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Aquile, supertele ed r5 (r3, r1, etc.)


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avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 12:30

Aquile
Avrei potuto seguire diverse coppie, come fanno altri. Si arriva, anche a qualche km di distanza, si punta il cannocchiale, si osserva qualche minuto la coppia posata o che volteggia, la femmina in cova, il giovane che cresce, e via, a vederne altre. C'è chi riesce a visitarne anche 14 in un giorno, con questa tecnica.
Fin dall'inizio invece ho preferito concentrarmi su poche coppie, alla fine una sola, la più vicina e più comoda. Un po' per questioni logistiche, un po' perché ho la casa all'interno di un parco, e a volte perfino dal giardino vedo gli adulti o i giovani posati sulle rocche o in volo mentre cacciano. Un po' per pigrizia, infine. Questo mi ha permesso di conoscere molto bene questa coppia e di seguirne le vicissitudini da quando la scoprii, nel secolo scorso. Ero un ragazzino di nemmeno 10 anni e mio padre, cacciatore accanito, cercava di inculcarmi la sua passione portandomi giornalmente in quei posti impervi, dove aveva la mania di cacciare le coturnici col cane da ferma. Per un po' lo assecondai, ma la mia passione era un'altra. In una di queste escursioni vidi una scena che mi rimase impressa. A un centinaio di metri da me volteggiava un immenso rapace, circondato da tantissimi altri uccelli. Era l'aquila reale, con una corte di decine di taccole che gli giravano intorno schiamazzando, mentre lei, imperterrita, neanche le considerava.

Supertele
Da quel giorno il mio immaginario fu dominato da questa scena, che mi sarebbe piaciuto immortalare. Ma dovettero passare molti anni, per riuscirvi. Era sempre troppo lontana e troppo piccola sul fotogramma. Da studentello di ingegneria, a prezzo di enormi sacrifici, lavoretti nel tempo libero e risparmi all'osso, cominciai con ottiche usate, un 280mm Novoflex. Poi un 400. Poi un 600. Poi col duplicatore, 1200mm. Ma le foto erano in gran parte piccole, sfocate, mosse, con 64 ISO di sensibilità. E quindi costantemente alla ricerca dell'attrezzatura più moderna e sofisticata per ottenere scatti sempre migliori. Quando scoprii il nido poi, la frontiera fu riuscire a fare un primo piano della femmina in cova. Ma nel punto più vicino raggiungibile a piedi, il nido era lontanissimo. Erano anni in cui nessuno badava a questi animali, che anzi erano considerati nocivi e in quanto tali, abbattibili in ogni periodo dell'anno. In estate, prima che si aprisse la caccia, ero l'unico che andava per monti, uscivo tutti i giorni, facevo 20-30 escursioni senza mai incontrare anima viva. Il naturalismo era di là da venire. Attrezzature pesanti e ingombranti, solo il binocolo pesava 1.5 kg. Ma le foto dell'aquila in cova erano sempre piccole e insoddisfacenti. A furia di allungare, arrivai alla fine degli anni 80 a lunghezze focali pazzesche, e al risultato analogico che finalmente mi soddisfece. Ben 5600mm e tre foto ferme su 108.



Dopo di allora, un po' perché questo tipo di foto veniva criticato, un po' perché comunque ero un po' appagato, cominciai a cambiare e a pensare foto in movimento, dunque in volo. Sognavo il Nikkor 600/5.6 IF-ED, sigla quest'ultima che non mi faceva dormire. Un po' per il costo, 12 milioni di lire, quanto un'auto media, un po' per la bontà di queste ottiche. Ne trovai uno usato in discrete condizioni a 3.2 milioni e lo usai tantissimo con soddisfazione. Ma era manuale. Nel frattempo era stato sviluppato l'af, ma i tele presenti non andavano bene, o troppo corti (300/2.8) o troppo pesanti (400/2.8 e 600/4) e costosi. Finchè uscì il primo supertele portatile af, 500/4.5, e dal prezzo elevato, ma abbordabile. L'autofocus era più maturo e si potevano tentare scatti mai visti al tempo. Li provai tutti, nel tempo, a parte i 400/2.8, inutili per i miei scopi. Poi arrivò il digitale, che con l'innalzamento delle sensibilità utilizzabili fece fare un balzo enorme. Attualmente uso la terza generazione, 500/4is2, un obiettivo fantastico, attualmente ancora il migliore in assoluto in quanto a qualità e resa, come vedremo. E un 800/5.6is, di qualità simile e che rappresenta la focale più elevata utilizzabile al momento, il massimo per la foto ai grandi rapaci a distanza, anche moltiplicato, laddove mantiene ancora una qualità elevatissima.

