| inviato il 21 Ottobre 2024 ore 22:37
Diciamo che ho apprezzato il messaggio di fondo. È in linea con la maturità e la consapevolezza del vivere agendo. Non sei DF Wallace perché usi ritmi lunghi e prolissi, senza descrivere i personaggi interiormente. Anzi non ti fermi nemmeno a dare una fisionomia o un carattere. Dovresti leggere John Williams ,Stoner o Nove racconti di J. D. Salinger. Non serve la lunghezza per farti entrare nel sentire che si svolge. P.s. mia figlia ha apprezzato i racconti vittoriani. Scusa il ritardo nel feedback. Grazie ancora. |
| inviato il 21 Ottobre 2024 ore 22:51
Juan Luca Ti ringrazio per non aver detto, anche tu che mi faccio pubblicità per vendere. ma se vuoi capire come scrivo non puoi limitarti a qualche articolo di costume o a un libro dichiaratamente di maniera. Ringrazia tua figlia per l'apprezzamento. Magari, sempre a mie spese compresa spedizione, vi invio qualcosa che mi rappresenta meglio e troverai, lì certamente, personaggi assai più delineati. P. S. Un po' lo trovo offensivo, considerarmi non all'altezza di quella spazzatura letteraria di Salinger (l'età dei brufoli l'ho superata da un po' di tempo). |
| inviato il 22 Ottobre 2024 ore 0:20
“ "La speranza... ma è davvero una virtù?" „ Quella Foscoliana no. Quella cristiana si.Fugge i sepolcri. Certo la disperazione è più immediata.Più facile. E più distruttiva. “ Sai a chi assomigli? A quell'altra bella sagoma della “fede”. A quell'invenzione di comodo che molte religioni hanno imbandito per i boccaloni disperati. Del resto, compari proprio tu nella definizione cristiana del termine: „ Banale.Scontato. “ Se è scritto che non ti devi salvare è tutto inutile. „ Nulla di nuovo. Nulla di apprezzabile.Solito déjà vu di un boccalone disperato. |
| inviato il 22 Ottobre 2024 ore 10:14
Egregio Federico. Il mio era un esempio per distinguere i racconti brevi dal romanzo. Ma se ti offendi:
 Qui ti troverai meglio. |
| inviato il 22 Ottobre 2024 ore 12:03
Juan Luca. No, non mi offendo, perché tutti i giudizi sono tanto rispettabili quanto opinabili, ma davvero non puoi giudicare un autore da racconti dichiaratamente di avventura che sono poco più un esercizio di stile. Se tu leggessi qualche opera minore di Scerbanenco lo giudicheresti uno scialbo compilatore di romanzetti rosa. |
| inviato il 25 Ottobre 2024 ore 17:13
Si, la speranza è una virtù forte che ci sostiene e non ci fa annegare in tutta questa società piena di " Marciume ". Vorrei anche avere il potere di poter fare personalmente una bella rastrellata per poi farne, " devo ancora pensare il modo ". Un saluto, all'autore del post. |
| inviato il 26 Ottobre 2024 ore 20:41
Grazie, contraccambio il saluto. Il mio intervento, spero non si sia frainteso, vuol criticare quell'atteggiamento di speranza passiva e succube proprio di certe ideologie (siano sociali o religiose) che conducono ad un atteggiamento accidioso, attendistico. Sono le speranze, per capirci, di quelli che vanno in pellegrinaggio e ritengono di far cosa giusta e sufficiente nel recitare a nastro rosari di preghiere. La speranza che mi piace è quella della non disperazione, ma solo perché e dopo che materialmente si è fatto di tutto e di più per ottenere un risultato. La speranza, insomma, non delega nessuno: se la speranza diventa fede irrazionale credo non serva a niente. |
| inviato il 26 Ottobre 2024 ore 22:05
