RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

l'Anticristo ... ;/) William Mortensen







avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 11:34

il mio umile tributo a William Mortensen.

My Hero ! MrGreen il Diavolo, l'Anticristo della fotografia.

Come spesso accade, fu relegato dal mainstream dell'epoca all'angolo, sepolto da infam(i)a e dalla polvere del tempo. Dimenticato praticamente da tutti. Si narra che i "Sacerdoti" della fotografia (AA e compagnia cantante) addirittura lo volessero morto. Eeeek!!! Del resto, un fotografo che esponeva per le luci e sviluppava per le ombre ... non poteva che essere bandito dal resto del gregge.

Buona visione (attivare il traduttore automatico se necessario).


user243564
avatar
inviato il 04 Marzo 2023 ore 15:20

Che forza Vincent Price! Nessuno mai avrebbe potuto commentare meglio - come da par suo - le grottesche, gotiche, pregne di scene del terrore ed irreali fotografie di WM; non nascondo che qualche sua foto sia decismente geniale.

AA e soci, cultori della fotografia reale, lo volevano morto fotograficamente in quanto egli manipolava all'estremo le sue opere, rendendole irreali...e ne avevano ben donde.

Beh, la medesima idiosincrasia che provo io - Leicaista/Velvia TOP - nei confronti del digitale, nei confronti della mediocre
attrezzatura fotografica che riproduce fotografie scadenti e nei confronti delle piatte immagini della nobile Velvia impressionata con banali ed insignificanti ottiche che non siano le prestigiose ed eccelse ottiche Leitz, uniche nel poter donare a Velvia, brillantezza, effervecenza, frizzantezza e potente effetto 3D!

Comunque sia e, in definitiva, un grande fotografo; un pittore mancato in quanto incapace di riversare con maestrìa su tela tutto il proprio disturbo, e la cui Arte, però, invisa dai futuristi, era oramai alla fine. Peccato...

WM è stato precursore delle normali e consuete manipolazioni attuate dai moderni digitalisti sulle attuali immagini digitali...MrGreen

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 18:56

"" Non importa quanto possiamo desiderare di evitare di vederlo, il grottesco si nasconde intorno a noi per impressionare il nostro sguardo, angosciare il nostro stato d'animo e graffiare superfici sterili per rivelare l'orrore che si nasconde sotto. Richiede onestà riconoscere che il grottesco invade ciascuna delle nostre vite e che il modo migliore per gestirlo è fare i conti con il suo potere essenziale.

Forse dovremmo semplicemente ammettere che il grottesco inebria, attirando e respingendo allo stesso tempo. Il compito di interpretare il grottesco di solito spetta agli artisti: scrittori, cantanti, pittori, incisori e, sempre più importanti negli ultimi cento anni, fotografi e cineasti. Non dovrebbe sorprendere che la parola "grottesco" abbia le sue origini in riferimento all'arte visiva.

Alla fine del XV secolo, sul colle Esquilino a Roma, furono casualmente scoperti i resti di un magnifico complesso edilizio quando un po' di terreno soprastante cedette. Lo spazio ornato, simile a una caverna, era chiamato grotta o grotto, e le fantasiose raffigurazioni di forme ibride umane, animali e vegetali che ne decoravano le pareti e i soffitti erano etichettate come grottesca, o "grottesche", dagli italiani nel Rinascimento.

Queste stanze erano le vestigia della Domus Aurea, la Domus Aurea dell'imperatore Nerone, un palazzo di piacere che era stato condannato e sepolto con imbarazzo dagli imperatori che gli erano succeduti. È appropriato affermare che il grottesco sia stato intravisto per la prima volta in una camera sommersa, persa alla luce del sole e originariamente costruita da un tiranno suicida famoso per i suoi eccessi e la sua crudeltà. I pittori del Rinascimento iniziarono presto a imitare quella antica forma d'arte.

Spiata alla luce delle torce su quelle mura sotterranee rinasceva un genere.

I parametri di ciò che è stato etichettato come "grottesco" si sono lentamente ampliati, e col passare del tempo anche loro si sono oscurati: la parola è arrivata a comprendere ogni sorta di immagini inquietanti, distorte e diaboliche, come accade tuttora. Molti dei più grandi pittori europei hanno incorporato il grottesco nel loro lavoro: Bosch, Dürer, Breughel, Goya ed innumerevoli altri artisti.

