| inviato il 12 Agosto 2022 ore 20:01
FOTOGRAFIA Facendo riferimento all'articolo “Il passo dei rapaci” www.juzaphoto.com/article.php?l=it&t=4305247 vorrei condividere alcune considerazioni sull'attrezzatura usata riguardo al suo comportamento sul campo. Canon: Corpo r5. Ottiche 16-35III..50M..Sigma 100-400..800..1.4xIII..2xIII..2xII. Sony: Corpo a6600. Ottiche 200-600..1.4x.. Pentax: Corpo 645 Z. Ottiche 28-45..55..150..300..1.4x.. Cannocchiale Nikon EDG 85 oculari 30 e 50x. Binocolo Svarowski 8.5x42. Cavalletti: Gitzo 2940 lvl, Velbon Mark-7G SV. Teste: Gitzo GHFG1 con prolunga, Gitzo GH2720QR, Arca Swiss p0 hybrid. Telefono Samsung Note 8. Zaino Gura Gear Kiboko 30, MindShift Trailscape 18L, Tenba Solstice 20, zainetto Lowepro 200 Pentax e 200-600 a parte, tutto il resto è attacco Canon EF, intercambiabile. 200-600, montato su a6600 in realtà funziona da 300-900. Per cui aggiungo il 100-400 che mi copre le focali da 100 a 300, quelle che amo e uso di più nel paesaggio. Le varie scelte L'attrezzatura utilizzata ovviamente è del tutto ridondante. Potevo fare tutto solo con Canon, o con Sony portando qualcos'altro, o perfino anche con Pentax, accontentandomi del 600/5.6 solo in manuale. Ma l'idea era di usare questi materiali nelle varie situazioni, e comunque potermi muovere leggero, volendo, o disporre del meglio che ho negli altri casi. Alla fine ho usato poco o niente solo i moltiplicatori, in quanto la focale 800mm su ff è risultata perfetta. Lo stesso il 200-600, equivalente ad un 300-900 in aps-c. Con 800-900mm di focale di focale massima infatti l'uso dei moltiplicatori si è rivelato quasi sempre superfluo, e i pochi scatti effettuati sono dovuti più alla curiosità di vederne i risultati che a vera necessità. Canon EOS R5 . Ormai la conosciamo bene. È una gran macchina, e conferma le sue doti. Velocità, af notevole (ma non infallibile), affidabilità. E ha i suoi (piccoli) problemi: Visualizzazione per ingrandire, sblocco ottiche a sx, accensione a sx. Visualizzazione per ingrandire. Quando sul monitor si riguardano le foto e si cerca un soggetto ingrandendo, con la pony a6600, scatoletta di tonno da 4 soldi, compare una miniatura dell'immagine col rettangolino rosso che simula il particolare dell'immagine ingrandito. A questo punto, vedendo il soggetto e il riquadro, con le freccette, è un attimo farli coincidere. Sulla megapanon invece non c'è la miniatura, ma solo un riquadro, per cui devi tornare all'immagine (ma senza il riquadro rosso) e indovinare dov'è quello che cerchi. Se qualcuno conosce un'impostazione che faccia vedere come la pony, lo dica, per favore, ma temo non ci sia. Sblocco ottiche a sx, accensione a sx. Ormai veramente insopportabili queste mancanze. Le macchine ergonomicamente ben costruite non cadono su questi particolari. Quando devo togliere un obiettivo o spegnere la macchina, con la milfona 645, D o Z, non c'è problema. Lo stesso con la scatolettaditonnopony a6600. Con la sx tengo l'ottica, con la dx impugno la macchina. Col pollice spengo la macchina, col medio o anulare sbocco l'obiettivo e ruoto il corpo. Semplicissimo. Con panon (tutti con la p così non si offende nessuno:-), Paolo, toh, anche tu con la P), invece devo innanzitutto spegnere con la sx. Poi tenere l'ottica con la dx (cosa innaturale perché con la dx si impugna la macchina, che ha pure una protuberanza apposita), e con la sx sbloccare e, o ruotare il corpo con la sx o l'ottica con la dx. Penso che dopo un po', quando una funzione o prestazione diventa assodato siano ergonomicamente limitanti, non è questione di copiare, ci si adegua, si migliora e basta. Montata stabilmente sull'800 quando potevo stare in postazione col cavalletto. Uso ottimale. Macchina in stand by, quando compariva un soggetto bastava sfiorare il pulsante di scatto che il sistema risultava istantaneamente pronto a mettere a fuoco e scattare. Come una reflex? Magari no, un po' meno. C'è stata una sola situazione sul campo in cui la velocità inferiore (a livello strumentale) ha determinato qualche problema? No, mai perso neanche uno scatto per mancanza di prontezza, dunque ottimo. In questo tipo di fotografia altamente dinamica il 95% di foto a fuoco sono percentuali da uccellino sul rametto, ovviamente, non di falco velocissimo. Tuttavia, data la raffica molto rapida in elettronico, la percentuale del 30-40% è eccezionale e regala una quantità elevatissima di foto ottime. Per cui grande soddisfazione per questa macchinetta, usata sempre con ottiche EF. Altre volte in cui per qualche motivo non era possibile utilizzare l'800 (questioni di maneggevolezza, uso da dentro l'auto, vento forte per cui non era prudente lasciare la macchina sul cavalletto, etc.,), utilizzavo il 200-600 sulla a6600 e sulla r5 montavo il 100-400 Sigma, appena preso. In prova il 16-35/2.8III, anche lui appena preso.

