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Il mio Bramito


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Il mio Bramito, testo e foto by Massimiliano82. Pubblicato il 27 Settembre 2023; 14 risposte, 951 visite.


Mi avvicinai a quella che viene definita "caccia fotografica" grazie ad un amico, che ringrazio di cuore, il quale mi fece provare questa esperienza qualche anno fa nella valle dell'appennino romagnolo dove siamo cresciuti, chiamata Val Bidente, dall'omonimo fiume.
Già da ragazzo frequentavo spesso i boschi e i fiumi di questo angolo d'Italia, dove nel 1993 fu istituito il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, che si sviluppa a cavallo tra Emilia Romagna e Toscana, sulla dorsale appenninica che separa le due regioni.
Nonostante queste prime frequentazioni, l'amore intenso per gli ambienti naturali che danno vita a questo pezzo di Romagna e per le straordinarie creature selvatiche che la abitano, si manifestò più chiaramente in me solamente con il sopravanzare dell'età, forse perché prima, come la maggior parte dei giovani, avevo altri interessi o altre priorità.
Comunque non considero questo un male, oppure una perdita di tempo ma anzi, un'opportunità.
Sì, perché questo amore arrivò accompagnato dalla scoperta del mondo della fotografia, non che io prima di allora non avessi mai scattato una foto in vita mia, ma mai con un attrezzatura che andasse oltre ad un telefono cellulare o ad una macchinetta compatta, men che meno avevo mai sentito parlare di post produzione.
In ogni caso il connubio natura-fotografia mi portò a praticare quasi esclusivamente il genere fotografico che viene definito naturalistico, e nel caso specifico del bramito del cervo, a quella che alcuni chiamano appunto caccia fotografica.




Veniamo quindi al nocciolo della questione, cioè alla stagione degli amori del cervo nobile, lo scorso autunno ho avuto la possibilità di dedicare parecchio tempo alla ricerca di questi meravigliosi animali e ho avuto la fortuna di assistere, in una sola stagione riproduttiva, a diversi cervi in bramito, ad un combattimento tra due grossi maschi e, dulcis in fundo, ad un accoppiamento.
Di conseguenza tutte le fotografie che ho deciso di includere in questo articolo sono state da me realizzate in un arco di tempo che va dall'ultima settimana del mese di settembre 2022 ai primi giorni del mese di novembre 2022, e tutto questo nella splendida cornice del Parco Nazionale Foreste Casentinesi.




Sono state poche settimane, che penso però rimarranno nella mia memoria a lungo perché, a parte per il freddo che ho patito durante i vari appostamenti, mi sono emozionato e anche divertito un sacco, e per questo motivo voglio raccontare un'episodio nel quale mi sono ritrovato durante un appostamento pomeridiano: mi ero sistemato a metà costa del crinale, in una zona di pascoli aperti dove spesso erano presenti anche alcune vacche, in alto alle mie spalle la cresta del crinale con vegetazione rada e in basso davanti a me il fosso nascosto nel fitto del bosco, da dove avevo notato, nei giorni precedenti, le cerve uscire allo scoperto al calar del sole, per risalire i pascoli dal basso verso l'alto.
Ma quel giorno fu un nutrito branco di cinghiali, con numerosi piccoli, a fare capolino e a venirmi incontro, scattai qualche foto fino a quando il gruppo non mi fu così vicino (pochi metri) che dovetti rimanere immobile per non spaventarli e farli scappare, immediatamente mi oltrepassarono, alcuni su un fianco e alcuni sull'altro, al che girai la testa per vedere che non mi venissero addosso proprio dal di dietro, ma un adulto si allarmò per il mio movimento. Il sole era basso sulla cresta del crinale e il cinghiale allarmato prese a correre in discesa, verso il fosso dal quale erano risaliti poco prima, tutto il branco lo seguii e i piccoli si misero a correre tutti raggruppati e stretti l'uno all'altro, gli ultimi raggi di sole del giorno illuminavano la pelliccia dei cuccioli, che assumeva riflessi color oro, e la sensazione che provai in quell'istante fu quella di aver un fiume dorato che mi scorreva sul fianco verso la parte bassa del pascolo.
Fu meraviglioso, e mi godetti il momento senza riprendere nemmeno in mano la macchina fotografica per cercare di fotografare la scena, non avrei mai immaginato che uno dei momenti più emozionanti di quei giorni l'avrei vissuto con un branco di cinghiali.
Comunque ora, mi soffermerò un attimo a dare qualche informazione di carattere generale su questa bellissima creatura di nome cervo e, per chi non lo conoscesse, cercherò di descrivere un poco più nel dettaglio, l'argomento bramito.
Buon proseguimento di lettura.




