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Migliaia di bambini vengono strappati all'infanzia, costretti a imbracciare un fucile invece di un quaderno, a combattere guerre che non hanno scelto. Vite spezzate, sogni cancellati, innocenza distrutta.
Non sono numeri, sono nomi, volti, storie. Ho visto i loro occhi, ho ascoltato le loro voci. Ahimana Shukuru aveva 16 anni quando è stato ucciso in battaglia. Era un bambino, ma il mondo l'aveva già condannato a morire da soldato.
Dobbiamo parlare di loro. Dobbiamo raccontare. Perché il silenzio è complicità.
“ Oggi è la Giornata Mondiale dei Bambini Soldato „
il problema è che le giornate mondiali di qualunque cosa (ormai non si contano più) non servono a un beato caxxo. Ci vuole una coscienza sociale (ormai quasi scomparsa) e azioni conseguenti.
Si, purtroppo manca coscienza sociale.. non posso darti torto, non posso dirti che è sbagliato il tuo pensiero... per me è diverso, ho intervistato questo bambino, l'ho conosciuto questo bambino e per me questa giornata ha un peso differente.
“ il problema è che le giornate mondiali di qualunque cosa (ormai non si contano più) non servono a un beato caxxo. Ci vuole una coscienza sociale (ormai quasi scomparsa) e azioni conseguenti. „
Sarà anche vero che di “giornata mondiale di qualcosa” ne è pieno il calendario; che non servano ad un beato, dissento. Forse non servono per chi non è interessato a conoscere il mondo. Ma una coscienza sociale si costruisce anche con la diffusione e la conoscenza, ed una giornata su un particolare problema, coadiuvata da approfondimenti e riflessioni, può sicuramente aiutare a portare a galla problematiche e realtà di cui non si è a conoscenza. Per me, ben vengano le giornate mondiali!
@Gerry888800 apprezzo molto il tuo lavoro e proprio per questo mi prendo la libertà di osservare che il modo nel quale vengono trattati i tuoi temi in questo forum a volte lascia basiti. forse non è il luogo più adatto per contenuti simili o per meglio dire, contenuti presentati con il tuo format.
la vocazione di questo forum è ludica e la maggior parte di chi lo frequenta è avanti negli anni. questo mix di età e livello di alfabetizzazione informatica sulla comunicazione digitale producono discussioni più simili a quelle private al bar tra amici che scambi civili su temi socio politici come quelli che proponi in un luogo indicizzato da google. Se a questo aggiungi la comodità dell'anonimato il risultato si amplifica.
In certi casi c'è addirittura accanimento con tanto di repliche sulla necessità di 'parlar chiaro", ovviamente vale solo per alcuni ma sono così tanti da riempire le discussioni di battute e parole censurate. non è una questione morale ma di target ludico.
se posso dare un contributo io farei un video sulla percezione che ha la gente del tuo lavoro. fai un video sulle affermazioni scritte sui tuoi video oppure dedicati a luoghi dove le persone ti portano rispetto anche se il tema non è di loro interesse o non è trattato come lo intenderebbero loro.
Rileggi come sono finite le discussioni precedenti per capire quanto quello che ho scritto fa statistica.
C'è materiale di qualità per analizzare l'approccio ai tuoi temi ed è lo specchio di una parte degli italiani, un campione rappresentativo che dovrebbe essere mostrato agli altri ma nelle sedi giuste, conferenze, dibattiti nelle università ecc,
Magari è anche l'occasione per te per revisionare il format, per adattarlo ad un pubblico più ampio.
un augurio per il tuo lavoro di giornalista my two cents
Rispetto qualunque iniziativa intesa a far conoscere problemi di questo tipo però inevitabilmente mi vengono in mente bambini che pur avendo la cittadinanza nella civilissima Europa ricevono come regalo di compleanno armi vere per tradizione. E questo avviene sin dal secolo scorso. In sintesi sarebbe meglio dare uno sguardo anche nei paesi cosiddetti civilizzati.
@Phsystem capisco il tuo punto di vista ma un'intervista fatta a un bimbo soldato congolese non sminuisce il problema generale, anche in Italia ovviamente le criminalità organizzate mettono armi a bambini troppo giovani... il problema sono le armi e soprattutto i produttori di armi, perché abbiamo creato il mondo dell'odio del nemico, bisogna avere un nemico, un nemico da cui difendersi, così abbiamo bisogno di chi ci protegge... il problema non è paesi civilizzati o meno e leggere il messaggio nella sua interezza e non è mera propaganda ma sensibilità.
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