 Canon EF 800mm f/5.6 L IS USM . Resa veramente stellare, soprattutto ora con r5. Su treppiede con gimbal Gitzo è come avere una contraerea (foto 1,3,4 sopra, nella foto d'insieme), si inquadra da lontano e si seguono i soggetti con grande facilità. Fatto anche qualche scatto a mano libera, come facevo sempre prima, con la r5 è ancor più uno scherzo. Per qualche minuto lo si può imbracciare tranquillamente. Non di più, ovviamente. Poi occorre poggiarlo. Ma tanto non si tratta di seguire motorini, o cagnette al parco. I soggetti non sono sempre lì con continuità, giro dopo giro, qui ci sono lunghe e imprevedibili stasi. Ma la resa ripaga. Soprattutto in scatti a grande distanza, anche con aria non buona, dunque di soggetti molto piccoli sul fotogramma, non ha rivali nel rivelare dettagli minimi, come sfumature del piumaggio, barrature, disegni vari. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304681&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304689&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304680&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304666&l=it La qualità più da vicino è tale che mi mette in crisi.
 Volendo razionalizzare il corredo, anche se a malincuore, pensavo di cederlo, ma ora non so più se farlo. Anche alla luce dei risultati dell'attuale 800mm rf, (che risulta essere nient'altro che l'originario 400/2.8is3, già di per sé non il massimo, per giunta con un 2x in pancia), a quanto pare di qualità molto distante. Questo capolavoro invece, anche con 1.4x
 e perfino con 2x
 fornisce una qualità straordinaria. Sottolineo che queste ultime due foto coi moltiplicatori (ma anche tutte le altre) non sono riprese a distanze prossime a quella di minima messa a fuoco. Ma a centinaia e centinaia di metri o a decine e decine di metri, e in situazioni di aria pessima, cose che il suo schema ottico, gli elementi asferici, fluorite, UD e Super UD incorporati e i rivestimenti Super Spectra evidentemente riescono a minimizzare e a digerire. Altro che 800rf supermoderno a 21k€ . Sigma 100-400mm f/5-6.3 DG OS HSM C . Come si diceva, l'ho preso perché, non avendo ff Sony, il 200-600 alla fine risultava un 300-900 equivalente e, non volendo portare altri fissi, avrei avuto un bel buco da 50 a 300, che è il range che preferisco per il paesaggio a distanza. Ovviamente a questo è dedicato il sistema Pentax, ma non sempre lo potevo portare e dunque mi è stato utile un tuttofare da montare sia su Canon che su Sony. Si è dimostrato un obiettivo notevole. Resa ottica altissima, del tutto paragonabile al 100-400is2 Canon, che ho avuto per un bel po' e che conosco bene. L'af in situazioni dinamiche invece, pur avendo aggiornato l'obiettivo, su r5 non mi ha soddisfatto. L'ho usato in particolari condizioni, quando l'800 era troppo lungo. Quando ad esempio passavano stormi ravvicinati, dai 10 ai 20m, una situazione molto difficile, in quanto i rapaci passano molto veloci, e la ridotta distanza non dà tempo di inquadrare e seguire il soggetto, ma occorre puntare e scattare. Ebbene, quasi sempre nelle raffiche solo il primo scatto era buono, e non sempre, e poi, dopo aver perso il fuoco, non riusciva a riprenderlo. Su reflex invece, a quanto pare, tutto ok. Anche in situazioni statiche, nessun problema, messa a fuoco precisa e perfetta. Ottimo nei paesaggi. Curioso di testare il comportamento del 100-500rf in questa situazione. www.juzaphoto.com/me.php?p=&pg=330653&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304581&l=it
