| inviato il 11 Ottobre 2021 ore 22:14
Dopo anni passati a cercare un sistema che restituisse una resa analogica come piace a me, ho trovato la soluzione. La soluzione era molto vicina, ma per accettarla avevo bisogno che i miei ritmi fotografici si placassero. Di poter scattare meno e senza vincoli. Così è stato e, finalmente, ho trovato il mio uovo di Colombo. La resa analogica... la dà l'analogico. Punto. Ho venduto con gratitudine il mio sistema Foveon, che reputo ad oggi ciò che più in digitale si avvicina all'analogico e con meno sforzo. E mi sono lanciato nel futuro della fotografia con tre fotocamere analogiche 135 Praktika (anni '70) e tre medio formato 6x6 (due pentacon six con parco ottiche completo e una Yashica Mat 124G). Io sono nato come fotografo (= colui che fa fotografie) da bambino con l'analogico, poi passato al digitale per star dietro a ritmi frenetici. Il ritorno all'analogico mi ha fatto bene, sia fotograficamente che esistenzialmente. Ho riscoperto il valore dell'attesa, il fascino dell'incertezza e l'accettazione serena del limite e della fallibilità. Ho tirato fuori alcune delle foto più belle della mia vita. Che i miei amici mi hanno detto "ma come hai fatto??? Hai comperato la GFX!" E io "No, la GFX queste cose non le fa. Questa è tecnologia avveniristica: si tratta di una emulsione fotosensibile basata su sali d'argento e distribuita su una pellicola 120, impressionata mediante un corpo fotografico interamente meccanico, poi sviluppata e stampata in camera oscura con un ingranditore in formato 2mx2m". Ho fatto due viaggi portando con me solo analogico. All'inizio la paura del "e se si rompe? E se non viene e poi te ne accorgi dopo? E se..." ti assale. Poi ti fidi e ti affidi e accetti che qualcosa potrebbe non andare e se sarà così si vedrà. E ti godi il viaggio e l'esperienza fotografica. Niente più lcd in cui passi il tempo a verificare gli scatti "per sicurezza", niente più "quando arrivo in albergo faccio il backup", niente più "avrò abbastanza batterie?". Avevo con me un cavo di scatto a distanza meccanico, un cacciavite, qualche guarnizione di gomma spugna, lubrificante, rullini e amen. Sono stati i viaggi che mi sono goduto di più. Obiettivo futuro: sviluppare da me e imparare a stampare da me in camera oscura (se vivrò abbastanza). Perché la fotografia analogica sarà il futuro della fotografia con fotocamera? Perché gli smartphone e i droni che fanno foto autonomamente diventeranno i padroni della fotografia digitale. A quel punto, la fotografia con fotocamera sarà una nicchia. E, nicchia per nicchia, l'analogico ritroverà il suo spazio e un suo senso ancora maggiore di oggi. Fidatevi. Tempo qualche anno e vedremo nuove fotocamere analogiche sul mercato. |
| inviato il 11 Ottobre 2021 ore 22:24
Bentornato. Io, come pochi altri, non me ne sono mai andato, ma il mio bentornato è sincero tanto quanto la mia convinzione che i bei tempi antichi NON torneranno |
| inviato il 11 Ottobre 2021 ore 22:34
Grazie! In effetti è davvero come essere tornato. Tornato giovane, tornato alla fotografia che mi rievoca ricordi piacevoli e belle sensazioni, tornato ad una sorta di genuinità. So che tu scatti e proietti diapositive ed è un mondo di cui sono totalmente a digiuno, perché non ci sono mai passato, neanche da giovane. Credo tuttavia che la fotografia analogica sia una radice comune che ci consente di capirci abbastanza bene. |
| inviato il 11 Ottobre 2021 ore 22:36
Forse Paolo non coi numeri del passato, ma anche io sono piuttosto convinto che più si va verso la fotografia computazionale, e quindi la mera produzione di immagini a valanga, con un sempre minor contributo da parte del fotografo, e più il gusto di fare foto spingerà gli appassionati a rientrare nella nicchia. Basterà rendersi conto che il risultato è appagante in misura direttamente proporzionale allo sforzo che si mette in atto per raggiungerlo. Quando le immagini si produrranno praticamente da sole o verranno estrapolate da video in 32k, anche il peggior tecnopipparolo si romperà le scatole... |
| inviato il 11 Ottobre 2021 ore 23:46
