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Esiste l'infinito ?


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avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 12:59

La miglior risposta secondo me è già stata data nelle prime pagine. Bisogna vedere cosa intendiamo con "esiste"
L'infinito sicuramente esiste come concetto.
Se invece esista ontologicamente, nella realtà, non potremo mai saperlo, per ovvie ragioni: i limiti della sperimentazione possibile. Ma anche se potessimo saperne davvero qualcosa allo stato attuale delle nostre conoscenze sarebbe del tutto inutile. Mentre l'idea di infinito ci può essere utile come concetto da introdurre (o da non introdurre) nei nostri modelli concettuali, per averne tanti possibili sulla base dei quali costruire nuovo sapere e nuove tecnologie. Non ci serve a nulla sapere se l'infinito esiste. Ci serve provare a far finta che esista, o che non esista, e su quelle basi inventarci cose utili per la nostra vita: spesso scoperte utili sono state sviluppate a partire da premesse che si sono poi rivelate sbagliate. Ma fa niente, intanto siamo andati avanti.
Sì, è vero, sono uno sporco materialista senz'anima...

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 14:22

lo metto in 'archivio'!

E in effetti la posizione agnostica, nel senso positivo del termine, quella cioè che non rifiuta a priori il problema pur riconoscendo l'insufficienza degli elementi di giudizio, è in genere più sensibile a recepire eventuali sviluppi documentati, in un senso o nell'altro (oltre ad essere forse l'unica che non ha mai provocato disastri storici come quelli connessi alla radicalizzazione di posizioni contrapposte; vista la storia dell'uomo, è un pregio di non poco conto)

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 16:25

Condivido in toto...Sorriso

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2023 ore 17:38

ma come è finita:-P

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 17:40

Andrà avanti all'infinito!

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2023 ore 17:41

:-P:-P come le discussioni sui pixel?infiniti,quindi esiste

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 18:06

Beh se non è infinito è bello grande.... ci metteremo degli "eoni", se non ci estinguiamo prima, a battere la testa contro l'ultimo muro.....
Poi penseremo a cosa fare.... MrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 18:34

come le discussioni sui pixel

E sulle ottiche no?

"Sempre caro mi fu questo 50 f 1.8,
e quel suo tappo, che da tanta parte
dello storto orizzonte il guardo esclude."



user198779
avatar
inviato il 28 Maggio 2023 ore 23:16

Lomography


"Invquesto tessuto in cui gli universi vengono generati, sono già presenti il passato e futuro in infiniti momenti, come frame di un film un universo che nasce in questo tessuto e già rappresentata tutta la sua esistenza passata e futura contemporaneamente, ma noi che siamo all'interno viviamo invece lo scorrere del tempo, inconsapevoli che il futuro è già scritto"

È la conclusione a cui sono arrivato anche io ora come ora , probabilmente domani cambierò idea MrGreen

user214553
avatar
inviato il 29 Maggio 2023 ore 2:35

Infinito è ciò che non è finito; finito è ciò che è limitato, infinito è ciò non è limitato da alcunché.
L'infinito non ha un inizio, una metà o una fine. Ciò che è limitato lo è nel tempo, nello spazio e nella causa. Come può quindi il tempo essere infinito? Nell'infinito non c'è alcuna concezione temporale! Come del resto non vi è alcuna spazialità o causalità nell'infinito. Se quindi non vi è causalità nell'infinito, come può essere l'universo infinito, dal momento che esso è relazionato da causa ed effetto? L'Assoluto è infinito, non il relativo, questo mi pare sufficientemente ovvio. Quindi, tutto ciò che è relazionato - quindi relativo - non è infinito.
L'universo è in divenire, e ciò che è in divenire è finito, mutevole; come si può pensare a un infinito mutevole? È semplicemente assurdo!

La domanda era "esiste l'infinito?"

La mia risposta è: l'infinito non è qualcosa che esiste, ma è l'esistenza stessa - in sé e di per sé - che è infinita.

La questione dell'ignoranza infinita è poi più di una semplice battuta, ma un tema davvero sottile ed importante per chi ne sa cogliere la profondità.
L'ignoranza in sé non è infinita, poiché in termini assoluti non esiste nemmeno, è semplicemente errore/sovrapposizione. È altresì vero che L'ignoranza non ha un inizio; se per esempio ti chiedessi - @Giordano Bruno 56 - se conosci una lingua straniera, magari morta, come l'aramaico, probabilmente mi risponderesti di no. E se ti chiedessi quando è cominciata questa tua ignoranza? Qualcuno a questo interrogativo mi ha risposto "è cominciata quando sono nato"; alchè ho risposto: "quindi prima che tu nascessi conoscevi l'aramaico?". L'ignoranza non ha un inizio, ha una fine, ma in termini assoluti non è nemmeno reale. L'ignoranza quindi, non è finita ne infinita, bensì, non esiste nemmeno! È come l'esempio della corda scambiata per un serpente: l'illusione del serpente non ha un inizio né una fine, poiché semplicemente non esiste, è una sovrapposizione, sovraimposta a qualcosa di reale, la corda. Non è che il serpente tutto a un tratto è spuntato fuori dalla corda, così come non è andato da nessuna parte una volta che la corda è conosciuta. Questo della sovraimposizione/ignoranza è un tema molto importante, poiché se capito è un enorme passo avanti verso l'emancipazione dal divenire.. illusorio.

