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Club dei fotografi 4


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avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 11:27

Questo post pone la Fotografia al centro degli interventi futuri .

Per fotografia non si intende bokeh , porzioni ingrandite di pupazzetti , nitidezza e di pp sparata .

Si tenterà' di parlare di Fotografia , di autori , con esempi e citazioni .

Si parlerà' di sfumature .

Se preferisci la pillola rossa questo è il luogo giusto .

si continua da qui

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4215160&show=15

avatarsupporter
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 12:32

Seguo!

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 12:45

Eccomi

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 12:47

Sono reduce da una visita alla esposizione di Eveningside di Gregory Crewdson a Torino.
Non so: sono uscito con dei dubbi. Atteggiamento di amore/odio e ammirazione/noia. Dubbi sugli aspetti morali-economici di questo tipo di fotografia.
gallerieditalia.com/it/torino/mostre-e-iniziative/mostre/2022/10/12/gr

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 14:28

Morali è parola grossa. Mi interrogo su come ha preso a girare il mondo della fotografia. Una marea di fotografi che hanno dovuto chiudere baracca pur essendo professionalmente capaci. Uno stuolo di fotografi che pur artisticamente molto validi non sbarcano il lunario (Ghirri era uno di quelli), editori che pubblicano ottimi libri ma che non incassano a sufficienza per coprire i costi.
E dall'altra parte questa fotografia straricca, con costi di produzione miliardari, equipe di centinaia di persone, macchinari hollywoodiani. Crewdson è uno di questi, ma Leibowitz a quanto pare non è da meno come diceva Matteo nella precedente discussione e ce ne sono altri esempi, i calendari Pirelli...
Ma i risultati di queste produzioni sono poi proporzionati ai mezzi impiegati? E non ravvedete una sorta di tradimento dello 'spirito' fotografico originale; l'object trouvée ed il ready made, il fotografo flaneur che fine hanno fatto? Sono inutilmente e ridicolmente nostalgico?

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 15:04

Sono inutilmente e ridicolmente nostalgico?


di primo acchito mi verrebbe voglia di risponderti : si

Il discorso che hai fatto ( drammaticamente lucido e condivisibile ) va aperto sul mondo dell'arte a 360° :

Prendiamo per dire i due pilastri dell'arte contemporanea : J.Koons e D.Hirst.
Hanno produzioni sontuose , gallerie che si svenano per averli , musei che gli concedono intere sale.
E' giusto tutto cio'?

O i film della Marvel , che monopolizzano decine di sale nella stessa città'.
E' giusto?

E torniamo a Gregory.
E' giusto metterci un mese , avere un set a disposizione per fare una foto che sai gia' prima , che finira' con una stampa enorme in un famoso museo , e poi in un libro?
E ripeto , lo sai gia' , qualsiasi sia il risultato .

Andrea , il tuo grido di dolore ( che stracondivido ) è purtroppo quello di una persona sensibile che preferisce le piccole produzioni cinematografiche , qualche matto produttore di vino naturale , qualche piccola casa editrice che stampa piu' per amore che per soldi, quelle piccole vecchie librerie con dentro un libraio non un commesso, e per ultimo qualche fotografo che sa che non vivrai' mai di fotografia.

Era meglio prima?

non credo , so che io mi trovo sempre piu a disagio in questo panorama.



user204233
avatar
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 16:25

Al primo impatto mi sembra un bel sito:

theadventurehandbook.com/

user204233
avatar
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 16:32

medium.com/unlessyouwill/issue-30-a2fd22e3077e

C'è sicuramente l'ultimo pdf ancora online (2016). Gli altri non so, ma dubito...

user204233
avatar
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 16:32

www.mag72.com/2015/03/le-riviste-gratuite-di-fotografia.html

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 17:19

Non so perché ma, guardando le foto di Crewdson, mi è spontaneamente sorta in mente l'associazione alle foto di Matteo Di Giovanni. E chi è? Chi lo conosce sto qui? Penso ben pochi. Io ne possiedo un libro acquistato da Micamera a Milano, foto scattate in un suo viaggio fotografico in scandinavia. Pochi mezzi ma foto ispirate. A me il paragone tra queste di Di Giovanni e quelle di Crewdson ha posto in luce quanto fossero 'artefatte' quelle della megaproduzione americana e quanto fossero autentiche queste del nostro Matteo, quanto fossero varie e fedeli allo specifico fotografico queste italiche e quanto fossero costruite, tendenzialmente pittorialmente noiosamente monotematicamente replicanti ad infinito un Edward Hopper nella loro un po' fredda perfezione formale quelle dell'americano.
www.matteodigiovanni.com/works/i-wish-the-world-was-even

