| inviato il 10 Gennaio 2023 ore 17:02
Le macrofoto di fiori o di insetti mi hanno sempre appassionato. C'e qualcosa di incredibile se riesco a vedere come è realmente una farfalla, una piccola cavalletta, un fiore come un papavero o un ibisco. Ma proprio perche' è da tanto che lo faccio mi sono potuto accorgere di quanto certi tipi di insetti siano diventati estremamente rari. |
| inviato il 10 Gennaio 2023 ore 19:11
Dal titolo pensavo che ti avesse stufato |
| inviato il 22 Marzo 2023 ore 12:03
Vedo tanti appassionati di macrofotografia. l'evoluzione del digitale ha reso tutto più facile ed anche con uno smart si fanno foto anni fa impensabili. Ma non sento nessuno lamentarsi della quasi totale scomparsa di certi tipi di soggetti macro che anni fa abbondavano e questa mancanza di sensibilità mi dispiace profondamente. |
| inviato il 22 Marzo 2023 ore 12:21
per esempio i maggiolini non si vedono quasi piu'... Quand'ero piccolo ce ne erano a centinaia. Ricordo che sapevamo farli volare teleguidandoli con un sottilissimo filo da cucito, legato ad una zampetta posteriore. In pratica muovendo dolcemente il filo puoi controllarne la direzione del volo. |
| inviato il 22 Marzo 2023 ore 12:56
“ per esempio i maggiolini non si vedono quasi piu'... „ Nel mio giardino le grosse larve di maggiolino, invece, sono un po' un problema. Mi mangiano le radici di certe piante e fiori, causandone la morte. Nel terriccio dei vasi, i merli hanno ben imparato a catturarle, anche se mi spargono un po' di terra in giro... ma vabbè.... Preferisco non fare nulla per eliminare i maggiolini, poiché è un insetto che ho in simpatia. Piuttosto delle orribili cimici asiatiche... Mi ricordo di quando li mettevamo dentro gli indumenti alle compagne di scuola p.s.: comunque da me ci sono ancora le lucciole e spesso anche le mantidi, per fortuna. |
| inviato il 22 Marzo 2023 ore 12:57
Io ho iniziato a fotografare insetti solo con il digitale (da piccolo a volte ci provavo con le usa e getta e poi con una macchinetta che mi avevano regalato ma venivano completamente fuori fuoco), però ricordo ad esempio che a Merano ad inizio estate quello che era l'orto di mia nonna si riempiva di lucciole, adesso non ce ne sono più, ogni tanto ne incontro qualche esemplare fuori città ma a Merano non ne ho più viste da anni. |
user236140 | inviato il 22 Marzo 2023 ore 21:03
Gli insetti sono molto diminuiti per ragioni simili a quelle degli impollinatori www.isprambiente.gov.it/files2020/pubblicazioni/quaderni/declino-impol Poi di conseguenza spariscono gli uccelli che se ne cibano Fino a una decina di anni fa, in primavera, da me sembrava di stare in una voliera avevo fatto un censimento delle specie stanziali e/o di passaggio ed era di una 30ina oggi rimane ben poco e c'è da gridare al miracolo quando si vede un merlo o un fringuello |
| inviato il 22 Marzo 2023 ore 21:49
Vivo da 30 anni in Valle di Fiemme, che rispetto ad altre zone dovrebbe essere ancora relativamente intatta; Da circa 13 anni fotografo insetti e fiori in varie zone dell'alta valle. Ai primi di maggio dell'anno scorso ho provato a battere uno stradello tra l'argine del torrente Travignolo e una sottile striscia di prato ancora relativamente indenne da eccessiva concimazione, liquami ecc.; una striscia larga si e no 50 metri e lunga 200. La quantità di specie erbacee fiorite, e conseguentemente anche di specie di insetti, era tale che fino all'autunno non ho frequentato altre zone. Alla fine ho fotografato più specie l'anno scorso che nei precedenti 12 anni; tutto perché ho trovato un francobollo di terreno ancora trattato come una volta. E dire che qui il problema è praticamente solo quello dell'eccessiva concimazione dei prati da sfalcio; per fortuna non ci sono frutteti o altre coltivazioni che "richiedano" pesticidi a go-go, strane esalazioni da zone industriali, sversamenti sconsiderati in fiumi e torrenti ecc. |
| inviato il 22 Marzo 2023 ore 21:54
Rispetto a quando ero bambino, dalle zone verdi cittadine sono completamente spariti podaliri, macaoni e altre farfalle vistose. E' da quando ho cominciato a fare Macro e quindi ad osservare con molta più attenzione (di fatto sono passato da trekkista che andando come un treno non guardava nulla a macrofotografo che ci mette una vita per fare 100 metri di prato ^_^) che mi sono accorto che non sono scomparsi ma ormai si trovano solo in ambiente non urbanizzato. Frequentando gli stessi luoghi di campagna/montagna si impara col tempo quali specie abbondano e quali no e anche i periodi in cui compaiono. Un paragone con il prima non posso farlo ma tra qualche anno per esempio potrò farlo con la situazione di adesso. |
| inviato il 23 Marzo 2023 ore 8:39
“ E dire che qui il problema è praticamente solo quello dell'eccessiva concimazione dei prati da sfalcio; per fortuna non ci sono frutteti o altre coltivazioni che "richiedano" pesticidi a go-go, strane esalazioni da zone industriali, sversamenti sconsiderati in fiumi e torrenti ecc. „ Puoi dire tranquillamente che nella tua valle non si fatica molto a trovare pezzi di terra esenti da impatto umano, molte piccole valli in special modo sul lato Lagorai sono utilizzate solo a interventi legname e qualche attività di alpeggio, oltre alla Venegia ricordo le valli Cavelonte, la Moena, la Maggiore e quella delle Stue, speriamo rimangano tali. |
| inviato il 23 Marzo 2023 ore 9:16
“ molte piccole valli in special modo sul lato Lagorai „ Infatti in genere la fascia alle pendici della catena di Lagorai è quella che frequento maggiormente; nei pressi di Predazzo è buona anche la zona conosciuta come i "prati di Malgola", sul versante SE del monte omonimo, che si raggiunge bene anche a piedi. Dopo Vaia, però, tutta la zona è ancora abbastanza interessata da lavori, quindi mi ci sono spinto molto meno. |
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