Un altra riflessione voglio proporre: qualcuno ha parlato con ferma convinzione di infinito a livello concettuale. L'infinito è tuttavia inconcepibile dalla mente, la quale è in grado di concepire solo ciò che è finito. Se infatti diamo in pasto alla mente l'idea di qualcosa che non è mai nato, questo strumento che è la mente semplicemente si rifiuta di elaborare il concetto, poiché per tale strumento è inconcepibile.

Bisogna poi distinguere l'infinito matematico dall'infinito metafisico (prima che qualcuno avanzi la solita solfa di Dio e della Religione, ricordo che "metafisico" significa "ciò che verte sulla realtà in sé e di per sé, e che con "realtà" non si intende l'universo empirico-fenomenico, ma il sostrato sempre esistente ed immutabile che soggiace ad esso, proprio come la corda è il sostrato del serpente).

I numeri, infatti, sono infiniti solo potenzialmente, e non in atto; se aggiungo +1 ad un numero, posso continuare in maniera indefinita, ma non infinita. C'è differenza tra le due cose. Se per esempio ora avviassimo un contatore che somma i numeri - o li sottrae - inevitabilmente il conteggio dovrebbe esaurirsi con l'esaurirsi dell'universo stesso. Inoltre, i numeri hanno un principio, e tutto ciò che comincia deve inevitabilmente finire. Per come la vedo io, l'infinito in matematica può essere rappresentato solo dallo zero. A tal proposito, qualcuno ha avanzato l'idea che i numeri non hanno un principio, poiché l'uno è preceduto dallo zero e lo zero è preceduto dal -1, -2, ecc. Ma 0-1=-1 esiste solo nella matematica astratta e sulla calcolatrice, poiché non c'è nulla da sottrarre - o da aggiungere - allo zero, che è completo in sé; a tal proposito, è interessante notare come nella lingua Samskrta, lo zero è chiamato "sunya", vuoto, ma è considerato "purnam", "completo", "pieno".

Vi è una strofa in tale lingua che recita: "Quello (non-manifesto) è completo (purna). Anche questo (manifesto) è completo; dal completo viene il completo. Anche qualora si togliesse dal completo ciò che è completo, ciò che ne rimarrebbe sarebbe ugualmente il completo".

Ora, tralasciando le implicazioni di tale sentenza, ciò che importa in questo contesto è la sua possibile trasposizione nel linguaggio zero/sunyam, completo/purnam:

0=0; 0+0=0; 0-0=0

L'infinito quindi, non è ne questo ne quello, l'infinito semplicemente È, ed altro non si può dire, poiché qualsiasi altra parola lo determinerebbe, mentre l'infinito è per definizione indeterminato. Non possiamo quindi afferrarlo con gli organi e le facoltà di senso, non possiamo raggiungerlo con le facoltà d'azione, non possiamo capirlo con la mente o determinarlo con l'intelletto.

È sconosciuto per chi afferma di conoscerlo, mentre è conosciuto da chi afferma che non può essere conosciuto.

La persona dotata di discernimento capirà che quello dell'infinito non è un tema come un altro, ma è materia del cercatore sincero; va da sé che serve qualcosa di più di quattro chiacchiere su un forum di fotografia per realizzarlo. Si, realizzarlo, poiché non è qualcosa che si può conseguire, ma è una realtà che c'è, e della quale bisogna solo prenderne consapevolezza.

La natura dell'esistenza è quella di esistere; se non fosse infinita che esistenza sarebbe se ad un punto l'esistenza stessa diverrebbe non-esistente? Non è ammissibile, è una contraddizione in termini parlare di esistenza non-esistente.

Tutto posso dubitare, tranne l'esistenza e la coscienza, poiché anche solo per dubitarne devo ESSERE (=esistere) COSCIENTE. esistenza e coscienza sono inseparabili, infinite perché immutabili, possiamo vederlo se si predispone del giusto discernimento. Se, altrimenti, non disponiamo del giusto discernimento, procederemo in obiezioni quali "l'ente può perdere coscienza", "non si è coscienti nel sonno profondo", "quando qualcuno muore cessa di esistere", ecc., senza mai notare che tutto ciò sono implicazione del corpo, dei sensi, della mente, dell'intelletto, del senso dell'io...

