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Dalla giungla al deserto


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Dalla giungla al deserto, testo e foto by Luigi Monti. Pubblicato il 01 Giugno 2023; 6 risposte, 1504 visite.


Raccontare un viaggio è sempre difficile, raccontare un viaggio iniziato nella giungla e terminato nel deserto, passando per i ghiacciai, è impresa ancor più ardua soprattutto, se come me, non si è bravi con le parole.
Decolliamo da Roma in direzione Iguazù via Madrid e San Paolo.
Le lunghe ore di volo scorrono veloci tra un sonnellino ed il sogno di un viaggio che si sta realizzando.
La prima tappa è Iguazù con le sue imponenti cascate divise tra Brasile e Argentina.
Atterriamo nel piccolo aeroporto internazionale di Foz do Iguazù in Brasile e ci dirigiamo in macchina a Puerto Iguazù in Argentina, la cittadina più grande nelle vicinanze delle omonime cascate patrimonio dell'UNESCO e considerate tra le 7 meraviglie naturali del mondo!
Originate dall'incontro dei fiumi Iguazù e Paranà contano 275 cascate alcune delle quali raggiungono gli 80 metri di altezza, creando uno spettacolo impossibile da descrivere a parole!
La nostra visita inizia dal lato brasiliano, l'ingresso al Parque National do Iguazù costa 83 Real corrispondenti a circa 15 € e permette l'accesso ad un percorso molto semplice, di circa 1 km, che regala però una vista delle cascate veramente spettacolare!
Arriviamo la mattina presto per evitare la calca dei turisti che ogni giorno affollano il Parco, ma soprattutto perché la luce mattutina regala un continuo spettacolo di arcobaleni e giochi di luce!
Le mie velleità artistiche si spengono non appena ci rendiamo conto che nonostante sia ancora presto, i turisti sono già tantissimi, ma il paesaggio è talmente incredibile che qualche scatto interessante ci scappa lo stesso!


La visita scorre veloce, ed avendo il pomeriggio libero, decidiamo di fare una piccola passeggiata nella giungla missionaria alla scoperta del popolo Guaranì.
Questo popolo vive da sempre nella giungla ed anche se dispone di molte "modernità" come la corrente elettrica e l'acqua, conserva uno stile di vita semplice e spartano.
Vivono di artigianato, allevano polli e galline, cacciano, coltivano piante da frutto e cercano per quanto possibile di resistere alle sirene della modernità e del turismo di massa che sta affollando queste zone e che richiama sempre di più i giovani Guaranì.


Il giorno successivo lo passiamo a visitare il lato argentino delle cascate, l'ingresso al Parque Nacional Iguazù costa 5500 pesos argentini (circa 20€) ed è molto ordinato e ben organizzato.
Mentre aspettavamo l'apertura del Parco, ho avuto il mio primo ed unico incontro con il mitico Tucano, che si muove prevalentemente la mattina presto o la sera tardi prediligendo i rami degli alberi più alti per le sue soste.
Una volta entrati prendiamo di corsa il trenino che attraversa il Parco e dopo circa mezzora scendiamo al capolinea. Siamo i primi e decidiamo di giocarcela facendo una fuga verso la Garganta del Diablo, lo spettacolare salto di 80 metri a forma di "U" che il Rio Iguazù compie proprio di fronte alla fine del percorso che avevamo visto il giorno precedente dal Brasile.
Solamente i Coati, dei simpaticissimi animaletti simili ai procioni, tentano di ostacolare la nostra corsa, ma qui si respira l'aria dei miti del calcio e con abili dribbling riusciamo a schivarli, raggiungendo la meta in netto vantaggio sulla folla di turisti che pian piano sta arrivando alle nostre spalle.
Lo spettacolo è incredibile, colonne di acqua nebulizzata si alzano verso il cielo, sospinte da un bel vento che rende tutto più frizzante. Ci guardiamo intorno, siamo ancora soli e per una volta decido di lasciare la macchina dentro allo zaino e di godermi il momento fino in fondo, spalanco gli occhi, respiro, sono ad Iguazù!


