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Sigma SD Quattro


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Sigma SD Quattro, testo e foto by Giampiphoto. Pubblicato il 17 Agosto 2022; 9 risposte, 1815 visite.


Da un pò di tempo a questa parte, alcune mie riflessioni vanno a cadere sulle immagini prodotte dalle fotocamere negli ultimi anni. Vedo stampe o fotografie che ricalcano la perfezione dei moderni sensori digitali. Interpolazioni e processori di immagini moderni che creano immagini tanto perfette, quanto palesemente artificiali e computerizzate.

Belle sì, ma anonime. Lasciamoci travolgere dalle case che ci propongono tante più sofisticazioni che nuovi approcci alla creazione di immagini. Io sono il primo ad avere una fotocamera ultramoderna, ma mi piace considerare e provare anche l'alternativa.

Mi piace considerare anche l'approccio all'immagine di Sigma.

Vado in un negozio di fotografia e ordino l'ultima macchina sviluppata con il sensore Foveon (esclusiva Sigma) il negoziante rimane stupefatto dalla scelta e con soddisfazione si accinge a prendere l'ordine.




In un era di piena di novità fotografiche, in cui ogni mese ciascuna casa, sforna un modello nuovo, è doveroso fare una riflessione su un costruttore particolare, e soprattutto su un progetto molto particolare SD QUATTRO con sensore Foveon Quattro.

Ai primi di febbraio del 2002 Foveon (società di proprietà di Sigma da novembre 2008) annunciava il rivoluzionario sensore CMOS di sua progettazione Foveon X3 il quale, a differenza dei sensori tradizionali, è in grado di catturare l'intera gamma cromatica dell'immagine con ogni pixel dell'array. Ciò è possibile grazie agli speciali photosite capaci di misurare colori differenti a livelli differenti di "profondità" del sensore.

Ogni singolo photosite cattura la luce incidente producendo i segnali elettrici relativi alle tre componenti fondamentali della luce (rosso verde e blu) come avviene nelle tradizionali pellicole a colori. Il risultato è ovviamente l'eliminazione del processo di interpolazione cromatica che, per quanto preciso, è comunque un procedimento artificiale di creazione dell'immagine, a tutto vantaggio della qualità dei colori e della fedeltà dell'immagine. A ogni photosite del sensore corrisponde un pixel dell'immagine, dunque le informazioni colore fornite da ogni photosite sono pari al 100% contro il 33% di un photosite tradizionale.

Il funzionamento del sensore Foveon X3 è molto diverso da quello del sensore basato sul filtro Bayer . Nel sensore Bayer , ogni fotosito nella matrice è costituito da un sensore di luce singola (CMOS o CCD) che, a seguito di filtrazione, viene esposto a solo uno dei tre colori primari (rosso, verde o blu). Per la realizzazione dell'immagine finale catturata dal sensore Bayer è necessario effettuare la demosaicizzazione, un processo interpolativo in cui ad ogni pixel associato ad ogni fotosito viene assegnato un valore RGB basato sulla combinazione dei valori di rosso, verde e blu dei fotositi ad esso adiacenti. Al contrario, il sensore Foveon X3 crea la resa del colore RGB per ogni fotosito combinando le uscite di ciascuno dei fotodiodi accatastati in ciascuno dei suoi fotositi . Questa differenza operativa comporta diverse conseguenze, non tutte positive (da cui la scarsa diffusione).

Questa mirrorless dalle sembianze deformi rimane a tutt'oggi una mosca bianca nelle numerose fotocamere anonime senza "carattere"... già, tutte uguali, tutte simili, tutte anonime, tutte tranne lei.

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SD QUATTRO è una fotocamera molto particolare, prima di tutto per
il suo sensore Foveon e sicuramente per il suo utilizzo che non è da tutti i
giorni. Con questa fotocamera non è possibile fotografare di tutto a
qualsiasi luce in qualunque condizione, ci sono dei limiti, da lei imposti che
vanno rispettati che ci piaccia o no. Che sia chiaro, non è indicata per qualsiasi condizione, ma è possibile usarla in qualsiasi condizione in base alle nostre abilità.

SD QUATTRO è disponibile dal 2017 e deve essere considerata come una
fotocamera analogica da usare a 100 ISO solo per la massima qualità.

Elencherò subito i suoi difetti:
- batteria con scarsissima autonomia
- autofocus lento
- lentezza della scrittura dei file sulla memoria
- incompatibilità con molti flash in commercio di terze parti
- pochi punti di messa a fuoco
- inutilizzabile oltre 200 ISO
- ottiche Sigma SA difficilmente reperibili

Praticamente tutto il contrario delle mensili fotocamere odierne super veloci
e che arrivano a 512 mila ISO, con buffer infinito e 20 FPS.
Va bene ok allora perchè prenderla?

