| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 19:40
peccato che non si possono vedere gli esempi
“ I've done a specialised conversion for the Leica M9 based on simulating the chemical process and spectrum response, instead of applying curves and other stuff. „
questo era il mio punto di vista, visto all'incontrario. alla fine con il bianco e nero si vugliono emulare le pellicole e queste hanno una particolare sensibilità alla luce. una volta capito questo e dove sono più o meno sensibili credo che sia relativamente semplice ottenere dei buoni risultati e velocemente
“ CONCLUSIONS
Tonal range - Biggest difference between digital and film
Dynamic range - Digital is faaar more detailed in the blacks, film never gets burnt, meanwhile digital gets burn quite fast.
Film has more microcontrast, it's more sharpen
Digital is a little bit more contrast after developing, I imagine it's because it reach white level faster, then, when doing autolevels with the developing program, as a result, it's a more contrast image. „
quindi: pochi dettagli nei neri, molti dettagli nei grigi e nei bianchi
peccato che non spieghi quali colori saturare o desaturare o come virare l'immagine a colori prima di covertirla |
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 19:44
ho postato esempi dopo... |
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 20:09
@Fabio questo Forum sta diventando un po' un geriatrico e purtroppo il più vecchio sono io. È anche per questo che mi sento un senatore infallibile
Aveva scambiato Andrea con Marco Olivotto già tempo fa. Ero diffidato da Emanuele-Juza a sfruculiarlo per le frescacce che posta, pena la sospensione, avevo fatto finta di nulla.
Ma ne ha postate di più comiche, questa è soltanto una svista.
C'est la vie! |
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 20:16
Comunque quel Andrea secondo me ha scritto un gran bell'articolo quindi a che serve sminuirlo? |
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 21:07
Perfetto parlare di tecniche per ottenere il b/n. Senza uscire da Photoshop, solo con i suoi strumenti, io ne ho contate 10 (no camera RAW, no plugin…).
A mio parere però nessuna tecnica porta ad buon esito se non c'è un'idea chiara sulla direzione da prendere e sul risultato. Ad esempio in tante foto si nota come la ricerca del contrasto forte sia in realtà una scorciatoia che punta all'effetto, in mancanza d'altro….
Mentre la fotografia a colori ha un rapporto con la realtà di tipo didascalico o mimetico, la fotografia in bianco e nero lavora in modo simbolico e metaforico.
Il fotografo quindi si comporta in modo diverso. Magari lo fa molto bene in modo spontaneo, ma se ne è consapevole fa più strada…
|
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 21:33
Vero Ale, non a caso diffido sempre da tecniche già preconfezionate (ancora di più da simulazioni pellicola).
Interessante leggerle e capire su che principi si fondano, ma per quanto mi riguarda finisce lì…possono essere buoni spunti, ma la conversione è talmente soggettiva che il metodo migliore, sempre secondo me, è fare una semplice conversione ed agire poi su curve e canali.
In altre parole, crearsi un proprio workflow |
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 21:45
Pensate che, in Adobe, la conversione predefinita in BN di ACR-LR è diversa da quella di Photoshop.
|
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 21:52
“ In altre parole, crearsi un proprio workflow „
E ispirarsi a chi ha "aperto la strada".
Per esempio, io faccio b/n da cinquant'anni ma posso dire che vedere le 300 foto della mostra di Depardon a Milano ti dà comunque una bella "raddrizzata". Impossibile guardare e non riflettere…
|
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 22:31
“ Anche se non capisco niente di bianco e nero digitale, come ha educatamente rilevato l'ing. Pollastrini, che da più di due anni c'è l'ha anche con quel poco accorto tecnico germanico che ha creato il profilo (sic!) della Leica Monochrom, sono ancora in grado di capire che l'articolo indicato da Pollastrini e citato da Giancarlo, è stato scritto da Andrea Olivotto e non da Marco Olivotto, „
non capisco, Andrea Olivotto lo ho citato per nome e cognome |
| inviato il 10 Gennaio 2022 ore 23:55
Gian Carlo, se fai lo sforzo di leggere bene quel che ho scritto .... forse capirai. Tu hai solo citato l'articolo (molto datato peraltro) e l'autore corretto. Infatti ho riportato non le tue parole ma quelle dell'ing. che ne sa più di quelli pagati da Leica per progettare il "profilo" (sic!) della Monochrom in maniera tale da poter ingannare e vendere fumo ai poveri fessi come me che non capiscono nulla di B&W in digitale.
L'ing. forse è un po' confuso, ritiene di sapere tutto in materia e di poter usare toni poco educati ed anche offensivi.
