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Legno, Trattamenti.


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avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2021 ore 14:56

Ciao a tutti,
Sto realizzando una cucina in legno massiccio, tutti i giunti ad incastro, gambe in rovere e piano di lavoro in larice (La parte durame quinti con tendenza rossiccia). Mi stavo informando sui trattamenti per il legno. Il mio obiettivo sarebbe di usare trattamenti naturali come oli, sono appunto naturali, lasciano traspirare e proteggono il legno. Tra i vari oli che ho trovato c'è:
Olio di lino ---> attualmente uso molto, ottimo. Su legno vecchio dona elasticità resistenza e un colore più caldo (molto bello) e ne risalta la struttura, sul nuovo (per Abete) invece un giallastro che mi piace poco, ma per altre essenze di legno è molto piacevole risaltandone i colori. ....puzza di pesce
Olio di lino "Firnis" ---> scusate Firnis è in tedesco (Firnisleinöl) ma non conosco il nome in italiano. Come l'olio di lino ma puzza di più di pesce, non si può usare dove si mangia e accentua maggiormente il giallo... per me non va bene.
Olio di noce ---> dovrebbe essere come l'olio di lino ma più resistente all'usura... non l'ho mai usato. Non puzza di pesce ;)

Volevo chiedere appunto quali altri trattamenti naturali ci fossero e le loro proprietà. Anche a livello estetico sul legno che ho detto in particolare. O se ci sono altri consigli

Grazie mille a chi mi risponderà

avatarjunior
inviato il 26 Agosto 2021 ore 17:30

Mentre attendi interventi qualificati, considera che i trattamenti naturali sono delicatissimi e poco durevoli. Tanto tempo fa, più che per le finiture il legno da cucina si conservava per la patina che si formava con l'uso e con l'invecchiamento naturale del legno. L'olio di lino è siccativo, quindi non è male, ma sicuramente fragilissimo ed effimero. Un'altra finitura è la gommalacca, che tollera poco acqua e prodotti di pulizia, ma dura di più e fa risaltare le venature. Ci sono alcune tecniche in cui può essere combinata alla cera d'api, pomice e lo stesso olio, anche se in quel modo vai a chiudere il poro. l'aspetto positivo è che può essere rinnovata anche senza ripartire da 0 e puoi scegliere se lucidare o lasciare un aspetto satinato. Per l'odore, ha una base di alcool e trementina e se rifinita con la cera d'api, questa prevale.
La cucina, se usata, si sporca molto non solo sul piano ma anche sui fianchi più alti per via di vapori e condensa. Le finiture sintetiche ormai sono utilizzate da tempi remoti, così come le colle, io ci penserei bene visto che ormai lasciano un aspetto molto naturale, si stendono facilmente, proteggono bene e durano tanto.

user207929
avatar
inviato il 26 Agosto 2021 ore 18:00

Condivido le ottime indicazioni di @Mirc, la naturalezza e la salubrità delle finiture a olio è fuori discussione, ma la loro delicatezza e la loro scarsa durabilità sono proverbiali. Sopratutto se applicate su mobili da cucina. Esistono delle finiture acriliche o acril-uretaniche a zero emissioni, anche adatte (certificate) al contatto con gli alimenti. A mio parere vale la pena prenderle in considerazione, a meno che non prevalgano i contenuti etici per la scelta di un prodotto assolutamente naturale, ma accettando ciò che ne consegue.
Mi occupo di Interior Design e in questi anni riscontro un evidente successo dei pavimenti in legno, trattati esclusivamente a olio. Con quale risultato? O il committente sopporta di diventare in qualche modo 'servo' del proprio pavimento, o nel giro del volgere di un tempo relativamente breve quel pavimento diventerà inguardabile, oltre che ricettacolo di batteri e microrganismi vari.

avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2021 ore 22:16

Sottoscrivo il post di vittoriodj per esperienza personale: mi porto dietro lo stesso pavimento di tavoloni da due traslochi. Sempre trattato con olio di lino... alla terza casa mi sono rotto di avere un rottame sotto i piedi e l'ho verniciato con una poliuretanica vecchio stile che il mio parchettista aveva in magazzino.
Ora il pavimento e' sempre pulito, prima era una tragedia.
Per la cucina, in massiccio di abete, la stessa storia: due traslochi e sempre come nuova, ma era stata verniciata con la poliuretanica in fabbrica.
Mi spiace, ma ti sconsiglio gli oli vari....

avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2021 ore 23:14

La gommalacca è difficile da stendere bene, delicata e va ravvivata periodicamente... ok per gli strumenti musicali, e per per i mobili di antiquariato in salotto o camera da letto, ma per una cucina da vivere tutti i giorni eviterei.

