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club dei fotografi 3


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avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2022 ore 9:08

Grazie Ale

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2022 ore 21:28

instagram.com/nikiboonphoto?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Io ci vedo un po' della poetica di Sally Mann, stemperata naturalmente.

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2022 ore 8:13

Guardando le foto di Mary Ellen Mark, ho avuto l'impressione di una certa continuità con Diane Arbus e Lauren Greenfield, rispetto ai modi di approcciare il ritratto in un modo molto vicino al reportage.

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2022 ore 19:16

Si. Io mi riferivo soprattutto al saper ritrarre nei bambini quella parte dell'essere umano che prescinde dall'età. Una parte che ha anche una componente “oscura”. Non so se mi sono spiegatoSorriso

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2022 ore 20:15

Certo. Come gli adolescenti upper class della Greenfield.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 2:38

La Misericordia e la Bellezza, interrelate, rivelano una essenzialitá della immagine fondamentalmente devota ad una giustezza della narrazione, d'un momento il cui carattere evocativo "è segnato anzitutto da un battito", un "ritmo", (intensitá sentimentale), quasi sempre non confuso dalla fotografia di Mary Ellen Mark, (... diversamente da quella di taluni altri grandi maestri). Esemplare "Tiny".

Del tutto palese, il riferimento è al pensiero di Tano D'Amico* :
"un attimo della realtà ingiusta", un attimo scelto a caso e perpetuato, è un atto reazionario.

Mary Ellen Mark credo che in questo inceda talvolta; ... penso in particolare a "FALKLAND ROAD: PROSTITUTES OF BOMBAY".
La reiterazione è sottile ma la scelta dell'attimo, in taluni scatti, è radicalmente ribadita nella sua stessa negazione/sospensione, ... e non ne comprendo ancora pienamente le ragioni, per ora le intuisco appena ...

Condivido le rilevazioni di Biga e di AleZ riguardo al ritratto : l' eloquenza fenomenologica d'introspezione del soggetto e la cifra da reportage sono del tutto palesi ... soventemente equilibrate, armonizzate da una fine contestualizzazione.




Un gentile augurio di buona notte a Voi tutti,
Ben-G


*Trenta minuti di ascolto:

www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2020/08/tano-d-amico-fotograf

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 9:10

Sempre su Mary Ellen Mark. Metodologicamente.
Ci sono immagini di una potenza che si trova solo in pochi fotografi.

C'è la capacità di cogliere il momento giusto, questo è imprescindibile. Però poiché il "momento giusto" deve accadere davvero, occorre darsi profondamente al soggetto, dedicando molto tempo e sviluppando grande capacità di empatia rispetto al contesto.
Tanta significatività in una fotografia la si raggiunge solo con una profonda conoscenza e rispetto delle persone con cui si interagisce.
E lo stesso discorso vale per i ritratti.

Infatti nelle didascalie si legge di lavori durati anni. Con il ritorno su scene già fotografate molto tempo prima. Questo sarebbe l'approfondimento…

Mi viene in mente, in modo un po' cattivo, tanta fotografia di ritratto contemporanea dove vedi soggetti in pose melanconiche e estatiche, in ambienti vagamente metafisici, tutti concentrati su inesistenti moti interiori. Il nulla più assoluto. Eppure è "il nulla che avanza"…

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 17:55

Mi viene in mente, in modo un po' cattivo, tanta fotografia di ritratto contemporanea dove vedi soggetti in pose melanconiche e estatiche, in ambienti vagamente metafisici, tutti concentrati su inesistenti moti interiori. Il nulla più assoluto. Eppure è "il nulla che avanza"…



parole sante ale , parole sante ...

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 18:04

Infatti basta trovare una modella figa e fotogenica, una posa del tipo descritto et voilà: capolavoro. LoL

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 18:24

Chissà se è il nulla che avanza o la difficoltà ad esporsi

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 18:57

Non lo so. Credo che qui si entri molto nel personale: motivazioni, sensibilità, ecc.

una mostra come quella della Mark mi porta a riflettere molto in senso critico su quello che faccio (fotograficamente).