Difficile che tornino a produrre apparecchi analogici: costerebbero un botto. Piano piano il parco esistente sparirà, e prima ancora spariranno quelli in grado di metterci mano in caso di bisogno. Non vedo futuro. |
| inviato il 11 Ottobre 2021 ore 23:51
Nicchia per nicchia, può pure costare un botto, soprattutto considerato che poi durano per secoli |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 8:21
Grazie! In effetti è davvero come essere tornato. Tornato giovane, tornato alla fotografia che mi rievoca ricordi piacevoli e belle sensazioni, tornato ad una sorta di genuinità. So che tu scatti e proietti diapositive ed è un mondo di cui sono totalmente a digiuno, perché non ci sono mai passato, neanche da giovane. Credo tuttavia che la fotografia analogica sia una radice comune che ci consente di capirci abbastanza bene. E' abbastanza normale che tu lo sia amico mio, la diapositiva è sempre stato un mercato di nicchia, adesso poi è la nicchia di una nicchia quindi figurati... e pure all'epoca del chimico imperante era quasi esclusivamente appannaggio della fotografia professionale e con solo qualche piccola digressione, assolutamente sparuta, in qualche circolo fotografico, quindi si può tranquillamente affermare che dal punto di vista amatoriale era pressoché sconosciuta! Per la radice comune invece sono totalmente d'accordo, alla fine in entrambi i casi si tratta comunque di fotografia chimica, e ovviamente se l'approccio è identico le sensazioni lo sono altrettanto Importante però, anzi molto importante, è il tuo riferimento a quella sorta di genuinità al cui ritorno aspiri... ebbene senza girarci tanto intorno ti consiglio di provare la diapositiva, non esiste, anzi non può esitere un modo più genuino della diapositiva per approcciarsi alla fotografia... è una sorta di approccio immediato, oserei dire istintivo, dove tutto comincia nel momento in cui traguardi attraverso il mirino e finisce nel momento del fatidico click P.S. - forse questa discussione può interessarti... non foss'altro che come spunto di riflessione: www.juzaphoto.com/topic2.php?t=2332958 |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 8:38
Forse Paolo non coi numeri del passato, ma anche io sono piuttosto convinto che più si va verso la fotografia computazionale, e quindi la mera produzione di immagini a valanga, con un sempre minor contributo da parte del fotografo, e più il gusto di fare foto spingerà gli appassionati a rientrare nella nicchia. Basterà rendersi conto che il risultato è appagante in misura direttamente proporzionale allo sforzo che si mette in atto per raggiungerlo. ;-) Quando le immagini si produrranno praticamente da sole o verranno estrapolate da video in 32k, anche il peggior tecnopipparolo si romperà le scatole... Questa amico mio è una riflessione che mi sento di condividere totalmente; il problema di fondo della fotografia chimica però è di ordine puramente economico... insomma ogni rullino esposto costa anzi... ogni singolo click, alla fine, costa, e questo non può che spaventtare gli scattatori seriali tanto di moda al giorno d'oggi quelli cioè che scattano a raffica tanto non costa ecco perché, pur essendo convinto del fatto che prima o poi la fotografia chimica tornerà a essere apprezzata, non foss'altro che per il suo approccio diverso rispetto alla fotografia digitale, purtuttavia dubito che possa avere quel minimo di diffusione, e di conseguente giro d'affari, che possa costituire uno stimolo a che le varie case, e qui mi riferisco in particolare a Fuji perché a sperare in kodak si finisce alle calende greche, possano davvero pensare di ricominciare a fare ricerca, e produrre quindi evoluzione, in questo particolare mercato che quindi, per forza di cose, rimarrà per sempre ancorato alla fine degli anni '80 o, al massimo, ai primi anni '90! |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 8:44
