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L'orizzonte e oltre


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avatarsenior
inviato il 19 Giugno 2022 ore 17:58

L'orizzonte nel vocabolario De Mauro è la linea apparente, circolare, che segna i confini della visibilità a partire da un luogo d'osservazione e che corrisponde ai punti in cui il cielo sembra toccare la terra.





Questa immagine di un orizzonte sulla copertina di The nature of photographs di Stephen Shore mostra la complessità della fotografia.
La fotografia ha il potere di sostituire la realtà essendo un calco del mondo esterno; ma Shore ci suggerisce un aspetto ancora più misterioso: c'è una dimensione in cui realtà e fotografia possono interferire (l'orizzonte reale e la nave fotografata), una dimensione però che non è più quella della realtà (la nave evidentemente è altrove), bensì della narrazione (immagina una nave percorrere l'orizzonte). Questo è il mistero: ogni immagine del mondo esterno (percepito o ripreso) non è separabile dalla nostra risposta narrativa, anche minima come una semplice domanda (dove navigherà quella nave?).


Il 4 luglio del 1960 Piero Manzoni nella tipografia del quotidiano Herning Avis tracciava una linea di 7200 metri su un unico foglio di carta in bobina; l'opera sarebbe stata sigillata dentro un contenitore cilindrico di zinco e piombo. Manzoni progettava di produrre una serie di linee inscatolate come prodotti da supermercato e poi sepolte, linee che sommate eguagliassero la circonferenza terrestre. La linea è un oggetto della geometria, ci serve per spiegare scientificamente il mondo esterno e dominarlo. Invece la linea di Manzoni è trasformata in pura narrazione. È il processo quasi alchemico dell'arte concettuale.




(photo Eva Sørensen)


L'orizzonte pur non essendo un vero e proprio ostacolo ha lo stesso effetto di arrestare lo slancio dello sguardo: è il limite del paesaggio. I fisici chiamano orizzonte degli eventi il baratro gravitazionale in cui cade la luce. Eppure possiamo superare il limite e arrivare addirittura all'infinito con l'immaginazione, come davanti alla siepe leopardiana: io nel pensier mi fingo...

L'ultima fotografia che Luigi imprime sulla pellicola della macchina che porta sempre con sé (come scrive Vanni Codeluppi in Vita di Luigi Ghirri ) mette insieme gli elementi di questo breve percorso: orizzonte limite linea narrazione infinito.
L'evento naturale della nebbia ha cancellato l'orizzonte, il limite del paesaggio della campagna di Roncocesi. Il biancore è considerato un errore fotografico perché è una pienezza abnorme, incommensurabile di informazione, ma l'immagine è anche narrazione e narrativamente l'informazione abnorme è un infinito: l'evento naturale della nebbia mostra l'infinito. Il torrente Modolena che percorre verticalmente l'immagine non è un elemento geometrico, è una linea puramente narrativa come quella di Piero Manzoni, racconta un'immaginazione in cammino oltre la soglia dell'infinito.




(Luigi Ghirri, Roncocesi gennaio 1992. Eredi di Luigi Ghirri.)

avatarsenior
inviato il 20 Giugno 2022 ore 0:04

Bel post.
La carta arrotolata in tipografia tecnicamente viene chiamata "bobina". Non "rullo". Ciao

avatarsenior
inviato il 20 Giugno 2022 ore 10:36

Grazie Durruti, ho corretto.

avatarsenior
inviato il 22 Giugno 2022 ore 15:04

Seguo MrGreen

avatarjunior
inviato il 22 Giugno 2022 ore 15:34

Interessante. In particolare lo scatto di Ghirri è magnetico, di una bellezza mozzafiato. Letteralmente, non avrei parole.

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2022 ore 14:53

E' un topic un po' strano, gira intorno a qualcosa accostandosi da punti di vista che presi insieme sono inconsueti. Quel che è peggio è che ho intenzione di farne altri un po' dello stesso tenore, come guardando da fessure.

user12181
avatar
inviato il 23 Giugno 2022 ore 17:03

"Chi ci dètte la spugna per strusciar via l'intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che si muove ora? Dov'è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? "

www.nikonclub.it/forum/uploads/ori/201311/p188h6toe51qss1tce1rda1867uh

avatarsenior
inviato il 24 Giugno 2022 ore 16:25

Secondo me Murmunto è in realtà Massimo Cacciari ;-)

Aggiunta al topic:

anche questa (Ghirri, Kodachrome, 1978) è una linea-racconto:






Sotto un ritratto di Piero Manzoni con una sua linea:











avatarsenior
inviato il 24 Giugno 2022 ore 17:02

Qualche anno fa andai a vedere la mostra sulla rivista azimuth di manzoni etc manderò foto del catalogo

avatarsenior
inviato il 24 Giugno 2022 ore 18:21

Adoro l'orizzonte, una barriera penetrabile, nel paesaggio alla fine è lui il vero protagonista, è lui che detta la posizione degli altri elementi, perfino quando l'orizzonte non si vede, ma solo si immagina.

avatarsupporter
inviato il 24 Giugno 2022 ore 19:10

Secondo me Murmunto è in realtà Massimo Cacciari


Cacciari l'ho conosciuto piuttosto bene avendo sostenuto con lui un paio di esami di Estetica presso l'IUAV (Architettura di Venezia) e poi di tanto in tanto mi capitava di incontrarlo e scambiare quattro parole nelle varie librerie veneziane; che oramai quasi tutte hanno chiuso e al loro posto ci sono rivendite di souvenir (vetri di Murano o pizzi di Burano fatti in Cina) o qualcos'altro. Oppure ci incrociavamo nelle calli o nei campielli e ci salutavamo.
Poi ho letto una buona percentuale dei suoi libri.

