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ASTURIA un viaggio inaspettato


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ASTURIA un viaggio inaspettato, testo e foto by Loris Torre. Pubblicato il 07 Ottobre 2021; 3 risposte, 1402 visite.




L'infinita spiaggia di Gijon durante la bassa marea



Asturia. Come definire un tale territorio?

Nel nord più remoto della Spagna, dove le montagne sorgono imponenti e l'oceano riecheggia con forza, esiste una terra fatta di smeraldo, dove immensi boschi tinteggiano di verde infinite colline e la gente, forte e fiera, è temprata da un clima poco clemente e da antiche tradizioni.
Più che la Spagna la regione del principato di Asturia è paragonabile con altre nazioni. In primis l'Irlanda. Clima e verde sono assolutamente di questa parte di mondo e la pioggia quotidiana viene alternata da sprazzi di sole regalando cieli tra i più belli che abbia visto. Non c'è stato, in sei giorni, un singolo giorno dove il cielo non fosse meravigliosamente fotogenico. Un azzurro intenso, ricco di candide nubi veniva in poco tempo coperto da plumbee nuvole in grado di portare piogge contrastanti con il paesaggio cangiante, ora tranquillo e rilassante, ora violento e sferzante.


La gente del posto è gentile con gli stranieri e aiuta sempre. Molto legata alle proprio passato, più celta che ispanica, mostrano i propri abiti tradizionali con orgoglio, intonando le proprie canzoni che, se non fosse scritta sul biglietto aereo la destinazione, si potrebbe benissimo pensare agli scozzesi, con le loro cornamuse e i balli tipici. I loro abiti tradizionali ricordano quei meravigliosi completi campagnoli tutti colorati che dalle nostre parti si usano principalmente in montagna e segnano ricordi di un mondo ormai andato.





Le fluttuanti gonne dei tipici abiti asturiani durante una danza tradizionale



Gli asturiani, infatti, sono una di quelle popolazioni particolarmente legate alla propria cultura e al proprio territorio. Lo si capisce dal cibo che accompagna le loro giornate, sempre gustoso e sempre grasso, basato principalmente di carne di manzo di cui questa terra ne è costellata (ci sono mucche e tori ovunque in questa regione), o di formaggi locali, decisamente saporiti. Lo si capisce dal rapporto che hanno con la natura. Ed è proprio quest'ultima, la natura, ad essere la padrona indiscussa della regione dettando legge e scandendo il ciclo del tempo.





Gijon e il lungomare



Le città principali, Gijòn e Oviedo, sono degli ottimi punti dove iniziare il proprio viaggio, con la centralità all'interno del principato che le caratterizza e il fatto di non farti sentire completamente sperduto e distante da ogni essere umano.
Non sono città caotiche se pur discretamente grandi, ma hanno una loro personalità. La prima, Gijon, è un meraviglioso paese portuale, dove una spiaggia infinita regala la possibilità di fare delle passeggiate lungomare, mangiare qualcosa o bere qualcosa in uno dei mille locali presenti all'interno della stessa. Il surf qui è un istituzione. Lo si pratica tantissimo, a qualunque età. Ed è stupendo fermarsi sul lungomare, con la propria fotocamera e dedicargli del tempo per provare a fare qualche scatto. E' una città giovane e allegra. Indubbiamente una città viva.
La seconda, Oviedo, poco distante da Gijon, è il capoluogo di regione. Qui non c'è il mare ma la città trabocca di cultura con la cattedrale, le statue di Bottero e tutti quei servizi che possono regalare svago e relax a chiunque ci si addentri, come i parchi.
Il resto dell'Asturia è costituito prevalentemente da piccoli paesi portuali, molto pittoreschi (come Cudillero, Llanes o Ribadesella), che si affacciano sull'oceano o piccoli villaggi rurali posti nelle valli montane.





Vista sul porto di Cudillero





Cabo Penas, le scogliere



Fuori dai centri abitati, l'oceano incontra la terra, formando delle scogliere strepitose, di gran lunga la cosa più bella che si possa vedere in questa terra. Ovunque, sulla costa, la terra finisce e un vertiginoso salto mostra la forza dell'oceano che si infrange su di esse. Molte volte un faro accompagna il panorama rendendo il tutto molto più melanconico e suggestivo. Esempi di tale bellezza si possono osservare presso i buffones de Pria, dove l'acqua delle onde, con l'alta marea e il mare mosso, genera delle specie di geyser, o Cabo Vidio, Cabo Penas e Playa del Silencio, tra i punti panoramici più assurdi di questa terra. Ma in realtà esistono molti più punti per ammirare tale spettacolo.
Tutta la parte nord della Spagna si affaccia sul golfo di Biscaglia e con precisione l'Asturia si affaccia su una parte di esso chiamato mar Cantabrico. Alla fine, comunque, stiamo pur sempre parlando di oceano Atlantico e in quanto tale, all'interno dello stesso vivono creature spaventose e quasi mitologiche come i calamari giganti o i Myctophidae. Gli uccelli migratori della zona Artica o del nord Europa vengono qui a passare l'inverno, regalando non poche possibilità e spunti fotografici.





