user223923 | inviato il 13 Agosto 2021 ore 13:14
Ogni opinione è rispettabile e ho letto cose molto interessanti da voi sia dal lato tradizionalisti sia dal lato innovatori. Fatto sta che è un dato di fatto che la fotografia sta già subendo una radicale trasformazione. Certo poi ognuno potrà continuare a usare quello che vuole per molti anni, come fanno tanti col vinile o con i CD rom. |
| inviato il 13 Agosto 2021 ore 13:19
@Salt “ P.S. La fotografia comunque non cambia perche' ci sono nuove possibilita' software. Sono i sofware che diventano possibili perche cambia l'uso della fotografia e, in definitiva, la fotografia stessa. „ Non si capisce bene che accezione dai i termini usati nella tua frase. Se intendi fotografia in senso ampio e complessivo.... allora si che la fotografia cambia anche (non solo) perchè ci sono nuove possibilità software, nuove tecnologie mutano gli strumenti che usiamo. C'è molta reciprocità e interconnessione tra fotografia e tecnologia. tra hardware e software. Trovo un errore logico continuare a separare le due cose e dare alle due cose due corsi separati, indipendenti. E nella loro commistione che evolverà la fotografia. A quasi tutti i livelli. “ le leggi dell'ottica son quelle. E a compromessi bisogna scendere. „ appunto... si trovano compromessi più validi se hai anche il sostegno delle tecnologie computazionali. L'ottica assieme computazionale si potranno integrare per darci il sistema più equlibrato e migliore per la maggior parte dei nostri usi. Nessuno parla di miracoli, ma dove è possibile l'apporto sarà significativo. L'ottica, a opeare da sola, ha più limiti con cui scontrarsi. Il cellulare la fa da padrona perchè è uno strumento multiuso ed è il più diffuso, l'aspetto fotografico è solo una delle sue possibilità. Non essendo specializzato ha in questo il suo punto di forza e al tempo stesso il suo limite. Dove ci sono grandi numeri e logiche di profitto la tecnologia è alta. |
| inviato il 13 Agosto 2021 ore 13:21
UKfabio... concordo in pieno con te. E già come hai posto la questione direi che ti pone come tra coloro che hanno uno sguardo anche sul percorso futuro che avrà la fotografia. |
| inviato il 13 Agosto 2021 ore 17:38
No un compromesso è per definizione un compromesso. Pur di fotogare al buio accetti di perdere parte dell' informazione Pur di avere una fotocamera sempre pronta accetti gli artefatti dovuti alla correzione di una ottica minuscola. E di non poter visualizzare l'immagine oltre ad una certa dimensione. Però comincio ad avere il dubbio sul fatto che tu abbia ben compreso il significato del termine computazionale. Mi sembra tu lo confonda con l'automazione |
| inviato il 13 Agosto 2021 ore 18:14
Beh a questo punto direi che pochi abbiamo capito in significato. In teoria qualsiasi fotografia digitale è computazionale... |
| inviato il 13 Agosto 2021 ore 21:23
Io ho utilizzato le mie MINOLTA SRT101 dal 65 al 2000 … |
| inviato il 13 Agosto 2021 ore 22:50
“ In teoria qualsiasi fotografia digitale è computazionale.. „ uh beh.. possiamo anche prenderla cosi''.. in teoria pure l'analogica allora e' computazionale perche c'e' una esposizione automatica. Io intendo computazionale quando disponi di algoritmi in grado di RICOSTRUIRE una immagine compromessa da dati corrotti o mal acquisiti perche' fuori range operativo. Se ho luce, e tempo scatto in manuale pieno e non mi serve a nulla sprecare energia in un software. L'algoritmo mi e' utile quando PERDO parte dell'immagine. éerche' e sfocata, perche e' sottosovraesposta perche l'ottica non ce la fa a risolvere. Devo pero' tenere ben presente che quel recupero avviene a spese della fedelta' di riproduzione. |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 0:07
