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Uniformità di una serie di foto e cifra stilistica


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avatarsupporter
inviato il 14 Gennaio 2024 ore 22:15

Buonasera, apro questo post per soddisfare una mia curiosità sulla post produzione di immagini scattate anche in tempi diversi, a soggetti diversi. Ci sono fotografi che applicano più o meno lo stesso preset a tutte le loro immagini, così facendo ottengono un'uniformità stilistica (non importa quanto questa sia originale), anche se si tratti di panorami, ritratti ambientati o street etc... Allora mi chiedo, quel determinato preset, come è possibile che si adatti al meglio, o meglio che faccia rendere al meglio qualsiasi foto? In questo caso, non si rischia di eliminare ottime foto che, ad esempio uscirebbero o troppo scure o troppo slavate o con luci bruciate etc... Io di solito quando spippolo un'immagine mi preoccupo solo di quella, cercando di darle un'impronta che mi soddisfi e non accetto grandi compromessi per farla stare insieme alle altre. Ma forse sono solo un casinista che fa un grosso potpourri. Quindi chiedo: quali compromessi siete disposti ad accettare per mantenere la vostra cifra stilistica? Insomma, voi "bravi" scartate le foto che non possono rendere bene entro certi canoni?

Forse la domanda è stupida. Grazie a tutti quelli che vorranno rispondere ma anche solo a chi avrà dedicato il suo tempo a leggere il post.

avatarsenior
inviato il 14 Gennaio 2024 ore 23:53

Vedendo in generale quello che hai pubblicato, secondo me dovresti preoccuparti prima della tipologia di foto che vuoi fare. Avevo già letto che lo fai da semplice amatore e magari ti piace fotografare un po' di tutto. Legit.
Ma la questione stilistica, dal momento che te la poni, penso che vada prima ricercata in quel che vuoi esprimere principalmente e quindi capire a cosa dedicare i tuoi scatti. La faccenda post/preset penso sia solo uno step di realizzazione, ma prima devi sapere su cosa vuoi concentrarti quando fotografi. Mischiare troppe cose, per come la vedo io, ti allontana dall'affinare uno stile.

avatarjunior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 5:29

Personalmente, quando mi dedico ad un progetto ho già in mente il 'mood' (cioé le emozioni che guidano la sua realizzazione) e parto da lì per sviluppare una serie di preset specifici. Ovviamente il primo preset potrebbe presentare aspetti ulteriormente migliorabili (non immediatamente visibili), quindi ne creo diverse versioni successive.

Provo questi preset su varie immagini dello stesso progetto, ricorrendo ad aggiustamenti specifici per ogni immagine (esposizione, contrasto, WB, dominanti, ecc). Alla fine di tutto, quando sono quasi pronto per la stampa, le rivedo in rapida carrellata (oppure le 'monto' su un foglio come provini usando PS) e mi rendo conto se ce ne sono alcune che richiedono ulteriori interventi.

avatarsenior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 8:05

post produzione di immagini scattate anche in tempi diversi, a soggetti diversi. Ci sono fotografi che applicano più o meno lo stesso preset a tutte le loro immagini, così facendo ottengono un'uniformità stilistica
… oppure mascherano una sostanziale assenza di contenuto.

Personalmente non mi sono mai posto il problema di uniformare visivamente TUTTI i miei singoli scatti. E difendo questa scelta.

La post produzione è uno degli strumenti che abbiamo per dire quel che vogliamo dire con una fotografia. Va usata consapevolmente e in modo differenziato per rafforzare il contenuto, che evidentemente non è sempre lo stesso.
Io non costruisco immagini in studio, le incontro in giro. E ogni soggetto chiede di essere fotografato perché testimonia qualcosa di particolare. Non ha senso, per me, trattare tutto allo stesso modo.

Molto diverso è il discorso su una serie fotografica dove invece la coerenza visiva interna è importante, perché in quel caso ogni singola foto è come il capitolo di un romanzo.

