| inviato il 03 Agosto 2024 ore 22:22
Ma ti fai pubblicità qui? |
| inviato il 03 Agosto 2024 ore 22:32
La pubblicità è l'anima del commercio. Roba da umarel.  |
| inviato il 03 Agosto 2024 ore 22:57
Lascia perplessi un "perdio" in un testo sull'educazione e in particolare sulla mancanza di educazione delle nuove generazioni. |
| inviato il 04 Agosto 2024 ore 8:57
Un invito a riflettere. Fra le tante conclusioni che si possono trarre dal tuo racconto ce n'e' una: chi si sente in diritto di apostrofare un suo insegnante col termine idi0ta ha probabilita' di essere trattato da idi0ta dai suoi alunni. Al neopatentato gli potrai spiegare millemila volte di non correre, di rispettare la segnaletica, di fare occhio ai pedoni. Il neopatentato e' sborone e vuole solo fare le sgumme e, se potesse, le penne con la macchina. Con contorno di subwoofer e finestrini aperti. Educazione, anche qui su Juza, da parte di ultrasettantenni: carente (a mio avviso). Dopo un annetto di frequentazione, ho capito come fare (o penso di): non vi e' stato un solo episodio di maleducazione sulle discussioni che ho aperto da due anni a questa parte. Se introduci la possibilita' di raggiungere un obiettivo allettante a chiunque e poni fra le condizioni per raggiungerlo il rispetto delle regole sociali, te ne fai garante ed esempio, hai alta probabilita' che i virgulti (di qualsiasi eta') si allineino alle regole. Se per loro non e' allettante: sono cavoli. Ogni individuo vede allettante quel che gli pare. Bisognerebbe trasformare il traguardo (tradurlo) in qualcosa di allettante per il singolo, a chi il colore, a chi la forma, a chi il significato, a chi il sogno che ha fatto la sera prima. Ultima nota: il gruppo. C'e' chi vuol far parte del gregge e chi vuol fare il cane pastore. Individuare le personalita' e poi agire di conseguenza puo' aiutare a smussare gli angoli dei capopolo e a stimolare l'iniziativa delle pecorelle. In aula ci dovrebbe essere un solo capopolo e nessuna pecorella. Se non si fa intendere che il maestro ha qualcosa da darti e se non si trasmette che quel qualcosa e' piacevole, il maestro non avra' mai il rispetto e il messaggio verra' rifiutato a prescindere. Non mi serve quel qualcosa e la persona che vuole trasmetterlo mi sta solo allontanando dal piacere di trastullarmi in modi diversi. Il maestro non necessariamente dev'essere seduto alla cattedra |
| inviato il 04 Agosto 2024 ore 9:03
..mi sa che qua ti fanno le feste. |
| inviato il 14 Agosto 2024 ore 22:15
@ Frengod Tu ogni volta che rispondi ai post fai dei romanzi di cui almeno io conosco bene. In riferimento alla tua ultima riga, vogli farti una provocazione. Quindi, mettiamo il caso che tu sia un maestro ed io l'alunno, e invece di farti sedere alla cattedra ti farei sedere nel cesso, cosa faresti visto che la cattedra non è l'unico posto che spetta al " Maestro ". Sappi che ognuno di noi ha il posto che gli spetta e sopratutto che si merita. Attendo risposta, non fare come al solito. Nella vita esiste un certo ordine e, chi non lo rispetta è " un fuori legge " che va punito. Ordine, Ordine, Ordine, all'infinito. |
| inviato il 14 Agosto 2024 ore 22:40
Ti rispondo io al posto di Frengod, e ti rispondo da insegnante: raramente durante le lezioni rimango alla cattedra, e in tutta la mia carriera penso di non essermi mai seduto se non tra gli studenti. Preferisco eliminare quella barriera tra me e loro che è la cattedra. Ci sono ruoli, ma non è un banco a determinarli. |
| inviato il 14 Agosto 2024 ore 23:41
Et offerebant illi parvulos ut tangeret illos. Discipuli autem comminabantur offerentibus. Quos cum videret Jesus, indigne tulit, et ait illis : Sinite parvulos venire ad me, et ne prohibueritis eos : talium enim est regnum Dei. (Mc 10, 13-14) Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. (Lc 22, 27) |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 1:05
In una società nella quale il rispetto delle regole non porta nessun vantaggio, anzi comporta svantaggi sociali ed economici, e la cosa è sotto gli occhi di tutti, è ovviamente difficilissimo insegnarlo ai più giovani. Ci si può provare, dico addirittura che ci si deve provare, ma la faccenda è quasi donchisciottesca. Triste ma la situazione è questa. |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 8:42
Ed è questa perché la maggioranza purtroppo insegna la scorrettezza e la erige a modello. Tempi duri. |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 10:42
@ Frengod Mi sa che sei tutto strano, dalla testa ai piedi. E poi sei ancora più strano, voltato di spalle con quella scritta. Infine, dare le spalle per me vuole anche dire, porgere le altre guance. |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 11:43
Io di guance ne ho quattro |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 11:47
Eh si.. ci sono tanti bipedi strani qui. |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 11:51
“ Ed è questa perché la maggioranza purtroppo insegna la scorrettezza e la erige a modello. Tempi duri. „ Il punto è che i ragazzi la sostanza delle cose non la imparano da quel che diciamo loro (a lezione o in famiglia) ma dagli esempi che vedono. Le informazioni e le idee che trasmettiamo nell'insegnamento hanno la loro importanza, ma i modelli di comportamento non si possono insegnare a parole, specie quando la realtà sociale va in altre direzioni. I nostri ragazzi vivono in un paese dove i peggiori figli di putt@na vanno alla grande mentre chi si comporta onestamente trova molti problemi e ben poche gratificazioni (fortunatamente con qualche eccezione). Quello che vedono è quello che imparano. La scuola è importante, ma la scuola non sta sul pianeta Papalla, vive all'interno di un sistema paese. | |

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