 www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304659&l=it Canon EF 16-35mm f/2.8 L III USM . Ho sempre avuto lo zoom grandangolare luminoso. A cominciare dal primo EF 20-35L, poi il 17-35, poi il 16-35 I e II. Avevo fatto una pausa di qualche anno. Ma non ho resistito e sono ritornato alla grande. Ho preso prima l'f4, bellissimo. Ora il 2.8. Meraviglioso. Non so dire altro. Resa altissima e uniforme fino ai bordi a tutte le focali. Temevo la vignettatura alla focale minima, ma devo dire che non me ne sono neanche accorto. Almeno nelle foto di paesaggio in esterni con buona illuminazione. Che poi sarebbe la situazione in cui si dovrebbe vedere al massimo. Un po' grossetto, in effetti, ma per prestazioni così elevate ci può stare. Comodità enorme, un solo obiettivo che contiene tutti i grandangoli utili, per giunta 2.8, utilizzabile anche per stellate. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304579&l=it Sony a6600 . Ho già parlato di questa straordinaria macchinetta. Straordinaria per le prestazioni che è capace di fornire in un corpo che definire minimale è veramente poco. Ancora non l'avevo testata così duramente, però. È una gran macchina, senza dubbio, con cui è possibile effettuare scatti anche impegnativi. Al solito il problema è l'ergonomia. Troppo piccola per l'uso col supertele, per cui risulta molto utile aumentarne lo spessore con una soletta. Ma il problema peggiore è un altro, relativo alla fotografia molto dinamica, come quella dei rapaci di passo: il mirino laterale. Non avendola usata intensamente nella foto di rapaci, non me n'ero ancora accorto, ma stavolta è stato plateale. In pratica la tecnica di mirare lungo la parte superiore del tele, come con un fucile, che va benissimo con reflex o ad es. con r5 e 800, qui non funziona. Quando miro, poi sollevo leggermente il tele e faccio per inquadrare, non trovo più il soggetto. Dopo alcune occasioni in cui ero circondato da 15-20 falchi e non riuscivo ad inquadrarne neanche uno, mi fermo e studio il problema. Nelle situazioni concitate, con pochissimi istanti a disposizione, il decentramento del mirino in pratica inganna e si tende a inquadrare a lato, rispetto alla posizione corretta, senza trovare mai il soggetto. Trovo subito la soluzione, banale ma efficace. Allargo semplicemente l'inquadratura alla minima focale fino a trovare il soggetto e poi stringo. Alla fine ci vuole un attimo, ma all'inizio ho perso scatti anche importanti. In ogni caso, la prossima aps-c, per essere utilizzata al meglio, dovrà avere il mirino centrale, questo form factor va bene per tutto, ma per inquadrature rapide decisamente no. Il resto è una meraviglia. Va come un treno. Mette a fuoco e insegue senza problemi. I file sono ottimi e gli scatti sempre molto soddisfacenti. Abituato con ben altri calibri, quando affronto certe situazioni con questa scatoletta sono sempre in ansia. Poi quando vedo le foto, trasecolo ogni volta. I soggetti non risentono delle eventuali deformazioni indotte dall'otturatore elettronico. Ma gli sfondi sì, soprattutto se vi sono oggetti che si sviluppano verticalmente, tipo alberi o pali. Niente male, fortunatamente c'è ancora l'otturatore meccanico, che fra l'altro fa gli stessi scatti al secondo, quindi nessun problema. Non è velocissima come la recente r7, ma 11 fs sono sufficienti veramente per tutto. La prossima ne dovrà fare almeno il doppio. Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS
 Dedico un po' di spazio in più a questo controverso obiettivo (secondo alcuni) perché non si riesce a leggere quasi mai niente di equilibrato e corretto in proposito. Con questa sessione, il cerchio della tipologia degli scatti effettuabili con questo speciale zoom supertele, si chiude. In quella precedente alle poiane, abbiamo visto l'uso da capanno a soggetti medi, le poiane, qui la galleria www.juzaphoto.com/me.php?pg=323367&l=it e molto piccoli, i passeriformi, e a distanza ravvicinata, in situazioni perlopiù statiche, www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4150276 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4150278 con risultati