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Ho ordinato la mia Sony 7 mark IV giorno 8 gennaio 2022 ed ancora nulla


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avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 12:44

Ho ordinato la mia Sony 7 mark IV giorno 8 gennaio 2022 ed ancora nulla. Sapete dirmi se qualcuno di voi l'ha ricevuta in questi giorni ? la mia è stata ordinata da RCE FOTO . Grazie mille a tutti ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 13:20

So che un negozio siciliano ne ha consegnate a inizio Febbraio, poi non conosco la disponibilità attuale.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 13:33

Se può consolarti, io ho ordinato un'ottica Nikon la prima settimana di dicembre, sono ancora in attesa.

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 13:44

La sony a7m4 è in carenza un po' dappertutto anche negli altri paesi. Io infatti ho anticipato ordinandolo subito.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 14:44

Ordinata subito ed avuta a dicembre...

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 14:48

Purtroppo è una situazione che riguarda tutte le aziende. E non parlo solo di ogni marchio di fotografia. Si tratta di qualcosa di inedito: il consumatore vuole consumare ma gli viene impedito (o almeno reso più difficile) dalla scarsa disponibilità di prodotti derivante dalla mancanza di materiali con cui si fabbricano (componenti elettroniche). Le crisi economiche del passato coinvolgevano direttamente il consumatore finale che non aveva i soldi o la necessità di comprare il prodotto, si creava un surplus di merci non vendute e l'azienda in questione andava in crisi. Oggi c'è il problema opposto: mancano i prodotti. Il cliente vorrebbe comprare ma la merce non gli arriva o gli arriva a costo di attendere mesi e mesi. Vale per il comparto fotografico ma anche per quello automobilistico. Vale, addirittura, per prodotti che vendono migliaia di volte di più delle macchine fotografiche (pensiamo al discorso play station). Insomma, un caos. Purtroppo questa faccenda coinvolge le aziende che, non avendo la possibilità di fabbricare un numero sufficiente di esemplari di quel singolo prodotto, finiscono per ridurre i costi. Come si riducono i costi? Tagliando il personale. Cosa vuol dire tagliare il personale? Vuol dire creare disoccupazione. Cosa vuol dire creare disoccupazione? Vuol dire avere molto meno potere d'acquisto, molte più situazioni difficili da gestire con costi che vanno (negli Stati in cui il welfare è sufficientemente progredito) anche a carico dello Stato, ripercuotendosi sui cittadini, dato che lo Stato da qualche parte i soldi deve prenderli. La sintesi è fin troppo semplicistica e occorrerebbe molto più tempo (e molte più competenze di quelle che possiedo) per analizzare la situazione. Tuttavia penso che il campanello d'allarme non riguardi solo chi - giustamente - si lamenta per un prodotto che non arriva, ma temo che finisca per coinvolgere tutti. A noi consumatori di materiale fotografico non resta che avere pazienza. Con una piccola raccomandazione, peraltro banalissima, che mi permetto, a mo' di consiglio: non vendete prima di aver ricevuto la merce!

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 14:55

Situazione abbastanza paradossale.
Il mercato fotografico è in forte flessione e nonostante quello non si ha il materiale per soddisfare la richiesta.

Viviamo tempi strani.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 20:59

dato che lo Stato da qualche parte i soldi deve prenderli.

Prerogativa numero 1 di uno Stato indipendente, quindi in grado di esercitare in concreto e fino in fondo la propria sovranità, è battere la propria moneta.
Lo Stato pertanto non ha alcun bisogno di "andare a cercare" la moneta. La crea.
Se non lo fa, è perché ha deciso di cedere la propria sovranità, e dunque la conduzione effettiva della cosa pubblica, a chi ha attribuito quel compito.

"Datemi il controllo della moneta di uno Stato e non m'importa chi fa le sue leggi"
Mayer Amschel Rothschild

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 21:11

Purtroppo la carerenza di chip è persistente in tutti i settori, non solo nell'elettronica, bisogna aspettare pazientemente. Per evitare questi problemi, in questo periodo compro solo ciò che è immediatamente disponibile e con sconto, è paradossale ma ci sono ottime offerte, ad esempio, a dicembre ho preso un Canon RF16mm f2.8 STM e pochi giorni fa un Canon RF50mm f1.8 STM entrambi con il 25% di sconto e il giorno dopo in entrambi i casi erano a casa. Nel tuo caso potresti mandare una email per chiedere informazioni, non è che ci sia molto da fare se non aspettare

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 21:37

Avevo ordinato A1 e Sony 70-200 GM II da Fototerni nell'ottobre 2021 (ordine confermato da loro mail).
Dopo una ventina di giorni ho iniziato a telefonare, poi il 25 novembre, ho mandato una mail nella quale manifestavo tutto il mio disappunto e non mi hanno nemmeno risposto.