Eos r5
Per anni ho sognato una macchina come questa. Af rapidissimo, molti scatti al secondo, risoluzione elevata. Prima usavo le 1D. Macchine bellissime. Carri armati. Molto performanti. Formato aps-h, l'ideale per fotografia con teleobiettivi a distanza. 17-20 mp andavano bene, ottimamente. Quando queste erano le risoluzioni elevate del tempo. Come si fotografava allora si può fotografare ancora, nessuno lo impedisce. Ma in una fotografia estrema come quella ai grandi rapaci, ogni vantaggio tecnologico va sfruttato, e dunque ecco le grandi risoluzioni, e l'abbandono delle serie 1, che nel frattempo si sono accorciate ancora, diventando solo ff e praticamente con meno risoluzione ancora. Per anni ho usato l'unica big mp disponibile, la 5DSr. All'inizio sembrava un sogno. Ingrandivi, ingrandivi, ingrandivi… prima di arrivare al 100% ce ne voleva. Ma col tempo, mano a mano che arrivavano nuove realizzazioni, i limiti sono diventati sempre meno accettabili. Finchè è nata appunto la r5, il sogno di chi aspettava una macchina risoluta, con af altamente performante e raffica rapida. All'inizio non riuscivo a capire se effettivamente avrei potuto usarla convenientemente coi miei tele. L'atteggiamento esaltato di chi la provava non era attendibile. Tutti la usavano con un unico teleobiettivo, il 100-500, e quando chiedevi degli ef rispondevano sbrigativamente che andava bene, senza approfondimenti. Per cui alla fine me la sono comprata un po' al buio. Magnifica sorpresa. Coi tele ef, la macchina non va bene, ma benissimo, alla grande. In maniera incomparabilmente superiore all'unica altra big mp, la 5Dsr. Af rapidissimo e soprattutto precisissimo. Nessun bisogno di noiose microregolazioni. La maf viene fatta direttamente sul sensore. Scatti velocissimi. Già in meccanico sono più del doppio, in elettronico addirittura 20 al secondo, spesso anche troppi. E, su soggetti anche rapidi come i rapaci, senza apprezzabili fenomeni di rolling shutter. File da 45 mp ineccepibile. Ritardo a mirino moderato, e comunque praticamente inesistente se non si fanno raffiche troppo lunghe. Punti af su tutto il fotogramma, tutti sensibili, e funzionanti addirittura anche a f22 (provato 800mm con due duplicatori), chiaramente in modo molto lento, ma efficace, ad esempio per mettere a fuoco con precisione un soggetto fermo molto distante.