I principali movimenti artistici: Romanticismo, Simbolismo, Espressionismo e Surrealismo, furono esplorati regolarmente, sia negli aspetti reali che irreali del grottesco. Così le visioni grottesche si sono moltiplicate nel corso dei secoli, ed ora i musei ne abbondano. Sebbene l'America possa vantare un titano del grottesco nell'espressione letteraria in Edgar Allen Poe, artisti visivi americani in generale evitarono temi simili fino a molto tempo dopo la seconda guerra mondiale. Poche erano le eccezioni a questa regola tuttavia, e tutte, o in gran parte queste eccezioni, per mezzo del magico mondo del cinema che muoveva da poco i primi passi.
Immagini in movimento e fotografia; un bel connubbio !! Sorriso

Tod Browning (1880–1962) realizzò dozzine di film utilizzando temi grotteschi, ed elevò quest'ultimo ad un'arte alta in Freaks (1932) senza dimenticare Dracula (1931) .

Meno ben noti sono i fotografi !

Francis Bruguière (1879-1945) ha creato una serie di esperimenti espressionisti e di esposizioni multiple,
molti con qualità deliberatamente perverse. Il lavoro di Lejaren Hiller (1880-1969) era incentrato su scene allestite in modo elaborato, alcune delle quali, come la sua serie commissionata sulla Chirurgia attraverso i secoli, combina abilmente elementi spaventosi ed erotici.

Ma l'artista fotografo americano più famoso all'inizio del XX secolo, pioniere del grottesco è senza dubbio

William Mortensen .

Mortensen iniziò la sua carriera a Hollywood negli anni '20 e '30 con un'esplorazione sistematica di temi e visioni volutamente grottesche che rimangono impareggiabili.

Mortensen ha prodotto un corpo-lavoro impressionante che spazia dai ritratti professionali (ha ritratto molte delle grandi star del cinema del suo tempo) e vari studi sui personaggi fino a nudi sensuali, il grottesco divenne un elemento determinante del suo lavoro più avvincente e quindi funge da pietra angolare tematica per questa storia."

(M.M)






grottesche - Palazzo Assessorile Cles (Trento) - Marcello Fogolino




avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 19:10

prima di proseguire nell'avvicente e triste diatriba che lo coinvolse e che ne decretò l'oblio (voluto da Ansel Adams e della sua coorte), una immagine geniale di William Mortensen ... una delle mie preferite.

Venus and Vulcan





Una versione straordinariamente divertente e strana di uno standard dell'antichità classica.

Vulcano è il dio del fuoco e della fucina. Eccolo vecchio e curvo, quasi schiacciato dal peso della sua enorme macchina fotografica di grande formato ed il pesante cavalletto. Tiene la mano alla sua progenie "Cupido" (figlio della Leica ... che si imporrà come mezzo di ripresa) e insieme a Venere camminano in paradiso.

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 19:49

Per chi apprezza lo scritto:

www.google.com/amp/s/www.vanillamagazine.it/william-mortensen-il-fotog

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 20:01

Nella mente di Mortensen, il grottesco aveva un valore essenziale per “ la fuga che fornisce dal realismo angusto "

Il "fine-giustifica-i-mezzi" era la sua filosofia per quanto riguarda l'Arte (era disposto a utilizzare tutte le tecniche di
manipolazione fotografica per ottenere l'immagine che desiderava). Alcuni dei suoi lavori più kitsch nel regno dei nudi e del sentimentale o ritratti di personaggi, sono ciò che gli è valso la guerra totale con ogni mezzo da parte del
"Gruppo f/64" , una fazione emergente di artisti-fotografi guidati da Ansel Adams .

Vedremo in che modo vergognoso cancellarono praticamente William Mortensen dalla storia della fotografia.

La loro condiscendenza si trasformò in pesanti critiche negative che sfociarono ben presto in odio totale!!

I nuovi Dei regnanti avevano trovato il loro Anticristo e l'hanno consegnato all'oblio alla prima occasione.
Parte di questa drammatica saga la leggeremo di seguito ...
Il classico saggio di Coleman “Cospicuous By His Absence: concernente la strana scomparsa di William Mortensen ci aiuterà per capire cosa successe.