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2021 ore 7:38

il trattamento a olio di lino non rende il legno impermeabile, in cucina pessima idea, preparati ad avere dopo un po di anni un sacco di macchie che non togli più

avatarjunior
inviato il 27 Agosto 2021 ore 8:35

A quanto pare il Firnisleinöl è comunque sempre olio di lino anche se additivato e che una volta seccato lascia uno strato superficiale in linossina che viene appunto chiamata firnis termine che secondo wikipedia deriva dal francese vernis..

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2021 ore 9:31

Grazie mille a tutti per le risposte.
Da calcolare che la cucina è già in legno, abete. Piuttosto vecchia. Le perline e i mobili già esistenti hanno intorno ai 70 anni (1951). Da quanto ho visto, le travi in legno dietro le perline, hanno un bel strato nero sopra. Segno che storicamente li c'era una vecchia cucina, probabilmente anche dal 1700 o forse prima. Ma di quella originale, rimane ben poco, per fortuna Sorriso
In questi giorni ho installato una cappa, un grande passo avanti, cosa che nei ultimi 70 anni non c'era.
Diciamo quindi che conosco come diventa, l'invecchiamento e le macchie sarebbe cosa di per sé accettata e calcolata.
L'olio sarebbe non per la protezione totale da macchie ma di più per tenere sano il legno, anche se il larice e la quercia sono molto resistenti all'acqua. Di tanto in tanto ripasserei la superficie di lavoro.

Gommalacca rende il mobile lucido, e mi pare sia più complesso da ripetere di tanto in tanto. Cosa che l'olio lo si può fare ogni tanto.

Non è tra le scelte che utilizzerei nella mia situazione ma è comunque una tecnica molto interessante sia esteticamente che a livello funzionale e quindi la riporto. Il Yakisugi, consiste nel bruciare la superficie, utilizzata tanto in giappone ha un buon effetto fungicida. Il risultato può essere esteticamente molto variegato, a dipendenza di quanto si brucia, se e quanto si leviga e se prevedere un trattamento finale.
Di per sè imita gli effetti del sole sul legno, ma esteticamente molto particolare.

Pavimento in legno? se si è in una vecchia casa lo lascerei senza trattamenti. Dalle mie parti vedo ancora gente con pavimenti originali che ormai hanno secoli alle spalle. La superficie nei decenni si uniforma. Qui in zona avevano un sistema molto particolare nel fare i pavimenti, se volete vi racconto. Purtroppo il nostro l'hanno smontato e rimontato, non più bello come un tempo.

Onedream: si esatto, non mi pare ci sia un nome in italiano però.


Qualcuno che sa dire qualcosa di più riguardo l'olio di noce?

user207929
avatar
inviato il 27 Agosto 2021 ore 9:58

Aggiunta all'altro intervento. Qualora ti decidessi di utilizzare una finitura sintetica, al posto dell'olio, ti consiglierei anche di evitare le finiture totalmente opache. Le vernici dimostrano un'intrinseca lucidità, variabile a seconda dei diversi prodotti. Queste finiture vengono rese opache per mezzo di additivi, appunto, opacanti. Tali additivi sono degli inerti finissimi, non percepibili al tatto e alla vista, ma adatti ad opacizzare le finiture. Le finiture opache, donano un aspetto molto naturale al legno, ma hanno una presa di sporco superiore rispetto a quelle lucide e sono più difficili da mantenere pulite. Oltre a ciò e in alcuni casi, possono dimostrare la tendenza a lucidarsi, solo nelle porzioni più soggette allo strofinamento, con un effetto estetico che diventa scadente con il trascorrere del tempo. Ma se hai una colorazione di base abbastanza contrastata del legno (dipende dall'essenza) la lucidità localizzata si percepirebbe relativamente poco.
Ti consiglio, quindi, di utilizzare una finitura, eventualmente a base acqua, satinata (opp. cerata) e ti godrai per molto tempo la tua bella cucina mantenendola pulita con poco sforzo.
Le vernici a base acqua hanno ormai raggiunto performance eccellenti, ma se vuoi il massimo della prestazione dovresti utilizzare quelle al solvente. Tutte quelle in commercio dovrebbero rispettare i parametri delle direttive europee relativamente all'emissione dei composti organici volatili. Possono essere colorate con pigmenti adatti ad esaltare la venatura del legno o a far virare la tinta del legno secondo i nostri gusti. Le vernici sintetiche hanno spesso una buona resistenza al contatto con tè, caffè, acidi della frutta e alcool (sostanze macchianti), presentano adatta resistenza all'abrasione; generalmente è tutto indicato in scheda tecnica, scaricala e leggila sempre. Alcune vernici, sopratutto quelle ad acqua e dopo la prima mano (ma io lo farei con qualsiasi vernice e per ogni strato previsto tranne l'ultimo), vanno leggermente carteggiate tra una mano e l'altra, per ottenere il miglior risultato. Ti consiglierei di andare in un buon colorificio, farti indicare un materiale adatto alle tue esigenze e acquistare la minima pezzatura disponibile (generalmente un chilo o un litro), per poter fare una prova su uno scarto del legno che hai utilizzato, oppure su di una superficie non a vista della cucina, come l'interno di un'anta. Verniciare tutta una cucina e poi rendersi conto che si sarebbe preferita una finitura diversa non è il massimo.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2021 ore 9:58