Per queste ragioni non mi sono costruito preset, ma in una nuova serie cerco da zero una soluzione visiva che mi soddisfi e che applico a tutte le immagini che la compongono.


avatarsenior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 10:06

Da praticante principalmente di scatti singoli non mi preoccupo mai di dare omogeneità con preset o similari. Peraltro non pratico nemmeno particolare post produzione per cui nemmeno mi si presenta il problema se non esclusivamente nei limiti della scelta BN o colore.
Può capitarmi qualche sessione di ritratto e/o di eventi o manifestazioni in cui una certa omogeneità della serie risulta opportuna, salvo poi "isolare" la scatto che può interessarmi in particolar modo.
Credo che a livello professionale chi lavora per serie si preoccupa giustamente in tal senso, anche per velocizzare ed ottimizzare il lavoro.
Noi poveri fotoamatori possiamo permetterci il lusso di vezzeggiarsi le nostre foto una ad una. Anche perchè generalmente nel corso degli anni cambiamo gusti e, per i pochi autoriali, anche cifre stilistiche.
Altri possono ovviamente ragionare diversamente, ciascuno segue la propria strada, ragione per cui posso solo dirti di procedere come meglio ritieni e guardare se i tuoi risultati ti soddisfano o meno. Magari mettine insieme un po e guardandole capirai subito se la cosa ti soddisfa o meno.

Quindi chiedo: quali compromessi siete disposti ad accettare per mantenere la vostra cifra stilistica? Insomma, voi "bravi" scartate le foto che non possono rendere bene entro certi canoni?

Ecco questo è un concetto che faccio fatica a comprendere. Normalmente riesco sempre a previsualizzare uno scatto ed ho abbastanza l'idea di quello a cui vorrò arrivare. Ma se uno scatto non mi soddosfa per il contenuto non è che cerco chissà cosa in post. Ho abbandonato da un bel po l'effetto wow per cui non interessandomi prima ritengo che sia abbastanza facile per me non interessarmene nemmeno dopo.
Dipende comunque anche da cosa si pratica; alcuni generi si prestano maggiormente di altri all'uso di preset e/o ad una certa omogeneità di contenuto.


avatarsenior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 12:35

Applicare la stessa PP a tutte le proprie foto vuol solo dire auto-limitarsi. Più che una scelta stilistica la vedo come una forma di pigrizia.

Non necessariamente.
Ai tempi della pellicola la scelta era finalizzata al risultato finale e, sopratutto nel colore, vi sono stati molti fotografi autoriali che ne hanno fatto il loro timbro e non avrebbero mai cambiato quel particolare rullino per nulla al mondo.
Lo stesso può accadere con il digitale, ovviamente mutando le condizioni.
Non esiste una regola universale.

avatarjunior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 13:03

Ma se uno scatto non mi soddosfa per il contenuto non è che cerco chissà cosa in post.

Riassunto perfetto.

Applicare la stessa PP a tutte le proprie foto vuol solo dire auto-limitarsi.

Sono d'accordissimo anche su questo; progetti diversi richiedono estetiche diverse.

Ai tempi della pellicola la scelta era finalizzata al risultato finale e, sopratutto nel colore, vi sono stati molti fotografi autoriali che ne hanno fatto il loro timbro e non avrebbero mai cambiato quel particolare rullino per nulla al mondo.

E' certamente vero ciò che affermi, ma è altrettanto vero che si sceglievano i rullini anche in base alla resa che si voleva ottenere e questa cambiava in relazione all'idea di fondo.

avatarjunior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 13:31

Slow_Foto difatti trovo le tue foto interessanti MrGreen

avatarsenior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 17:15

Non è che si possa creare uno stile scegliendo o creando il preset giusto. Intanto non so neanche troppo bene cosa significhi "stile". Diciamo che quando metto insieme un fotolibro, come mi capita di fare neanche troppo spesso, parto da immagini che possano stare insieme tra di loro in modo armonico (qualunque cosa significhi questo termine). Di solito ne ho sottomano tra varianti e immagini per le quali sono indeciso su quale sia meglio inserire, almeno il doppio o il triplo di quelle che poi finiranno nel fotolibro (ovviamente ne ho già scartate prima un numero molto più grande per arrivare a queste). A quel punto provo a visualizzarle in sequenza sul monitor e cerco di capire se sono immagini che possono stare insieme. Alcune le scarto perchè anche se sono, diciamo così "in tema" però non possono stare con le altre per motivi vari (magari, banalmente, perchè hanno un rapporto di aspetto che non sta bene in quel libro e non sono croppabili senza ammazzarle). Altre le tengo ma mi rendo conto che bisogna modificarne parecchio la postproduzione (renderle più chiare o più scure, modificare i colori, il contrasto). A quel punto le riprendo tutte per sistemarle per la stampa, il che significa soft proof, ma perchè la soft proofing funzioni spesso c'è da intervenire a monte: contrasto generale dell'immagine, curve, forse livelli, eventuali vignettature (non sono un fanatico della vignettatura aggiunta ma a volte ci vuole). E vado avanti così finchè non ho la percezione che le immagini siano ok, vedendole sul monitor.
A quel punto mando a stampare una bozza e del fotolibro e quando mi arriva quasi sempre qualche ritocchino alla post di qualche immagine c'è da farlo. Seconda bozza, di solito va bene, altrimenti ne faccio pure una terza.
Fotolibro finito, se ho lavorato bene sembra che ci sia una "uniformità stilistica". In realtà è solo che le immagini non fanno troppo a cazz0ti tra di loro, grazie al fatto che mi sono fatto un po' il kulo prima di mandarle in stampa.
Preset? Il preset ce lo devi avere nel cervello, mica nella fotocamera...
(IMHO, natürlich...)