Coleman espone il processo attraverso il quale Mortensen e il suo lavoro sono stati deliberatamente cancellati dai nuovi guardiani della fotografia d'arte. Gli scritti di Coleman su questo argomento e la sua inclusione di Mortensen nel suo volume fondamentale del 1977 su "Il grottesco nella fotografia", rappresentano le raffiche iniziali della battaglia per dare all'artista ciò che gli spetta !

Nella sua raccolta del 1934 intitolata Monsters & Madonnas, William Mortensen ha dichiarato: “Coloro che si allontanano dal grottesco stanno perdendo la ricchezza e la completezza dell'esperienza artistica.”

Proveremo a ricostruire quella ricchezza perduta direttamente dalla fonte, allo stesso tempo in cui fornisce una retrospettiva attesa da tempo di questo araldo sconosciuto del grottesco americano.

avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 20:33

Le immagini di William Mortensen sono più che semplici fotografie!
Credeva che "il fine giustificasse i mezzi" e che cosa l'immagine comunicava era in definitiva molto più importante
rispetto a qualsiasi processo utilizzato per la sua realizzazione.


Detto questo, l'aspetto di una fotografia di Mortensen era il risultato di una serie di accurati costruzioni e interventi artigianali. Le modifiche sono avvenute in ogni fase della creazione della fotografia: durante il servizio fotografico, nello sviluppo del negativo come parte del processo coinvolto nella creazione della stampa e sulla superficie stessa della stampa finale. Mortensen ha utilizzato la fotografia come il principale strumento per la creazione di immagini, ma le ha anche manipolate usando matite, acquaforte e pittura per completare l'immagine finita. Queste tecniche sono state ingegnosamente combinate per realizzare una stampa fotografica che era in qualche modo simile a un trompe l'oeil materico. Tuttavia, il suo metodo generale lo metteva spesso nella posizione svantaggiosa di
dover difendere il suo lavoro come fotografo. Eeeek!!! Un po' come quello che accade oggi con i puristi della pellicola che non ammettono pesanti modifiche dei fotografi digitali.

Il fatto che Mortensen ha utilizzato una così vasta gamma di processi anche per produrre le sue fotografie
probabilmente spiega perché in genere si riferiva a loro come "immagini" e non con il termine "fotografie".
L'uso delle matite è stato fatto in modo tradizionale e applicato come parte del processo negativo su carta. L'incisione era una versione ibrida realizzata direttamente sulla superficie della stampa tramite il processo di abrasione-tonale. Ha preso quello che era un metodo comune per ritoccare stampe e negativi, raschiando via letteralmente la superficie per eliminare i dettagli indesiderati e rifinirli con la punta di una lama di rasoio, che brandiva come un ago da incisione. L'impiego dei colori è avvenuta in concomitanza con il suo processo Metallo-Cromo, che richiedeva la colorazione in aree della stampa con pigmenti. Una stampa finita potrebbe richiedere alcuni o tutti questi processi. La fotografia completata poteva assumere quindi la finitura di stampa ai sali d'argento classica, oppure una stampa o un trasferimento al bromolio o una stampa a pigmenti etc etc.

La fossa e il pendolo (William Mortensen)





avatarjunior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 21:31

Spettacolare mi piace tantissimo.
A me sembra che abbia qualcosa in comune con Uelsman .
Entrambi in periodi e con tecniche differenti riescono a proiettare Fuori da se l'inconscio, il sommerso, l'indesiderado dall'animo dell'interlocutore .
Mortensen lo fa utilizzando figure mostruose ed espressioni archetipali.
Uelsman lo fa ispirandosi all'ipnosi ufilizzando un linguaggio e composizioni opportunamente ambigue.
Grazie per la condivisione @Schyter

user243564
avatar
inviato il 04 Marzo 2023 ore 22:20

Beh, in effetti, nella fotografia "Vulcan and Venus" c'è tutto per poterla apprezzare: una scena deliziosa con la solita ragazza ignuda, un significato molto importante, il passato rappresentato dalla pesantezza del Banco Ottico, il futuro rappresentato dal bimbo con Leica e.....una resa straordinaria con la presenza di una formidabile granulazione.

E' comunque una chiara rappresentazione di un pittore mancato che, incapace, di trasportare su tela i suoi pensieri, si era visto costretto a ripiegare sulla fotografia, scatenando le ire di AA& Soci.