Olio di noce non so, pero' ti posso mettere in guardia dall'olio di lino crudo: occhio che non si asciuga MAI. E' meglio quello cotto: penetra rapido e asciuga in fretta.
Lo uso sulle radio a valvole al posto della gommalacca, che ha un effetto troppo "caramello" per i miei gusti, soprattutto sulla piuma di radica.

user207929
avatar
inviato il 27 Agosto 2021 ore 10:12

@Bernalor - Oops… Non avevo ancora letto il tuo ultimo intervento, lascio il mio se per caso a qualcuno potesse interessare.
Certi pavimenti in legno antico sono effettivamente meravigliosi, anche se usurati ed eventualmente macchiati da segni d'acqua o altre sostanze. Se prevale questo gusto estetico, non ci si porrà di certo il problema della loro pulizia e dell'elevata carica batterica che dimostrano. Le case vecchie (antiche) offrono sicuramente meno comfort abitativo di quelle moderne, ma possono garantire un comfort dello spirito che non si può ottenere (acquistare) in altro modo.

Comunque secondo me: olio Paglierino è un po' meglio del Lino, oppure olio di Tung, che ci mette una vita ad asciugare, ma non altera l'aspetto del legno e ha altre caratteristiche interessanti.

Aggiungo, solo per dare qualche informazione in più: identifichi come plus delle finiture a olio la protezione e la traspirabilità. Per la protezione abbiamo già detto che è un po' scarsa, tanto che va rinnovata periodicamente a seconda delle peculiarità dell'essenza protetta, dell'uso che si fa della superficie e del microclima tipico del sito. Per la traspirabilità del legno è giusto precisare come le moderne finiture presentino un'adeguata regolazione dell'umidità del legno, cioè anch'esse sono traspiranti. Gli olii possono presentare una relativa idrorepellenza, ma in ambiente umido non impediscono l'assorbimento dell'umidità dell'aria da parte del legno a causa della sua caratteristica igroscopica. A mio parere dovrebbero motivare la scelta dell'olio come finitura esclusivamente la sua naturalezza e la scelta estetica rispettosa delle caratteristiche del legno.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2021 ore 10:51

Vittorio,grazie, anche se non sarà la mia strada è un ottimo intervento il tuo, lascialo pure che è interessante ;)

Jakopo, si ha un tempo molto lungo, dipende anche molto dal legno. Certi legni assorbono l'olio, mentre altri meno e quindi rimane "olioso" più a lungo. Non saprei pero con quercia e larice da me usati. Aggiungo: la prima volta, non sarebbe un problema per me il tempo di asciugatura, in seguito per la manutenzione diventa diventa maggiormente un problema.

Vittorio (secondo messaggio): Esatto!
Perfetto non li conoscevo. Olio Paglierino intendi meglio nel senso che è più resistente? e che caratteristiche interessanti ha l'olio di Tung?

user207929
avatar
inviato il 27 Agosto 2021 ore 11:16

Copio e incollo:

L'olio di Tung è un olio vegetale puro al 100% senza aggiunta di alcun additivo, ottenuto dalla spremitura meccanica dei semi dell'albero di Tung (Aleurites fordii) e dai semi di alcune specie correlate, tutte originarie dell'Indonesia.
Conosciuto anche come olio di legno, l'olio di Tung è di color ambra e contiene un'alta proporzione di acido eleostearico.
L'olio di Tung, così come l'olio di lino cotto, possiede proprietà filmogene ed è quindi ideale per eseguire trattamenti di finitura su superfici lignee di pregio, alle quali dona una finitura brillante, rendendole contestualmente dure ed impermeabili.
Rispetto ad altri olii vegetali, come l'olio di lino, l'olio di Tung presenta un tempo di essiccazione relativamente più rapido.