Ok dai ragazzi, adesso però non andiamo a infilarci in questioni lana caprina! Avete finito gli argomenti interessanti e utili che cominciamo a interessarci dei significati etimologicamente corretti? Penso sia decisamente più interressante parlare di come pensiamo che la fotografia computazionale potrà risolvere al meglio i nostri "problemi" di fotografi e migliorarci la vita durante lo scatto. In fondo se fossimo davvero concreti quello che conta sarebbe questo no? o qualcuno è più preoccupato a mettere la definizione migliore da pubblicare sulla treccani? Salt, tanto non te la prenderai ormai, ci siamo contrapposti molto su questi temi. Abbiamo visioni molto diverse io e te. Dici “ No un compromesso è per definizione un compromesso. Pur di fotogare al buio accetti di perdere parte dell' informazione „ beh io se permetti preferisco un compromesso tale per cui se mi trovassi "al buio"(cioè con poca luce, perchè se non c'è luce non c'è fotografia) con la fotografia computazionale io potrò ottenere una immagine migliore ed in modo più semplice di quello che potrebbe essere con una fotoocamera convenzionale senza tecnologie computazionali. E preferisco poter scegliere anche di poter girare con ottiche più piccole e meno pesanti ed ottenere immagini che grazie alla fotografia computazionale sarebbero del tutto paragonabili, o forse anche migliori, di quelle che potrei ottenere senza supporto computazionale e con ottiche più grandi e pesanti. Con in più il fatto che l'obiettivo grande e pesante in certe situazioni potrei non volerlo o non potermelo portare dietro e quindi la foto non esisterebbe per nulla. Poi la volta che voglio fare senza supporto computazionale e usare la lente grande e pesante ma che mi da un certa resa... beh cambio ottica ed escludo l'intervento, o alcuni tipi di intervento, del processore e software da quella sessione di scatti. Questo vorrei: che i miei strumenti fotografici mi risolvano i problemi e mi permettano di fare fotografie anche in situazioni più difficili. Non mi sembra di esprimere concetti così ostici. Vorrei veder migliorare la vita del fotografo. Quindi Salt, sinceramente, non è che mi importi aver ragione io piuttosto che darla a te, anche perchè non potremo saperlo oggi chi si avvicinerà di più a quella che sarà la svolta computazionale nella fotografia, ma ci vorrà qualche anno. E non mi interessa neppure averla vinta dal punto di vista della competenza scientifica. La sostanza vera è che io come povero fotografo apppassionato e normalissimo, non vorrrei il futuro che mi prospetti tu: O, il cellulare col computazionale a bordo, che deleghi per fare gli scatti. O la fotocamera a ottiche intercambiabili dove non ci deve essere il computazionale perchè andrebbe a rendere imperfetto lo strumento fotografico che perderebbe la sua supposta purezza hardware contaminata dai software. Insomma le cose un pò come sono oggi, magari solo un pò più evolute. No no caro Salt, io, povero normalissimo appassionato fotografo, ti dico che io mi auguro davvero che il futuro prossimo mi riserverà una fotocamera come la penso io. Una fotocamera specializzata ad ottiche intercambiabili che mi permetta di fare più scatti anche in condizioni più difficili e con maggiore facilità e semplicità. E se questa fotocamera, come auspico, avrà un hardware molto migliore di uno smartphone ma più agile e compatto del FF o MF (sensore e obiettivi all'incirca come possiamo ritrovare nel M43) allora potrò decidere di disinserire l'intervento di processore/sofware/algoritmi quando sarò nelle condizioni di preferire far foto in modo purista. Questa potente versatilità mi aspetto dalla fotocamera che vorrei. Non credere che il problema stia nel fatto che io possa confondermi sul significato del termine computazionale. La questione vera è cosa ci aspettiamo dalla fotocamera a lenti intercambiabili che avremo tra qualche anno. Io so cosa vorrei.... Comunque, ad uso e consumo di chi vorrà un breve articolo semplice ma chiaro e veloce da leggere... beh questo di Juza, che avevo già indicato in un altro intervento, è alla portata di tutti: www.juzaphoto.com/article.php?l=it&t=3525251 |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 7:43
