| inviato il 04 Giugno 2024 ore 16:09
Prima o poi, prima di morire o prima che il gallo canti trovero' il coraggio di pubblicare qui le mie foto. Fra queste, alcune sono scatti rubati per strada o ovunque mi trovassi, fulminato dalla luce e dalla grazia del soggetto. Diritto alla privacy, non voglio pubblicare nulla di chi non abbia dato il consenso ( non l'ho nemmeno chiesto...). E se provassi ad alterare il volto del soggetto grazie ad un software apposito? Sarei a posto? Ho provato, e sembra che la modifica renda totalmente anonima l' "io" fotografato. Se dichiarassi di aver alterato i connotati, cambiando totalmente il volto dell'ignara modella/modello, si potrebbe fare? O sarebbe solo un dondolare dal lupululà al lupululì? La foto verrebbe mai accolta, accettata, benvoluta, guardata e pensata non dico con benevolenza, ma almeno con accondiscendenza? Quualcuno ha già provato? |
| inviato il 04 Giugno 2024 ore 18:08
garry winogrand ha letto questo post e si è rivoltato nella tomba |
| inviato il 04 Giugno 2024 ore 19:24
Temo non andrebbero più annoverati tra il genere street ma grafica e fotomontaggi ; ho pubblicato qualche street con soggetti riconoscibili : non mi sono fatto alcun problema perché comunque non erano situazioni imbarazzanti o compromettenti e nessuno dei protagonisti ha mai protestato . |
| inviato il 04 Giugno 2024 ore 20:20
un ritratto non può essere rubato. |
| inviato il 04 Giugno 2024 ore 20:58
Alberto D'Antonio Ti fai troppe menate, pubblica e basta. Buon divertimento |
| inviato il 04 Giugno 2024 ore 21:55
Grazie per le risposte, temo di non essermi spiegato: www.cybersecurity360.it/legal/privacy-dati-personali/gdpr-e-fotografia Winogrand può rigirarsi quanto vuole:questo non cambia le regole, la sensibilità gli eccessi e i paradossi del tempo e del mondo in cui vivo adesso. Per cui magari userò la sezione "fotoritocco" e magari invento un nuovo genere. |
| inviato il 04 Giugno 2024 ore 21:57
"ho pubblicato qualche street con soggetti riconoscibili : non mi sono fatto alcun problema perché comunque non erano situazioni imbarazzanti o compromettenti e nessuno dei protagonisti ha mai protestato ."...ne leggo di cotte e di crude sull'argomento . La legge sulla privacy per un certo tipo di pubblicazioni conviene farne oro colato, in altre sono solo pippe mentali (parlo per mia esperienza personale). Ognuno è libero di fare quello che ritiene giusto ma che evitasse di fare le morali citando la legge (viene applicata solo per questioni serie e documentate e non riguardano pubblicazioni sui social). Sarebbe interessante leggere qualche testimonianza di chi "realmente" sia stato punito dalla legge per uno scatto fatto in strada senza liberatoria e descriverlo, tutto il resto dal mio punto di vista è solo fuffa. |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 7:41
Ma infatti , ho dato un'occhiata veloce al link riportato e sostanzialmente si evince quanto detto : se la situazione non è pregiudizievole per il decoro della persona ritratta e se l'immagine non viene sfruttata a scopi commerciali , il problema non sussiste . Occhio che per i minori , però , e sempre che siano facilmente riconoscibili , la legislazione mi pare essere molto più attenta e severa . |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 8:33
“ E se provassi ad alterare il volto del soggetto grazie ad un software apposito? Sarei a posto? Ho provato, e sembra che la modifica renda totalmente anonima l' "io" fotografato. Se dichiarassi di aver alterato i connotati, cambiando totalmente il volto dell'ignara modella/modello, si potrebbe fare? „ @Alberto D'Antonio Senza entrare nel merito di scelte artistiche e personali, guardando al regolamento le puoi pubblicare ma nella sezione fotomontaggi. La questione semmai è la critica a volte scomposta di chi ne vede una distorsione inaccettabile e questo crea un ulteriore paradosso visto che ormai moltissime foto pubblicate da aprile 2023 in poi hanno contenuti generativi. Faccio un empio pratico di scala superiore. Campagna internazionale di Amnesty International per