Passiamo il resto della mattina percorrendo il paseo superiore e quello inferiore, da qui si può ammirare il salto Bossetti, set del film Mission, la famosa scena di Robert De Niro che scala la cascata è stata girata proprio qui, non so se mi spiego disse il paracadute!
Nel pomeriggio abbiamo in programma la "Gran Avventura" un giro in barca spettacolare che permette di vedere le cascate anche dal punto di vista più basso, quello del fiume... O meglio, questo è quello che credevamo noi! In realtà ci siamo ritrovati a fare una cosa in stile parco divertimenti, con la barca che non ti porta a vedere le cascate dal basso, ma ti ci porta proprio sotto, infradiciandoti fino al midollo! Con il senno di poi avremmo potuto tranquillamente evitare risparmiando tempo e denaro.
Il tempo che potevamo dedicaread Iguazù è purtroppo terminato e ci imbarchiamo per Ushuaia via Buenos Aires, arriviamo che è già buio e non possiamo ammirare a pieno lo spettacolo di questa città costruita tra le Ande ed il canale di Beagle.
La mattina veniamo prelevati in albergo da Bruno, la nostra guida di origini italiane che ci accompagna alla scoperta del parco nazionale Tierra del Fuego.
Si ma perché terra del fuoco che siamo alle porte dell'Antartide ed è un freddo becco nonostante sia solo autunno?
Perché quando Ferdinando Magellano raggiunse per primo queste sponde lontane, vide una quantità enorme di fuochi accesi lungo le coste dagli Indios Yámana, da qui il nome di Terra del Fuoco.
Anche in questo caso l'ingresso al Parco Nazionale costa 5500 pesos argentini (sempre 20€ circa) ed offre una quantità veramente ampia di spunti fotografici.


Le Ande che si riflettono nella acque placide dei numerosi fiumi e laghi, meriterebbero qualche scatto con cavalletto e filtri, ma dato che sono studiato, penso bene di lasciarli in albergo e mi accontento di qualche ricordo a mano libera. Numerosissime sono anche le specie di uccelli che popolano queste zone e con un minimo di cautela si riescono ad avvicinare abbastanza facilmente, riportando a casa qualche bel primo piano.


Arriviamo fino alla Baia Lapataia e lungo la strada incontriamo un meraviglioso esemplare di volpe rossa che ci osserva in piedi su un tronco, spettacolo! Prendo la macchina fotografica e ovviamente ho su il 18-55, lo cambio a velocità supersonica con il 70-300 fregandomene del vento e della polvere, e lei continua a starsene li ferma a fissarci, tolgo il tappo giusto in tempo per vederla andare via tra gli sfottò di mia moglie e della guida che si sono gustati tutta la scena in diretta.
Il pomeriggio abbiamo la navigazione lungo il canale di Beagle, ho letto pareri discordanti su questa attività e non so cosa aspettarmi, ma non facciamo tempo ad uscire dal porto di Ushuaia che vedo una balena passarci accanto! È la prima volta che le vedo in natura così da vicino e sono super felice!
Passano pochi minuti e vedo in lontananza degli spruzzi d'acqua davanti a me, altri alla nostra sinistra, altri ancora a destra, cavolo è pieno di balene!
Vederle da vicino, sentirle respirare è un emozione che mi porterò dietro a lungo!