di qualità elevatissima e assolutamente indistinguibile da quella ottenibile con ben altri supertele. Qui si può vedere la resa in tutte le altre condizioni. www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4304574 www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304171&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304174&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304180&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4304178&l=it Distanze medie e lunghe, soggetti centrali e laterali, e situazioni fortemente dinamiche. Ebbene, tutte le sciocchezze decantate dai vari esperti da tastiera, e detrattori Sony, sono totalmente destituite di ogni fondamento. L'obiettivo va benissimo da vicino, alle medie e lunghe distanze. Al centro e ai bordi. A tutta apertura e chiuso. In situazioni statiche e dinamiche. La qualità dell'immagine è elevatissima e il funzionamento ineccepibile, persino con una macchinetta certo non top come la mia attuale a6600. Basta inquadrare e scattare. Certe volte non facevo in tempo ad appoggiare correttamente almeno la fotocamera all'occhio, e sparavo al volo, a mo' di scatto col telefono. Poi guardavo le foto e rimanevo meravigliato. Non tutte, che non succede mai se non nelle fotine al parchetto o in giardino con cagnolini e nipotine. Ma molte, spesso oltre il 50%, erano ottime. Questa combo, 200-600 nuovo con la macchina in offerta nuova, l'ho pagata meno di un corpo macchina medio della concorrenza. Chi non riesce a ottenere risultati ottimali, anziché tentare disperatamente di sminuire questo eccezionale obiettivo, deve cercare di capire il perché, magari ha un esemplare non in ordine, può succedere (in un caso su mille, forse). Ma nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di imperizia, incapacità nell'uso di un teleobiettivo spinto, o semplicemente mancanza di esperienza. Si tratta di un vero supertele, da non confondere nell'uso con altre realizzazioni tipo 100-400 o sue evoluzioni, pur buone, ma idonee per altri usi e soprattutto molto più facili da usare. Se da una parte infatti questo obiettivo può risultare grosso e pesante rispetto ad esempio a un 100-500, con cui erroneamente viene confrontato, da un'altra parte rispetto ai tradizionali 500-600mm è comunque compatto e leggero, e può illudere facilmente principianti assoluti della telefotografia o fotonaturalisti improvvisati, che sia facile usarlo al meglio. Certo, grazie a macchine super prestanti, 30 fs, iso galattici, ottiche compatte, af stellari, stabilizzazioni a 5 stop… diversamente da un tempo in cui si fotografava con 50 iso, manual focus e al massimo automatismo d'esposizione sui diaframmi, 2-3 fs, e ogni scatto 500 lire (almeno 1-2€ rapportati a oggi), ormai chiunque riesce a ottenere qualche scatto buono. Ma non bisogna esagerare. Occorre un minimo di esperienza per ottenere risultati ottimi e costanti, e non è da tutti. Molti, magari avendo un altro sistema, soprattutto grazie al costo veramente esiguo, lo comprano facilmente e altrettanto facilmente pensano di utilizzarlo. Poi, quando non ci riescono e i risultati non vengono, indispettiti lo denigrano, insieme a tutto il sistema. “L'ho usato”, “l'ho avuto”, magari tre volte o un paio di settimane, attaccano, prima di ridarlo indietro schifati. E giù difetti inesistenti e improperi contro le scatolette di tonno. In realtà, basta andare nelle varie gallerie e vedere cosa è capace di farne chi lo sa utilizzare correttamente (es. Claudio Cortesi, Mimmox e molti altri). Se si ha difficoltà ad ottenere risultati simili, se se ne ha voglia, bisogna solo armarsi di umiltà e studiare e provare e insistere, oltre a imparare a trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Quando ciò è stato fatto abbastanza, i risultati, anche mirabili, arriveranno.
