user77830 | inviato il 16 Maggio 2022 ore 20:24
Matteo cos'è che ti fa tanto ridere? |
user77830 | inviato il 16 Maggio 2022 ore 20:28
Vero Paolo!
Ma in fondo, ciò che veramente conta è il risultato finale che ci viene mostrato. |
| inviato il 16 Maggio 2022 ore 20:35
McCurry dopo aver rischiato più volte la vita per i suoi fotoreportage ad un certo punto della sua carriera ha cominciato con i reportage di viaggio, un modo di fotografare un po' diverso è senza correre nessun rischio. In questo genere di fotografia la p.p ha un ruolo fondamentale, la manipolazione viene applicata se necessaria, fa parte del lavoro purché sia perfetta. Che piaccia o meno è così (tranne per alcuni generi come il photoreportage o foto sportiva). |
| inviato il 16 Maggio 2022 ore 20:41
“ Nessuno mette in dubbio la bellezza di quel ritratto, ma una cosa è la vulgata comune negli anni '80 che voleva come la fotografia fosse stata "presa al volo" dall'autore mentre era in giro per il campo profughi, ben altra cosa invece è la realtà dei fatti che indica la stessa come una fotografia che praticamente è stata fatta in studio! „
Qualche link? |
| inviato il 16 Maggio 2022 ore 20:41
Mi fa sorridere sempre quando si identifica la fotografia con il mezzo tutto qui |
| inviato il 16 Maggio 2022 ore 22:46
Io ho scritto "col digitale", ma anche un po' prima forse. È una casualità non inerente al mezzo sicuramente. Per non essere frainteso. Nel senso che lo preferisco molto di più agli inizi. |
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 6:53
"Foto realizzata con la formidabile Kodachrome impressionata con Nikon che ha contribuito a creare una magica ed inimitabile atmosfera."
Con una Olympus manco gli facevano il biglietto dell'aereo! |
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 7:21
Me la segno e cerco di passare a vederla anche se il reportage di guerra anche a me un po' destabilizza. |
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 7:24
No ricordo con che marca di pennelli aveva dipinto La Tempesta Giorgione, perché anche quella gli è venuta con un'atmosfera magica. |
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 8:24
Eh il discorso si fa complicato. Gli studiosi di storia dell'arte raccontano che le diverse scuole di pittura, che facevano capo a un maestro, conservavano gelosamente tutta una serie di accortezze, ricette e trucchi riguardanti proprio il materiale pittorico utilizzato (pigmenti, modo di mescolarli e combinarli, tipi e materiali di pennello e loro utilizzo, supporti e trattamento dei supporti stessi et cetera). Questo stride assai con il concetto un poco ingenuo del "si fa tutto con tutto". Poi ovviamente quello non basta, ma può far la differenza. |
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 8:41
ogni mezzo ha una caratteristica ben precisa.
Un polaroid di paolo roversi sarà differente da uno scatto su light box di jeff wall
chi è il più bravo o quello con la tecnica giusta o che fa le foto migliori?
direi che dipende dal risultato che si vuole ottenere e dal lavoro che si sta facendo
E qui si entra non solo nel mezzo ma nel tipo di stampa e nel tipo di mostra.
taryn simon cura personalmente la disposizione delle sue mostre dove le opere devono essere esposte esattamente come le ha pensate l'autrice |
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 9:30
Sicuramente ogni mezzo ha le sue peculiarità e ogni autore ha le proprie preferenze.
Il risultato può essere migliorato o amplificato o sottolineato dallo specifico mezzo, certe volte poco, altre di più.
La mia convinzione è che, tuttavia, i contenuti che hanno forza emergerebbero anche se il mezzo fosse diverso da quello preferito o usato.
Roversi è famoso per le Polaroid, ma anche se queste non fossero state inventate, sarebbe emerso lo stesso, mia sensazione.
McCurry poteva usare qualunque altra reflex o pellicola, positiva o negativa.
Nick Ut idem.
Capa idem, lo sbarco lo ha fatto lui e non la pellicola (!).
All'artista dell'immagine digitale, se gli togliessi Photoshop, imparerebbe Affinity.
Se allo stampatore togliessi il plotter Epson, userebbe quello Canon.
E così via.
|
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 10:10
Certo. A quel tempo non si andava in cartoleria a comprate i colori ed ogni scuola aveva i suoi segreti nella fabbrica dei colori.
Per non accennare agli esperimenti come quelli di Leonardo al cenacolo.
Quindi non è del tutto vero che il mezzo e gli strumenti non contano ai fini di un determinato risultato. Ma c'è qualcosa di distorto nel fatto che di fronte ad un dipinto si ammira l'opera e poi sta allo storico dell'arte approfondire adpetti tecnici, mentre di fronte ad una foto casca sempre quello che domanda con che macchina è stata ripresa. Un po' la situazione è dovuta al fatto che il mezzo ottico meccanico è un'appendice tecnologica necessaria, paradossalmente potrebbe anche scattare e produrre un'immagine senza l'intervento del presunto autore. Ci si interroga su questo aspetto e se ne fa riflessione profonda ne L'inconscio Tecnologico. Ma il tutto parte alla lontana sin da Baudelaire. |
| inviato il 17 Maggio 2022 ore 10:54
Vero quel che scrivi. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |
Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |
JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.
