15 Maggio 2025 ore 7:23
Seguo |
| inviato il 15 Maggio 2025 ore 7:56
L'avevo già citata nella precedente discussione, ma visto che era nelle pagine finali e che si riallaccia bene ai primi autori citati qui la rimetto: www.junocalypso.com/ usa spazi claustrofobici e artificiali, come camere d'albergo kitsch e stanze arredate in modo eccessivo Lei lavora con l'autoritratto, ma non presenta mai se stessa, ma fa una "performance", il viso non è praticamente mai completamente visibile, gioca tra l'autenticità e la finzione Ci sono voluti richiami al glamoure, ma c'è sempre solitudine e alienazione, mette in scena le aspettative sociali sul corpo femminile e sulle dinamiche di potere legate all'immagine e una realtà fatta, mostra il peggio dell'industria della bellezza www.artribune.com/arti-visive/fotografia/2017/06/juno-calypso-ritratti |
| inviato il 15 Maggio 2025 ore 12:10
Juno Calypso Narcisismo interiorizzato: È innegabile che l'autoritratto sia centrale nel suo lavoro. Calypso si fotografa costantemente nei panni del suo alter ego "Joyce". Questa centralità sulla propria immagine potrebbe superficialmente essere interpretata come narcisismo. Tuttavia, è cruciale distinguere un'esplorazione artistica del sé da un mero atto narcisistico. Estraneazione: Piuttosto che celebrare un'immagine idealizzata di sé, Calypso spesso mette in scena "Joyce" in contesti stranianti, a volte grotteschi o malinconici (hotel per coppie solitari, bunker sotterranei). Questa distanza critica dal personaggio e dalle situazioni suggerisce un'intenzione che va oltre l'autocelebrazione. Postfemminismo: Alcuni critici e la stessa Calypso hanno discusso il suo lavoro in relazione al femminismo. Inizialmente, le sue fotografie venivano viste come una critica alla "faticosa costruzione della femminilità", ai regimi di bellezza restrittivi e ai rituali di seduzione moderni. Tuttavia, la sua prospettiva sembra essersi evoluta verso una riflessione sulla scelta individuale di aderire o meno a questi costrutti, senza necessariamente condannarli. Questa ambivalenza può essere associata a dinamiche postfemministe, dove le donne hanno più agency nell'abbracciare o rifiutare gli stereotipi di genere. Ambiguità deliberata: Calypso stessa parla spesso dell'ambiguità nel suo lavoro. Le sue fotografie non offrono risposte semplici. Non è sempre chiaro se "Joyce" sia una vittima, una complice o una figura che sovverte attivamente le aspettative. Questa ambiguità è un elemento chiave della sua poetica. Distanza da un femminismo didattico: Sebbene il suo lavoro possa toccare temi cari al femminismo (la costruzione sociale del genere, la solitudine femminile, la pressione estetica), non lo fa in modo didattico o militante. Non c'è un messaggio femminista univoco e dichiarato. La questione dello sguardo: Alcuni potrebbero interpretare l'oggettivazione di "Joyce" come problematica da un punto di vista femminista. Tuttavia, Calypso sostiene che "Joyce" non è soggetta né allo sguardo maschile né a quello femminile in modo tradizionale, poiché è una costruzione deliberata e artificiale. Concludendo: La sua opera è caratterizzata da ambiguità , un'esplorazione complessa del sé attraverso un alter ego e una riflessione che tocca temi di genere senza necessariamente aderire a una specifica agenda femminista. Potrebbe essere più accurato descriverla come un'artista che esplora le complessità dell'identità femminile e le sue rappresentazioni nella società contemporanea con una sensibilità postfemminista , senza che il suo lavoro sia solo o principalmente sul femminismo. La sua attenzione sembra spostarsi più verso la performatività del genere, la solitudine e il desiderio in contesti spesso surreali e inquietanti. Io la vedo così un'artista che sta facendo un percorso e in cerca di risposte alla sua interiorità, un percorso mutevole e un equilibrio dinamico. |
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