 Cannocchiale Nikon EDG 85 , oculari 30 e 50x. Alla fine ho usato sempre l'oculare 50x. Resa stellare per questo cannocchiale moderno, indistinguibile da quella di altri mostri sacri tipo Leitz Zeiss o Svarowski, ottimi anche loro, ovviamente. Confrontati fianco a fianco le prestazioni sono identiche, inutile girarci intorno. Costruito in maniera impeccabile, impermeabilizzato in maniera esagerata, cambiare un oculare è un'avventura (appunto per le guarnizioni presenti che ovviamente incrementano gli attriti). Bellissimo inquadrare gli stormi anche lontanissimi e vederli ravvicinatissimi. Binocolo Svarowski 8.5x42 . Altro capolavoro. Quando osservo con questo binocolo ho la sensazione di vedere le cose meglio che a occhio nudo. E quando c'è molta foschia, riesce a “bucarla” in maniera incredibile. Mi chiedo perché non facciano degli obiettivi fotografici con questa capacità. Gitzo 2940 lvl , grande cavalletto, ne ho già parlato altre volte, piccolo, leggero, stabilissimo, con meccanismo livellante molto utile. Velbon Mark-7G SV . In alluminio, pagato due lire ad una fiera in tempi di carbonio dilagante in quanto non lo importavano, ha una qualità pari, se non superiore, ai vecchi Gitzo in metallo. Questo sembra ancora più robusto. Pesa quasi 6kg senza testa e ovviamente non è trasportabile, lo uso solo quando mi muovo in auto. Ha inoltre la colonna centrale a cremagliera, realizzata come un carro armato, di una comodità incomparabile per posizionare al volo l'800 a diverse altezze a seconda della posizione del soggetto. Infatti capitavano soggetti diciamo “in cielo” e altri a quota più bassa della mia posizione e poterlo alzare e abbassare con precisione e semplicemente con la manovella, a volte faceva la differenza. Gitzo GHFG1 , gimbal di qualità, con l'innovazione della cartuccia idraulica incorporata che ne regola la fluidità, caratteristica questa presente solo sulle teste video, non nelle gimbal fotografiche, anche molto costose, che sono o tutte libere o tutte chiuse. Robustissima, con prolunga apposita tiene anche due supertele o un supertele e il cannocchiale, come si vede in foto Gitzo GH2720QR , ottima tuttofare video, piccola e leggera (pesa 1/3 di una gimbal), molto fluida. Ideale per cannocchiale o 200-600, ma in altre occasioni l'ho usata senza problemi anche con 600/4 o 800/5.6,li regge benissimo. Arca Swiss p0 hybrid , quasi mai utilizzata in questa occasione, ne ho parlato altrove. Samsung Note 8 . Telefono datato ma di qualità, ottimo per tutto, anche fotograficamente. Pur se ovviamente non all'altezza di altre realizzazioni più moderne, eccellente per affidabilità e qualità fotografica. Il grandangolo è facilmente simulabile con la panoramica. Manca un buon tele. Ottimo per fotografie al volo, o video da condividere rapidamente, o per la ripresa di attrezzature e altre situazioni veloci. Gura Gear Kiboko 30 , zaino molto famoso, ormai datato, ma di nuovo in produzione e dunque attualissimo. Eccezionali capacità di carico, tiene anche un 600/4 e un 800/5.6 contemporaneamente, con buon contenimento. MindShift Trailscape 18L , zainetto compatto, non leggerissimo, ma di una robustezza veramente notevole. I prodotti di questa ditta sono veramente superiori. Il sistema medio formato Pentax 645, ovviamente pesante, ci sta alla perfezione e sono sicuro della massima protezione anche in lunghi viaggi non agevoli. Tenba Solstice 20 , molto leggero e compatto, e molto economico. Non ha la fattura del MindShift, ma si difende. Ottimo per 200-600, a6600 e accessori leggeri. Zainetto Lowepro 200 , molto datato ma sufficientemente ben costruito e con dimensioni perfette per il cannocchiale e i suoi accessori. Tecniche di ripresa. Trattandosi di uccelli di passo, sono i soggetti che vengono verso il fotografo. Dunque occorre cercare di posizionarsi nel punto ritenuto più adeguato al momento, in quanto pur nello stesso luogo le condizioni possono cambiare. In realtà si riesce a fotografare anche alla bell'e meglio, ci si mette in uno dei tanti punti già sulla strada e qualcosa si riesce a fare sempre. Non mancano posti migliori da scegliere, ma mimetizzarsi è sempre meglio. Ci sono i bunker utilizzati dai cacciatori in passato, ma spesso vi nascono occasioni di scontro, per cui se non sono lontani e difficilmente raggiungibili, meglio evitare. Insomma ci si apposta occultandosi in un punto di passaggio e si aspetta. Come spiegato, può andar bene subito, oppure no. Ovviamente poi ci sono le condizioni atmosferiche, soprattutto i venti, che giocano un ruolo importante. Insomma, di tutto un po'. Personalmente preferisco il posto meno accessibile, spesso a costo di non