Arriviamo al faro les Èclaireurs che segna il nostro "giro di boa" e tornando indietro ci affianchiamo all'isola degli uccelli, un piccolo isolotto popolato da migliaia di cormorani che vanno e vengono in continuazione, uno spettacolo!
Proprio li di fianco c'è un altro isolotto popolato questa volta da centinaia di leoni marini che se ne stanno tranquilli e beati, muovendosi lentamente e goffamente tra un verso e l'altro. Vedendoli in questo modo è quasi impossibile credere quanto possono essere veloci ed eleganti in acqua!
Passiamo la serata mangiando la famosa centolla, un granchione di dimensioni spropositate tipica di queste latitudini, una vera prelibatezza per gli amanti del genere.
La mattina è già ora di ripartire, saliamo sull'aereo che ci porterà ad El Calafate e dopo un'oretta e mezzo di volo siamo nel bel mezzo della steppa patagonica.
Qui il paesaggio cambia radicalmente e sembra quasi di essere finiti in un qualche deserto del nord America.
La steppa patagonica è enorme ed oltre alla flora tipica di questi ecosistemi, è possibile vedere una gran quantità di calafate, un arbusto sempre verde che produce delle bacche di colore blu molto utilizzate in cucina e per la produzione di liquori.
La cittadina di El Calafate è costruita sulle sponde del lago Argentino ed è il punto di partenza per le visite al Parco nazionale Los Glaciares, è piccola, molto tranquilla e carina, qui c'è la possibilità di fotografare fenicotteri, oche, falchi, ecc, semplicemente camminando lungo il lago, magari nel mentre andate a bervi una birra a La Zorra Taproom un micro birrificio con produzione propria, veramente di livello!
La mattina prendiamo l'auto e dopo aver percorso diversi km di steppa, iniziamo a vedere i contorni di un bosco, paghiamo i soliti 5500 soldi argentini a testa, ed entriamo sempre di più "all'ombra degli alberi".
Le virgolette sono d'obbligo, infatti piove a dirotto e la visibilità è scarsa, vuoi mica andare dall'altra parte del mondo e trovare anche tempo buono?!
La passeggiata è davvero alla portata di tutti, e nonostante la sfiga del meteo, lo spettacolo che ti si apre davanti è qualcosa di indescrivibile, specie per chi come me ha visto solamente la Marmolada ed il Grossglockner.
Il fronte che ci si apre davanti è un muro di ghiaccio largo 5 km ed alto 60 metri che sembra letteralmente venirti incontro, di un colore azzurro che in questa giornata grigia, sembra quasi rubato dal cielo.


Restiamo in contemplazione per un tempo indefinito, poi torniamo alla realtà e cavolo, è tardi!
Dobbiamo prendere il catamarano che ci porterà a vedere i ghiacci ancor più da vicino! La navigazione è breve, ma d'effetto e scendiamo felici.
Rientriamo in hotel e dopo una bella doccia andiamo a cena in centro, non prima però, di aver stalkerato qualche altro fenicottero con il 70-300.
La mattina siamo di nuovo in macchina in direzione Punta Banderas per imbarcarci con il tour "Solo Patagonia" che ci porterà ai piedi del ghiacciaio Upsala e del ghiacciaio Spegazzini dove ci fermeremo a pranzo nell'omonimo rifugio.
La crociera è ovviamente iper turistica, ma navigare tra enormi iceberg baciati da qualche timido raggio di sole è un'esperienza bellissima ed il paesaggio tutto intorno è mozzafiato. Anche gli spunti fotografici non mancano, nonostante a volte, sia necessario schivare qualche pseudo influencer in estasi da selfie.
Cavolo siamo in viaggio di nozze e per una volta facciamo i signori concedendoci il "Captain Club" che ci da la possibilità di mangiare durante la navigazione, ma soprattutto di bere tutto quello che vogliamo quante volte vogliamo, tanto non dobbiamo guidare e l'autofocus della Fuji dicono essere preciso e veloce!