avatarsupporter
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 20:14

Grazie a tutti dei commenti, ottimi spunti. Scusate ma ho poco tempo per scrivere alcune impressioni che mi richiedono ancora un po' di riflessione

avatarjunior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 21:20

Provo a dire la mia…

Di solito parto dal tema e dall'idea base che voglio sviluppare e poi scelgo il linguaggio che ritengo appropriato al contenuto che voglio mostrare/condividere.

Una volta che si ha deciso il cosa raccontare, la fase di decisione del come raccontarlo è certamente importante. Non parlo solo di post-produzione ma anche di tutto ciò che è necessario pensare prima della fase di scatto. Io scatto fotografie di paesaggio antropico e ho tutto il tempo per pensare e ripassare nei luoghi che mi interessano, per altri generi magari questo processo proposto non è applicabile così facilmente. Scegliere il linguaggio da utilizzare è complesso perché non sono in grado di padroneggiare gli innumerevoli linguaggi fotografici possibili.

Le fotografie non devono avere lo stesso stile, ma preferisco pensare che debbano essere coerenti e mostrare al meglio la nostra idea.

Mettersi al pc e smanettare senza avere una idea ben precisa in testa, non mi porta mai a nulla di buono. Nella stragrande maggioranza dei casi già durante (molto spesso anche prima) ho idea di cosa voglio ottenere. Questa non significa che lo otterrò ovviamente Triste

Io però non scatto foto “singole” ma solo progetti personali che trovo molto più stimolanti. Trovo magnifico mettere le stampe sul tavolo, guardarle e selezionarle per costruire il lavoro, come tanti mattoncini lego. Mettendo le foto stampate sul tavolo riesco molto velocemente a scartare quelle non coerenti e rimango meno attaccato alle immagini che, magari mi piacciono moltissimo, ma risultano deboli contestualizzate nel progetto.

avatarsupporter
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 21:36

Quindi Luca, sicuramente finisci per scartare immagini buone e valide che però esulano, non tanto per contenuti, ma per unità stilistica dalla serie? Impossibile per me... ma io non ragiono a serie, e questo mi è stato fatto notare anche a letture portfolio, dove alla fine, i riconoscimenti li ho avuti solo per foto singole.

avatarsenior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 22:13

Se le foto vanno a far parte di un progetto, in genere (ma nemmeno sempre) hanno o dovrebbero avere un mood uniforme. Ma è da vedere caso x caso

avatarjunior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 22:34

@slow_foto

se l'obiettivo è un libro fotografico o una mostra, per esempio; se la foto "non ci sta" nel contesto la scarto per quel lavoro.
Poi se la voglio mostrare come foto singola sono sempre libero di farlo; ma alla fine quest'ultima possibilità non mi interessa più di tanto.

Una curiosità, se non ragioni a serie, diciamo a tema o a progetto, perchè presentare i lavori come portfolio se non lo sono? E' chiaro che un lettore competente riesce a vedere che le foto non seguono un filo narrativo, non sono state pensate per questo; seppur magari bellissime.

avatarsenior
inviato il 15 Gennaio 2024 ore 22:53

In tempi di sovrapproduzione di immagini, di intelligenza artificiale, di attrezzature super performanti, si tende a prestare più attenzione al "perché" invece che al "come", ai progetti invece delle singole immagini. I progetti devono avere un uniformità estetica, di stile, in modo cha a chi li guarda appaiano come un unica entità. I progetti tra loro non devono avere necessariamente lo stesso stile, la stessa estetica. Come già scritto, prima si sceglie il progetto, perché lo si vuole realizzare e in seguito lo stile, o meglio ancora il linguaggio fotografico che riteniamo più efficace.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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