| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 6:57
Come da titolo vorrei discutere un argomento poco dibattuto. Da abbastanza vicino la foto viene (quasi) sempre bene. Nella realtà non si può stare sempre abbastanza vicini e qui sorge il problema. Abbiamo ormai moltissimi obiettivi che da vicino danno risultati eccellenti, non ultimo il Canon RF 50mm f/1.2 per esempio ma anche infiniti altri di minor pregio. Il problema sorge non appena ci si allontana un po, le eccellenti prestazioni da vicino restano buone ma non eccellenti come da vicino/vicinissimo. Ricordo, allo scopo, la differenza che c'era tra il Canon 35mm f/1.4 L e il successivo Canon RF 35mm f/1.4 L II; il primo andava benissimo da vicino ma già da 4-5 metri il volto ritratto si "spappava" completamente" mentre col secondo si riusciva ad avere buoni risultati anche da relativamente lontano (intendendo per "lontano" quei 4-5 metri per un medio grandangolare o normale). Secondo voi tra gli attuali 35mm o 50mm o anche 85mm quali sono quelli che danno i migliori risultati, oltre che da vicino, anche da lontano? Mi riferisco soprattutto ai volti delle persone. |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 8:05
Se la foto non è " venuta" bene è perché non eri abbastanza vicino mi pare fosse una affermazione di Robert Capa, ma non si riferiva alla nitidezza, ossessione del fotocaxxoamatore. L' avvento dei sistemi reflex ha favorito l' uso dei teleobbiettivi. Le focali in uso nel fotogiornalismo erano il 35mm e il 50mm sulle macchine a telemetro. Specialmente il 35mm era una focale che dava all' osservatore della fotografia l' impressione di essere dentro l' avvenimento e non di guardarlo da lontano con un binocolo, come poi sarebbe successo con le lunghe focali. Riguardo al quesito ''tecnico" posto, lo ritengo privo di qualsiasi interesse, oltre che di fondamento. Ma sono sicuro che darà il via a dotte disquisizioni, tipo quelle sul sesso degli angeli |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 8:06
Questione interessante, il 35 1.8 z Nikon senz' altro e uno di quelli che mantiene un' ottima qualità a distanza di 5-6 metri. Ho girato molte volte solo con quello e ho croppato tanto. Mi ricordo anche il 35 1.4 Nikon afd , che mi fu prestato da un amico, manteneva sul volto delle persone una straordinaria definizione anche da 5-6 metri. L' ho provato a 1.8 e con luce direzionata da una finestra e non si notano apprezzabili differenze tra una ripresa a 1 metro rispetto a una di 5-6 metri sul volto di una donna. Ho scattato a 400 asa. |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 8:24
È del tutto ovvio che usando un teleobiettivo il problema non si pone mentre per un 35 o 50mm si pone e anche molto e non in quanto nitidezza soltanto, basta ingrandire un po il fotogramma e si capisce di cosa stavo parlando. Rinforzo ancora il concetto: il termini di nitidezza i passi avanti fatti sono notevolissimi ma non hanno risolto questo problema perchè lo "strabilio" vale solo entro pochi metri quindi non era la nitidezza il parametro da migliorare (era già più che sufficiente, per i volti, quella che avevamo già) ma la qualità dell'immagine che spesso si perde aumentando, anche di poco, la distanza dal soggetto. In parole povere: è ancora molto difficile mantenere sul volto la stessa qualità di un close-up su una figura intera. Ora se questo è ovvio o fosse problema otticamente insormontabile effettivamente sarebbe un quesito inutile ma se esistoni obiettivi che garantiscono migliori performance mi piacerebbe saperlo. A quanto dice Roberto il 35mm da lui citato funziona bene in questo senso. |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 8:25
"le eccellenti prestazioni da vicino restano buone ma non eccellenti come da vicino/vicinissimo." In ottica, tutto è un compromesso, inclusa la nitidezza nei confronti della distanza di MaF. Parlando in generale, la regola del pollice dice che i macro rendono meglio da vicino che da lontano, i tele meglio da lontano che da vicino e le focali intermedie rendono al meglio a 50 volte la rispettiva lunghezza focale. Il "meglio" ed il peggio" sono però delle percentuali molto basse, sono delle inezie, misurabili praticamente solo con la mira ottica: un obiettivo buono non dà differenze visibili di nitidezza, anche su stampa A2, al variare della distanza di MaF. Se c'è differenza notevole di nitidezza al variare della distanza di MaF, l'obiettivo è poco buono. La minima risoluzione di un obiettivo si ha alla minima distanza di Messa a Fuoco, e per gli zoom, alla massima lunghezza focale e minima distanza di MaF. I grandangolari e gli SWA non seguono pedissequamente la regola del pollice, e quelli buoni rendono bene sia da vicino che da lontano, solo perché hanno molta profondità di campo, mentre quelli poco buoni vanno in crisi da vicino verso la minima distanza di MaF. Uno dovrebbe fare delle prove coi suoi trabiccoli, la roba che si usa va conosciuta molto bene per utilizzarla al meglio, in particolare per quello che riguarda la Curvatura di campo, a volte uno resta deluso dalla nitidezza, pensa di avere sbagliato un po' la messa a fuoco ed invece è l'ottica che gli fa le corna, con della Curvatura di Campo. Per vedere la Curvatura di Campo dell'ottica, basta fotografare, ovviamente a diaframma molto aperto, o alla massima apertura , un campo con l'erba e poi passarci, in Photoshop, il filtro, "trova i bordi" e si vede bene: www.dpreview.com/opinion/4042117089/roger-cicala-why-i-dont-use-an-mtf |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 8:52
Si tratta di dettagli e non di cose eclatanti. Si apprezza in particolare sul volto quando si fotografano persone da vicino o da relativamente lontano con obiettivi normali o quasi (35-50-85) ad aperture ampie. Se si esce da questo ambito credo che nessuno si sia mai posto il problema. |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 9:22
“ Per vedere la Curvatura di Campo dell'ottica, basta fotografare, ovviamente a diaframma molto aperto, o alla massima apertura , un campo con l'erba e poi passarci, in Photoshop, il filtro, "trova i bordi" e si vede bene: „ Il ghiaino (oppure l'asfalto) è ancora meglio.