Salutiamo El Calafate e dopo diverse ore di pullman entriamo in Cile dalla dogana di Rio don Guillermo, arrivando a Puerto Natales dopo 5 ore di viaggio.
A prima vista Puerto Natales mi da l'idea di essere un po' trasandato, invece percorrendo a piedi le strade del paese, si rivela carino ed accogliente.
Andiamo alla Europcar convinti di ritirare la classica Pandina con la quale dovremo raggiungere Torres del Paine ed invece ci troviamo a bordo di una fiammante Cherry Tiggo 8 Pro, un'astronave con tutti gli optional possibili ed immaginabili, ed un motore da 200cv nonostante siamo in Cile, La Cina è vicina!
Guido per un paio d'ore tra lunghe strade asfaltate che si interrompono improvvisamente lasciando posto a strade sterrate che sono comunque migliori della nostra E-45. La steppa patagonica inizia pian piano a fondersi con la montagna regalando un paesaggio eccezionale.
Arriviamo a Torres del Paine il 1° Maggio, in corrispondenza del primo giorno di chiusura dei sentieri per l'imminente arrivo dell'inverno. Non lo sapevamo, ma da oggi è possibile fare escursioni in montagna solo se accompagnati da una guida.
Torniamo in hotel e chiediamo alla reception se possono trovarci una guida per andare a las torres base, nel frattempo decidiamo di non perdere la mezza giornata a disposizione andando al Mirador Condor, infatti tutti i sentieri situati a quote più basse sono aperti anche in inverno ed è possibile percorrerli senza problemi.
Durante la salita ci rendiamo conto che tutto quello che avevamo sentito dire sulla forza del vento patagonico, non è una leggenda ma la dura realtà!
Mia moglie che pesa si e no 40 Kg con i vestiti addosso riesce ad avanzare a malapena, io perdo il tappo dell'obiettivo senza neanche accorgermene ed anche scattare a mano libera diventa difficile dovendo per forza alzare gli iso per ridurre i tempi... E meno male che secondo quelli dell'hotel oggi non è neanche troppo ventoso!
Rientriamo in albergo e troviamo la guida per l'escursione a las Torres, purtroppo però le condizioni meteo per il giorno dopo sono proibitive e ci consiglia di ripiegare su un paio di mirador situati a quote più basse che dovrebbero essere comunque raggiungibili, il Cuernos ,bellissimo da fare al sorgere del sole, ed il mirador lago Toro, dove sembra che non sia così difficile incontrare il puma, purtroppo però a parte una fatta non troviamo altro.


La mattina seguente ripartiamo a bordo del nostro razzo missile cinese in direzione Punta Arenas, ripassando giusto per fare il pieno a Puerto Natales.
L'alba che ci accompagna fuori dal parco nazionale di Torres del Paine è una delle più belle mai viste e cerco di catturarla al meglio, nonostante il vento fortissimo non mi permetta neanche di utilizzare il cavalletto!


Decolliamo da Punta Arenas con destinazione Santiago del Cile dove passiamo la giornata girellando tra plaza de Arma, il quartiera Bella Vista ed il cerro San Cristobal da dove si può ammirare il panorama sulla metropoli costruita ai piedi delle Ande... Ovviamente non oggi che c'è foschia!
È mattina presto e per la gioia di chi è arrivato a leggere fino a qui, decolliamo per Calama, l'ultima tappa del nostro viaggio di nozze.
Da Calama prendiamo un pulmino che dopo circa un ora e mezza ci scende a San Pedro de Atacama.
Il paese è costruito con i tipici adobe, dei mattoni fatti con terra ed acqua, che lo rendono veramente speciale, soprattutto per noi europei che siamo lontanissimi da questo tipo di costruzioni.
Nonostante sia abitato si e no da 3000 anime, è il centro di tutte le attività che si possono svolgere nel deserto, tour astronomici, escursioni, gite a cavallo, in bicicletta, e chi più ne ha più ne metta.
Andiamo alla scoperta della valle della Luna, ci godiamo gli ultimi raggi di sole che accarezzano le cime dei vulcani che circondano Atacama sorseggiando un bicchiere di Carmenere e come direbbe Clooney, what else?!


