| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:40
Uno che si infila una frusta nel cu.lo non mi pare essere un semplice nudo. Mapplethorpe ha portato in maniera cosciente la pornografia a un livello più alto. Poi sono d'accordo che guardando le foto di nudo qui su juza ti cadono braccia e gambe. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:47
Mi sfugge quell'immagine, ne ricordo molte altre non così estreme... ma possiamo rimanere in tema? Trovo che l'uso misurato di esempi porti meglio avanti l'argomento. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:47
Però Claudio dà da pensare che, proprio parlando dei nudi artistici degli affreschi di cui parli, ci sia stato poi qualche Papa che si è sentito in dovere di coprirli... E mi chiedo e ti chiedo... Non è che semplicemente detto Papa non ha colto il significato e il concetto che l'artista voleva esprimere lì, con quegli splendidi ed eleganti nudi? Tipo che siamo nudi e impotenti di fronte a Dio, per dire... Eppure io e te lo capiamo, che il senso era quello... Ecco secondo me con la naturalistica "un po' più spinta" (passami la locuzione) funziona esattamente allo stesso modo. È chiaro c'è un confine che è meno in là rispetto ad altri generi, ma un po' si può osare anche lì, secondo me, senza far danno e rimanendo funzionali al messaggio. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:49
Sul discorso di "cosa vede l'occhio" ho una riflessione da proporre, sia tecnica che concettuale. La questione ruota attorno al fatto, cruciale, che noi non "vediamo" con gli occhi. Vediamo con il cervello, e nemmeno con le sole cortecce visive propriamente dette, ma sostanzialmente con tutto il cervello: aree sensomotorie, associative, nuclei sottocorticali che valutano gli aspetti della percezione per "rilevare" pericoli, discrepanze o conferme di quanto già conosciuto, tracce di memoria implicita o esplicita, emotiva, somatica che si "attivano" ecc. Questi sono esempi di attività che imprescindibilmente facciamo nel "semplice" atto del vedere, nell'istante in cui un oggetto si presenta ai nostri occhi. Oltre a questo, bisogna essere consapevoli che quello che noi vediamo è un prodotto virtuale mantenuto "on line" da una "memoria ram", i semplici dati grezzi captati dalla retina (in maniera in realtà per certi versi molto simile a un sensore fotografico) vengono integrati nel tempo sfruttando il movimento che i nostri occhi compiono in maniera automatica, creando una scena complessa. Abbiamo la capacità di "compensare" la luminosità con adattamenti psicofisiologici, perciò in realtà la scena che vediamo (con il cervello, come detto prima) è tutta esposta correttamente (altroché hdr) ed è anche assolutamente corretta come proporzioni e senza la minima percezione di distorsioni né perdite di fuoco (cosa che in realtà "vedremmo" con gli occhi, ovvero un relativamente piccolo punto a fuoco e super dettagliato, con una distorsione pazzesca verso i bordi). Questo per dire che dobbiamo stare molto attenti quando parliamo di naturalezza delle foto, soprattutto in situazione di contrasto e luce particolari e quasi unici come i tramonti o le albe, dove probabilmente quello che il nostro sistema nervoso è in grado di produrre, sotto forma di percezione visiva consapevole, ha una gamma dinamica che probabilmente supera un hdr molto molto profondo (sicuramente qualcuno ha calcolato quanti stop compensa il nostro cervello, sicuramente tanti). Poi è ovvio che alcuni colori siano fuori dal realistico, ma sicuramente "quello che vede l'occhio", non è la foto come esce dalla macchina, senza regolazioni, per intenderci. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:49
È normale Black. I bacchettoni esistono in tutte le religioni, come gli estremisti in politica. Concordo sostanzialmente con te e Francesco. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:49
A volte spingersi in la è proprio funzionale al messaggio |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:51
Esatto Angus, e mi sento di quotare anche la riflessione di Francesco: la nostra mente interpreta sempre, sempre quello che l'occhio invia a livello di segnale elettrico al cervello. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:53
Fate qualche esempio fotografico Angus e Black. Si può capire meglio. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 14:59
Io credo che di meglio della prima foto di esempio su "inferno e paradiso" non possa esserci come esempio: è come la vedevi esattamente in quel momento? È del tutto lecito supporre di no... È come potrebbe essere un confine ideale (emotivo) fra inferno e paradiso (***)? Beh, secondo me si... (***) con la vetta della montagna ed il sole che sorge, a simboleggiare il paradiso, contrapposti alla nuvola in fiamme ed al buio sottostanti, a simboleggiare invece l'inferno |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 15:00
Ok. Ora comincio ad apprezzare quella foto. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 15:01
Be, per cominciare la foto "realistica" è un super hdr, tanto bistrattato dai puristi. I primi piani, di volatiti o altro, fatti con lunghezze focali importanti sono impossibili da confrontare con un'immagine a occhio nudo. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 15:07
Apprezzabilissimo intervento Francesco il tuo su cosa vede l'occhio. Indica elementi non banali. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 15:14
Mi permetto per un attimo Claudio un intervento al limite. Qui discutiamo a lungo e in modo interessante di aspetti specifici di post produzione cercando il 'limite condivisibile' in ambito naturalistico. Sarebbe bello prima o poi vedere su questo forum un confronto serio e sereno sugli aspetti di pre produzione legati a staging, luci artificiali, foraggiamento, etc. Ho visto negli anni silenzi tombali davanti a 7+3 (!) thread di capanni e avifauna, su prassi condivise e anche osannate forse illegali con interventi al limite dell' apologia di reato che passavano inosservati e tacitamente accettati. E fotografi di assoluto valore lasciare dopo attacchi violenti per uso sporadico di fototrappole in ambienti alpini. Se vogliamo parlare seriamente di naturalismo prima o poi forse sarebbe importante affrontare seriamente e con apertura mentale anche quello che facciamo prima di uno scatto, oltre che dopo. |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 15:17
Black, la tua interpretazione del simboleggiare è molto condizionata dai nostri stilemi (cattolici) di Inferno e Paradiso, potrebbe essere incomprensibile ad altri. Io, pur leggendo il titolo, non mi ci riferivo. Vedevo più la bellezza e la potenza della natura. Poi, nella nostra tradizione, la montagna casomai è il Purgatorio, il Paradiso è fatto di cieli. Però possiamo supporre che l'autore ricada in questi comuni condizionamenti (inferno e paradiso intendo). Puntualizzando la parentesi sulla Sistina - che tra l'altro ho visitato sabato ed ho ben fresca in mente - Michelangelo ha parzialmente esteso a Dio creatore il concetto di nudità: l'ha ritratto di tergo con le chiappe fuori! Altro che nudi e impotenti di fronte a Dio... |
| inviato il 24 Settembre 2022 ore 15:31
Caro Mauro.... gli animali sono nudi. Le piante pure. E i minerali? I paesaggi? Qui parliamo di finzione, di cambiare i colori della realtà naturale che ci circonda. La nudità naturale è bellissima. Indiscutibilmente. Fabrizio, apriamo una discussione apposita, ma parliamo per diffondere conoscenza e qualità. Nel tono giusto intendo. Se molti si divertono a fotografare davanti a una pozza d'estate o a un distributore di semi d'inverno, possiamo cercare di offrirgli altro... ma alla fine della fiera ognuno si diverte come può. |
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