 La curvatura di campo è un aspetto che può variare parecchio con la distanza, ma anche con il diaframma (e non solo perchè con la sua chiusura si attenuano gli effetti per la maggior curvatura di campo) e può variare anche in maniera opposta a quanto normalmente avviene o ci si aspetta, cioè che con la chiusura la curvatura aumenta come nell'esempio sopra riportato. Quindi secondo me la curvatura di campo va "indagata" accuratamente e non solo a diaframmi aperti se si vuole conoscere bene i propri obiettivi e porvi parziale rimedio con la messa a fuoco, per quello che si può fare. |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 9:32
Forse volevi scrivere " NON eri abbastanza vicino" |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 9:32
Anche io come Peppe penso che siano dettagli ma percepibili. Di fatto ad esempio il mio 50 1.8 Sony (APS-C) rende benissimo nel ritratto da pochi metri ma crolla da lontano. Non ho difficoltà a credere che possa accadere, anche se in misura più contenuta, con ottiche più blasonate. L'85 1.8 Zeiss Batis (FF ma usato su APS-C) da distanze medie (piano americano e figura intera) da il massimo e se si accorciano le distanze per un ritratto classico o un close up la resa diminuisce, poco ma diminuisce. La questione posta da Peppe ha un suo fondamento anche se non sempre si nota. |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 10:09
@Dokker si, esatto. Dovrei correggere anche il "vecchio saggio" perchè purtroppo Bob Capa non diventò mai vecchio |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 10:09
Premessa doverosa: non ho le capacità, conoscenze precise sulla tecnica delle ottiche. Io utilizzo ottiche Canon non di particolare eccellenza (solo recentemente mi sono dotato di un 24/70 f4 serie L che ancora debbo usare e valutare al meglio), io utilizzo, nelle foto do ritratto talvolta i miei 50mm 1.8, il 35mm 2.0, l'85mm 1.8, bene, per quelle che sono le mie modeste capacità di osservazione, posizionandomi per lo scatto alla distanza opportuna per ottenere l'inquadratura giusta, rapportata all'ottica usata, grandi differenze non le noto, ripeto, per quello che è la mia capacità di interpretazione |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 22:21
Osservazione corretta. Risposta breve, ogni obiettivo è ottimizzato per lavorare al meglio all'interno di un range di distanze di maf. Le caratteristiche e il carattere della lente dipendono dal budget del progetto e dal target di utilizzo della lente. Es, una lente medio tele da ritratto sarà ottimizzata per lavorare al meglio con maf intorno a qualche metro e magari non viene data tanta cura alla curvatura di campo visto che il soggetto di solito è al centro. Un macro per lavorare al meglio intorno alla minima distanza di Maf, e magari qui è meglio che la lente sia molto più corretta su tutto il fotogramma, ecc. L'utilizzazione di schemi ottico complessi e flottanti permette di avere meno compromessi, lenti buone sia da vicino che da lontano... C'è solo un problema, costano Un normale economico o gli zoom di solito lavorano bene ad infinito e si perdono da vicino, ma non è una regola fissa. Poi per vedere le differenze dovresti prendere un 100 macro e uno zoom fare la stessa foto allo stesso rapporto di riproduzione e ti accorgi che lo zoom non ci sta dietro manco a pagarlo Risposta più lunga... Bè ci sarebbe da studiare un bel po' Qui c'è solo la punta l'iceberg www.nocsensei.com/camera/tecnica/marco-cavina/marcocavina/planeita-deg |
| inviato il 16 Dicembre 2024 ore 22:46
Grazie |
| inviato il 17 Dicembre 2024 ore 0:08
“ Come da titolo vorrei discutere un argomento poco dibattuto. Diceva un vecchio saggio: se la foto non è venuta bene vuol dire che non eri abbastanza vicino. Nella realtà non si può stare sempre abbastanza vicini e qui sorge il problema. Abbiamo ormai moltissimi obiettivi che da vicino danno risultati eccellenti, non ultimo il Canon RF 50mm f/1.2 per esempio ma anche infiniti altri di minor pregio. Il problema sorge non appena ci si allontana un po, le eccellenti prestazioni da vicino restano buone ma non eccellenti come da vicino/vicinissimo… eccetera „ All'inizio non capivo se usavi una citazione a caso solo per attirare l'attenzione. Poi ho avuto la conferma. Hai presente il detto: il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito? È esattamente quello che sta succedendo qui. Capa parlava di essere dentro gli eventi, di prossemica e prospettiva che percepirà chi guarda le foto, te parli di stare a distanza. |
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