Il giorno seguente abbiamo in programma la visita al Salar de Atacama, il famoso lago salato originato dalla dissoluzione dei sali minerali presenti in grandissima quantità nel suolo vulcanico. Qui le alte montagne che circondano il deserto, si riflettono nelle acque placide del lago, dove sostano numerose specie di uccelli in cerca di cibo.
Siamo in autunno ed anche se restano pochi esemplari di fenicotteri e di corrieri della Puna, lo spettacolo è grandioso!
In tarda mattinata saliamo a 4200mt di quota alla ricerca delle Vigogne, dei camelidi parenti dell'alpaca. Questi simpatici animali sono stati decimati nel corso dei secoli dai conquistadores spagnoli e dagli indios che li cacciavano per la loro carne ed il loro vello, addirittura negli anni '70 se ne contavano solamente 5000 capi. Oggi fortunatamente sono una specie protetta ed è abbastanza facile incontrarli in piccoli branchi.


Dopo una breve escursione saliamo in macchina e ci dirigiamo a Toconao, un tipico paese indio, dove ci fermiamo a mangiare in una trattoria che sembra uscita da un film. La cucina è quella della tradizione, con piatti dai nomi improponibili ed impronunciabili, ma dai sapori veri ed autentici, come solo le nonne di tutto il mondo sanno fare!
Rientriamo a San Pedro ed è purtroppo tempo di preparare le valige.
La mattina partiamo alle 5:00 per la nostra ultima escursione che ci porterà a vedere l'alba ai geyser del Tatio, prima di riprendere l'aereo per Roma, via Santiago e Madrid.
Arrivare ai geyser è già un'avventura con le auto ed i piccoli bus turistici che corrono ovunque nella notte, per accaparrarsi i posti migliori.
Dopo un'oretta e mezzo di strada arriviamo all'ingresso del parco, il sole non è ancora sorto ed essendo a 4300mt la temperatura è bella rigida. Decido di giocarmi la carta del time-lapse piazzando la GoPro a ridosso del geyser in modo tale da riprendere l'alba nella sua interezza e mentre lei è lì che lavora, mi godo il paesaggio dantesco tra maestosi vapori e continui gorgoglii dell'acqua.


Il sole si sta alzando e con il suo arrivo svaniscono inesorabilmente le ombre della notte, che sembrano portarsi via anche gli ultimi momenti di questo incredibile viaggio.
Saliamo sul bus che lentamente percorre la strada del ritorno e dal finestrino vedo il riflesso di San Pedro che allontanandosi si fissa nella mia mente, prendendosi di diritto un posto tra i ricordi più belli e più veri.
Arrivederci Sud America, arrivederci Patagonia, a presto!



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avatarjunior
inviato il 01 Giugno 2023 ore 13:25

Bellissima avventura e bellissime fotografie…bravo

avatarjunior
inviato il 01 Giugno 2023 ore 14:21

Complimenti Gigi, interessante contributo di foto stupende e un'ottima descrizione: grazie di averci portato con voi in questo bellissimo viaggio!

avatarsupporter
inviato il 14 Giugno 2023 ore 8:33

Grazie del passaggio, mi fa piacere che vi sia piaciutoMrGreen

avatarjunior
inviato il 14 Giugno 2023 ore 18:05

Complimenti per le foto e per la narrazione!
La Patagonia è - e rimarrà a lungo, temo - in cima alla lista dei desideri. Per gli appassionati di montagna e di posti "fuori mano" come noi deve essere assolutamente un posto imperdibile. Chissà...

avatarsupporter
inviato il 14 Giugno 2023 ore 20:03

ottimo reportage,complimentiCool

avatarsupporter
inviato il 19 Luglio 2023 ore 18:15

Complimenti per le foto e per la narrazione!
La Patagonia è - e rimarrà a lungo, temo - in cima alla lista dei desideri. Per gli appassionati di montagna e di posti "fuori mano" come noi deve essere assolutamente un posto imperdibile. Chissà...

Grazie Andrea, purtroppo non abbiamo dovuto fare tutto di corsa, ma si la parte della Tierra del Fuego e di Torres del Paine è il top per gli amanti della montagna!Eeeek!!!

ottimo reportage,complimentiCool

Grazie AdrianoSorriso





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