vedere niente mentre in altri posti passano. Il fatto è che in natura mi piace godermi, appunto la natura. La caciara invece, anche solo in termini di numero di persone presenti, la aborro. Il numero massimo di persone che tollero è tre, me compreso, e devono sapersi comportare. Qui, purtroppo non è raro trovarsi in 10-20. Birdwatchers, protezionisti, “scienziati”, fotografi, la maggior parte in vacanza con parenti inesperti al seguito che amano piazzarsi più in vista possibile e tutti più o meno fotograficamente muniti, anche solo col nefasto telefonino e soprattutto quasi tutti (non tutti, fortunatamente, ma molti) predisposti a darti lezioni di etica spicciola, pronti a violarla alla prima ghiotta occasione o “in nome della scienza”. Chiacchierano, ridono, scherzano, corretto niente da dire, ma mi deconcentra, mi sembra di essere altrove, non mi gusto la situazione, e l'esperienza si diluisce, si abbassa, cala. Per tutto questo preferisco starmene dove dico io, dove non viene nessuno. Se passano, bene. Se non passano, almeno mi godo l'aria e il panorama. Ho passato intere giornate così. Per quanto riguarda la tecnica fotografica vera e propria, per molto tempo si è fotografato con attrezzature manuali, portando a casa il risultato, ma trattandosi di una fotografia esclusivamente e altamente dinamica, ora ci sono attrezzature fantascientifiche rispetto anche solo a 20 anni fa, e conviene utilizzarle al meglio. Teleobiettivo af dunque, da 400mm in su, buono anche uno zoom 100-400 af, possibilmente di generazione recente. E poi, a salire di focale, quello che si vuole, senza limiti. Fotocamere di ultima generazione, per l'af prestantissimo e la raffica rapida di cui dispongono. Ma anche con le reflex si possono fare ottime cose. Impostazioni solite della fotografia dinamica. Af continuo, raffica massima, esposizione auto-iso. Per quanto riguarda l'area af da scegliere, ci sono varie linee di pensiero. Alla fine ho preferito la zona centrale. Riconoscimento occhio praticamente inutile, a decine di metri l'occhio è piccolo, molto difficile da apprezzare coi sistemi attuali, e soprattutto in movimento molto rapido. Per quanto riguarda le regolazioni fini preferisco non dare indicazioni, in quanto esistono diverse possibilità ugualmente valide, a mio avviso, ognuno segue quella con cui ottiene i migliori risultati e, anche a parità di tutto, vedo che le scelte non sono uguali. Aria. Un discorso importante è quello relativo all'aria, il cosiddetto “seeing”. Le condizioni possono essere molto diverse. L'ideale è la giornata fresca, o le prime ore del mattino. Ma spesso a maggio a questa latitudine fa molto caldo, dunque può esserci tutto il giorno aria infuocata, pessima in termini fotografici. La cosa assurda che ho osservato è che, anche contemporaneamente, pur stazionando nello stesso punto, le condizioni dell'aria possono non essere costanti. Può capitare di fotografare un soggetto che si sposta rapidamente. Si fanno diversi scatti e si osserva che la resa non è la stessa. Ma non perché l'af non è riuscito ad operare con costanza, o perché si è sbagliato qualcosa. No, si vede invece un diverso grado di impastamento, in una stessa azione, in cui il soggetto si è spostato anche solo di alcuni metri. In sostanza l'aria, apparentemente uguale, può avere densità diversa da punto a punto e le diverse folate produrre effetti diversi. Alcune foto impastate, altre perfettamente pulite. Come al mare, quando si attraversano strati di acqua a temperature diverse. Ovviamente non c'è nulla da fare, se non scattare ugualmente e poi vedere. Ho notato questo fenomeno inequivocabilmente scattando ad una gheppietta che tutti i giorni faceva continuamente lo spirito santo a una 50ina di metri. Nella stessa sequenza, tra una foto e l'altra, notavo queste differenze, alcune immagini irrimediabilmente impastate, altre molto più pulite. Ribadisco infine la mia filosofia fotografica in generale e stavolta in relazione all'avifauna. Così come nel paesaggio mi piace fotografare posti di per sé belli, ricercandoli, stazionandovi e godendomeli, fotografare uccelli rappresenta per me un'ulteriore occasione per stare in natura nutrendo le mie emozioni con sensazioni positive. Dunque posti belli, o meravigliosi, se possibile, il che non è difficile, in quanto i rapaci necessitano di ampi territori integri, e questo è già di per sé bellezza allo stato puro. Poi, gli uccelli, appunto. Amo fotografarli tutti. Anch'io sono stato appostato ore per fare fringillidi o silvidi o che so io. Ma non ai girasoli e comunque solo per lavoro. Per il mio diletto amo vedere comportamenti particolari, diversi dai litigi