| inviato il 06 Settembre 2021 ore 14:09
La Rodenstock HR Digaron S linkata da Cos, lente per medio formato prodotta da un marchio che ha sempre fatto lenti per il grande ed il grandissimo formato (in fotoincisione avevamo una reprocamera orizzontale lunga quasi 3 metri con una Rodenstock che sarà stata larga 17 centimetri di diametro), io nello schema ho contato 15 lenti, saran scemi pure questi a non farla con 5? |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 15:51
"La Rodenstock HR Digaron S linkata da Cos...
Occhio che quell'ottica lì è un'ottica di nicchia e nicchia molto piccola, è un 23 mm in grosso formato, il che significa che è un Super Wide Angle, un grandangolo molto spinto, ha un angolo di campo di 112 °, ossia come un 14 mm in 35 mm.
Detta in altre parole, hai scelto l'ottica sbagliata per fare dei confronti, semplicemente perchè ottiche vecchie da 14 mm in 35 non esistono, lo Zeiss 15 F 2,8 ha solo 20 anni.
Gli SWA, semplicemente, non li puoi fare con poche lenti, anche in passato remoto i 17 - 18 mm di focale (quello era il limite inferiore) avevano molte più lenti in schema delle ottiche "normali", che che hanno un angolo di campo sui 45°.
Comunque, basta prendere un'ottica vecchia fatta bene, da normale a tele, un Leitz o uno Zeiss, oppure qualche cavallo di battaglia giapponese, tipo il Nikon 180 F 2,8 AFD (8 lenti in 6 gruppi) o ancor meglio il Leica 180 F 3,4 (7 lenti in 4 gruppi) farci qualche scatto, e poi confrontarlo con un modernissimo 70 - 200 F 2,8, settato a 180 mm, tipo il Nikon 70 - 200 F 2,8 VR FL (22 lenti in 18 gruppi), da tutti dichiarato eccellente: lo zoom ultimo strillo ha più risoluzione del vecchio 180 mm, ovunque, in particolare ai bordi, ma se uno guarda la vivezza dei colori, la brillantezza e la modulazione dell'immagine, vede benissimo che l'immagine dello zoom, che è buona, è comunque meno viva del trabiccolo vecchio, è più piatta. |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 16:00
Calcoliamo anche che ai tempi (da quello che mi ha detto Giuliano), Leitz aveva le vetrerie di proprietà.
Questo vuol dire che plasmava la "materia" (il vetro), a seconda degli scemi ottici.
Insomma era un connubbio unico.
Ora il vetro viene fatto a migliaia di km di distanza, da altre ditte e quindi su quelle specifiche devono adattarsi gli schemi ottici.
E' come dire che sony i sensori se li fa in casa e può decidere di fare quello che vogliono, le case che acquistano i loro sensori invece devono adattargli il prodotto intorno.
Credo che ci sia un po' di differenza.
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| inviato il 06 Settembre 2021 ore 16:05
Anche ai tempi della pellicola ricercare una sempre maggiore correzione era la norma, questo perchè non si recuperavano tante cose come nel digitale, tuttavia questo aspetto si è estremizzato sempre di più, motivo per cui adesso vada tanto di moda recuperare vecchie glorie adattandole. |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 16:06
La pasta di vetro LEICA mi pare che sia esistita fino al 1984!
Fujifilm ancora adesso dovrebbe farsela ma non ho fonti certe e credo che sia più tipo il "made in Italy" con capi della China ma confezionati qui
Comunque ciò che ho sempre visto dal Summicron 90 non l'ho mai trovato in nessun'altra lente |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 16:49
I'apo sironar n che ho sono 6 lenti i 4 gruppi. I nuovi apo sironar (s) mi sembrano fatti sempre 6 lenti i 4 gruppi. E stiamo parlando di ottiche da 75° di campo.
Non mi sembrano schemi molto complessi.
Non mischiamo ottiche da ripresa e ottiche da riproduzione molto spinta.
Ovvio che per avere l'mtf spinto al massimo con un campo iperspianato servono tante lenti.
Ho l'impressione che le lenti moderne (rispetto a quelle di 30 anni fa) abbiano una campana della "point spread function" molto piu stretta al 50%, e più larga ai piedi, sugli ultimi punti percentuali. Ammazzando così il dettaglio a basso contrasto |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 17:01
L'importante è essere contenti di quello che si usa e secondo me anche fare delle prove proprie prima di comprare roba nuova, nella fattispecie un possibile cambio di formato, soprattutto per evitare di comprare l'astronave, sempre e comunque affascinante, per poi andarci solo a fare la spesa al supermercato.
Per i miei formati di stampa, massimo A2, oggi un 35 con ottiche molto buone a me basta, i Super 35 mm vanno meglio del 35 mm, i formati ancora più grossi vanno meglio del Super 35 mm, ma per stampare bene degli A2 per fotografia generica, a mio personalissimo avviso, sono soldi sprecati.