Picu Uriellu



Fuori dai centri abitati, verso l'entroterra, le montagne troneggiano, incorniciando e separando come una lama la valle asturiana dal resto della Spagna e, di fatto, rendendo questa terra una regione completamente diversa dal resto della nazione. Il Parque Nacional de Los Picos de Europa, tra le montagne, risulta essere la più interessante, poiché custodisce all'interno delle perle di rara bellezza come quello del Picu Uriellu, la signora tra le montagne locali, o il santuario di Covadonga, meraviglioso luogo di culto incastonato tra le montagne, punto dalla quale partì, sotto il comando di Pelajo, la riconquista cristiana verso i mori. Ovunque in Asturia il nome di Pelajo è sul limite della santità. Non ci sarà una singola occasione, in qualunque luogo vi troviate, di non sentire o leggere questo nome. Persino ai bambini viene dato il nome di quest'uomo. Praticamente una leggenda dei tempi passati.
Verso occidente, un'infinità di parchi sulle vette dei monti, coperti di faggi e tigli, incorniciano tutta la regione, ospitando cervi, orsi e altri numerosissimi animali e facendoti sentire strettamente a contatto con la natura. Ancora oltre, verso la Galizia, Taramundi, Mazonovo e Os Teixois mostrano, nascondendosi tra i tortuosi sentieri che portano in questi posti, la storia di questa regione, legata alle miniere di carbone, ferro e ai mulini. Raccontando come la vita, tra le mille difficoltà legate ad un ambiente tanto difficile, possa far sorgere delle idee tanto semplici quanto fondamentali per poter vivere armoniosamente con il proprio territorio.

Volendo riassumere questo viaggio: come definire un tale territorio?
Un posto armonico e selvaggio, dove la natura e l'uomo convivono in armonia. E poco importa se fuori dalle due grandi città, due acciaierie tediano l'ambiente e la gente, poiché basta allontanarsi di pochissimo che tutto cambia, regalando uno dei paesaggi più emozionanti e rilassanti dove potersi abbandonare. Una terra fatta di monti, boschi fiumi e scogliere. Una terra che, come dissi all'inizio dell'articolo, è fatta di verde, così tanto verde da essere stata nominata "la costa verde".
Indubbiamente una terra per fotografi. Offre possibilità infinite, in tutti i generi. Non esiste un singolo momento dove un fotografo non possa dilettarsi. Vuoi la natura? Hai tutto quello che ti ho raccontato e anche oltre. Vuoi la fauna? Migliaia di uccelli migrano in questo territorio dai paesi artici e dentro le foreste mammiferi di varia natura non sono così rari. Vuoi lo sport? Ti basta passeggiare sulla spiaggia un giorno di fine estate per trovare centinaia di surfisti che si divertono.
Qualunque cosa in questo posto richiama la calma, la riflessione e l'attenzione che tutti noi fotografi cerchiamo quando vogliamo fare degli scatti Veri, che non sono frutto di un attimo rubato, ma di un ponderato studio di immagine, composizione e ricerca del piacere, e che ti porterà sempre, alla fine della giornata, in uno di quei posti tipici che solo le Asturie hanno, coccolati da un pasto gustoso se pur pesante e accompagnati dalla sidra, il liquore di mele che versano in un modo particolarissimo, pensando a quanto sia stato saggio uscire dai classici canoni turistici al fine di scoprire una terra che resta nel cuore.





Zafferano selvatico



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user207929
avatar
inviato il 10 Ottobre 2021 ore 20:56

Quest'ultima foto sembrerebbe proprio di un bel fiore di colchico, non di zafferano selvatico. Il colchico (colchiucum autumnale), chiamato anche 'zafferano ×', appartiene alla famiglia delle Colchicaceae e presenta 6 stimmi per fiore. Si tratta di una pianta altamente tossica e mortale per la presenza di alcaloidi, tra cui la colchicina e l'inulina. Purtroppo non esiste antidoto e anche il solo contatto può causare danni alla pelle. Quando la pianta è in foglia può essere scambiata per aglio ursino. È presente anche in Italia e nelle mie zone (area prealpina) si trova diffusamente da agosto in poi. Meglio evitare di usare il latte di capre o mucche che se ne sono nutrite, gli animali sono immuni, ma possono trasferire i principi attivi velenosi al latte.
Spero di non aver sbagliato classificazione, ma dalla foto direi che proprio di colchico si tratti.
Comunque bell'articolo, complimenti.

Il correttore mi sostituisce con x la parola dopo zafferano, diciamo che avevo usato il dispregiativo di 'meticcio'.

avatarjunior
inviato il 11 Ottobre 2021 ore 10:15

Direi scientifico Vittorio SorrisoCool
Sinceramente non sono tanto esperto (anzi direi proprio per niente) da riuscire a distinguere il genere. Grazie per la precisazione e per il complimento sull'articolo Sorriso
Loris

user207929
avatar
inviato il 11 Ottobre 2021 ore 12:00

Volevo solo complimentarmi, ma poi mi sono fatto prendere la mano e ho chiarito la specie di pianta. Anche perché in aprile ci ha lasciato le penne un signore della provincia di Pordenone, che l'aveva scambiata per aglio ursino. Quando chi ci legge vede sto bel fiore è meglio che si limiti a fotografarlo, come hai fatto tu.
Chiarisco che non sono particolarmente competente di flora, ma ho una figlia che ne è appassionata e ogni volta che ci troviamo ad andar per prati a far fotografia e incontriamo il colchico mi fa sempre una predica preventiva. Ormai ho imparato tutta la pappardella che mi propina a memoria;-)

Comunque mi hai suscitato una sana invidia per il tuo viaggio, che hai documentato con belle fotografie e interessanti contenuti. Bravo.
Vittorio





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