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Questi sono i disastri che combinano gli ecoterroristi unitamente a politici e burocrati insensati.
Qualcuno si meraviglierà delle mie parole ma il fatto di non permettere di toccare nulla dietro ad un falso disegno ambientale provoca le esondazioni di questo tipo.
Una esondazione di questo genere produce danni ambientali inimmaginabili. Pensate alle cisterne dei carburanti interrate che sono più leggere dell'acqua (sia le cisterne che i carburanti) in molti casi schizzano fuori dalla terra e il carburante fuoriesce galleggiando sull'acqua depositandosi poi sui campi, uccidendo ogni forma di vita e appestando i terreni in modo irreparabile. Poi ci sono le sostanze chimiche sia di uso domestico che artigianale e industriale. Gli scarichi fognari e i depuratori con relativi fanghi che vengono trascinati e sparsi ovunque. Non dimentichiamo i materiali solidi come le plastiche e le microplastiche che vengono sparse "democraticamente" in ogni luogo. Ci sono anche i rifiuti presenti nei cassonetti che vengono sparsi ovunque. Le discariche che vengono scomvolte dall'acqua e il percolato soluto nell'acqua che se ne va a dritta e a manca.
Mobili attrezzature, automobili e meszzi meccanici che devono essere smaltiti. Si parla di centinaia di migliaia di tonnellatte.
Insomma un disastro ambientale enorme.
user198779
inviato il 08 Giugno 2023 ore 22:26
Ho visto in più luoghi in questi giorni acqua mista a carburanti fuoriusciti dalle cisterne delle stazioni di servizio alluvionate.
Le cose vanno fatte con equilibrio mentale e buon senso.
Era difficile evitare questo disastro perchè le precipitazioni sono state considerevoli soprattutto a monte, ma con un po' di lungimiranza, buonsenso e organizzazione si potevano limitare i danni.
Ho visto corsi d'acqua in pianura che svoltano ad angolo retto: una follia.
Per non parlare dei corsi d'acqua che finché rimangono nel tratto collinare hanno letti larghi anche più di un centinaio di metri e quando sboccano in pianura si trovano irregimentati tra due argini distanti tra loro 10-12 metri (vedi il fiume Secchia dalle parti dove sono nato e vissuto fino ai 20 anni); o anche del fatto che una pratica che per secoli era resa "obbligatoria" proprio per impedire pericolose ostruzioni del flusso dei fiumi, e mi riferisco alla pulizia dell'alveo e al taglio e diradamento periodici di alberi e cespugli che vi nascevano dentro, ora viene considerata addirittura "antiecologica" (ma come: antiecologica se effettuata dentro gli argini che già di loro sono "artificiali"? Ma allora perché non considerare antiecologici tutti gli insediamenti agricoli la cui realizzazione è stata all'origine della necessità di arginare i fiumi, e non caldeggiare un ritorno ai sistemi di vita del Paleolitico? Paradossalmente, i disastri a cui ci sta sottoponendo la natura mettono a nudo sia l'incompetenza dei politici attuali, sia quella dei tanti sedicenti "ecologisti" dell'ultima ora ma di scarsa cultura ambientale nel vero senso del termine.
Non sarò un ingegnere ma ho scenari che non possono più esistere: fiumi che scorrono in pratica al livello delle zone abitative e alle abitazioni mantenuti da argini ben al di sopra del livello del terreno utilizzato, una tracimazione logicamente trasforma quello che sta oltre l'argine in una immane trappola per topi, l'acqua scavalca, forma una gigantesca piscina fermandosi e soffocando tutto,
se tutti i fondali non vengono abbassati di molto questi episodi si ripeteranno per sempre, a monta l'acqua non può essere trattenuta per cui il calcolo è facile: tot millimetri di pioggia in tot tempo su un bacino idrografico di tot superficie porta ad una portata tot; il canale sopporta quella potenziale e più che probabile portata? No? E allora non facciamo un pene e quando succede utilizziamo danni e vittime per guerre di cadrega.
La cosa forse più interessante del documento linkato da Luigi Guaraschi è la figura 1 a pag.5, a patto di inquadrarla in chiave storica. In età romana c'era una fascia praticamente ininterrotta di lagune che si esterndeva dalla Romagna fino a Grado; nei secoli fu realizzata e potenziata una linea di sbarramento costiero, spesso in funzione di difesa militare da attacchi via mare più che dalle mareggiate, e contemporaneamente venivano innalzati gli argini dei fiumi; il risultato è quello di avere ora vaste zone asciutte, ma ad alcuni metri al di sotto del livello marino, che sono state colonizzate prima dalle attività agricole e poi da centri abitati che in età moderna hanno raggiunto a volte dimensioni ragguardevoli. Quando scrivevo del fatto che è la stanzialità conseguente alla rivoluzione neolitica che ci ha esposto sempre di più all'inclemenza della natura mi riferivo anche e soprattutto a situazioni di questo tipo.
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Ma allora perché non considerare antiecologici tutti gli insediamenti agricoli la cui realizzazione è stata all'origine della necessità di arginare i fiumi, e non caldeggiare un ritorno ai sistemi di vita del Paleolitico? 