Difficile che tornino a produrre apparecchi analogici: costerebbero un botto. Piano piano il parco esistente sparirà, e prima ancora spariranno quelli in grado di metterci mano in caso di bisogno. Non vedo futuro. Non torneranno a produrre apparecchi a pellicola, questo è vero, ma non lo faranno solo perché il mercato dell'usato è talmente strapieno di apparecchi usati, Oddio... usati... usati per modo di dire visto che un corpo macchina (a pellicola) ben di rado ha impressionato 10.000 fotogrammi, quindi è evidente che in mezzo a questo mare magno di opportunità di acquisto nessuno, mai, si prenderà la briga di ricominciare a produrrre apparecchi che, quasi certamente, resterebbero invenduti Parliamoci chiaro: una EOS 1 V HS la puoi portare a casa con 500 euro o poco più, intonsa, altrettanti ce ne vogliono per una Nikon F6 e poco meno per una EOS 3 o una Nikon F5 quindi... P.S. - io la mia ultima EOS 1 V HS l'ho pagata 300 euro più le spedizioni... un corpo non intonso... di più... visto che aveva impressionato solo 30 rullini |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 9:06
" Tempo qualche anno e vedremo nuove fotocamere analogiche sul mercato." Io non credo proprio. Sulle pellicole, colore e B&N, non ci investono più un soldino da decenni, e poi il materiale disponibile attuale, colore e B&N, ha una qualità inferiore di quello del passato, nel tempo la qualità si è deteriorata, oggi nulla fa stampe come le faceva un'Agfa Brovira ai suoi tempi, idem le diapositive. Senza investimenti in ricerca, un mondo tecnologico langue e muore, resterà la fotografia a pellicola ma con qualità sempre degradante al peggio. Poi, sui gusti non si discute, ma la realtà tecnologica, ahimè, quella è. |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 9:06
Ho venduto a suo tempo tutto il resto ma la Minolta 9Xi è ancora lì, per di più con dieci cards per close up ed altre funzioni che non ricordo. Tenere in mano questo corpo professionale mi fa sempre una certa piacevole impressione; prima o poi la doterò di un cinquantino. In 25 anni di analogico ho fatto prevalentemente dia (negativi, comunque tanti, per le foto di famiglia). Se tornassi almeno temporaneamente all'antico sarebbe però per l'immagine stampata, magari in B/N. |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 9:52
@Nessunego: “ La resa analogica... la dà l'analogico. Punto. „ Elementare Watson L'analogico oltre alla resa diversa ti riporta ad una certa manualità, ti permette di staccarti dal PC e di trovare soddisfazione in quello che fai da te, con le tue mani (se sviluppi e stampi). Buoni scatti! Roberto |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 10:07
Feci la stessa scelta circa 8 anni fa, per poi tornare al digitale per ovvi motivi. Peccato che ai tempi l'attrezzatura e le pellicole costavano molto di meno rispetto ad ora!!! Nel frattempo conservo una busta piena di rullini in freezer |
| inviato il 12 Ottobre 2021 ore 10:22
“ Senza investimenti in ricerca, un mondo tecnologico langue e muore, resterà la fotografia a pellicola ma con qualità sempre degradante al peggio. „ E non solo. Manca anche tutta l'infrastruttura di 'supporto al consumo', ossia la disponibilità non dico capillare ma almeno diffusa di laboratori che siano in grado di gestire quel rullino una volta impressionato. I pochi disponibili sono praticamente orefici, con tempi e costi da artigiano di alta qualità .. e lo capisco benissimo, è motivato, ma è anche un grosso freno al reimpiego della attrezzatura analogica. |
user33434 | inviato il 12 Ottobre 2021 ore 10:30
“ Sulle pellicole, colore e B&N, non ci investono più un soldino da decenni, e poi il materiale disponibile attuale, colore e B&N, ha una qualità inferiore di quello del passato, nel tempo la qualità si è deteriorata, oggi nulla fa stampe come le faceva un'Agfa Brovira ai suoi tempi, idem le diapositive. „ Sarebbe bello ogni tanto, soprattutto di fronte ad affermazioni di questo tipo, avere delle fonti a supporto delle tesi. Lo dico senza intenzione polemica ma per reale interesse. “ Manca anche tutta l'infrastruttura di 'supporto al consumo', ossia la disponibilità non dico capillare ma almeno diffusa di laboratori che siano in grado di gestire quel rullino una volta impressionato. „ Trattare per bene una pellicola non è cosa semplicissima ma si impara, neanche lavorare come si deve un raw è cosa semplice ma si impara anche quello. Fermo restando che volendo esistono i lab che si possono occupare dell'uno e dell'altro. |
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