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Alla grotta del disertore


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Alla grotta del disertore, testo e foto by Anarres. Pubblicato il 24 Marzo 2023; 9 risposte, 1746 visite.


Lungo il sentiero che non c'è

Demain de bon matin
Je fermerai ma porte.
Au nez des années mortes
J'irai sur les chemins.
- Boris Vian

# Come un libro
Sigfrido non manca mai, si direbbe una memoria di ferro ma forse d'acciaio rende meglio l'idea. Immancabile ad ogni iniziativa od evento a ricordare partigiani e resistenza nel pordenonese con la sua voce inconfondibile nel raccontarne gesta e caratteri, in un elenco cronologico e rigoroso.
Ma la storia dei paesi e delle sue genti passa anche attraverso le storie di guerre, troppe e troppo grandi, che hanno infestato queste terre a nord est.
E di donne e uomini che hanno portato il peso, peggio lo strazio di questi massacri imposti dai governi, i libri di storia sono pieni.
Molto meno sappiamo di chi, oltre ogni previsione, ha fatto scelte in direzione ostinata e contraria.
Genti a volte conosciute ed altre quasi anonime o relegate ai margini, appena abbozzate.
Ed anche di loro Sigfrido ne conosce molte.



# Il disertore
Tra queste c'è la storia di Giovanni Celli, classe 1889, nato a Venezia ma residente nel Comune di Aviano.
Fra la leva in tempo di pace (1909 - 1911), la guerra Italo-Turca (1911 - 1912), la neutralità e la prima guerra mondiale (1914 - 1918) collezionò diverse condanne per diserzione/abbandono del posto e molti periodi detentivi, fino alla condanna a morte pronunciata a suo carico in contumacia datata 14 agosto 1918.
Giovanni il soldato non lo voleva proprio fare, ammazzare o farsi ammazzare non entravano nel suo vocabolario di scalpellino/muratore.
Così decise di salire nei monti vicini, sopra Costa di Aviano, nella Valle dell'Ossena, per scappare al Regio Esercito fra l'autunno del 1916 e il novembre 1917, oltre che probabilmente nei primi mesi del dopoguerra, ma anche alla cattura da parte dei militari austro-ungarici o germanici (dal novembre 1917 al novembre 1918), vivendo in clandestinità, da disertore, con l'aiuto dei familiari e degli abitanti nei paesi sottostanti.
Che mai si prestarono a delazione e che invece si fecero solidali nel portargli viveri e ciò di cui aveva bisogno.



# In cammino
Così, una domenica di marzo, grazie al racconto di Sigfrido e ad un compagno che già aveva percorso quel sentiero assai labile, ci siamo dati appuntamento al parcheggio del Santuario della Madonna del Monte, sopra Costa di Aviano.
Con noi Arturo, un vispo loppide pratico della montagna, non ci sono stati sentieri tra i monti pordenonesi che non abbia masticato assieme al suo amico umano Enrico, la nostra guida.


Partiti con facilità percorriamo una strada sterrata e poi un vecchio tratto asfaltato ma non più agibile che porta verso la forra del torrente.
Ci lasciamo alle spalle il sentiero CAI, e poco dopo, scavalcato una frana che di fatto blocca la strada a qualsiasi mezzo, l'abbandoniamo in curva per inerpicarci verso la scoscesa che ci porterà alla grotta.
La salita non è impegnativa ma l'attenzione non deve mai calare, il viottolo abbozzato è in bilico sul dirupato che scende alla forra.
Alberi ancora spogli, rami incrociati e qualche rovo, fino all'emergere di ammassi rocciosi fra il manto ancora invernale, ci dicono che siamo vicini.
Non è facile riconoscere la via, il sentiero del disertore è giustamente impervio e insidioso: a quello in fondo Giovanni si affidava per disorientare i gendarmi.
Dopo qualche tentativo troviamo l'ultimo tratto, alcuni passeranno per un'improvvida scorciatoia, altri più agevolmente aggirando il roccioso e riscendendo verso quello che apparirà proprio lo stallo giornaliero del disertore.
Ad accogliermi con rara bellezza un'edera secolare che si aggrovigliava alle rocce, salendo e scendendo tra i crepacci tutt'attorno.
Siamo arrivati.