Quel tipo di capacità di empatia, vicinanza, ascolto, decentramento, anche complicità con il soggetto, per me rappresenta un punto a cui tendere. A cui probabilmente non arriverò ma che comunque mi dà delle importanti indicazioni di metodo.
E rifletto su questo in relazione alla mia esperienza.

Ma siamo tutti differenti… un altro può avere altre ambizioni.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 19:32

Quando guardo quelli bravi (che poi secondo me sono quelli che hanno da dare e lo sanno fare, alchimia difficile e rara) mi viene voglia di buttare via tutto;-)

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2022 ore 1:24

Io quando guardò quelli bravi penso che fondamentalmente se ne sbattevano di iso , focale , apertura ecct .
Il difficile é farlo capire ai fenomeni dell area tecnica che fanno prove , prove e ancora prove perché non sanno cosa fotografare e non sanno cosa sia la Fotografia.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2022 ore 2:02

La giustezza dell'attimo invocata, alla quale pur si riferisce Tano D'Amico, è una giustezza storica ancorchè connotazione d'un esito puramente estetico e conseguente ad una azione esclusivamente condotta sul piano metodologico; ora qui a me piace sospingere la riflessione ad una estraniazione ulteriore, pur rispetto alla connotazione etica ed in particolar modo politica di D'Amico... e questo perché mi sembra di cogliere nell'azione di Mary Ellen Mark un grado d'interpretazione che non si è mai "concesso", nella rappresentazione del reale, ad una trattazione didascalica... lo stesso "tornare sulla scena" è, a mio avviso una strategia in tal senso.

Precisando ulteriormente, quell'aura di "reportage" è una veste che non inferisce alcun dubbio (quale valore epistemico), come in genere accade per l'opera d'un cronista; qui risiedono le mie incertezze/intuizioni sulla sospensione dell'attimo cui accennavo: Mary Ellen Mark ritorna sulla scena, anche a distanza di anni, non a rilevarne semplicemente variazioni fisiche ingenerate dallo scorrere del tempo ma per ribadire una centralitá sovrastorica della condizione umana, il significato universale della Vita; l'invito latente è ad una cucitura delle fasi concettuale... che trascende la dimensione strettamente figurativa...

Intendo cosí ritenere la figura di Mary Ellen Mark come quella d'un artista, piuttosto che d'un reporter, e soprattutto d'un artista tanto piú vicina, consona allo Zeitgeist contemporaneo, letteralmente stordito da un' Arte "sfrangiata" dall'ossesione dell' ego e da un didascalismo moraleggiante d'un Tema, ricorrentemente quelli della morte e del conflitto, ... negativamente anteposti in modo esclusivo alla Vita ...

Ecco ... in codesta contemporaneitá, relativamente postuma alle ciniche ( ...ed agonizzanti) "cartoline borghesi" degli anni '80 e '90, questo senso dell' Umano rende l'Opera di Mary Ellen Mark straordinariamente attuale rivelandosi come un necessario Corpus d'archeologia visiva i cui reperti, "appunti d'immagine", ci chiamano ad una lettura indubbiamente difficile, piú attenta, ma necessaria; reperti assolutamente da rinvenire alla luce della nostra stessa esistenza [ ... ] .

Cosa dunque apprendiamo da autori del calibro di Mary Ellen Mark o, se preferite, di Tano D'Amico (non casualmente accostato...)?
Se nel ritratto dovessimo apprendere delle lezioni sul piano squisitamente (...esclusivamente) tecnico/metodologico oscilleremo fra Avedon e Gastel (i primi che mi sovvengono) ... se dovessimo tendere ad una Veritá 'autre' mireremo alla ricerca ed alla costruzione di empatie che siano frutto d'uno schieramento, d'una "partigianeria" a favore dell'esistenza umana ... al ritratto d'una Bellezza che, ad esser autenticamente tale, giusta, non puó che rivelarsi inesorabilmente "di parte" ... la sola ad un passo dalla Veritá ...

