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Consiglio vivamente la lettura di questo libro che si interroga sul prossimo venturo dell'immagine come possibile sostituto della realtà. Lo fa con profondità di analisi, spaziando dai miti greci ai filosofi dell'estetica e della fenomenologia. NON è un libro semplice per linguaggio e temi trattati, tuttavia l'interrogativo che pone, e come lo pone, lo rendono estremamente attuale e dire anche necessario. Chiunque si sia interrogato sul valore delle immagini e sul loro situarsi al limite del reale facendone parte, ma proiettando il reale in una dimensione che potrebbe, grazie alla potenza di calcolo ormai raggiunta, sostituirsi al reale stesso in una realtà virtuale immersiva che sarebbe del tutto indistinguibile, da punto di vista fenomenologico, dalla realtà.
La prefazione si chiude con queste riflessioni: "Alla valenza estetica si accompagna una valenza *politica*, anche qui da comprendere nell'ampio senso etimologico della *polis*, del vivere in comune, dello stare insieme. Piattaforme social come Facebook stanno ormai da tempo implementando versioni immersive gestibili via casco in cui interagire coi contatti in uno spazio virtuale. Gli avatar (i nostri rappresentanti virtuali nel mondo virtuale) stanno dischiudendo nuove forme di intersoggettività e conquistando spazi sempre più significativi sulla scena politica. Qual è il significato di tali fenomeni? In che modo trasformeranno (stanno già trasformando) la nostra concezione di esperienza della politica e del vivere comune? Si tratta evidentemente di domande che ci suggeriscono in maniera inequivocabile come la questione del modo in cui ci relazioniamo alle nuove tecnologia di produzione e consumo delle immagini (modificandole e venendone modificati) non sia affatto un problema astratto o meramente teorico, ma un orizzonte pratico ed essenziale assai concreto. Un orizzonte rispetto al quale prepararsi criticamente. Lontano tanto dagli apocalittici tecnofobici (che paventano la dissoluzione del reale nel virtuale) quanto degli euforici tecnoentusiasti (che salutano nel virtuale la risoluzione definitiva delle angustie che affliggono il reale), questo libro getta le basi di una *critica* an-iconologica nel senso di un esame delle possibilità e dei limiti delle immagini che negano se stesse"
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
user233954
inviato il 21 Aprile 2022 ore 13:58
Non appena lo avrò acquistato, sarà mia premura disquisirne Confesso, titilla la mia curiosità ... Grazie per il suggerimento Massimo
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