# L'epigrafe senza tempo
Davanti a noi troviamo le epigrafi che Giovanni ci ha lasciato a oltre un secolo da quella carneficina che si stava consumando.
Da bravo scalpellino incide su alcuni massi simboli e scritte.
Il tempo deve essere stato interminabile, le giornate alterne tra le stagioni di gran calore e di freddi intensi, soprattutto avvolto in una solitudine alpina.
Eppure mai solo, con la ricchezza della fauna e i suoi suoni ma anche le sporadiche visite amiche di chi sapeva e custodiva con cura il segreto.
Ed è così che decise di impegnarsi le giornate, ed è così che quelle incisioni sono arrivate a noi, ancora oggi con una impressionate leggibilità, alcune in cavo altre in rilievo.
Le date, 1917 o 1918 non lasciano dubbi, bellissime alcune incisioni a raffigurare colombe per la pace, croci cristiane ma anche due martelli e scalpelli incrociati.
Ci chiediamo, mentre riposiamo seduti, cosa mai avesse potuto rappresentare una scritta con data: “A. P. 1999”.


Solo al ritorno, cercando tra alcuni testi, scopro alcune interpretazioni quali "Anno Profetico 1999", perché quel 1999 potrebbe corrispondere ai cento anni dopo la nascita di una ragazza (tale Gigia Barzana) che lo incontrò per caso nel suo periodo di latitanza lassù.
Mi piace pensarlo, l'amore anche se immaginato è potentissimo!
Ed ecco, vicino a pochi metri, la grotta.
Né i resti né le testimonianze arrivano a descrivere con certezza i movimenti di Giovanni nel tempo, pare però che le ore notturne le trascorresse in un antro che porta il suo nome ovvero “Bös de Celi” (l'Antro del Celli), situato più a ovest, sui pendii oltre la Valle dell'Ossena.
Tuttavia la cavità delle ore diurne ci dice che aveva ampio spazio, probabilmente recuperato anche dalla sua stessa fatica, e che fosse provvisto di condizioni vivibili oltre che opportune a nascondersi, ci sono ancora i resti di sassi ben disposti come a serrare parte dell'entrata.



# Attenti all'orco!
Si dice che una donna incontrandolo, risalendo la valle, abbia visto un orco! Così l'ha poi descritto ad alcune anime della frazione di un paese sottostante: con la barba lunga lunga e i capelli crespi, ombroso e taciturno.
Chissà, dopo mesi o forse anni di quasi eremitaggio in montagna e in un parte oltretutto poco accessibile, è assai probabile che l'effetto nel vedere Giovanni potesse essere effettivamente impressionante.
D'altra parte ci si può solo immaginare le condizioni in cui sia possibile sopravvivere braccati e precari per ogni singola necessità che a noi, oggi, ci pare così banale e scontata nelle comodità a cui siamo abituati.
Anche se erano anni, quelli della prima metà del novecento, dove gli agi erano per pochi anche tra gli abitanti di un paese, figuriamoci nei piccoli abitati di montagna.
Ad ogni modo Giovanni il disertore male non ne ha mai fatto, incline al pacifismo per scelta, a costo della vita, probabilmente pacifico lo era di suo.
Non sono molte le testimonianze di questo antimilitarista, nel bene e nel male possiamo solo dedurre che se ce l'ha fatta, se una protezione l'ha avuta per così tanto tempo da chi sapeva, da questa gente di montagna magari più schiva, forse più diffidente, l'orco non ha mai fatto paura, anzi era rispettato e aiutato.