A quel punto sono andato da Foto Massimo Vinera e li ho comperati entrambi lì.
Quando sono andato a ritirarli a un paio di giorni dall'ordine (era il 4 dicembre 2021) ho visto che aveva più di una Sony A 7 Mark IV disponibile MrGreen

Fossi in te li manderei a quel paese e cercherei altrove.
Il materiale si trova. Basta attivarsi e perderci un po' di tempo.

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 22:50

www.foto-orlando.it/prodotto/sony-corpo-a7-iv/
qui è disponibile se ti interessa

avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2022 ore 23:59

Vi ringrazio, ma già ho dato in permuta una sony 7c . Quindi mi sa che aspetto oppure mi ridanno i soldi della permuta

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2022 ore 7:10

“ "Datemi il controllo della moneta di uno Stato e non m'importa chi fa le sue leggi"
Mayer Amschel Rothschild”

Se così, Inghilterra e Svizzera sarebbero esentate dalla crisi, cosa che non mi pare sia
Anzi, nel caso inglese si leccano le ferite e continueranno a farlo

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2022 ore 9:53

Se così, Inghilterra e Svizzera sarebbero esentate dalla crisi, cosa che non mi pare sia
Anzi, nel caso inglese si leccano le ferite e continueranno a farlo


Oggi parlare di crisi è all'ordine del giorno. Quando lo si fa, andrebbe specificato almeno di che crisi si tratta.
La crisi non è una soltanto ma c'è un susseguirsi di crisi diverse, dalle diverse origini, motivazioni e modalità di attuazione.

Oggi ne abbiamo almeno cinque, che agiscono contemporaneamente: quella sanitaria, quella inflazionistica, quella degli approvvigionamenti e quella economica prodotta dalle conseguenze della prima.
Infine c'è quella della democrazia e della rappresentatività popolare, che forse è la più grave di tutte. Dato che ormai si governa per decreto e i parlamenti ormai sono ridotti a pletorici uffici-ratifica di provvedimenti scritti altrove, non è dato sapere da chi e in funzione di quali interessi.
Il tutto nell'inerzia più totale delle istituzioni di garanzia.

Per conseguenza, la democrazia come la intendiamo è stata in sostanza neutralizzata, essendo venuto meno l'equilibrio dei poteri, con l'esecutivo che non solo ha usurpato il legislativo, ma lo esercita anche in modalità poco trasparenti, in particolare nei riguardi del quesito fondamentale: a chi e a quali interessi risponde nelle sue azioni?

Un tempo non era così. Come mai allora le crisi diventano sempre più numerose e ravvicinate?
Per il motivo che la crisi è sinonimo di emergenza, condizione ideale affinché chi è in condizioni di farlo possa imporre scelte d'imperio e che in una situazione normale non sarebbero mai accettate e sarebbero politicamente impercorribili.

Ricordiamo le parole di Monti, il grande benefattore della Patria: “Nei momenti di crisi più acuta, i progressi più sensibili. Rientro dell'emergenza della crisi, affievolimento della volontà di cooperare. E qui naturalmente io ho una distorsione che riguarda l'Europa ed è una distorsione positiva che riguarda l'Europa. Anche l'Europa, NON DOBBIAMO SORPRENDERCI CHE L'EUROPA ABBIA BISOGNO DI CRISI, DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI AVANTI. I PASSI AVANTI DELL'EUROPA SONO PER DEFINIZIONE CESSIONI DI PARTI DELLA SOVRANITA' NAZIONALI a un livello comunitario. E' chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale POSSONO ESSER PRONTI A QUESTE CESSIONI SOLO QUANDO IL COSTO POLITICO E PSICOLOGICO DEL NON FARLE DIVENTA SUPERIORE AL COSTO DEL FARLE PERCHE' C'è UNA CRISI IN ATTO VISIBILE E CONCLAMATA”.

A questo proposito ti segnalo che il Centre for European Policy di Friburgo (Germania) ha stimato che dal 1999 a oggi ogni italiano ha perduto in media 73.600 euro. Moltiplicato per 61 milioni di italiani il totale è di oltre 4.300 miliardi di euro. Non dissimile dai costi di un conflitto bellico.

