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Universo 25 - Uno specchio della società moderna?


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avatarsupporter
inviato il 19 Luglio 2022 ore 16:55

Leggendo i dettagli di questo esperimento condotto 60 anni fa, non posso che fare un parallelo con l'attuale società moderna e la cosa è alquanto inquietante... Eeeek!!!

In poche parole un certo John Bumpass Calhoun condusse un esperimento per simulare la crescita ed il collasso di una società e per farlo utilizzò una colonia di topi

Questi i dettagli dell'ambiente utilizzato per l'esperimento

L'esperimento che diede risalto internazionale alla fogna del comportamento fu il cosiddetto “Universo 25”. Anche in questo caso l'habitat era progettato per eliminare qualsiasi fattore fisico, a eccezione dello spazio disponibile, che avrebbe potuto limitare la crescita della popolazione o incidere negativamente sul benessere e l'aspettativa di vita dei roditori.

L'universo aveva la forma di un serbatoio di pianta quadrata con lato di 2,7 metri, con mura alte un metro e mezzo circa. Il primo metro era strutturato in modo che i topi potessero arrampicarsi liberamente sulle pareti, senza tuttavia poter fuggire; su ogni muro erano saldati 16 tunnel in maglia di ferro, con 4 corridoi orizzontali che li attraversavano da parte a parte, fornendo così 256 ripari in cui costruire altrettanti nidi. Ogni nido era abbastanza grande da ospitare 15 topi. L'habitat avrebbe permesso la sopravvivenza di 3 800 esemplari.


Mentre qui parla di come si è svolto

Nell'habitat furono introdotte quattro coppie di topi. Dopo 104 giorni di adattamento, i topi iniziarono a riprodursi, arrivando a raddoppiare la propria popolazione ogni 55 giorni. Tuttavia, trascorsi 315 giorni, il tasso di crescita della popolazione rallentò sensibilmente. La popolazione era arrivata a 600 esemplari.[8] Nonostante cibo e acqua fossero garantiti in abbondanza, lo spazio iniziò a scarseggiare, e l'habitat si sovrappopolò, facendo emergere alcune anomalie comportamentali nei topi.

I nuovi nati si ritrovavano in un mondo ogni giorno sempre più affollato, in cui vi erano più topi che ruoli sociali. Le posizioni sociali, in seno alla gerarchia dei topi, erano costantemente minacciate. Lo stress di dover difendere il proprio territorio e le proprie femmine da innumerevoli contendenti portò i maschi alfa ad abbandonare il proprio compito, diventato troppo oneroso.[8] L'assenza di questi ruoli sociali fece emergere comportamenti distruttivi e antisociali in tutta la colonia, dato che i normali rapporti sociali erano crollati, e con essi la capacità dei topi di formare legami sociali.

I maschi divennero estremamente aggressivi, arrivando a formare gruppi che attaccavano femmine e piccoli. Altri divennero pansessuali, cercando di avere un rapporto sessuale con qualsiasi topo a disposizione, che fosse maschio, femmina, giovane o vecchio.[8] Le femmine, ormai senza più alcuna protezione, si rifugiarono presso i nidi più alti della colonia, a volte radunandosi in alcuni gruppi composti solamente da femmine, ma dovendo sprecare energie per difendere i propri nidi e se stesse, trascurarono i propri ruoli materni, abbandonando la prole a se stessa, o arrivando ad attaccarla.[8] In alcune aree dell'habitat, la mortalità infantile raggiunse il 96%, e vi furono casi di cannibalismo, nonostante non vi fosse alcun bisogno di esso, dato che il cibo era ancora ampiamente disponibile per tutti gli esemplari.

A questo punto, nell'habitat si formano tre gruppi di topi. I topi più deboli e quelli rifiutati, resistenti fisicamente ma devastati psicologicamente, cercarono di sopravvivere radunandosi al centro dell'habitat, dove la loro vita scorreva inerme se non con qualche insensato e occasionale atto di violenza contro sé stessi.[7] [8] Le femmine rimaste sole cominciarono sempre più a migrare nei nidi più elevati, radunandosi in gruppi.[8] Oltre a questi due, emerse anche un terzo gruppo, che Calhoun chiamò "i belli". Questi topi, mai lasciatisi coinvolgere nelle lotte e mai mostratisi interessati alla riproduzione, erano interessati solo a loro stessi, e le loro uniche attività erano mangiare, dormire e lisciarsi il pelo. Si distinguevano infatti dagli altri per l'assenza di ferite e per il pelo bianco e lucido.[7] Altrove, nei gruppi maggiori, il cannibalismo (pur in presenza di cibo abbondante), il pansessualismo e le esplosioni di violenza continuavano senza sosta. La società dei topi collassò.

Giunti al giorno 560, la popolazione raggiunse i 2 200 individui (contro gli oltre 3 500 che Universo 25 poteva ospitare), e al 600º giorno la sua crescita si fermò del tutto. Pochi topi riuscirono a superare lo svezzamento; da quel giorno ci furono pochissime gravidanze ma nessun cucciolo sopravvisse.[8] Anche quando la popolazione ritornò ai livelli iniziali dell'esperimento, non si registrarono nuove nascite. I topi ancora in grado di riprodursi, come “i belli” e alcune femmine rintanatesi ai livelli più alti della gabbia, avevano perso la capacità sociale di farlo.[8] La colonia quindi si avviò verso l'estinzione. In qualche modo, le cavie avevano smesso di essere topi, incapaci di avere relazioni sociali. Una sorta di prima morte, come fu definita da Calhoun stesso. Una morte sociale che precedette la morte fisica.[8]


Qui il link alla pagina di Wikipedia
it.m.wikipedia.org/wiki/Fogna_del_comportamento

avatarsenior
inviato il 19 Luglio 2022 ore 17:08

Davvero estremamente inquietante...

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2022 ore 0:10

Inquietante ma anche interessante

avatarsenior
inviato il 23 Luglio 2022 ore 9:19

Ricordo che se ne parlò un po' negli anni '70, poi cadde tutto nel dimenticatoio dell'uomo medio.
A volte ho l'impressione che l'umanità stia vivendo quel tipo di esperienza sin da quando ha creato i "sistemi sociali" propriamente detti, ovvero sin dal Neolitico (l'invenzione dei metodi di "produzione" del cibo ne ha creato fondamentalmente le premesse già durante quel periodo); guerre e violenza sociale non credo che facessero parte del bagaglio culturale dei nostri antenati paleolitici, se non al livello della territorialità mostrata dalla maggior parte delle altre specie animali (e persino vegetali).
Mi sa che ora siamo entrati nelle fasi finali di questo processo. In genere, però, quando partecipo alle discussioni in cui si parla di problematiche legate alla situazione del Pianeta, alla sovrappopolazione e al nostro futuro, non tiro fuori i risultati di questi esperimenti perché va sempre a finire che ci si scontra con quelli de "l'uomo è diverso dagli animali" che, con questa semplicistica considerazione, ritengono non applicabili al genere umano le indicazioni che ne scaturiscono; ho notato, di fatto, che cercando di dimostrare il contrario le discussioni finiscono regolarmente in bagarre, dal ché deduco che questi personaggi non siano poi così convinti della propria idea, ma che semplicemente non vogliano provare a verificarne altre. Un atteggiamento che aumenta la mia convinzione su quanto, invece, dovremmo fare nostre le indicazioni che scaturiscono da questi esperimenti.

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