Sembra quasi la riedizione della vita di William Fox Talbot - l'inventore della fotografia moderna - che, anch'egli incapace di realizzarsi totalmente con il pennello - per fortuna - si era forzatamente trasformato in inventore chimico e fotografo - sua la calotipia -
Tutto ciò ebbe inizio sul lago di Como nel 1833; nel 1835 Talbot intraprese la strada che generò la 1° fotografia.

Como è stata una città luce per la nascita e lo sviluppo di ogni genere di geniale realizzazione: Vincenzo Bellini compose tre Opere a Moltrasio, spettacolare borgo sul Lario ( La Norma - La Sonnambula - I puritani )
Morì proprio quando nacque la fotografia: Correva l'Anno 1835.

Talbot a Como trovò lo spirito giusto per inventarsi la fotografia.

Alessandro Volta di Como, a Como inventò la pila; invenzione assolutamente geniale che rivoluzionò il mondo intero...nel bene e nel male...e senza la quale il digitale non esisterebbe.

Volta scoprì pure il metano...Egli è da considerarsi quale uno dei più Grandi Geni dell'umanità intera; purtroppo, però, il Genio non viene adeguatamente considerato dai comaschi.






avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 23:22

Le pagine della vergogna.

Probabilmente questa storia deluderà i "fans" di Ansel Adams ... Quando lessi e raccolsi queste informazioni, pure io rimasi basito anche se Ansel Adams non era in cima ai miei fotografi di riferimento.

Breve antefatto ...

Il contesto e un lasso di tempo.
E' gennaio del 1934. Fotograficamente siamo in un terreno i cui confini sono definiti dalla redazione e dai lettori della prestigiosa rivista chiamata Camera Craft. Pubblicata a San Francisco, Camera Craft (di seguito chiameremo CC) è in questo momento l'organo ufficiale della Pacific International Photographers' Association, un'organizzazione le cui tendenze estetiche sono ciò che è generalmente intenderemmo come "pittorialiste".
La direzione editoriale di CC è appena passata di mano. In partenza c'è Sigismund Blumann; a sostituirlo
George Allen Young. Le ragioni di questo passaggio non sono chiarite all'interno delle pagine della rivista: niente canto del cigno del vecchio direttore che se ne va, niente trombe annunciatrici del nuovo che avanza.
Eppure, anche se non c'è motivo di sospettare che sia avvenuta una rivoluzione, non si può evitare la sensazione del cambio della guardia e non si può negare che Blumann è - nei vari significati della parola - sollevato dalla sua stessa partenza.

Sta succedendo qualcosa nella fotografia della costa occidentale. È talmente ovvio, che Blumann non lo scrive nemmeno nel suo ultimo editoriale, del suo distacco dalla direzione della rivista. Ha comunque parlato dei due mondi fotografici destinati ineviablmente allo scontro concettuale, ma ha anche parlato in difesa del diritto di esistere per entrambi. Eppure ha poca simpatia per il pittorialismo; va contro il suo gusto. Ha provato a scrivere
su questo scisma interno nella sua colonna editoriale, " Sotto la lampada dell'editore ", anche se non emerge troppo chiaramente.

Da un lato Blumann, è capace di generosità:

"Quest'uomo [Edward Weston ndr] ha sviluppato un'arte fotografica da solo. Non è superiore o inferiore al pittorialismo che si occupa di altre forme di bellezza. È un poeta che stanco di canti agli Dei e fantasie nelle stelle e nei cieli determina di fare la sua epopea delle stelle cosmiche e della materia di cui sono fatti i cieli. Un materialista che smentisce il grossolano materialismo estraendo la bellezza, la poesia, fuori dalla realtà."
(Sigismund Blumann - “Edward Weston in tre paragrafi”, Camera Craft - gennaio 1931)

Dall'altro lato Blumann, usa il sarcasmo sempre riferendosi a Weston e più in generale al nuovo filone realista:

"Non scoraggiarti quando vedi una fotografia di cavolo sezionato o una zucca distorta, o gli organi sessuali di
un fiore, o un paesaggio nero come lo spazio interstellare. Potresti non capirlo. Nemmeno gli ultramodernisti spesso non lo capiscono. Evitano di comprenderlo. Si limitano a sentire. . . .
Potrebbe esserci bellezza e ispirazione nel cuore di un cavolo ed infatti c'è quando è adeguatamente marinato e cotto . Sorriso Potrebbe esserci estasi [sic] negli stami e nei pistilli di un fiore con i petali mozzati. Sorriso
La tua sensibilità grossolana potrebbe non rispondere al loro richiamo, ma non disperare".
(Sigismund Blumann, “Art and the Camera,” Camera Craft - Settembre 1932)



Ovviamente, queste sono le parole di un uomo che non ha il coraggio di arbitrare la "guerra" che si sta avvicinando. Ma il suo successore, George Allen Young, ex editore e recensore di libri, si assume questo compito con entusiasmo. Eeeek!!! Eeeek!!!