Per rimarcare quanto detto nell'ultimo trafiletto: quella di esistere e di essere cosciente è una pura intuizione, primordiale. Primordiale poiché precede qualsiasi altro tipo di ragionamento, inferenza, percezione, ecc. Che esisto lo so e basta. Non lo sò perché è la conclusione di un indagine, di un ragionamento, ecc. Non ho modo di provarlo, ne di negarlo, ecc., che esisto lo so e basta, è un intuizione, e l'intuizione (quella primordiale) è della natura dell'Assoluto-Infinito.

Io esisto, questa è la chiave. Tuttavia, la persona squalificata per la conoscenza sovraimpone (ignoranza) a "Io esisto", "io sono questo, io sono quello". È il serpente (io in quanto ego) sovrapposto alla corda (lo chiameremo Sé, ma è Quello da cui le parole recedono, l'Assoluto, l'infinito, l'Esistenza-Coscienza). Il riconoscimento della corda per quello che è, è conoscenza, e la conoscenza vera è sempre intuizione. Quella dello scienziato è azione conoscitiva, ad esempio.. mentre la Conoscenza è sempre non-agente.

Mi dispiace sempre fare questo tipo di interventi in sedi non specifiche, e chiedo scusa; so come ciò può infastidire colui che è ancorato alle proprie cristallizzazioni. Ovviamente non lo faccio per infastidire nessuno, bensì, per arrivare a chi può capire, senza pretendere che ciò che scrivo debba essere vero ed applicabile a tutti; ognuno di noi incarna un dato momento coscienziale, necessario per quel preciso ente. Se un ente è convinto che l'esistenza è relativa, che la realtà ultima è questo universo... se un ente è convinto di essere questo aggregato psico-fisico, ciò non significa che esso sia "meglio" o "peggio" di chi considera tutto ciò in maniera diversa; ogni cosa, ogni ente, è al suo esatto posto, precisamente dove deve essere... è talmente chiaro in me che ogni dubbio a riguardo è spazzato via, non si può spiegare.

Avrei talmente tante altre cose da dire, che ho deciso di non dire più nulla. Non è forse il silenzio la forma più elevata di trasmissione?
Chi è sinceramente e seriamente interessato a maturare risposte ai quesiti più profondi, saprà certamente trovare la propria via. Nessuno potrà mettere a disposizione vostra tali risposte, anche se scritte in maniera chiara nero su bianco; è qualcosa che va realizzato, rapportato alla propria esperienza diretta, metodicamente e con l'avvallo delle giuste predisposizioni e dei giusti atteggiamenti nei riguardi di questa "nascita" umana, la quale è una rara e preziosa opportunità per portarsi dal non-essere all'Essere, dell'oscurità alla Luce, dalla morte all'Immortalità.


user198779
avatar
inviato il 29 Maggio 2023 ore 4:18

Grazie Alex108 un punto di vista diverso dal solito che ho letto con molto interesse di solito negli interventi così lunghi faccio fatica ad arrivare alla fine , forse è l'intervento più interessante e che più condivido che esula dal solito filone matematico filosofico dove si va sempre a parare dove ad un certo punto ci si trova davanti ad un muro ....


avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2023 ore 8:42

Il mondo fisico non ha concetti.
Il concetto di finito o infinito è esclusivamente dell'essere umano e/o dei viventi i quali, per loro natura, ob torto collo, hanno un inizio e una fine biologica.
Tale concetto nasce dall'esigenza di avere dei modi per rilevare il mondo che sta attorno a noi.
Abbiamo bisogno di pietre miliari alle quali far riferimento.
Distanze, tempo, volumi, masse, matematica, ecc.
Il concetto di normalità è solo nostro e non del mondo fisico per cui se piove molto o fa una gran siccità lo definiamo anormale.
Ma anormale lo è per noi.
Secondo le pietre miliari che abbiamo posto.



avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2023 ore 13:20

La nostra esistenza proviene da condizioni logicamente impossibili, 'muri' che non potremo mai abbattere.

Esistenza dal nulla, da sempre, finito o infinito entrambi per noi 'impossibili o introduttori a condizioni ancora più impossibili'... gente fatevene una ragione... esistiamo ma non dovremmo... MrGreen

se c'è un creatore... ci ha voluto fregare... a cominciare dalle zanzare... che c... le ha create a fare?MrGreen

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2023 ore 14:17

Per far si che l'uomo si prenda a schiaffi da solo infinite volte.

MrGreen




avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2023 ore 15:07

Per far si che l'uomo si prenda a schiaffi da solo.


Buona questa!Sorriso

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