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Stefano è un fotografo e fotoreporter indipendente, con base a Torino. Classe 1978.
Inizia la sua carriera professionale nel 2006 nel mondo della moda e del reportage di viaggio, ma ben presto punta il suo obiettivo verso le tematiche sociali più problematiche del pianeta. Inizia quindi le collaborazioni con ONG nazionali e internazionali. I suoi scatti catturano le dure realtà che attanagliano la società contemporanea, dallo sfruttamento alle guerre civili, dai disastri causati dalle catastrofi naturali alle problematiche dovute ai cambiamenti climatici.
In queste intervista andiamo ad approfondire il dietro le quinte della fotografia di reportage, cioè come si svolge e ci si prepara per un progetto di inchiesta. Vogliamo capire infatti come si riesce ad operare in scenari di guerra o come ci si infiltra in situazioni di illegalità, e quali sfide si devono affrontare sia dal punto fotografico che personale e di sicurezza. Allo stesso tempo vogliamo capire come ci si relazione con riviste, giornali ed editori, come si sviluppa un progetto in un libro. Ultimo ma non meno importante capire il rapporto tra i nostri comportamenti di cittadini privilegiati del mondo ricco occidentale e ciò accade altrove, lontano dalla nostra vista.
Progetto ideato e realizzato dall' Associazione fotografica culturale FotoLupo, Via Rovai 43, Montelupo Fiorentino (Firenze) attraverso i propri strumenti, il proprio tempo e realizzando in proprio ogni elemento comprese le musiche.
Sul nostro canale YouTube trovate una quindicina di interviste e registrazioni complete di incontri con autori e non solo, più estratti, approfondimenti ed anteprime. E altrettanti stanno per essere pubblicati. ISCRIVETEVI e SOSTENETECI!
alcune immagini dalla serata organizzata con Stefano presso la nostra sede in cui ci ha mostrato i suoi ultimi lavori. Ne abbiamo approfittato per per parlare del mondo del fotogiornalismo e degli scenari di guerra che abbiamo intorno.
vero andrea. è proprio forte. l'hai mai incontrato dal vivo o visto qualche sua mostra?
ricordo una sua bellissima esposizione a Torino sul reportage che seguiva il ciclo del materiale tecnologico, dall'estrazione dei minerali alle discariche abusive africane. c'è anche un accenno nella intervista.
e poi anche la serata al fotolupo è stata molto bella.
No, ma quel che fa è la quintessenza del fotogiornalismo. Descrivere guerre, carestie, sfruttamento e via dicendo è un nobile modo di impiegare il tempo che ci è dato su questa minuta e martoriata Terra; fuor di retorica che differenza con quanto esposto in un altro thread in cui si chiedeva della liceità etica dello scattare per riprendere situazioni di tensione e sconfitta, alcuni intervenuti hanno centrato il punto ma la maggior parte, no: se non si capisce la denuncia implicita o anche espressa nel documentare il destino dei diseredati del mondo e la differenza con i curiosi in autostrada quando si verifica un incidente, alzo veramente le mani!
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