It's not down on any map; true places never are. Herman Melville

riguardando adesso le foto della sequenza di Di Giovanni trovo citata questo aforisma di Melville. Una curiosa coincidenza che nella esposizione di Gregory Crewdson si trovi proprio ugualmente citato Melville a proposito di alcune foto scattate in villaggio dove lui ha risieduto e nella foto Crewdson ha addirittura inserito un libro posato volutamente da Crewdson su un tavolino nella foto.
Eppure i luoghi fotografati da Matteo Di Giovanni appaiono true places, non altrettanto si può dire dei luoghi e delle foto di Crewdson

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 17:55

Presente Sorriso

avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2023 ore 23:54

Seguo. Interessantissimi gli ultimi link. Per quel che puoi contare, anch'io la fotografia di Crewdson la capisco poco. Troppo pittorica.

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2023 ore 8:01

Crewdson deve molto a Jeff Wall e al cinema.
Quello che fa é creare una storia in una singola foto.
Tutti i dettagli sono importanti perché l'autore ci gioca molto in parte per una scelta estetica e in parte simbolica.
Cosa c'é di vero? Quell'attimo perché l'osservatore si crea il prima e dopo guidato da quello disseminato dall'autore nella foto, che é bravissimo a creare qualcosa di sospeso facendo chiedere non solo cosa avverrà ma perché si é giunti li.
La staged é complessa e si é costosa fatta in quel modo ma non capisco il senso della questione.
Ci sono ottimi film a basso budget ma se ho la possibilità di un budget perché non usarlo?
Non trovo di Giovanni centrare molto con Crewdson partono in modo diverso e il risultato é molto diverso.
Personalmente trovo il secondo un po' già visto e ammetto che sono un po' stufo di questa ghirriana ripetizione soprattutto per autori italiani dove a volte sembra che se non hai questo stile non fai lavori validi
Siamo su due generi totalmente diversi ma al di là di tutto per me anche su due livelli molto diversi, Crewdson anche se prende a piene mani da un immaginario comune ha creato qualcosa di potente e uno stile che ha segnato un punto nel suo genere diventando un riferimento assoluto.
Ammetto che non amo la serie a Cinecittà e le ultime opere fatte nei boschi, dopo la crisi personale credo che abbia perso qualcosa in termini di racconto, ma resta una autore di valore assoluto per tutto quello che é riuscito a mostrare
Non ha comunque senso cercare il reale in un opera di questo tipo perché lo scopo é creare un mondo sospeso,immaginario in cui l'osservatore ha l'onere di completare il racconto di cui vediamo solo una parte.

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2023 ore 8:19

Approfitto per nominare un'altra grande autrice Sandy Skoglum, le foto che crea sono anch'esse a pellicola, serve molto tempo per arrivare al singolo scatto in quanto deve essere tutto costruito quello che lei ha immaginato, tutto viene montato alla perfezione con cura maniacale del dettaglio, poi l'autrice scatta.
In seguito i set vengono smontati e distrutti, non sono mai visibili lo scopo é solo il singolo scatto finale.
La scelta della pellicola ovviamente era stata fatta negli anni 70, ma quella di non passare al digitale é voluta e é quasi un gioco di contrasto tra reale e grafica, .
Gli scatti sono davvero belli, ma bisogna andare oltre l'estetica e sono lavori che fanno porre diverse domande
www.sandyskoglund.com/

Stando sulla staged vorrei approfittare per citare una foto in particolare che mi colpi molto: The Deluge di la chapelle.
Lo scatto é enorme con tantissimi dettagli in un formato panoramico, dal vero é davvero potente e il voluto kitch ci mostra la pochezza di quello che lasceremmo e di come appariremmo patetici

avatarsenior
inviato il 22 Gennaio 2023 ore 9:13

Non vado a cercare il reale in Crewdson, ma la mia preferenza tra gli autori va a quelli che usano la fotografia per trovare oggetti, pur subendo il fascino della fotografia staged. Dico che a Torino, dove sono esposte le ultime tre serie da quella della foresta a Eclipse of the moths a Eveningside finanziata dal SanPaolo, dopo un po' mi è sembrato di rivedere sempre la stessa foto. Alla decima foto l'effetto "personaggio imbambolato" e la continua citazione di Edward Hopper stufano un po'.
Su Di Giovanni è chiaro che le sue foto sono lontane da quelle di Crewdson, è solo un accostamento che mi è scaturito mentre ero a Torino a guardare Crewdson, se non altro almeno la citazione di Melville li accomuna.
Se è vero che una o due foto di "I wish the world was even" ricordano Ghirri per il resto lo trovo più vicino agli americani.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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