In primo luogo, rimodella la rivista: (dal n° 9 del settembre 1933), in cui ne assume la direzione, viene radicalmente ridisegnata: impaginazione più rada e pulita, con un tono più “modernista”, si afferma. A parte questo, c'è solo
un accenno a ciò che avverrà - un breve avviso che un membro del Gruppo f/64, Ansel Adams , offre nel “suo nuovo laboratorio al 166 Geary St., San Francisco", una serie di lezioni e seminari generali, in cui Mr. Adams
traccerà lo sviluppo della fotografia con l'idea di stabilire un " razionale estetico [sic] come base per il progresso futuro ”. Confuso

Poco dopo e, senza dubbio, su istigazione di Young la battaglia ebbe inizio. Nei prossimi numeri di CC, Young
presenterà ai suoi lettori i due principali combattenti.
Uno diquesti è il già citato Ansel Adams, a quel tempo uno
sconosciuto. L'altro, già fotografo di fama internazionale, è William Mortensen....


avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2023 ore 23:54





William Mortensen - Giovanna la pazza.

"Con il suo folle e tragico viaggio attraverso i regni d'Europa, portando con sé il cadavere del suo amato marito, è diventata un simbolo e un prototipo della tormentata ricerca di qualcosa di irrevocabilmente perduto."
(William Mortensen)

avatarsenior
inviato il 05 Marzo 2023 ore 0:33

Potresti chiederti : "Chi è William Mortensen ?"

E, fino a pochissimi anni fa, avresti potuto cercare da tutte le parti ... Su riviste specializzate, nei libri sulla storia della fotografia; la tua ricerca sarebbe stata incredibilmente vana !!! Non avresti trovato NIENTE !!!

William Mortensen (1897-1965) è, tra molte altre cose, un esempio, una lezioni oggettiva del mondo della fotografia su come gli individui si perdano nella storia. La storia, che è, dopotutto, un sistema umano altamente soggettivo !!

Per secoli dopo la sua morte Shakespeare fu trattato come un drammaturgo Elisabettiano minore.
Moby Dick è stato ritenuto per decenni, come un oscuro romanzo sull'industria dell'olio e della caccia alle balene.

Ci sono cicli culturali di apprezzamento e di disprezzo sotto cui sono assunte tutte le opere creative.
Ci sono anche quei creatori che evitano i riflettori, scegliendo di lavorare in modo solitario; quelli che non riescono a mettersi sotto i riflettori, molto spesso non ottengono mai riconoscimenti durante la loro vita; e quelli - i veri naif - che non hanno la preoccupazione che la fama o la fortuna possano in qualche modo essere collegate ai loro sforzi ossessivi.

Ma uno degli aspetti più curiosi del mistero della scomparsa di William Mortensen è che non è scomparso dopo la sua morte, né come conseguenza della propria reticenza o incapacità di trovare un pubblico !!!

Piuttosto, è scomparso dalla storia della fotografia al culmine della sua vita creativa e all'apice della sua fama e influenza, e certamente non di sua spontanea volontà.
Anche uno sguardo superficiale della carriera dell'uomo chiarisce che gli storici più influenti della fotografia del suo tempo, tra i quali, le due coppie inglesi (marito-moglie) Helmut e Alison Gernsheim e Beaumont e Nancy Newhall... non è possibile che non fossero a conoscenza della fotografia di Mortensen, dei suoi scritti o della sua influenza nel settore.
Nato nello Utah, Mortensen ha studiato pittura con George Bridgman, Robert Henri e George Bellows all'Art
Students League a New York City dopo la prima guerra mondiale. All'inizio degli anni '20 si è trasferito a Hollywood e si è dedicato alla fotografia, guadagnando rapidamente una reputazione internazionale sia come creatore di immagini che come scrittore.