Estate 2021
Purtroppo la nidificazione, inspiegabilmente, è andata a male. L'aquilotto è nato regolarmente, gli adulti portavano molte prede al nido, tutto andava bene. Dopo alcuni giorni è sparito, così… Che all'interno di un parco, con un monitoraggio costante h24 con telecamera ad alta definizione non si sappia cosa sia successo, pone molti interrogativi e getta parecchie ombre…
Per questo motivo, sono andato solo 2 volte a vedere le aquile. La prima volta a fine luglio, già dalla macchina, ho visto un giovane, probabilmente quello dell'anno precedente, la cui presenza viene tollerata quando la nidificazione non ha luogo o, appunto, non va in porto. E un adulto, ma entrambi a grande distanza. Ho fatto qualche scatto solo come documentazione. Il giorno prima di partire ho voluto fare un tentativo. È un terno al lotto vederle quando non nidificano. Perché magari sono in caccia e se predano non hanno motivo di tornare non essendoci l'aquilotto al nido o nei dintorni, se involato. Bisognerebbe andare 2-3 giorni di fila per avere qualche probabilità di incontro, e non è detto lo stesso. Però, se ci sono, perché hanno mangiato abbondantemente il giorno prima o la mattina presto, so esattamente dove amano stare. E allora mi piazzo sulla cima di una parete in ombra e al di sotto della quale vi è una folta vegetazione. Il posto ideale in una zona rocciosa dove in agosto si superano spesso i 40°C, anche se oggi il tempo è un po' variabile e non fa caldissimo. Già prima di arrivare vedo un adulto che gira, lontano. Un buon auspicio. Mi posiziono, preparo tutto e aspetto. Ho con me il 500is2 coi moltiplicatori e la r5. Monto l'1.4x e faccio qualche scatto, con otturatore elettronico, a tutto quello che passa, gracchi corallini, rondini, rondoni… È uno spasso. La macchina aggancia i soggetti in qualunque posizione del fotogramma con facilità, impensabile con una qualunque reflex, anche serie 1 ultimo modello. Purtroppo l'ora non è quella giusta e sono sempre in controluce, per cui risultano solo delle sagome nere. Ma il contorno è nitido, segno che la maf è comunque perfetta. Sono già 2 ore che aspetto. In fondo alla valle vedo una femmina di gheppio in caccia che si avvicina. Mi sembra piccola nel mirino. Per ingannare il tempo monto il 2x e ne seguo le evoluzioni, scattando brevi raffiche di tanto in tanto. È molto lontana, risulta sempre piccola sul fotogramma, ma quando ingrandisco al 100% diventa passabile.
All'improvviso, quello che aspettavo. Dalla parete in ombra, una 30ina di m sotto di me appare un'aquila adulta. Ho ancora il 2x, temo un po' per la qualità… ma non c'è tempo. Cerco di inquadrare, ma è una parola, con 1000mm e l'aquila che va via rapida, la vedo una volta a un bordo e un'altra volta all'altro. Ma bene o male ce la faccio. E comincio a scattare. Il tutto dura pochissimo, non più di qualche secondo, poi l'aquila è fuori tiro. Nella concitazione del momento, con 1000mm a mano libera, la corretta inquadratura è andata a farsi benedire. Dopo un po' di su e giù, quando finalmente sono riuscito a stabilizzarmi e a seguire correttamente il soggetto, era già lontanissimo.
Guardo le foto. Meraviglia. Innanzitutto, tantissime, stavolta fa piacere. E molte a fuoco.
Ci sono alcune osservazioni da fare su questa prestazione. Innanzitutto la capacità di agganciare con af a zona ampia (praticamente tutto il fotogramma) un soggetto di forme e colori mimetici su sfondo mosso con alberi. Cioè la capacità, prima ancora di agganciarlo, di discernerlo, di percepirlo su uno sfondo simile. Poi agganciarlo e seguirlo. Infine agganciarlo fino al bordo estremo del fotogramma.



Questa è una prestazione fantastica. Finalmente, dopo anni di attesa, anche Canon è riuscita a farcela. Il fatto di avere agganciato (o mantenuto l'af) al bordo consente finalmente di non perdere tantissimi scatti per il solo fatto di non riuscire a tenere questi soggetti molto mobili costantemente al centro, come occorre fare sulle reflex, laddove si trova solitamente il sensore af più performante. Quindi consente di utilizzare le lunghissime focali con le quali era possibile al massimo tenere il soggetto nel mirino, ma molto difficilmente esattamente al centro. Niente a che vedere con moto, auto, bici, sportivi in genere, in quanto mobili sul piano, mentre questi volatili lo sono nello spazio tridimensionale. Questo è possibile appunto grazie alla sensibilità dell'af, alla sua rapidità, all'elevato numero e alla distribuzione dei punti af, su tutto il fotogramma, e infine alla raffica rapidissima a 20 f/s.
Fin qui tutto bene. Anche con altre macchine esistenti questa prestazione sarebbe stata possibile. Quello che non sarebbe stato possibile invece è la possibilità di avere un ritaglio tale da rendere utilizzabile questo scatto. Se infatti guardiamo l'immagine originale, si vede che il soggetto occupava una porzione molto piccola del fotogramma, e solo grazie alla risoluzione elevata della r5 si riesce ad utilizzarla.