Il cervo nobile deve il suo nome al suo portamento fiero ed elegante, in origine animale amante dei grandi spazi aperti, attualmente è costretto a rifugiarsi nei boschi e nelle foreste a causa delle attività umane.
E' un' animale sociale, vive in branchi e mantiene una struttura sociale di tipo matriarcale basata sul gruppo familiare costituito da una femmina adulta, il suo cerbiatto dell'anno e quello dell'anno precedente.
I cervi maschi praticano la poligamia, infatti come descritto in questo articolo, formano i cosiddetti "harem" durante la stagione del bramito, portano in capo strutture ossee chiamate palchi che l'animale perde ogni inverno e che terminano di ricrescere ogni estate, per questo motivo al cervo viene attribuito il simbolo della rigenerazione vitale.




La stagione degli amori del cervo nobile prende il nome dal possente vocalizzo intonato dal maschio della specie, chiamato appunto bramito, una via di mezzo tra il muggito di una vacca e il ruggito di un leone (una volta mi è capitato di ritrovarmi da solo in appostamento nel fitto del bosco senza accorgermi di avere un cervo maschio a poche decine di metri di distanza da me fino a quando non sono stato scosso dall'improvviso e potente verso dell'animale che mi ha fatto quasi venire un accidente dallo spavento perché non me l'aspettavo) e questo verso ha un duplice scopo, quello di attirare le femmine ed invitarle all'accoppiamento ma soprattutto quello di comunicare con gli altri esemplari maschi nelle vicinanze, infatti più il suono prodotto è forte e profondo, maggiore è la stazza e la prestanza fisica dell'esemplare che lo emette.
Questo è di vitale importanza per i cervi maschi che in questo modo si affrontano a distanza "a voce", preservando le preziose energie che sarebbero altrimenti dissipate attraverso uno scontro fisico diretto e limitando i rischi (ferite più o meno gravi) legati al combattimento vero e proprio, che comunque troverà luogo nel caso in cui la diatriba non venga risolta dallo scontro verbale.




Durante il corso dell'anno i cervi maschi tengono un comportamento abitudinario, cioè occupano una porzione di territorio prestabilita e salvo imprevisti (presenza di lupi o attività antropiche per esempio) non si spostano dalla loro zona, e svolgono le loro attività, come la ricerca di acqua e cibo quasi esclusivamente in orario notturno per avere una maggiore certezza di non incontrare umani sul loro percorso.
Ma nel periodo degli amori le cose cambiano, infatti i maschi adulti divengono scontrosi e irascibili, si spostano su nuovi territori mettendosi alla ricerca delle femmine per radunare i propri harem, che difenderanno strenuamente dai rivali.
Solitamente un harem di cerve può raggiungere un massimo di venti unità perché un numero maggiore inizierebbe ad essere problematico da gestire e da difendere per il maschio dominante, il cui compito è molto dispendioso a livello fisico, tanto che generalmente l'animale non riesce a riposare e ad alimentarsi per più di un mese.
Per questo motivo un harem può essere mantenuto e difeso solo da cervi di 8-10 anni, nel pieno del vigore e della prestanza fisica.
Per il cervo che riesce in tutto questo, arriva finalmente la meritata ricompensa, la possibilità cioè di tramandare il proprio corredo genetico alla nuova generazione.
Nella maggioranza dei casi gli accoppiamenti avvengono durante le ore notturne, quando gli animali sono minormente disturbati dalle attività e dalle presenze umane, ma in rari e fortunati casi (come è accaduto a me) è possibile assistervi anche durante le ore diurne.




Per tutta la durata del periodo riproduttivo i maschi odorano l'aria nei pressi dell'harem aiutandosi con la lingua, che permette loro di "assaggiare l'aria" (riescono in questo modo a percepire la presenza di sostanze chimiche disciolte nell'aria, emesse dall'apparato riproduttivo femminile delle cerve) così da poter individuare le femmine ricettive, che sono cioè pronte per l'accoppiamento.
Al termine del periodo del bramito sia i maschi che le femmine ritorneranno alle loro rispettive abitudini, i primi formando generalmente gruppi composti da pochi individui e le seconde raggruppandosi invece in branchi formati anche da decine di esemplari, compresi i giovani nati nella passata stagione primaverile.
Dopo il periodo del bramito un cervo maschio dominante che ha difeso e che si è accoppiato con le femmine appartenenti al suo harem, può arrivare a perdere il 30% del suo peso corporeo e in queste condizioni di scarso vigore fisico dovrà affrontare la stagione invernale, con tutte le difficoltà che comporta.
Per questo motivo e, come dicevamo prima, a causa dell'enorme dispendio energetico al quale sono stati sottoposti, tra tutti i cervi maschi adulti che hanno preso parte alle lotte riproduttive, non tutti riusciranno a sopravvivere fino alla successiva stagione degli amori, ma i più sani e resistenti espanderanno nuovamente i loro possenti vocalizzi nei crinali e nelle vallate dell'appennino tosco-romagnolo anche durante il periodo del bramito del prossimo anno.