E se, infine, le autorialitá ed i ruoli sono stati "stemperati" dalla diffusione di massa degli strumenti tecnologici, oggi piú che mai, a voler esser tutti un po' fotografi, tutti un po' giornalisti o scrittori questa "partigianeria", questo esser di parte "fortunosamente" deideologizzato ... , ha dei "costi" minori, benché immutata nel Suo valore civico.




avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2022 ore 15:03

Le problematiche da sempre non afferiscono al Tema (per Sua natura aperto ed inefficace), quanto alla individuazione, a dir meglio al riconoscimento del "battito", delle variazioni di ritmo dell' Umano ... il cui eco tanto piú riverbera nei momenti e nei luoghi di tensione sociale.

Od anche, piú intimamente, nei momenti e nei luoghi di crisi dell' animo d'ognuno.
Il fotografo in entrambi i casi fissa l'intensitá piú alta di quel battito soltanto quando è partecipe del dolore del mondo.

Credo che la fotografia Vera, che tende al Vero, sia sempre il riflesso d'una ossequiosa condivisione/partecipazione al dolore ...

Cosa fotografare e cosa sia la fotografia...
Traccia pura del sé, vividamente solitaria ... e pur traccia d'altro da sé, d'un Noi, d'un Io socialmente partecipe ... è forse questo la fotografia?

Ad esser questo ciascuna delle espressioni d'arte possibile rivelerebbe una medesima unitá d'intento pur nella molteplicitá lessicale ... ove soltanto l'esito formale, quello limite, apparentemente concluso, puó paradossalmente ingenerare l'equivoco ...

Attraverso ciascuna delle forme d'Arte è possibile raggrumare, fissare un senso la cui complessa articolazione, il cui spessore, richiederebbe nella lingua una costruzione altrettanto complessa ... e non sempre, allorché trattasi dell' "indicibile".

Sul cosa : l' orma, traccia ulteriormente dispiegata sul piano linguistico, puó essere, ad esempio, visivamente ancora discretizzata : la fotografia dell'orma del piede del primo uomo sulla Luna stabilisce cosí una distanza ed una risonanza con l'orma d'un lupo su un sentiero innevato ...

Parleremo di fotografia, e non di pura registrazione visiva, nel lavorare, non senza inquietudine, sulle distanze e sulle risonanze delle tracce nel loro divenire impronta, orma e chissá cos'altro ancora ...

Tracce qui esemplificativamente prese a prestito nella loro possibile derivazione fisica per una "facile" comprensione ma che possono, ad un differente grado, essere trasposte e quindi intese come Tracce dell' Anima ... le stesse fin qui ammirate in Mary Ellen Mark e in altri fotografi di pari levatura ...

La Loro Fotografia è una archeologia dell' Umano ... una analisi interessante, ulteriore, potrebbe essere in tal direzione condotta nei riguardi del contesto... valutarne, isolandolo, il peso... la mia mente or ora va all'opera di Giovanni Umicini ... che, per contro, a sostegno d'un "situazionismo", invoca una casualitá che tuttavia non è riferita ad una scelta (spazio-temporale) quanto ad una sedimentazione continua e significativa degli eventi; il fotografo stesso vi è immerso e ne sospende, attraverso lo scatto, il flusso:

player.vimeo.com/video/135518263?h=b9faedc184"


Edit:

AleZ&LastPrince: perchè essere "cattivi" verso altri "cattivi", verso chi, vittima ignara, si rende servile, per infinite ragioni ..., ad un sistema ?

"Cattivo" ... dal latino "captivus" : prigioniero [...]


Un gentile augurio di buona serata a Voi tutti,
Ben-G

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