Tra il 1932 e il 1955 fondò e diresse la Mortensen School of Photography a Laguna Beach, California, dove diverse migliaia di studenti sono passati per i suoi corsi; le sue immagini sono state esposte e riprodotto ampiamente, sia negli Stati Uniti che all'estero. Ha pubblicato un totale di dodici libri, decine di articoli su riviste del settore e un flusso costante di lettere alle redazioni dei vari periodici di fotografia.
Quei libri includevano la sua opera magna, Monsters & Madonnas, un volume oversize con ottime riproduzioni
di molte delle sue immagini accompagnate da spiegazioni della sua estetica e delle sue tecniche.
The Command to look, un testo di dimensioni più compatte completissimo sulla sua tecnica. Ebbe diverse ristampe. C'erano anche una serie di piccoli trattati : Projection Control, The Model, Illuminazione pittorica, Flash nella fotografia moderna, Mortensen sul negativo, e altri.

Questa serie di libri didattici era, dal punto di vista del pittorialismo contemporaneo, come i volumi sulla tecnica di Ansel Adams erano in relazione alla cosiddetta estetica “purista”.

avatarsenior
inviato il 05 Marzo 2023 ore 0:44

Seguo

avatarsenior
inviato il 05 Marzo 2023 ore 1:02

I libri di William Mortensen hanno raggiunto un vasto pubblico.
La maggior parte di loro lo era anticipato su Camera Craft. Durante queste anticipazioni la rivista quasi sempre esauriva la sua tiratura, come orgogliosamente si scusava l'editore. Eeeek!!!

Le versioni dei libri vendettero altrettanto bene, di solito venivano ristampate.
Molti dei libri sono stati pubblicati sotto il marchio del Camera Craft Publishing Co., e c'è motivo di credere che
la sopravvivenza finanziaria di Camera Craft durante questo periodo era in gran parte attribuibile agli scritti di William Mortensen !!! Eeeek!!!

Questo a sua volta suggerisce che la disponibilità delle colonne editoriali di CC nella sezione Forum per le immagini e le idee del Gruppo f/64 potrebbe anche essere dovuto a Mortensen che, in effetti, ha fornito il palcoscenico su cui i loro duelli verbali e di immagini ha avuto luogo.
Sulla base di questi soli fatti, il posto di William Mortensen nella storia contemporanea della fotografia sembrerebbe assicurata di diritto in modo indiscutibile. Quanto a ciò aggiungiamo la sua eloquenza, la sua difesa elegante e instancabile della posizione pittorialista sotto il fuoco costante di pezzi grossi “puristi” come Adams, Weston, Willard
Van Dyke, Roi Partridge, John Paul Edwards e Nancy Newhall.

Il controverso dibattito pubblico che si è protratto per oltre un decennio e la sua assenza dai libri di storia si rivela la conseguenza non di svista involontaria ma di deliberata omissione. In quanto tale, è una seria violazione delle responsabilità e dell'etica della storicità !!!

La giustificazione spesso offerta per la cancellazione di William Mortensen dalla Storia della Fotografia, è che il purismo stava crescendo e il pittorialismo era in declino durante questo periodo. Questo è vero, ma è totalmente insufficiente come spiegazione... e anche notevolmente disonesto.

In effetti, anche se nominalmente impegnati all'imparzialità della borsa di studio, sia i Gernsheim che i
Newhall erano da molto prevenuti nel loro approccio alla storia della fotografia. Hanno condiviso un intenso impegno attitudinale ed estetico per la difesa della posizione "etero/purista"; il loro disgusto per qualsiasi forma
di immagini "manipolate" è stato ripetutamente chiarito (I Newhall, inoltre, stavano già rimanendo invischiati in elaborati rapporti professionali e personali con i membri del Gruppo f/64 in particolare Weston e Adams).

A loro discredito, hanno permesso i loro pregiudizi e lealtà per prevalere sui loro obblighi nei confronti del
disciplina della storicità.



avatarsenior
inviato il 05 Marzo 2023 ore 8:10

Ciao Schyter,
Non conoscevo William Mortensen.
La sua produzione è veramente notevole.
Ti ringrazio per la tua impegnatissima presentazione. Dal passato c'è veramente molto da imparare: impegno personale, contenuti, forma, tecnica, ecc. CoolCoolCool
Buona domenica, Roberto ;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me