L'olio paglierino non è filmogeno e quindi anche meno protettivo dell'olio di lino cotto, però è più facile da applicare e meno influente nella colorazione. Sarebbe forse più indicato nei mobili antichi, proprio per la sua naturalezza. Invece ho sempre trovato fastidioso usare l'olio di lino crudo.

Aggiungo: non l'ho mai usato personalmente il Tung, ma ne ho sempre sentito parlare un gran bene. Ha di sicuro anche discrete caratteristiche antibatteriche e, mi è stato detto, antimuffa. Condivido tutto ciò che viene dichiarato, tranne che per la rapidità di essiccazione. In passato fornivo qualche restauratore di mobili e alcuni di loro magnificavano quest'olio come superiore agli altri usuali.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2021 ore 11:48

Gommalacca rende il mobile lucido, e mi pare sia più complesso da ripetere di tanto in tanto


Se vuoi avere una finitura brillante con la gommalacca parliamo di decine di passate, solo le prime a pennello, le altre a tampone. Per i mobili non so ma per gli strumenti musicali (archi, chitarre) si parla di oltre venti mani, una o massimo due al giorno. Decisamente impegnativo. Ci vuole una buona manualità per il tampone e la vernice deve avere la diluizione giusta, e ci vuole un po' di esperienza perché ad ogni mano il solvente (alcool) agisce ancora un pochino sulla vernice già stesa e perciò, se sbagli, la rovini. Per cui, immaginando di fare anche solo una dozzina di passate, se sbagli, poniamo, la mano numero 11 sei punto e a capo...
Inoltre per le vernici a base di gommalacca non viene sciolta in alcool solo la gommalacca, ma anche altre piccole dosi di altre resine, per dare più resistenza alla vernice e per evitare che il ritiro, quando la vernice asciuga, crei delle piccole crepe. E poi ogni due o tre o quattro mani bisogna levigare. Quindi se si vuole verniciare a gommalacca meglio farsi dare le dritte giuste da un esperto e armarsi di santa pazienza.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2021 ore 12:23

Io posso solo dirti della mia personale esperienza in quanto mi sono costruito diversi mobili tipo librerie, pensili, armadi per il locale dove ho posizionato il computer etc.
Anche se cucini poco, lascia stare i vari tipi di olii, la cucina e sempre piuttosto umida, con aria satura di grassi (pensa a quando fai qualcosa alla piastra, fritture etc etc.) gli olii non la proteggerebbero...

Un falegname a cui chiesi, tanti anni fa, consiglio mi disse di usare sul legno già piallato o scartavetrato, il turapori con un pennello largo 50/60 mm., prima diluito e poi più denso, scartavetrare una volta ben asciutto, ripassare ancora una o due volte il turapori con scartavetratura tra l'una mano e l'altra; non si deve eccedere perchè poi quando indurito si fa molta fatica a pareggiarlo...
Gia questo da' un bel colore al legno di noce, esaltandone le venature e scurendole un pochino...Poi se proprio vuoi usare qualcosa di "grasso" puoi passare la cera mordenzata e cioè colorata tipo noce, noce chiaro, noce scuro, oppure se usi altre essenze, tipo acero, palissandro o altro ci sono cere per tutti i colori, rossa, gialla bianca o altro...
E' chiaro che se usi le cere (devi imbibire uno straccetto di lana con la cera calda ovvero sciolta), sul legno trattato, ogni tanto dovrai provvedere a ripassarla perchè il turapori proteggerà il legno dall'acqua, ma non da grassi o macchie, quindi dovrai passare un solvente leggero lì dove si è depositato qualcosa, lasciarlo asciugare bene e poi ripassare la cera con le stesse modalità. Un suggerimento, se devi restaurare o ripulire un mobile molto vecchio fatto di noce, castagno o similia, ti consiglio di usare "l'olio rosso" versarlo abbondante, senza paura perchè poi si assorbirà proteggendo il legno e lasciandogli un colore magnifico con le venature bene in vista, il tutto va usato con un panno possibilmente di lana (quella vera...).
In questo modo ho recuperato vari cassettoni e armadi della nonna di mia moglie che avevano sicuramente più di 100 anni ed erano fatti con massello di noce e intarsi di altra essenza e che recavano i segni della loro età, tipo un leggero segno di ferro da stiro, sigaretta e altro ed erano decisamente sporchi dal tanto tempo sia di uso che di disuso.
Purtroppo ora giacciano abbandopnati sotto la casa crollata per il terremoto delle Marche del 2016, ma non dispero di poterne recuperare/restaurare qualcuno.... se la salute mi assiste...MrGreenSorriso

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