Tradotti in Lire, quelle su cui sono tuttora uniformati gli stipendi dei lavoratori italiani, costretti però ad affrontare i costi della vita propri della realtà dell'euro, fanno più di otto milioni di miliardi.

Sei capace di dire all'istante con quanti zeri si scrive, quella cifra?.

Se si considera che in questi anni i ceti più agiati si sono arricchiti in maniera considerevole, in conseguenza stessa della crisi economica, motore più efficace in assoluto per lo spostamento di ricchezza dal basso verso l'alto, ne consegue che anche questo dato statistico, pur terrificante, si è scaricato di fatto solo sui ceti più svantaggiati, la cui perdita pro-capite è stata ben superiore alla cifra indicata.

Quale effetto avrebbero avuto quei denari se non fossero stati sottratti al paese? Quale progresso ne sarebbe derivato? Quali sarebbero ora il nostro stile di vita e il nostro stato sociale?

Tra l'altro, questi sono solo i danni economici che abbiamo subito. Ad essi si affiancano quelli non monetari, come la sofferenza e l'isolamento causati a decine di milioni di persone, a chi è stato costretto a emigrare, alle persone mai nate, ai matrimoni mai celebrati, ai suicidi per cause economiche, migliaia, sistematicamente passati sotto silenzio dagli organi d'informazione ufficiale, alle cure mediche cui più del 20% della popolazione è costretta a rinunciare per via dei tagli lineari alla sanità e così via. Danni, questi, che si quantificherebbero in una somma ben maggiore di quella indicata, ma sono ancora una volta incalcolabili.

Tutto questo, che magari può sembrare eccessivamente lungo, e oggi più che mai si pretende la sintesi proprio affinché resti oscuro il significato di certe parole, andrebbe tenuto bene a mente quando si parla di crisi.
Proprio per essere sicuri di averne compreso il significato.

Quanto sopra può sembrare complicato e in effetti lo è. tuttavia non si può fare altrimenti, se si vuol evitare il pericolo di ripetere cose a pappagallo, pertanto introiettando concetti e facendo interessi che potrebbero essere del tutto contrari ai nostri.
O peggio ancora andando sulla qualunque, cosa inevitabile se non si hanno presenti nella loro interezza i significati delle parole che usiamo.

Un esempio tipico è proprio quello che hai scritto. In seguito alla brexit, negli altri paesi aderenti si è scatenata una campagna furibonda, volta a evitare che si verifichi l'effetto di trascinamento consueto per accadimenti di questo tipo, nella consapevolezza di quali sono stati gli effetti concreti dell'UE: crisi economica, disoccupazione e impoverimento di massa.

A questo proposito ti segnalo che nella UE, già nel lontano 2014 c'erano 125 milioni di poveri, secondo una notizia a suo tempo riportata dal TG3. Più di due Italie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese.

Ti rendi conto di cosa significa?

Ecco perchè, in terzis, quello che dici è ciò che racconta un sistema di comunicazione che esegue a reti, testate, siti e motori di ricerca unificati una propaganda martellante pro-UE, pro-moneta unica e pro-mondializzazione.
Essendo emanazione diretta delle forze che di queste ultime hanno fatto i loro strumenti, quel sistema di comunicazione detiene un monopolio che ogni giorno si fa sempre più impenetrabile e asfissiante.

I suoi effetti sono proprio quelli del tuo commento. Vivi da oltre venti anni in un Paese massacrato dalla crisi economica voluta dalla UE, proprio nell'applicazione delle conseguenze della frase menzionata, ma vai cercando i problemi di paesi altri, che vivono condizioni opposte a quelle che ti vengono fatte credere da quel sistema.
In sostanza, nella sua pervasività esso controlla a distanza il tuo pensiero e persino le tue azioni, come nella fattispecie, insieme a quelle di milioni di altre persone. Secondo quella cui vari studiosi attribuiscono la valenza di ipnosi.
www.oltre.tv/lucia-giovannini-ipnosi-di-massa-video/

Tale offensiva mediatica ha avuto il suo acme nei motori di ricerca, attraverso i quali non è più materialmente possibile trovare una qualsiasi notizia non sia in linea con la narrazione dominante.