Infine una considerazione sul mostro 500is2. Ora con questa fotocamera le sue potenzialità sono enormemente aumentate. Dico solo l'ultima, la più difficile, appunto l'uso col 2x. Mai ero riuscito ad utilizzare il 500 col 2x a mano libera alle aquile. Per la difficoltà di tenere al centro del mirino un soggetto altamente mobile. Qualche volta ci si riusciva, ma le rare volte in cui questi soggetti vengono a distanza utile, non vale la pena rischiare. Ma neanche con la migliore gimbal, le ho provate tutte, buone per il capanno, non per la mobilità imprevedibile. Alla fine, sempre meglio un minor ingrandimento ma portare a casa la foto. Finalmente sono riuscito a produrre un risultato a mano libera con 500 duplicato. E con che resa ottica, addirittura ai bordi, nitido come fosse al centro, tra l'altro. Che lo facesse liscio, ok, ma anche con 2x… Lo avevo usato a distanza ravvicinata con buoni risultati. Ma non credevo fosse possibile anche a grande distanza. Fantastico.
Altra considerazione sull'800/5.6is. Purtroppo quest'estate non ho potuto portarlo con me, per questioni di spazio sull'auto, e mi sono limitato al 500mm. Ma queste esperienze mi danno grande fiducia e, al di là degli ottimi scatti fatti qua, sono impaziente di provarlo sul campo, non solo con 1.4x, con cui ho visto già un funzionamento impeccabile, ma stavolta con 2x, da cui mi aspetto ottimi risultati con r5.

Eos r3
Sono convinto che l'af della r3 potrà essere superiore, non so quanto, ma anche tanto, a quello della r5. E insieme al maggior numero di f/s, al form factor, alla batteria maggiorata, all'otturatore stacked e quant'altro, probabilmente rappresenterà un livello sensibilmente superiore a quello della r5. Inoltre, se si accetta il costo elevatissimo della r5, quello della r3 non è spropositato, anzi, direi che è ottimo per la macchina che è. Insomma dando via la r5, che è ancora come nuova, e trovando il prezzo minimo possibile, il passaggio non sarebbe proibitivo. Tuttavia non lo farò assolutamente. Perché ritengo la risoluzione della r5, pur non elevatissima, però sufficientemente elevata da garantirmi la possibilità di crop importanti senza perdita di qualità, che con la r3 coi suoi 24mp non saranno possibili.

Eos r1
Sempre a livello di supposizioni, ritengo che sarà la macchina perfetta per me. Velocissima, af strabiliante, mega pixellata. Ma…, prima cosa, quando arriverà? 2023? Sicuro? Ce la faranno, partendo quasi da zero? O 2024? E poi, quanto costerà? Non credo proprio solo 1000€ più della r3. Le 1ds costavano oltre 2500€ più delle 1d corrispondenti. Insomma, 8-9000€. Già mi sembra assurdo 6000, 8000 per un corpo macchina per me è una cifra fuori da ogni logica.

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 12:41

In pratica lo scatto croppato ha una focale equivalente di 2000mm....Eeeek!!!
Per chi fa queste foto.... una manna...

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 12:42

Sì, in pratica è come avere un altro moltiplicatore

avatarjunior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 12:48

Leone che bellissimo, bellissimo resconto del tuo rapporto con le aquile e questo genere di caccia fotografica. Sottolineo questo, perché ad es. lo scatto da capanno pur riguardando soggetti simili è completamente diverso.

Se ti andasse mi piacerebbe molto se scrivessi qualcosa anche sui corpi analogici per cui sei passato.

Certamente leggendo delle tue "fatiche" si capisce bene come l'evoluzione della fotografia e il passaggio al digitale abbiano semplificato quella che comunque rimane un'impresa: fotografare un volatile schivo, magari in (veloce) movimento, distante, su sfondi uniformi e con condizioni dell'aria spesso non ottimali.

Per quanto riguarda la macchina attuale mi pare che con la R5 ti trovi davvero bene, sulla r3 non so se valga la pena investire, sicuramente ha tantissimi miglioramenti rispetto alla R5 però tu, per forza di cose, ti trovi spesso a croppare e un sensore da 24 mpx in questo potrebbe essere un po' limitante. Forse neglio risparmiare per una R1....se poi vedi che Canon ci impiega troppo a svilupparla puoi sempre optare per una sony A1. A me sembrano tutte macchine strepitose!

