| inviato il 10 Marzo 2025 ore 16:22
Quali sono secondo voi le misure e tecniche da adottare per evitare guai? Per esempio vi sono mai capitati problemi con persone che hanno scoperto che li avevate fotografati senza chiedere loro il consenso? |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 16:34
Ma perché non lasciate in pace la gente che è per strada a farsi gli affari propri? Che bisogno irrefrenabile sentite di fotografare chi non conoscete e non vi ha dato il permesso? A me se mi fotografano non mi dà fastidio ma capisco che altri possano non pensarla così e trovo profondamente irrispettoso fotografare gli sconosciuti di nascosto. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 17:38
“ Per esempio vi sono mai capitati problemi con persone che hanno scoperto che li avevate fotografati senza chiedere loro il consenso? „ Come al solito educazione e rispetto sono gli strumenti migliori, evito di riprendere situazioni difficili, evito di riprendere gli emarginati se non ho un rapporto sociale con lo loro, evito di fotografare se percepisco disagio verso la fotocamera e il risultato, quando sono stato scoperto, è quasi sempre stato un sorriso e solo una volta mi è stato chiesto, educatamente, di cancellare una foto cosa che ho fatto immediatamente senza alcuna difficoltà. A volte, come in questo caso, sono stato scoperto dopo anni. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 17:54
“ Quali sono secondo voi le misure e tecniche da adottare per evitare guai? Per esempio vi sono mai capitati problemi con persone che hanno scoperto che li avevate fotografati senza chiedere loro il consenso? „ 1) un conto è l'atto fotografico, un altro la pubblicazione. Quindi, sono due cose diverse se ti "scoprono" durante la fotografia o dopo. 2) fotografa solo scene non lesive della dignità del soggetto, ed evita i minori. 3) fotografa durante eventi o situazioni affollate, dove è socialmente accettato fare foto 4) c'è chi interagisce dopo lo scatto con un complimento, una battuta o la possibilità di far vedere la foto e regalarla successivamente. E' una cosa che apprezzo del movimento "street". Personalmente evito di rompere le scatole al prossimo (il mondo può fare a meno della mia presunta arte), e fotografo solo scene in cui il soggetto è difficilmente riconoscibile, per poi pubblicarle in storie, che dopo 24h spariscono. Questo se non ho liberatorie o permessi espliciti. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:05
Non pratico la street e, francamente, darebbe fastidio anche a me essere fotografato e pubblicato a mia insaputa. Intendo dire nel caso di una foto dove dovessi essere il soggetto e non una semplice e casuale comparsa. Le persone hanno sempre e comunque diritto alla propria privacy, secondo me e la pubblicazione dovrebbe avvenire solo a seguito di esplicito consenso. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:08
“ trovo profondamente irrispettoso fotografare gli sconosciuti di nascosto „ Infatti quella non è street è stalking. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:14
Inesatto, lo stalking è tutt'altro. Semmai una forma di molestia, ma tutta da comprovare. Restano però fermi i dettami di buonsenso di Mario: se si rischia di essere aggrediti, si è forse sbagliato qualcosa nel seguimento di quei dettami, a prescindere. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:27
Hai inserito un altro post dal titolo fotografare in zone pericolose: be se fare la street in maniera corretta è questione di buon senso ed empatia nell'altro caso è meglio avere una scorta |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 18:39
Forse dovresti darti un'idea precisa di street. Cosa vuoi raccontare? Street non significa fotografare infastidendo degli ignari passanti. Anche perché una foto a uno che cammina che cosa potrebbe aggiungere alle milioni di immagini simili? Unico problema l'ho avuto nell'unica occasione che non facevo street: riprendevo strade con filtro nd e uno che passava davanti si è incavolato. Al che gli ho fatto vedere che nello scatto lui non c'era e ci è rimasto come uno scemo . Certo che la gente ormai è intrattabile e facilmente irritabile . Un motivo in più per fotografare solo ciò che merita, non una massa di frustrati a cui appartengono anche molti fotografi però) |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:03
“ Certo che la gente ormai è intrattabile e facilmente irritabile . Un motivo in più per fotografare solo ciò che merita, non una massa di frustrati a cui appartengono anche molti fotografi però) „ Insomma, se una persona non desidera essere fotografata diventa automaticamente un frustrato? Hai delle opinioni discutibili, secondo me. |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:18
