| inviato il 07 Gennaio 2024 ore 16:50
Buongiorno a tutti,
la faccio breve: ho fondato con altri membri un'associazione fotografica nel 2014 con lo scopo di creare un situazione "popolare" con la sola mission di accogliere appassionati. Non essendo la sola nella città, si è cercato di non entrare in quel circolo vizioso dei finti puritani della fotografia o comunque di dare spazio a tutte quella persone che non si sentivano di partecipare ad associazioni storiche e di valore affermato.
All'inizio, con la raccolta di 100 iscritti, abbiamo avuto una frequentazione settimanale di 40 frequentanti abituali.
Il mio impegno è sempre stato quello di creare spunti di confronto, ospitare professionisti e organizzare uscite o workshop con specialisti di settore.
Durante le classiche serate portfolio, la parola d'ordine era smorzare le critiche non costruttive, inutilmente pignole, e spingere il relatore a condividere anche la sua esperienza umana che lo hanno portato allo scatto e alla sua scelta.
Grandi attività, gratificanti riscontri tanto da ricevere richieste di serate anche da marchi del settore per la presentazione di prodotti.
Poi arrivò il covid e tutto cambiò: 8 persone partecipanti e nessun nuova richiesta di adesione. Come noi anche le altre associazioni vivono la stessa crisi esistenziale...
Mi sono fatto delle idee in merito, dal cambio di esigenze al fatto che abbiamo imparato (forse proprio durante il lockdown) a diventare autonomi nell'utilizzo di social e tutorial hanno fatto sì che tutto il paradigma cambiasse.
Avete avuto esperienze simili?
Dato che non vorrei chiudere un'associazione che fatica a trovare una sua collocazione, voi oggi cosa vi aspettereste da un luogo di incontro per appassionati (perché di quello si parla)?
Grazie a voi, ogni riscontro sarà utile per me e per altri nella mia stessa situazione e sarà di ispirazione per trovare la nuova giusta strada.
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| inviato il 07 Gennaio 2024 ore 17:42
Non ho assolutamente esperienze in merito (molti anni fa ero iscritto ad un circolo fotografico della cintura torinese , ma dopo pochi anni non rinnovai più) tuttavia mi riesce difficile credere che la "disaffezione" degli iscritti sia un lascito del post-covid , non direttamente almeno .
Nel senso che non credo che sussista ancora la paura dell'assembramento e della prossimità , che credo ormai superato.
Forse , il periodo di isolamento ha fatto scoprire alle persone una sorta di "autosufficienza" , come da te ventilato e posto che comunque , a mio modesto avviso e come ho già avuto occasione di dire , ritengo il fotoamatore già di suo un "lupo solitario ".
Temo che nella fattispecie il processo sia irreversibile proprio a causa del rapidissimo e ormai inarrestabile dilagare di Forum , tutorial, social e quant'altro nel web : ci si può confrontare e si può imparare senza muoversi da casa e questo, in buona parte , viene incontro alla naturale e sempiterna pigrizia umana .
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| inviato il 10 Gennaio 2024 ore 8:54
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| inviato il 10 Gennaio 2024 ore 10:32
Ciao
Tema che mi tocca molto, essendo anch'io nel direttivo di un'associazione APS,
e non posso che confermare le difficoltà che hai esternato, e che il covid ha moltiplicato.
Le difficoltà per mantenere viva un'associazione sono tante a cominciare dall'aspetto burocratico.
Noi ci siamo costituiti nel 2012, e le cose erano più semplici, col passare degli anni sempre più complesse, e stare in piedi è sempre più dura, bisogna avere necessariamente uno zoccolo duro (un team) che si aiuta a tenere viva l'associazione.
Cerchiamo quanto più possibile di essere propositivi con i soci coinvolgendoli in molteplici attività e ne proponiamo davvero tante, non è facile coinvolgere tutti e magari avvicinare anche nuovi soci, ma ci proviamo.
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| inviato il 10 Gennaio 2024 ore 14:46
al circolo fotografico che frequento è stato messo su un sistema per fare eventi online su piattaforma zoom, mediamente abbiamo lo stesso numero di gente in presenza e online alle serate.
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