In conclusione, è mio dovere precisare che questo articolo ha preso forma dal book fotografico cartaceo intitolato "Il Bramito nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna" che ho creato a seguito della stagione riproduttiva del cervo 2022 e che ho terminato di redigere a gennaio 2023

Confidando che questa breve lettura sia stata di vostro gradimento, auguro a tutti un Buon Bramito!

Massimiliano



Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 27 Settembre 2023 ore 17:30

Come specificato a fine articolo, "Il Bramito nel parco nazionale Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna" è un book fotografico cartaceo e anche formato PDF, contenente molte più foto di quelle che ho potuto inserire in questo articolo, perciò chi fosse interessato a riceverne una copia mi può contattare tramite messaggio privato ;-)

avatarsupporter
inviato il 09 Ottobre 2023 ore 12:57

Ciao Massimiliano, articolo molto interessante e foto spettacolari, complimenti!
In queste settimane sono venuto diverse volte nel PNFC per fotografare gli anfibi e per farmi qualche bella passeggiata "lontano dal mondo", ma nei prossimi giorni vorrei sfruttare il periodo per provare ad appostarmi, hai qualche posto da consigliarmi?

avatarsenior
inviato il 09 Ottobre 2023 ore 14:50

Io sono originario della zona e ogni tanto vado nel parco ma ho sempre avuto poca fortuna per il bramito.. ottimo articolo comunque

avatarsupporter
inviato il 09 Ottobre 2023 ore 15:36

Io sono originario della zona

Per arrivare a Badia Prataglia ci metto una 45ina di minuti, magari una volta organizziamo un'uscita insiemeMrGreen

avatarsenior
inviato il 09 Ottobre 2023 ore 15:42

Io sono della parte casentinese, ogni tanto vado sopra pratovecchio/lonnano o moggiona..

avatarsupporter
inviato il 10 Ottobre 2023 ore 8:21

vado sopra pratovecchio/lonnano o moggiona..


Queste zone le conosco poco, io di solito vado in zona Fangacci, Lama, la Verna, se ti va possiamo provare ad organizzare un'uscita qui su JuzaMrGreen

avatarsenior
inviato il 10 Ottobre 2023 ore 15:47

Si potrebbe fare ma io lavoro nei week end e sono libero durante la settimana MrGreen

avatarsupporter
inviato il 10 Ottobre 2023 ore 17:09

Si potrebbe fare ma io lavoro nei week end e sono libero durante la settimana MrGreen


Azz... Allora mi sa che sarà duraTriste

avatarsenior
inviato il 11 Ottobre 2023 ore 8:54

Bell'articolo, molto interessante.
Complimenti per le foto.
In una ventina d'anni che giro tra Campigna e Badia quasi ogni weekend, non son mai riuscito a beccare una situazione lontanamente simile alle tue…
A dirti il vero, più di una volta mi è capitato di non vedere manco una salamandra e appena metto via tutto, salgo in macchina, ecco che si fa vedere il branco.

Per l'uscita, tenetemi in conto, mi farebbe piacere per una volta andarci con qualcuno che è interessato alla fotografia.
Con un po' di preavviso si fa anche durante la settimana.

avatarjunior
inviato il 11 Ottobre 2023 ore 18:32

Ragazzi grazie per il vostro apprezzamento, mi fa molto piacere trovare riscontri positivi verso questo mio articolo e per le foto che vi ho inserito.
Questa stagione degli amori del cervo sta volgendo al termine ma non escludo che sia ancora possibile fare qualche bell'incontro fino alla fine del mese di ottobre, però consiglio di evitare il fine settimana se possibile, perchè la maggior presenza di escursionisti e ciclisti rende più difficile gli avvistamenti.
Io frequento il versante romagnolo del parco e conosco poco quello toscano perciò posso consigliare, come zona per provare a portare a casa qualche scatto con soggetto fauna selvatica, l'altopiano di San Paolo in Alpe (località Corniolo) e i suoi pascoli e crinali limitrofi, luoghi tra l'altro ottimi anche per il bramito del daino che è nel suo pieno proprio in questo periodo ;-)

avatarsenior
inviato il 11 Ottobre 2023 ore 21:40

Ah San Paolo! E i suoi daini.. una notte ci ho dormito in mezzo! E la mattina saranno stati una 50ina, ho anche qualche foto in galleria.. in effetti vorrei tornarci.

avatarsupporter
inviato il 22 Dicembre 2023 ore 11:50

Bell'articolo ed ottime scene ben riprese. ;-)
Complimenti, Mario

avatarjunior
inviato il 22 Dicembre 2023 ore 14:12

Bell'articolo e belle foto!
Ciao

avatarjunior
inviato il 23 Dicembre 2023 ore 13:51

Mario,
Massimo,
felice di leggere i vostri commenti positivi.
Ciao e grazie.





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