Ma poi scambia un Olivotto per un altro, parla di profili che non esistono (già due o tre anni fa in questo forum si era parlato di come Leica avesse tecnicamente ritenuto di interpretare la realtà in bianco e nero cercando di emulare il meglio possibile la pellicola ai sali d'argento); finge di ignorare e non riflette sul fatto che esistono dorsi digitali professionali monocromatici costruiti non da Leica e venduti a caro prezzo a gente di cui lui mette in dubbio, anzi esclude, ogni capacità critica e tecnica; non si cura del fatto che c'è in questo Forum gente molto preparata (Raamiel e Ulysseita) che ha pensato di realizzare e vendere profili (questi si) che emulano proprio questa vituperata ed inutile macchina costruita per i tonti incapaci di fare foto ritocco in B&W (se così fosse Raamiel non avrebbe neppure tentato di emulare la resa della inutile Leica Monochrom); asserisce da un paio di anni almeno, senza evidentemente averla mai provata a fondo, che con la Monochrom non sia necessaria una approfondita post-produzione quando, invece, la realtà è ben diversa e sono quasi sempre richiesti complessi interventi con maschere di luminosità e maschere zonali volti a esaltare o modificare determinati grigi (il che avviene per la verità più nella paesaggistica che nel reportage) e conclude che proprio per questo la Monochrom sarebbe lo strumento ideale per gli incapaci nella gestione del fotoritocco.
E tutto questo usando toni ben poco corretti anche con chi, come il sottoscritto, pur consapevole che comunque è possibile fare un ottimo B&W con macchine digitali che lavorano in RGB (tanto che ho citato proprio Olivotto e le azioni di Negri che tanto vi hanno colpito e che, pur essendo ignorante in detta materia, conoscevo da anni), ha la colpa di avere acquistato l'inutile Monochrom.
Con il che chiudo per sempre i miei interventi in materia e auguro a te e a tutti ottime fotografie in B&W a prescindere dalle fotocamere, dai programmi e dalle tecniche usate. |
| inviato il 11 Gennaio 2022 ore 0:56
@Fabio in Brianza esiste il termine di "sagoma", cioè qualcuno un po' fuori dal coro, un po' strano, non necessariamente sgradevole, molte volte ammirato per la sua diversità. Ci vuole un pizzico di humo(u)r per rapportarsi a tipi così. Nella fattispecie è quasi incredibile come un ing elettronico possa postare certe frescacce. Ancora più incredibile come si sia formato nel tempo un ristrettissimo numero di Juzini convinti che sia SEMPRE nel giusto. Non puoi essere un ing e ignorare sinc(x)=sen(x)/x nelle discussioni TECNICHE. Nascono da lì tutte le incomprensioni. D'altronde qui si aggirano fotografi che credono ai miti. Uno di questi è che ci vogliono scale di grigi ricche di "toni". Nel digitale i toni propriamente detti sono chiaro e scuro, ombre e luci. Questi toni di grigio sono quantificabili: sono al massimo 256 in un JPG b/n. L'altra faccia dei toni è il colore, di per sé argomento troppo difficile per chi non abbia basi spettroscopiche.
Per curiosità sono andato a contare i grigi dei b/n in questi ultimi 3d sull'argomento. Sono al 90% 256 grigi, un indice di buona conversione. Poi arriva il fenomeno e i suoi grigi superano i 700. Chi lo convince che non è b/n? Quelli poco intelligenti che usano Leica e Phase One monocromatiche che volta dopo volta sfornano JPEG (giustamente) con 256 toni di grigio al massimo?
Prendiamo Thorsten von Overgaard. Quasi un nume fra i Leicisti. Poi scopri che è uno Scientology. Quelli come lui lo ammirano ancora di più, a uno come me cascano le braccia... |
| inviato il 11 Gennaio 2022 ore 2:36
Mi permetto di dire una cosa che ha poco di tecnico sulla questione 256 grigi.
Se parliamo di monochrome parliamo di conversione in digitale che matematicamente... 8 bit da fuori 256 colori.
Ma se parliamo di bianco e nero ...da film... Nel processo di scatto, sviluppo e passaggio a carta e/o slide, allora sta regola non esiste ed ecco i toni tanto odiati ma sempre 3sistiti... E quasi banditi e non ne capisco il motivo.
Siamo nel 2022, abbiamo in ogni raw editor le ruote colore sui tre toni generali da cui aggiungere una impronta personale .. ( più caldo, più freddo..ecc, solo quel quid..) e sembra che stai ammazzando qualcuno se ti permetti..
Relax.
Lo dico e ripeto... Imparate a non esagerare con artifacts da principiante e fate il vostro bn, VOSTRO.
|
| inviato il 11 Gennaio 2022 ore 6:00
Perché vi state fissando sulla monochrome?...ci sono molti modi per realizzare b.n validi per chi ha le capacità, in caso contrario c'è Silver è roba simile che garantiscono risultati accettabili (sono d'accordo con l'ingegnere quando scrive che sono dei b.n nella maggior parte dei casi standard preconfezionati). Ho avuto il piacere di postprodurre foto realizzate con la Leica Q è posso dire di aver effettuato giusto qualche accorgimento per arrivare al risultato che cercavo. La Monochrome non la conosco ma penso che per chi lavora esclusivamente in b.n gli possa semplificare il lavoro. In ogni caso se manca la capacità di sapersi esprimere con le immagini, attrezzatura e p.p servono a ben poco così come tutti i discorsi tecnici e menate varie. Conta sempre il lavoro finale che si propone. Un autore valido balza sempre all'occhio così come quelli mediocri. |
|
Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |
JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.