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 12:59

Lanfi, grazie. Ho utilizzato un po' di tutto. Negli anni 70 avevo le Contax, nell'ordine RTS, RTS2, 167. Buone macchine, un po' delicate. Una volta la RTS si bagnò leggermente e smise di funzionare e dovetti interrompere l'escursione e tornarmene a casa. Appena arrivai, evidentemente si era asciugata, funzionava di nuovo.
Poi passai a Nikon con F2a, FE2, F4, F801s, montate sul 600/5.6IF-ED, chiaramente non tutte contemporaneamente, ogni tanto aggiornavo. Infine, per un breve periodo, la più equilibrata e completa, F90X, con 500/4i. Con le Nikon mai nessun problema, macchine tostissime.
Poi ancora Canon Eos. 600RT, 100, poi 3 e 1V. Avevo due 100, con un sensore af perfetto, ma che non svilupparono. Non sbagliavo un colpo. 3 e 1V furono le ultime, dopodichè arrivò il digitale e cambiò tutto. Ogni tanto faccio qualche scatto in analogico con le ottiche moderne, vanno benissimo.

A me sembrano tutte macchine strepitose!

Concordo totalmente

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 13:12

Bellissimo racconto e fantastico resoconto delle prestazioni top di questa r5. Non oso immaginare l'emozione nel vedere e fotografare questi splendidi rapaci come li vedi e fotografi tu. Questa estate in alta Valmalenco un esemplare di aquila reale ha volteggiato per qualche secondo sopra la mia testa. Era perfettamente a tiro ma non avevo obiettivo adatto sulla mia r5...ecco anche il solo vederla così vicina è stato spettacolare... Complimenti ancora per tutto, ciao!!!

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 13:52

Grazie Leone, davvero un bel post dettagliato e utile. Utilizzi funzionamento af SERVO con che case? AChe metodo AF? Grazie!

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 14:22

grazie per la condivisione

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 14:35

Grazie Xampi, Ik1lbo e doc, sono emozioni forti.
Case 2, sens. inseguimento -2, +inseguimento, animali





avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 16:33

@Leone, grazie per aver condiviso la tua storia, è sempre interessante. Però però però: se risampli riducendo i pixel del 30% in larghezza e altrettanto in altezza, ottieni circa 24 megapixel. A occhio non direi che, in queste foto, perderesti dettagli significativi.

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 16:57

Queste sono le recensioni che mi piacciono. Cioè quelle che raccontano qualcosa di interessante e che non provengono da tifosi ed esaltati ma da una persona sempre molto equilibrata ed obiettiva.
Mi fa quasi venire voglia di comprare la R5 se non l'avessi provata sul campo e ne fossi rimasto parzialmente deluso perchè tratta il mio 600 quasi a pesci in faccia per quanto gli rallenta l'af. Oltre al mirino che personalmente continuo a soffrire perchè NON privo di lag. Ma l'ho scritto mille volte, ci soffro particolarmente.
Il tutto rende "per me" la R5 meno appetibile per questi motivi altrimenti l'avrei già in casa da almeno un mese.
Per il resto mi trovo in tutto e per tutto nel racconto di Leone e spero che nascano sempre questi post per raccontare certe prestazioni e non i soliti post privi di ogni forma di emozioni e fredde come il tifo e la totale esaltazione che orma pervade questo forum...purtroppo.

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 17:07

Lollus, non ho ben capito, in sintesi dici che fra 24 e 45 mp non ci sarebbe grande differenza?

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 17:08

Post che ho letto tutto di un fiato, sensazioni splendide per questo animale così maestoso e affascinate.
Ho avuto anche io l'onore di poterlo osservare in natura e devo dire che non si può non rimanere incantati a guardarlo.
Ottime foto, ora con le mirrorless si aprono opportunità davvero interessanti su questa tipologia di scatti.
Raffaele

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 17:37

Splendido resoconto di uno che ama la fotografia e non l'attrezzatura!

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2021 ore 18:08

Racconto affascinante, come sempre.
"Purtroppo l'ora non è quella giusta e sono sempre in controluce, per cui risultano solo delle sagome nere" con la simulazione dell'esposizione non riesci a compensare al volo?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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