Elencherò anche i suoi importanti pregi:
- qualità fotografica superlativa
- qualità del progetto sublime




Analizziamo con calma i punti partendo da quelli negativi.
L'autonomia non è il suo forte anche se dotata di batteria da 2000mh (si sa che le mirrorless sono più assetate di energia rispetto alle reflex) con una carica preparati a salvare sulla tua scheda SD appena un centinaio di scatti. Molta energia è assorbita dal suo particolare sensore FOVEON.
L'autofocus non è certo di prim'ordine ma poco male per chi scatta in manuale o fa fotografia "riflessiva" certo non è adatta a fotografare la F1 o lo sport in generale ne, tanto meno, l'avifauna.




Io, per le mie esigenze, raramente ho bisogno di un focus fotografico aggressivo ma rimane comunque inferiore a tutte le camere concorrenti. Nonostante sia lento l'AF rimane molto preciso e questo è un compenso da non sottovalutare.
Il processore d'immagine e il software impiegano qualche secondo a scrivere sulla SD il file, quando dico qualche secondo intendo dai 4" agli 8" e non scherzo, dipende dalla dimensione del file che salviamo, dal numero di foto di scattate consecutivamente e magari da qualche opzione particolare attivata dal menù. (Dopo vedremo...)
Purtroppo tra obiettivi e flash, non si trova molto nei mercatini dell'usato, la baionetta Sigma SA fa parte di una elìte molto rara. Quindi per chi vuole crearsi un sistema sul Foveon deve prepararsi a spendere parecchi soldi, puntando quasi tutto sul nuovo.
Il sensore Foveon è straordinario ad una sensibilità di 100 Iso,
possiamo spingere la camera fino a 200, ma da 400 Iso in su il
rumore digitale è molto invasivo, e può essere compensato da un ottimo bianco e nero.
Abbiamo 9 punti messa a fuoco selezionabili o singolarmente o tutti insieme, con la selezione singola dei punti di messa a fuoco, possiamo selezionare la dimensione sensibile del punto di fuoco, in modo da coprire un area più precisa o più "grossolana".
La macchina dispone del riconoscimento del volto del AF, attenzione però è un aiuto che non sempre le sue funzioni, spesso la macchina non si accorge dei volti che stiamo inquadrando...
Questi sono i suoi limiti.




Va detto però che la sua resa è eccezionale.
Colori, contrasti, dettaglio sono ben diversi dal digitale a cui
siamo abituati. Il file grezzo può essere salvato con RAW X3F
proprietario Sigma, che è gestibile solo con l'apposito software
Sigma Photo Pro, che è ben fatto, gratuito, e con funzioni professionali ma logorante per la sua lentezza (indipendentemente dal computer che usate).

Il salvataggio in DNG è l'alternativa che preferisco, io solitamente
scatto con questa scelta, i file dispongono di circa 130MB di
informazioni a fotografia, e sono ben malleabili in Lightroom o
Photoshop.

Il sensore e la sua tecnologia racchiudono la bellezza per la quale
vale la pena usare questa macchina fotografica, la sua tecnologia
non deriva da una interpolazione di fotodiodi RGB con il classico
filtro Bayern o X-trans proprietario di Fujifilm, ma è un insieme di
strati dei tre colori primari. Esattamente come le vecchie pellicole.




Questo sensore è ideale se vogliamo permette alla luce di attraversare i tre filtri colori per ottenere tonalità uniche ed inappagabili.
Il progetto costruttivo della macchina è veramente sublime. Il corpo è tropicalizzato, robusto, i tasti funzione sono tanto basilari quanto perfetti, sono tutti al loro posto e dopo poche ore è già alto il feeling dell'ergonomia.
L'innesto obiettivo SA ha al suo interno un filtro infrarosso smontabile, questa è l'unica macchina sul mercato che permette di fare questo tipo di fotografia senza modifiche drastiche e costose al sensore.




Il battery grip permette alla macchina di montare altre 2 batterie aggiuntive oltre quella in macchina per un totale di 3 batterie insieme (6000mh).
Il display è bello e grande ed è affiancato da un display secondario monocromatico che ci tiene aggiornato sui dati di scatto e non mi dispiace averlo sul dorso anzichè il classico sulla calotta.
Il mirino è di buona risoluzione ma ne ho provato di migliori, va bene per il tipo di fotografia riflessiva che bisogna fare, il frame rate sempra un pò basso e se si sposta in fretta la macchina c'è quel lag di incertezza che può dare fastidio, migliora in ottime condizioni di luce.
Nella versione kit è abbinata al splendido Sigma 30mm f/1.4 Art e vi posso garantire che questo obiettivo non ha nulla da invidiare ai più blasonati Canon serie L o Zeiss vari.