Il sistema di comunicazione fa passare addirittura come segni della crisi lo strenuo boicottaggio eseguito dalla UE nei confronti dell'Inghilterra, come il blocco delle derrate in arrivo al porto di Calais, l'imposizione indebita di tassi doganali per le merci acquistate in Inghilterra dagli abitanti della UE, malgrado l'esistenza di accordi contrari o applicando politiche dell'energia punitive.
scenarieconomici.it/brexit-la-ue-vuole-ricattare-il-regno-unito-con-le

In realtà l'economia inglese, fin da prima ancora dell'uscita dalla UE e solo in base alle notizie che ne davano certa l'attuazione, ha ripreso a correre. I salari sono aumentati e così la produzione e l'occupazione.
Tanto è vero che il numero dei contrari alla brexit è caduto drasticamente proprio per i suoi effetti.
scenarieconomici.it/brexit-nessun-rimpianto-per-gli-inglesi-crolla-il-

Eseguendo tali politiche di ritorsione, oltretutto la UE si condanna alla marginalità cui è destinata proprio per effetto delle politiche che esegue, anche se il gioco degli specchi del sistema di comunicazione fa credere chi vive al suo interno di trovarsi nell'epicentro mondiale dell'economia, della cultura e del benessere, quando invece l'impoverimento dilaga e soprattutto l'Europa ha ormai acquisito una connotazione periferica a livello economco commerciale che nel breve e medio termine è in sostanza irreversibile.

scenarieconomici.it/il-regno-unito-entra-nel-tpp-area-di-libero-scambi

Da quando è entrata in vigore la moneta unica, i paesi che vi aderiscono sono sistematicamente gli ultimi per la crescita del PIL e l'economia è stagnante.
Questo significa che nel meccanismo di passaggio sistematico di ricchezza dal basso verso l'alto indotto proprio dalla moneta unica, i ceti subaterni si trovano sempre più in condizioni di disagio, come certificato dalle statistiche riguardanti la povertà, con percentuali di aumento a tre cifre.
E questo avviene non in Svizzera o in Inghilterra, ma nella UE e peggio che altrove in Italia e in Grecia, paesi che più di tutti stanno pagando i costi di politiche sociali scellerate imposte proprio dall'Europa.

Mentre già quelli UE che non hanno aderito all'euro vanno sensibilmente meglio.

Quindi la crisi, che tu reputi trovarsi altrove ha la sua recrudescenza peggiore proprio nel territorio in cui vivi e per forza di cose si ripercuote anche sulla tua qualità della vita personale, su quella dei tuoi affetti e sulle prospettive che vi si presentano.

Questo proprio in funzione del fatto che le logiche conseguenti a quella frase di Mayer Amschel Rothschild trovano l'applicazione più ferrea e cinica proprio nella UE.
Dove una banca centrale privata, che rifiuta di eseguire le funzione di prestatore di ultima istanza che competono a una vera banca centrale, emette denaro a costo zero, facendolo pagare agli Stati che si sono auto-costretti a usarlo in esclusiva per l'importo facciale riportato sulle banconote che stampa.
Indebitandoli tutti, pertanto, e per forza di cose costringendoli alle politiche di impoverimento e precarizzazione di massa che ne conseguono.
Soprattutto va considerato che la BCE stampa il denaro che presta a debito ma non gli interessi che su di esso fa gravare, producendo di fatto la cessione a chi ne detiene il controllo non dei pezzi di carta straccia che mette in circolazione, ma di ricchezza reale.

Proprio per le conseguenze di tutto questo e per le ripercussioni sulla vita concreta che solo pochissimi ormai si ostinano a non voler osservare, è sempre più forte la volontà dei popoli di sottrarsi a quel giogo. Viene però bloccato ostinatamente dalle elite politiche ed economiche di ciascun paese, che piuttosto di veder sfumare gli enormi privilegi di cui sono destinatarie, secondo gli effetti tipici del colonialismo mascherato che è la conseguenza prima dell'europeismo e delle politiche comunitarie, sono disposte a portare il Continente alle soglie alle estreme conseguenze, se non verranno fermate.
Proprio nei giorni scorsi ne abbiamo avuto l'esempio ennesimo, come sempre passato sotto silenzio dal sistema di comunicazione "ufficiale".
www.lindipendente.online/2022/01/18/europa-le-tasse-green-non-valgono-

Mi scuso della lunghezza di questo commento ma, in particolare per argomenti tanti complessi, se per scrivere una banalità basta una riga, spiegare che è tale e soprattutto i motivi che la rendono ciò che è si rivela molto più complesso.
Grazie per l'attenzione.


avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2022 ore 10:04

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