invernali per un seme, ma non voglio dilungarmi in questo. In ogni caso, i miei soggetti preferiti sono i rapaci, come quelli oggetto di questo “progetto” ( , per quelli che qualunque cosa facciano devono chiamarla “progetto”, se no non vale niente). Oltre ai posti fantastici in cui vivono, integri e aspri, che di per sé regalano momenti molto positivi, il plus dei rapaci sta nell'emozione che regala la loro osservazione, possibilmente ravvicinata. Si tratta di specie difficili da trovare, osservare e avvicinare, per cui quando questo accade regala momenti di intensità raramente percepibile con altri soggetti. Insomma, quando grazie all'esperienza maturata in anni di studio sul campo si riesce ad entrare in contatto ravvicinato con questi animali, non si rimane indifferenti. Lo scatto è il momento culminante di una serie di atti, alcuni anche molto impegnativi, come anche solo raggiungere il luogo giusto, con cui si conclude l'esperienza. Quando dopo avere scelto il luogo, il tempo, l'attrezzatura, la tecnica, si riesce ad avvicinare un rapace (magari di grandi dimensioni, difficile, persino molto raro, come accaduto in questa occasione), abbastanza da fotografarlo bene, quando si finisce di scattare e si guarda per vedere se si è riusciti a far qualcosa di buono, viene un senso di appagamento, di pienezza, una soddisfazione difficilmente spiegabili a parole a chi non li ha provati. Questo è il senso di questa fotografia. Quel momento cruciale in cui tutto si incontra e che culmina in uno scatto. A questo punto per me l'esperienza è finita, tutto quello che viene dopo è quasi senza importanza. Quasi, perché chiaramente si vuole anche che rimanga qualcosa di tangibile, la foto, che nel tempo, almeno parzialmente farà rivivere quell'emozione. Ma la parte importante è quel momento, quando vedi il soggetto avvicinarsi, e pregusti quello che sta per avvenire, fino a quando premi il pulsante. Ovviamente si può provare tutto questo anche con altri soggetti molto diversi, ci mancherebbe, è il bello della fotografia di natura. In ogni caso, l'essenza della fotografia di avifauna per me è questa, l'esperienza sul campo, la ripresa, quali che siano i volatili preferiti. La ricerca e la scoperta dei soggetti. Lo studio e il tentativo di renderli al meglio. E infine quello che condensa tutto in un istante, lo scatto. Poi sì, a casa si guardano bene le foto, se ne sceglie qualcuna, la si aggiusta un pochino, con piccolissimi interventi, un ritaglio in 16/9, un po' di contrasto, qualche luce, a volte topaz. Un paio di minuti, non di più. Ma il plus è sul campo, l'esperienza diretta. Pentax 645 Il mio sistema preferito merita un discorso a sé www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4270063 IL PASSO DEI RAPACI (SPIEGATO) www.juzaphoto.com/article.php?l=it&t=4305247 |
| inviato il 13 Agosto 2022 ore 9:02
Un grazie per le tue opinioni e disamine,un bel condividere le tue scelte ed esperienze,disamine simili sarebbero la vera essenza dei forum,altro che risse tra questi e quello. Riguardo al tuo approccio alla foto in natura condivido al cento per cento il tuo modo di vedere e fare. Un salutone |
| inviato il 13 Agosto 2022 ore 16:00
Ciao Anto. Le risse purtroppo nascono per motivi che nulla hanno a che vedere con la fotografia. Il funzionamento di una determinata apparecchiatura di ripresa, tutto sommato, è abbastanza oggettivo. Quando provo un'ottica o un corpo, le informazioni che ne ricavo sono abbastanza univoche. Eppure non se ne esce lo stesso, si riesce ugualmente a scadere nel soggettivo e allora è finita |
| inviato il 13 Agosto 2022 ore 17:54
Grazie per aver condiviso contenuti maturati dall'esperienza, l'unica garanzia autentica nella disciplina fotonaturalistica. Molto utili ad esempio le considerazioni sull'aria, per cui è consigliabile sempre provare a scattare brevi raffiche in sequenza, cestinando senza pietà gli scatti poco nitidi. |
| inviato il 13 Agosto 2022 ore 18:12
Ottimo post, fluido e letto quasi in apnea |
| inviato il 13 Agosto 2022 ore 18:21
Me lo sto leggendo un pezzo per volta, ma intanto grazie per aver condiviso. Sono questi gli articoli che ci possono arricchire. O almeno chi desidera crescere in questo ambito. |
| inviato il 13 Agosto 2022 ore 18:22
grazie per la condivisione della tua grande esperienza... |
| inviato il 13 Agosto 2022 ore 19:07