# Ogni singola goccia
E' arrivato il tempo di scendere, Arturo non ha mai smesso si sfrecciare precedendoci sempre, e noi abbiamo vino e taralli quanto basta per bagordare un po'.
Alcune panche nello spiazzo vicino al Santuario, di ritorno dal sentiero, offrono quanto serve.
Stanchi ma felici della scarpinata aggiungiamo immaginazione alla storia.
Sappiamo solo che il disertore è stato visto col fratello alla fine degli anni '60 in Romania.
Poi null'altro.
Sappiamo che ha fatto la scelta più giusta e pensiamo ai disertori di ieri e a quelli di oggi e tornando in auto verso casa mi veniva alla mente la strofa di De Andrè
“Ci salverà il soldato che non la vorrà
Ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà”
e di come ancora ciò non sia mai avvenuto.
Penso agli echi delle decine di guerre, anche alle porte dell'Europa, lastricate di morti e distruzioni.
Ma in fondo, un vecchio anarchico russo che l'Italia di fine '800 ha conosciuto, amava ricordare che “è ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come possibile, non sono mai avanzati di un solo passo.”
Ognuno può fare il suo.
A Giovanni Celli, il disertore, manovale scalpellino, grazie.



Fonti
Angelillo Pietro, Cescut Sigrfrido, GUERRA E PANE, ANPI provinciale Pordenone, Circolo Stampa Pordenone, Cordenons 2021.
Dolfo, A TORDIO COL PORTHIEL DELE ANEME, COSTA DI AVIANO NEGLI ANNI '30, Grafiche Risma, Pordenone 2004.
I Corti di Videopleif sul Canale YouTube di Videopleif, da un'idea di Italo Paties Montagner, LE PIETRE DIMENTICATE, documentario.
Le Déserteur - Boris Vian
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=1&lang=it
Bakunin - VIAGGIO IN ITALIA
https://eleuthera.it/scheda_libro.php?idaut=64&idlib=561
https://www.glistatigenerali.com/storia-cultura/litalia-uno-stato-disastroso-e-disastrato-parola-di-bakunin/
LE FUCILAZIONI SOMMARIE NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE - Marco Pluviano, Irene Guerrini
https://www.gasparieditore.it/le-fucilazioni-sommarie-nella-prima-guerra-mondiale
Gli ammutinati delle trincee. Dalla guerra di Libia al primo conflitto mondiale. 1911-1918 di Marco Rossi
https://www.ibs.it/ammutinati-delle-trincee-antimilitarismo-insubordinazione-libro-marco-rossi/e/9788889413760



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avatarsupporter
inviato il 24 Marzo 2023 ore 23:40

La galleria fotografica è composta da una quindicina di foto (oltre a quelle scelte per il racconto).
Qui il link
www.juzaphoto.com/me.php?pg=339529&l=it

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2023 ore 23:52

Grazie.

Testimonianza importante; la guerra è orrore e distruzione, portata da re e regine - oggi moderni presidenti - che infestano il mondo:

"The world is full of kings and queens
Who blind your eyes and steal your dreams
It's Heaven and Hell"

- Black Sabbath.

P.S.: Non amo particolarmente De André, che allevando animali contribuiva in maniera rilevante alla sopraffazione nei confronti del vivente. Ma questo è un altro discorso.

avatarsupporter
inviato il 28 Marzo 2023 ore 9:54

Grazie Andrea, per aver colto l'essenza del piccolo reportage.
Per me Faber è stato e rimane uno dei più grandi autori e non solo di canzoni di lingua italiana.
Aldilà delle contraddizioni che possiamo trovarci ovviamente.

avatarjunior
inviato il 29 Marzo 2023 ore 10:04

Grazie per aver condiviso questa storia.
È sempre importante conoscere chi si è voluto sottrarre alla barbarie della guerra con la consapevolezza che avrebbe dovuto pagare un prezzo altissimo.
Nel nostro piccolo dovremmo anche noi qualche volta 'disertare', non allineandoci alla così diffusa ricerca di un nemico da umiliare a tutti i costi.

avatarsupporter
inviato il 04 Aprile 2023 ore 13:25

Grazie a te @Bonnyslow per la tua riflessione.

avatarjunior
inviato il 11 Aprile 2023 ore 17:44

Bel documento, bella storia, sono commosso!

Belli anche i B/N...

avatarsupporter
inviato il 02 Maggio 2023 ore 23:15

Grazie mille @Velvet!

avatarjunior
inviato il 16 Giugno 2023 ore 11:20

Belle le immagini, bella la storia.
Onore ai disertori di tutte le guerre.

avatarsupporter
inviato il 16 Giugno 2023 ore 14:47

Grazie @Caputo57.
Condivido la tua chiosa.





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