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avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2021 ore 16:13

Certo che certi dettagli sono superflui (a meno che non stai studiando quell'artista) ed altri sono più importanti. In ogni caso come dici tu può avere senso domandarsi se ha lavorato in plain eir o in studio, o comunque ognuno può trovare interessanti conoscere dei dettagli.

Ma a quanto pare esiste un solo metro di giudizio moderno e babbo natale è morto e tocca fare le condoglianze agli elfi (riassumendo tutti i concetti MrGreen ) e quindi frega nulla a nessuno, e l'opera è quella così come la vedi e te la devi far piacere o no e non fare domande altrimenti sei vecchio.

A proposito, senza polemica sia chiaro! Sorriso

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2021 ore 16:56

Ma a quanto pare esiste un solo metro di giudizio moderno e babbo natale è morto e tocca fare le condoglianze agli elfi (riassumendo tutti i concetti MrGreen ) e quindi frega nulla a nessuno, e l'opera è quella così come la vedi e te la devi far piacere o no e non fare domande altrimenti sei vecchio.


Nesky è sempre stato così, mentre è oggi diverso e la gente si chiede: "ma la foto sarà vera"? Prima nessuno se lo chiedeva. Poi è vero che certi software hanno facilitato moltissimo certe operazioni, d'altra parte è evoluzione tecnologica, però anche ora quando fai delle operazioni con un software devi farle con cognizione di causa, coerentemente con la fotografia stessa. In ogni caso anche oggi, per fare delle foto eccelse in genere ci vuole ancora una buona o ottima conoscenza di PP. Ovviamente escludo il fotogiornalismo o la fotografia documentaristica.

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2021 ore 20:39

però anche ora quando fai delle operazioni con un software devi farle con cognizione di causa, coerentemente con la fotografia stessa.

Scusa , dove la trovo sta regola ? A quale codice è riferita ? "Devi " , di solito , deriva da regole ferree , e se ci sono sarebbe meglio che io sapessi dove trovarle MrGreen

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2021 ore 20:56

"Ovviamente escludo il fotogiornalismo o la fotografia documentaristica."

Mhhhhhh......

Di vergini ce ne sono poche a giro per il mondo, ed in Fotografia non ce ne sono proprio, le foto son tutte più o meno smanacciate.

Addirittura, la più famosa fotografia della Guerra di Secessione americana, il "Tiratore morto in trincea", la fecero ex novo, di sana pianta, prendendo un cadavere di un povero morto a mezzo chilometro dalla trincea, lo hanno messo in posa, da morto, trincea, rivestito e con un fucile vicino, hanno rifatto a badilate e picconate la trincea che era ppaena accennata, ed hanno aspettato la luce giusta per lo scatto, per mezza giornata.

Tutto il lavoro è stato fatto dal fotografo, e due suoi assistenti che si erano portati un barroccio per portare il cadavere, pale e picconi per rifare la trincea ed abiti per rivestire il cadavere: il tutto si è saputo dopo.

La Fotografia è una zoccola, una mignot ta, che insegue da sempre quattrini e moda, non è una verginella.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2021 ore 10:02

I motivi per cui a metà '800 i fotografi hanno iniziato ad eseguire interventi sui cieli risiedono nelle limitazioni tecniche dell'epoca; allora non esisteva pellicola ortocromatica né pancromatica, la gelatina era prevalentemente sensibile al violetto ed al blu, il che produceva dei cieli sovraesposti o viceversa, delle inquadrature con tutto abbondantemente sottoesposto tranne il cielo.



Gustave Le Gray fu il primo ad eseguire doppie esposizioni e ricombinare il cielo alla terra ed al mare producendo le famose marine che ancora oggi sono considerate capolavori della fotografia (nonostante anche all'epoca avessero prodotto critiche e discussioni), al punto che, a mio avviso, anche un moderno fotografo come Hiroshi Sugimoto si è ispirato a quelle per i suoi Seascapes (è una mia illazione, ma non credo di sbagliare).



Qui una, a mio avviso, bellissima ed interessante disamina ed excursus sulla storia fotografica degli interventi sul cielo, dalla mostra "Gathering Clouds":
artblart.com/tag/gathering-clouds/

è interessante a questo punto confrontare i motivi per cui si fanno oggi interventi sul cielo con quelli per i quali si interveniva allora, confrontare i risultati che si ottenevano allora con quelli che si ottengono oggi, in un'era in cui è incredibilmente più facile intervenire, confrontarli non solo dal punto di vista tecnico ma, forse più interessante, dal punto di vista artistico: con quali risultati si interviene oggi? (dove con risultati io intendo risultati estetici, non solo tecnici), perché questo particolare interesse verso il cielo, tra tutti i soggetti diversi che si possono ritoccare, e per quale motivo ci si accanisce, in un senso e nell'altro, proprio sugli interventi che riguardano il cielo?

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2021 ore 10:14

Tutto ciò serviva a compensare l'insufficienza della gamma dinamica, all'epoca molto limitata.
La sostituzione serve invece a creare una situazione inesistente.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2021 ore 10:32

Tutto ciò serviva a compensare l'insufficienza della gamma dinamica, all'epoca molto limitata.
La sostituzione serve invece a creare una situazione inesistente.

Skylab i primi interventi sul cielo, per la verità, sono volti non tanto a compensare la ristretta gamma dinamica quanto la ristretta sensibilità spettrale dell'emulsione.
Anche la seconda tua affermazione a me sembra inesatta, o incompleta, per la verità molte volte ancora oggi si interviene sul cielo non per creare una situazione inesistente, quanto, oggi sì, per compensare una gamma dinamica insufficiente del sensore. Altre volte si interviene sul cielo per sostituire il cielo ripreso ad una certa ora con il cielo ripreso in un'altra ora, oppure in un'altra giornata. Altre volte si sostituisce il cielo di una località con quello di una località diversa.
Con quali scopi si fanno questi interventi?
Il punto, a mio avviso, sta nella consapevolezza o mancata consapevolezza con cui si esegue l'intervento. L'estrema facilità con cui oggi è possibile intervenire porta a non interrogarsi sui motivi, sulle finalità, dell'intervento, a mio avviso il diavolo sta in quel dettaglio, faccio una cosa ma non so perché la faccio o meglio non mi pongo il problema del perché: è quando si interviene senza porsi interrogativi che il risultato lascia a desiderare (e si ingrassa a dismisura, come quando si beve troppa Coca Cola).

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2021 ore 10:59

Andrea.taiana, giuste le tue puntualizzazioni ;-)

Non so perché a me non sia mai venuto in mente di sostituire un cielo.
Forse perché è come sostituire il naso di una modella non molto "fotogenica" MrGreen

Immagino si faccia anche quello e altro... Confuso

user1856
avatar
inviato il 16 Settembre 2021 ore 11:14

Tutto ciò serviva a compensare l'insufficienza della gamma dinamica, all'epoca molto limitata.
La sostituzione serve invece a creare una situazione inesistente.



Il primo compositing è quello dello sfortunato Bayard (pioniere e inventore della stampa positiva diretta) in cui si autoritrae ma le mani sono di un corpo in decomposizione di qualcuno più sfortunato. Siamo a ottobre del 1840.

L'idea era proprio quella di creare una situazione inesistente.


avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2021 ore 11:22

Interessante la storia di Bayard



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