“ siano sociali o religiose) „ Stai mischiando argomenti alla rinfusa.Ti ricordo che l'accidia è uno dei sette vizi capitali.Per capitale si intende un vizio dai quali se ne generano altri.Questo per quanto attiene alla religione cattolica. Arrivi in ritardo di qualche secolo.Tommaso,l'Aquinate,indicava nell'accidia la genesi dell'importunitas mentis e della curiositas.L'inquietudo corporis,il muoversi a vuoto. Giustamente Salvatore Natoli,distaccandosi dal piano religioso, può scrivere: «Nella nostra società l'accidia ha preso,dunque,le forme del conformismo sociale e dell'eversione verbale,della curiosità distratta-che impropriamente è fatta valere come divulgazione-anziché della conoscenza accurata delle cose.Quest'ultima-in qualunque modo la si rivolti-esige fatica.» Esige fatica. Quella che è assente nei frettolosi giudizi dell'autore del post. “ Sono le speranze, per capirci, di quelli che vanno in pellegrinaggio e ritengono di far cosa giusta e sufficiente nel recitare a nastro rosari di preghiere. „ Nulla di nuovo.Nulla di originale.Soliti circiterismi scontati e confusi.Il credente è un crétin. In quanto alla fede invocata e pretesa,quella razionale,che tanto irretisce l'autore del post,ne faccia buon uso. E continui a frequentare i suoi di santuari. |
| inviato il 26 Ottobre 2024 ore 22:44
“ Stai mischiando argomenti alla rinfusa „ E perché? Nell'accezione "laica" (che poi è quella più antica) l'accidia è "avversione all'operare"; non a caso è tipica di tanti "credenti" che, per l'appunto, pregano affinché le cose cambino esclusivamente per intervento divino (il "miracolo"), così che loro non debbano muovere il culo per mostrare, in prima persona, cosa significhi realmente cambiare. Fa scappare da ridere che questa citazione: " Nella nostra società l'accidia ha preso,dunque,le forme del conformismo sociale e dell'eversione verbale,della curiosità distratta-che impropriamente è fatta valere come divulgazione-anziché della conoscenza accurata delle cose " venga fatta da chi è abituato a sparlare di cose che mostra continuamente di non conoscere. |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 8:15
Daniele Ferrari Vietato stupirsi. C'è chi nemmeno riesce ad interpretare correttamente quello che legge, ma è pronto al copia e incolla dalla rete (almeno togliessero i trattini di "a capo"!). |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 9:04
la speranza é sempre stato la piu forte motivazione alla sopravvivenza della specie umana, senza quella saremmo estinti da tempo un'uomo si puo dire che senza speranza e gia morto dentro, perche non ha piu desideri ambizioni prospettive di nessun tipo da raggiungere pure tu Federico hai la tua intima speranza, quella di essere un giorno apprezzato come scrittore, spero per te non post mortem |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 9:58
Lomography. No, continuate a travisare o a non capire quanto ho scritto. Io mi riferisco alla speranza rassegnata, a quella di chi si affida al destino, o a un essere superiore che risolve problemi (peraltro a suo modo). Quello che muove il mondo e le vicende umane è il desiderio, l'anelito, la giusta aspirazione ad ottenere un traguardo. Un atteggiamento attivo e consapevole, mai statico. Ecco perché ho fatto riferimento alla religione, che mi pare utilizzi il concetto di fede/speranza come semplice soluzione alla disperazione. Io non ho mai visto un solo problema risolversi a colpi di preghiere. Se con quello che viene speso per i "viaggi della speranza" a Lourdes (570 mila pellegrini ogni anno e 70 "miracoli" da sempre) si fosse fatta ricerca scientifica, molta più gente sarebbe guarita o avrebbe avuto concreti vantaggi di salute. Ma conviene far correre milioni di di-sperati ad accendere un cero. |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 10:45
Federico mi sa che sei tu a travisare, parli della speranza come un atteggiamento passivo ma è esattamente il contrario della speranza, che invece spinge ad agire perché si intravede una prospettiva di miglioramento o anche cambiamento radicale, le rivoluzioni dell'uomo avevano una fortissima speranza di cambiare il paradigma la passività e spirito di rassegnazione di cui tu parli è il fatalismo, questo si tipico atteggiamento dei credenti, con il motto "mettiamoci nelle mani di Dio" quindi aspettiamo perché non si può fare più nulla |
| inviato il 27 Ottobre 2024 ore 21:23
Si, ma anche quella è una forma di speranza, però sempre e solo nell'azione di un altro. |
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