Ora abitiamo entrambi, per gran parte dell'anno, a Milano; ma qui non mi capita mai di incontrarlo. Evidentemente la metropoli lombarda è molto più dispersiva di Venezia.

Murmunto lo conosco solo attraverso i suoi post qui su Juza.
Se ben mi ricordo il primo scambio di opinioni con lui sarà stato il 2014 o il 2015, a proposito della prima parte del resoconto del primo (scusate le ripetizioni) viaggio di Goethe in Italia, nel suo tragitto tra Trento e Verona e di quando fu preso per spia austriaca a Malcesine.
Mi pare che si fosse anche parlato di Enrico Filippini e delle sue traduzioni.

Poi, quando si tratta dell'uso dei grandangoli spinti nelle foto di montagna, cito spesso una sua frase che condivido al 100%, quella secondo cui "sarebbero in antitesi con lo statuto ontologico della montagna"; in parole povere, le montagne prese con tali ottiche perdono la loro maestosità (così almeno l'interpreto io).

Per quanto talvolta nei suoi post possa far capolino qualche spigolosità (come del resto anche nei miei), penso che sia lontanissimo dal "caratterino" di Cacciari.

user236140
avatar
inviato il 24 Giugno 2022 ore 21:21

in parole povere, le montagne prese con tali ottiche perdono la loro maestosità


sì, in effetti lo capisco
eppure, tra i paesaggi di montagna ci sono le sconfinate e aperte praterie alpine che adoro...
un bel dilemma
ci penserò alla prossima gita con il 12-100 MrGreen

avatarsenior
inviato il 25 Giugno 2022 ore 8:31

"Il 4 luglio del 1960 Piero Manzoni,,"

Ma per favore!

Quel Manzoni lì è quello dei barattoli pieni di merda d'artista.

A mio personale avviso, quelle trovate di pessimo gusto sono estremamente deplorevoli.


avatarsenior
inviato il 25 Giugno 2022 ore 11:45

Quel Manzoni lì è quello dei barattoli pieni di merda d'artista.
A mio personale avviso, quelle trovate di pessimo gusto sono estremamente deplorevoli.



Sì Alessandro, è Piero Manzoni noto al grande pubblico non per la sua opera, ma soltanto per un'opera, appunto la 'merda d'artista'. Manzoni è morto a trent'anni e nonostante siano passato sessant'anni dalla morte resta un artista sconosciuto. Quasi nessuno conosce la 'base del mondo', il 'fiato d'artista', le linee, gli achrome, i primi dipinti con le tenere invasioni di extraterrestri che erano sagome di attrezzi da lavoro...
Comunque anche restando bloccati nella lettura di Manzoni alla 'merda d'artista' è difficile non vedere due aspetti immensi: ha presagito il nostro mondo attuale in cui qualsiasi intimità diventa merce, cioè 'contenuto' social; e come tutti i profeti ha inventato un linguaggio simbolico contemporaneo capace di scandalizzare.

avatarsenior
inviato il 25 Giugno 2022 ore 12:12

Poi, quando si tratta dell'uso dei grandangoli spinti nelle foto di montagna, cito spesso una sua frase [di Murmunto] che condivido a 100%, quella secondo cui "sarebbero in antitesi con lo statuto ontologico della montagna"; in parole povere, le montagne prese con tali ottiche perdono la loro maestosità (così almeno l'interpreto io).


Interessante, forse è proprio così.


Per quanto talvolta nei suoi post possa far capolino qualche spigolosità (come del resto anche nei miei), penso che sia lontanissimo dal "caratterino" di Cacciari.


Allora non ha tutti gli impegni di Cacciari, quindi mi invento un task per Murmunto. Me lo vedo a fotografare la 'Casina Rosa' di Guido Morselli (è a Gavirate in provincia di Varese).

Guido Morselli, scrittore colto e raffinato, disegnò e fece costruire questa piccola casa sulla collina di Santa Trinità, da dove si domina un panorama mozzafiato. Qui, nel silenzio, divorava libri, studiava e scriveva romanzi, faceva l'agricoltore e cavalcava. Morselli parla del suo amore per questa casa anche in uno dei romanzi. Alla sua morte, lasciò la Casina Rosa e il suo magnifico parco al Comune di Gavirate affinchè fossero destinati a pubblico utilizzo.

da: fondoambiente.it/luoghi/parco-morselli-e-casina-rosa?ldc

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