Siamo in una società in cui la gente è incattivita,intollerante e nello stesso tempo aziona molto poco i neuroni. Vanno in crisi se pensano di essere fotografate (e spesso manco è così) e poi non si pongono il minimo problema sul fatto che decine di telecamere li riprenda costantemente ogni giorno. E non si fanno nemmeno il problema di chi potrebbe visualizzare i fatti propri che pubblicano su Facebook o Instagram. Questo perchè in caso di fotografia eseguita dal malcapitato di turno c'è un nemico,pronto all'uso,da attaccare e insultare. Siamo in una società di merda e la street è sempre più difficile come genere Per fortuna che ai tempi di Erwitt,Maier,HBC,Lange,Etc la gente viveva le cose più serenamente,altrimenti non potremmo ammirare certi capolavori Ps. tra l'altro basta andare in alcuni stati esteri per fotografare liberamente,chissà come mai |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:27
Tornando alla domanda iniziale: -Immortalare scene in cui le persone sono abbastanza distanti e/o non sono riconoscibili -Sperimentare scene in cui la gente è di spalle,di lato etc etc o controluce -Parlare con la gente,anche se in quel caso viene un po' meno il senso della street (io lo faccio ad esempio se voglio fotografare dei cani,ci si fa due chiacchiere e quasi nessuno mi ha detto no) -Non atteggiarsi come se si stesse rubando una merendina,se si viene sorpresi o si ha la faccia tosta e si fa finta di essere dei rincoglioniti o si fa un bel sorriso -Non insistere,la street è un attimo,non si può pedinare la gente. In quel caso è giusto ricevere un vaffa -Capire quando è meglio lasciar perdere -Capire quando è il momento di mandare a cagare chi rompe le scatole In tanti anni ho avuto solo 2 problemi, Il primo risolto facendo vedere al tizio di turno che non stavo fotografando lui (era un senza dimora e volevo rassicurarlo). La seconda ho mandato a quel paese una psicopatica che non voleva essere fotografata mentre scendeva una scala che io stavo fotografando da lontano (e tra l'altro aveva pure su la mascherina) Aggiungo un'ultima cosa: la street non è per tutti,ci vuole il carattere adatto,se si va in giro pensando di fare qualcosa di illecito e con la paura di venire cazziati è meglio cambiare genere |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:35
“ Siamo in una società di merda e la street è sempre più difficile come genere „ E' pur vero che gli stessi fotografi street che barattano l'immagine di sconosciuti per il proprio ego/vanità/brand identity sono esempi non edificanti di questa società. “ Ps. tra l'altro basta andare in alcuni stati esteri per fotografare liberamente,chissà come mai „ In alcuni Paesi c'è più tolleranza o meno, in altri basta pagare. Resta il fatto che fotografare persone in stati poveri, per me è colonialismo visivo , che in alcuni posti crea grossi danni sociali: gente che abbandona il proprio lavoro e diventa una comparsa per tour fotografici di ricchi. Certo nella "vera street" la posa e la messa in scena non dovrebbero esistere, ma sappiamo come funziona, no? |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:40
“ E' pur vero che gli stessi fotografi street che barattano l'immagine di sconosciuti per il proprio ego/vanità/brand identity sono esempi non edificanti di questa società. „ Chiunque pubblica lo fa per un po' di ego,anche chi pubblica una natura morta. E' la costante di ogni forma d'arte,dal musicista al pittore. Quindi demonizzare questo genere lo trovo discutibile,sempre se non si lede la dignità altrui ovviamente. “ In alcuni Paesi c'è più tolleranza o meno, in altri basta pagare. Resta il fatto che fotografare persone in stati poveri, per me è colonialismo visivo , che in alcuni posti crea grossi danni sociali: gente che abbandona il proprio lavoro e diventa una comparsa per tour fotografici di ricchi. Certo nella "vera street" la posa e la messa in scena non dovrebbero esistere, ma sappiamo come funziona, no? „ Ci sono stati europei dove essere fotografati è più accettato. Nei paesi poveri il discorso è complesso Poi parliamo di street pura,non come dici tu di messe in scena,quelle sono altra roba e hai ragione |
| inviato il 10 Marzo 2025 ore 19:52
“ Quindi demonizzare questo genere lo trovo discutibile,sempre se non si lede la dignità altrui ovviamente. „ Non lo demonizzo, praticandolo pure io quando posso. Non mi piace vedere street piaciona e trendy che basa il proprio successo sfruttando l'immagine di una persona. Ad esempio ora va di moda la fotografia napoletana di Robbie McIntosh in cui espongono corpi imperfetti e grotteschi in costume da bagno, visi, minori. Da una parte lui è stato il primo a creare questo tipo di linguaggio, e io non so se ha liberatorie di tutti. Di certo è stato il primo a raccontare fotograficamente quelle scene di vita quotidiana, e artisticamente gliene do merito. Ora invece quei luoghi sono battuti quotidianamente da suoi emuli, che cavalcano l'onda del suo successo, e continuano a pubblicare sui social foto di queste persone, attirando likes, followers, vendendo pure workshop... | |

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