Grazie per l'apprezzamento, mi fa piacere la lettura risulti gradevole. Riguardo all'aria, nelle riprese a distanza coi tele, è sempre una lotta. Non so se si è trattato di una stagione speciale, quest'anno, o se sia proprio il cambiamento climatico in atto, ma l'ultima volta, 13 anni fa la situazione non sembrava così grave. Il caldo di quest'anno ha pesato molto, a maggio non ricordavo giornate così infuocate. Anche in montagna, all'interno, era così. Comunque ipotizzo che anche le elevate risoluzioni dei corpi attuali possano effettivamente giocare un ruolo nell'impastamento finale |
| inviato il 16 Agosto 2022 ore 15:00
Mi aggiungo rivolgendoti il mio grazie. Letto con piacere e tra le righe del tuo post sembrava vi fosse scritta una solo parola: passione. Anzi no scusa dimenticavo anche esperienza e competenza. Condivido anche le tue considerazioni sul Sony 200 600, per quello che costa è stato davvero una grandissima novità sul palcoscenico degli obiettivi adatti all'avifauna. |
| inviato il 28 Agosto 2022 ore 6:33
ho apprezzato molto il tuo "articolo" grazie per la condivisionoe |
| inviato il 28 Agosto 2022 ore 19:56
Grande Leone,hai sintetizzato in poche righe quello che molti purtroppo non riescono a capire e non lo comprenderanno mai......bisogna provare e riprovare fin quando si hanno i risultati sperati, c'è poco da fare chi non esce a fotografare si perde il meglio. Io sono testimone perchè ho assistito in campo con te per un paio di giorni e posso confermare che in quelle condizioni di calore che era tantissimo e pure visibile ad occhio nudo ,difficilissimo scattare e portare qualcosa di decente in termini di risultati,ma la costanza e l'impegno di uno che vuole lo scatto decente prima o poi arriva. Non bisogna mai arrendersi o dare la colpa alle attrezzature perchè il problema va ragionato e risolto, almeno per quello che si può fare in questo caso ! Spesso vedo persone che non provano a capire dove sbagliano, non ci raggionano ma si fissano molte volte pensando alle impostazioni e non a fattori come quelli fisici dell aria. Ritornando al discorso anche io vorrei dare il mio contributo, con aria cosi calda uso sempre area centrale piu' ristretta perchè ho notato che piu' larga è la zona piu' scarsi sono i risultati in termini di scatti a fuoco, dipende dunque dall estensione dell'area sul soggetto che prendendo una zona piu' ampia, porta a risultati piu' scadenti con piu' errori,ho notato pure che in queste situazioni conviene sempre spostarsi anche di poco e molte volte si riesce a fare lo scatto perfetto, evitare rocce davanti e sotto l'obiettivo come muretti a ciglio di strada e asfalto questi accumulano calore rilasciandolo lentamente e rovinando la pulizia dell'aria,ultima cosa scattare nelle prime ore della mattinata al massimo fino alle 10,00 poi non ha piu' senso è solo tempo perso. Altra cosa importante non usare macchine risolute meglio 20-24 mpx i file risultano piu' puliti perchè una macchina da 60 mpx come porta piu' dettagli porta anche piu' schifezze dell'aria con risultato scadente ,lo stesso per le ottiche meglio ho trovato gli zoom con lente piccola frontale rispetto ai fissi come il 600 f4 inutilizzabile in queste situazioni. Spero che possa servire a qualcuno per meditare e ragionare per migliorarsi e risolvere almeno in parte questo fastidioso problema che è comune a quasi tutti i fotografi naturalisti. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 0:29
Bellissimo articolo alla Leone maniera . Penso anche io che le altissime risoluzioni degli attuali sensori possa solo amplificare certi problemi legati alla "pulizia" dell'aria. Purtroppo bisogna solo sperare di averne qualcuna più decente durante la raffica perchè l'aria si muove ad "onde" e alterna "sporcizia" a "pulizia". Se proprio ci si trova a scattare nelle ore più calde dove di solito conviene osservare e non scattare (ma anche questo dipende dai casi e dai soggetti) bisogna anche sperare oltre che affidarsi alle proprie conoscenze. Le focali molto lunghe di solito peggiorano la situazione. Riguardo al 200-600 penso ci sia poco da aggiungere, è in assoluto e di gran lunga il miglior zoom tele come rapporto qualità-prezzo. Nessun brand ad oggi è stato in grado di presentare qualcosa del genere (valutate sempre il rapporto qualità-prezzo prima di fare polemica sterile ). Onore a Sony e una tirata d'orecchie alla concorrenza. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 7:15
mi unisco anche io , complimentissimi per il post. Davvero molto utile e molto ben fatto. |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 7:56
Tante considerazioni interessanti condite dall'esperienza. Grazie |
| inviato il 29 Agosto 2022 ore 8:14
Un sentito grazie all'autore del 3d. Davvero interessante. Speriamo che i soliti noti detrattori del forum, il "behind group" , non si inseriscano nell'inquinare anche questo 3d. |
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