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user206660 | inviato il 06 Settembre 2021 ore 17:12
Il mf sulla ritrattistica per me è evidente una miglioria su tutto, sopratutto come percezione realistica del soggetto che sempre di più sembra di averlo realmente di fronte... davvero notevole in tutto...
www.dpreview.com/sample-galleries/1563449385/fujifilm-gfx-50s-ii-sampl
Anche con il FF ci sono in giro primi piani notevoli, però qui l'asticella sale, anche se, ovviamente non possiamo aspettarci chi sa quali miglioramenti sopratutto su foto giornaliere, ed è ovvio che più si sale di formato e più la qualità essendo alta si fa sempre più fatica a vederne i reali miglioramenti... già il ff big mp è un sistema professionale di alta qualità dove l'occhio ne rimane notevolmente appagato con i suoi file, quindi con il FF+(mf) non possiamo pretendere di vedere chi sa quali migliorie. però è ovvio che complessivamente garantisce uno standard qualitativo molto elevato sopratutto sul colore, ed un file finale che sicuramente richiede meno sbattimento in PP, e già solo questi fattori rende appetibile il FF+ sopratutto al professionista...
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| inviato il 06 Settembre 2021 ore 17:14
Ste foto invece non mi dicono niente  |
user206660 | inviato il 06 Settembre 2021 ore 17:20
Cesare però almeno spiega il perchè..... |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 17:25
Alessandro, anch'io apprezzo la differenza tra mf e ff.
Ma non me la giustifico per le mie foto e le mie finanze.
Magari quando un iq costerà poco me lo prenderò per montarlo su di una field camera... tanto tra diversi anni potrò tornare a portarmi dietro un trepiede :) |
user206660 | inviato il 06 Settembre 2021 ore 17:29
“ Ma non me la giustifico per le mie foto e le mie finanze. „ il punto è proprio questo, che per limare qualcosina si deve sborsare qualcosona...
Però dobbiamo ammettere che questa sII è davvero una gran bella machina con quelle migliorie rispetto alla sorella 50r che la rendono mooooooooooolto "attraente"... |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 17:59
@PAco68:
a quanto ne so Leica (immagino per alcune obiettivi/vetri non per tutti) ancora si fa fare vetri su proprie specifiche, quindi prodotti solo per lei e nel modo che chiede lei.
Chi non può permettersi di far pagare una lente normale 7K euro certamente segue altre strade, magari usando vetri e lenti più "standard" e comunque vale certamente anche per Leica per quanto riguarda gli obiettivi meno costosi tipo quelli per il sistema T/CL ecc.
Per quanto riguarda il numero delle lenti negli obiettivi ipercorretti moderni ecc, mi rifaccio ad una intervista che ho letto tempo fa a Peter Karbe. Non faceva riferimento diretto al numero delle lenti, ma diceva chiaramente che per certi obiettivi Leica in fase di progettazione si sceglie di correggere/correggere poco/ correggere in un certo modo le aberrazioni ottiche in modo da offrire un certo "mood" od impronta all'obiettivo stesso.
Quindi diciamo che anche se tutti possono ipercorreggere tutto, c'è comunque qualcuno che sceglie di non farlo quindi non è detto che non sarebbe stato così anche nei tempi andati (questo per riprendere quanto ha detto Otto poco sopra).
Questo è un piccolo stralcio che ho trovato al volo, non è l'intervista alla quale mi riferivo (se ne sono diverse comunque in giro) però magari qualcuno trova qualche spunto interessante.
www.wetzlar-historica-italia.it/P.KARBE.html |
| inviato il 06 Settembre 2021 ore 19:34
Stasera per curiosità ho provato a fare i soliti due scatti dalla finestra, uno con un'ottica moderna, zoom, corretta da 17 elementi in 13 gruppi, l'altro con ottica dell'altro secolo, con 10 elementi in 8 gruppi. Diaframma f/5 per entrambi.
Questi sono i due scatti, sviluppati in LR con gli stessi parametri, ho solo livellato wb ed esposizione (le differenze erano minime, comunque), qualcuno mi fa vedere dove sarebbe la maggiore luminosità, la piattezza, i dettagli con basso contrasto cancellati dallo zoom moderno??
drive.google.com/file/d/1Cms7AvfGoJ8FYx8CfqBo64f8FxruiHBb/view?usp=sha
drive.google.com/file/d/18CwD0CfurHLcdKwA1bkgplXrrOrgnPQf/view?usp=sha
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| inviato il 06 Settembre 2021 ore 19:37
Sto elaborando le foto fatte nell ultimo mese e mezzo; ero con i soli Voigtlander e Leica su M9 e Sony.
Ebbene si, in scatti come le LE, vedo un quid in più a diaframma chiuso esattamente come lo vedevo quando passavo da ottimi zoom a medi fissi con molto meno vetro.
Cosa gia spiegata tante volte e percepita nel corso di anni.
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