Unica, particolare da amare e odiare tutta d'un fiato!
Maledetto quel giorno che sono andato in negozio!







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avatarjunior
inviato il 05 Settembre 2022 ore 20:40

Bell'articolo, complimenti.
Da possessore della versione H, mi ritrovo in tutti i pregi e difetti elencati. Che poi i "difetti", se cosi li vogliamo chiamare non fanno altro che farci rallentare (come avveniva con la pellicola) e cosi farci " pensare" ogni fotofrafia.
Aggiungerei il fatto che il file ottenuto in ripresa, sia in formato Raw proprietario che il Dng ha una latitudine di esposizione inferiore, soprattutto nelle luci, a quella delle odierne fotocamere con sensore Bayer. Sembra di fotografare con la pellicola diapositiva. In aiuto a questa limitazione la macchina dispone della funzione SDF, da attuare con la macchina su treppiedi e soggetti fermi. In questo modo la macchina effettua 7 esposizioni consequtive ad intervalli di 1 stop e si ottiene un file stupendo (inizialmente morbido da sistemare in LGR o PS) senza alte luci bucate, ricchissimo di dettaglio, di sfumature e con zero rumore, assolutamente superiore a qualsiasi altra fotocamera dotata con filtro Bayer.

avatarsenior
inviato il 05 Settembre 2022 ore 21:05

Articolo ben scritto.
Grazie

avatarsupporter
inviato il 05 Settembre 2022 ore 22:07

Grazie per questo articolo. Mi sposto sempre più spesso in montagna e a volte penso di prendere questa mirrorless per foto statiche a soggetti naturali di cui l'articolo fornisce vari esempi. Io scatto quasi esclusivamente foto d'azione, ma a volte incontro particolari vegetali con colori e dettagli davvero incredibili che mi piacerebbe riprendere con questa fotocamera. Però mi frena un po' il peso, perché con il 30 art supererebbe il chilo. Esiste un grandangolo di qualità con maf a distanze ridotte e di peso contenuto in attacco sa?

avatarsupporter
inviato il 06 Settembre 2022 ore 6:48

Claudio Cortesi, per l'utilizzo che ne vorresti fare una buona alternativa foveon sarebbe la dp3q quattro, ottimo obiettivo equivalente a un 75, f/2.8, con rr 1:2, stesso sensore della sdq, molto leggera, ottima per i close-up. Ai limiti della sdq bisogna aggiungere però la mancanza di mirino sostituibile con una loupe efficace ma ingombrante. Io la porto sempre in montagna, accoppiata o alla sua sorella grandangolare (dp0q) o alla Canon R5.

avatarsupporter
inviato il 08 Ottobre 2022 ore 14:56

bel articolo e ottime foto

avatarsupporter
inviato il 08 Ottobre 2022 ore 19:52

A @claudio consiglio anche la DPZero...

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2022 ore 14:15

Curiosità:
Viene qui citato Lightroom per la pp, qualcuno ha usato C1 o DxO in sostituzione del medesimo Lightroom?

avatarjunior
inviato il 23 Ottobre 2022 ore 15:39

Bell'articolo, apprezzato molto, peccato abiti lontano altrimenti ti facevo provare il 120 300 2.8 attacco sa

avatarsenior
inviato il 29 Ottobre 2022 ore 13:07

Grazie per l'articolo, e le belle foto, molto stimolanti.
Ho iniziato con le compatte dp0q, dp2m, dp3q. Entusiasta delle q, la tanto decantata merrill invece non mi ha preso, e l'ho rivenduta. Ho trovato poi una buona occasione di una SDq con 30/1.4. Delusione totale, ma mi sorge il dubbio non fosse a posto, l'ho restituita al gentile proprietario senza problemi.
In ogni caso l'esperienza mi è servita per capire che non faceva per me. Troppo grande e ingombrante, e l'obiettivo era il più piccolo, probabilmente.
Molto diversa invece l'esperienza con le dp a forma di calzascarpeMrGreen.
Sono rimasto con dp0q e dp3q. Borsettina piccola, leggera, in cui sta tutto. Escursioni in leggerezza, non solo fisica, anche mentale.
Macchinette entusiasmanti per la loro minimalità. Tutto facile, trasporto, uso, gestione. E risultati stellari, anche solo col jpeg. Non sempre, a volte sembra ci sia proprio incompatibilità con certe scene. Ma quando va tutto per il verso giusto è un godimento, anche l'idea di aver fatto foto così con macchinette semplicissime





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