tutelare la privacy delle vittime dei soprusi in Colombia, il dibattito è ancora acceso e si potrebbe discutere su quanto sia importante tutelare le persone usando "immagini finte" considerato che la prima reazione della stampa è stata quella di mettere in discussione anche i numeri della loro indagine e denuncia ( che è una follia ), mettendo in evidenza quanto siamo impreparati al tema, media compresi. Siamo ovviamente in un caso limite (fatto di un anno fa) e si spera che chi critica si sia preso il tempo di informarsi meglio su ciò che è accaduto in quest'anno, anche per aggiornare il proprio vocabolario etico. Anche perché persone oneste e sincere come te ne vedremo sempre meno ora che è possibile sostituire un volto in modo effettivamente realistico e indistinguibile. Nessuno vuole prendere una posizione personale pubblica sul grado di post-produzioni delle proprie foto, basta leggere la discussione che invita a rispettare le regole |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 8:43
Mi è capitato di presentarmi, dichiarare l'intenzione della foto, avere il permesso di fotografare la/le persone. La foto, nel caso di assenso ricevuto allo scatto, poi l'ho inviata ai diretti interessati, dichiarando esplicitamente che non l'avrei mai pubblicata...E ho cancellato il file. In altri casi, non l'ho fatto nemmeno dopo: gli attimi di "infinito istante" catturati/immortalati per strada, senza permesso, erano cosi' intimi, cosi' belli unici e personali che forse sarebbe stato meglio farli scorrere e basta, perderli come " lacrime nella pioggia". La fotografia per me è fermare il tempo, allontanare la morte e l'oblio un attimo ancora. Meglio forse, per me, concentrarmi su stanze vuote e sulla luce dimenticata. Grazie a tutti per i consigli e la pazienza nel leggermi e rispondermi. |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 10:31
Alberto quando le "lacrime" non vengono condivise, mostrate a qualcuno, conservate è davvero il momento in cui davvero diventano "perdute nel tempo" |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 14:14
@Michelangelo Grazie per le indicazioni, i suggerimenti e le tue gentili parole nei miei confronti. Ci penso e ci lavoro su. Se il volto è lo specchio dell'anima, passero' dall'anima...all'anime. |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 14:30
purtroppo non ritrovo l'articolo praticamente un noto fotografo francese, per evitare la legge francese, pubblicava i suoi libri con un editore UK in edizioni per il mercato britannico dove le leggi sulle foto in pubblico sono molto più permissive e non avere rogne, tanto i libri esteri si possono trovare ovunque sia online che in libreria |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 14:32
“ un ritratto non può essere rubato. „ Per me vale l'opposto: un ritratto non può non essere rubato. Cerco di spiegarmi: per "rubato" non intendo necessariamente gli scatti di street, o comunque quelli realizzati con soggetti inconsapevoli d'essere ripresi, ma anche - persino nei ritratti in posa, in studio - quell'espressione del soggetto, ovviamente consapevole e partecipe, che comunque riesce a rivelarne in qualche modo l'anima, il sentimento, ad evocare qualcosa che non sia soltanto la riproduzione di un volto e la sua avvenenza. In questo senso, intendo "rubata" ad esempio l'espressione della "Monna Lisa" di Leonardo, che di sicuro non è stata immortalata in 1/250"... Vedo molte immagini di splendide fanciulle che però, a parte il semplice fatto d'esser tali, per qualche anno o decennio, non trasmettono nulla: sguardi vuoti, espressioni stereotipate, sorrisi forzati. Raramente riesco a vedere qualcosa che vada oltre, qualcosa in cui chi ha fatto click è riuscito a comunicare di più di un buon esercizio di tecnica di ripresa. Ecco, in questo senso per me un (bel) ritratto deve essere almeno un pochino... rubato. |
| inviato il 05 Giugno 2024 ore 14:56
si, ma il soggetto non può essere inconsapevole. nel momento in cui è consapevole, sa di essere stato fotografato. |
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