“ Io intendo computazionale quando disponi di algoritmi in grado di RICOSTRUIRE una immagine compromessa da dati corrotti o mal acquisiti perche' fuori range operativo. „ Esatto, questo è esattamente ciò che accade nella fotografia digitale. L'immagine acquisita dal sensore è in realtà un mosaico di pixel monocromatici a cui è stato applicato un filtro colorato (rosso, verde o blu). L'algoritmo interno alla fotocamera si occuperà poi di ricostruzione il colore facendo delle operazioni: data la quantità di luce rilevata per ogni sottopixel e sapendo esattamente dove si trovano i filtri all'interno della matrice, il microcontrollore della fotocamera assegnerà un certo valore di luminosità e cromia per ogni pixel. Nient'altro che il processo di demosaicizzazione insomma. Ogni volta che scattiamo, l'immagine viene ricostruita computazionalmente. |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 9:00
Fermo restando il fatto che parlare di computazionale in fotografia digitale non ha senso. Appunto perché il digitale . è gestito TOTALMENTE da algoritmi automatici. Qui si discute sul fatto che alcuni vorrebbero trasportare su fotocamera gli algoritmi applicati sui telefoni. Stante la profonda differenza hardware tra telefono e fotocamera io non credo che sia utile. Alla fine se puntiamo alla riduzione dei pesi e dimensioni, oggi abbiamo già lo stato della arte. Racchiuso in un telefono o in una compatta. In futuro andremo verso indossabili ancoy più leggeri e piccoli o sistemi tipo hololens. Abbiamo già oggi fotocamere che scattano a 100mila ISO. Con vetri superperfezionati. Le compriamo appunto perché il telefono con i suoi algoritmi non è sufficiente. |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 9:02
sarò onesto: non ho capito la differenza, Salt. Dati corrotti e computazionale: ho un negativo pieno di macchie e screpolature e con parti mancanti perse in un incendio e ne ricostruisco le parti mancanti, e Fuori dal range operativo, vediamo se ho inteso bene, faccio una fotografia del pianeta Pluto con un telescopio e ne vado a ricostruire dettagli che non ci sarebbero, questo è un uso del computazionale? Ma che differenza ci sarebbe dall'altro caso in cui faccio la foto dal terrazzo di casa mia alla montagna di fronte con una macchina da 12 mpixel ed un obiettivo del tempo di Carlo Codega messo a fuoco in modo impreciso e ne ricavo un file che poi sistema un algoritmo in modo che io conti le foglie sugli alberi a 2 km? |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 9:10
“ Ma che differenza ci sarebbe dall'altro caso in cui faccio la foto dal terrazzo di casa mia alla montagna di fronte con una macchina da 12 mpixel ed un obiettivo del tempo di Carlo Codega messo a fuoco in modo impreciso e ne ricavo un file che poi sistema un algoritmo in modo che io conti le foglie sugli alberi a 2 km? „ Magari quelle foglie sono cadute 30 anni fa, poi ci sono stati 2 incendi boschivi e gli abeti sono stati sostituiti dai larici, ora è tutto diverso, quella foto ricostruita è falsa... . Scusate la battuta, ma il senso è : chi mi dice che la ricostruzione sia reale ? non potrebbe essere inventata dal software ? |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 9:31
Hai colto nel segno Gio, proprio questo è il problema! C'è una branca della scienza che si chiama “Digital Image Forensics”. Tratta dell'utilizzo delle immagini all'interno del processo giurisdizionale, delle loro manipolazioni, ecc. Io, come avvocato, sono uno studioso della materia ed ho seguito diversi seminari a tale proposito. I software più avanzati come “Amped Five” erano in grado praticamente sempre di individuare le immagini digitali taroccate. Ma con l'avvento dell'AI le cose sono cambiate, perchè l'AI è inserimento di spezzoni di immagini in altre immagini, facendo ricorso a quel gigatesco DB che è il WEB. Ma se si altera una foto (una immagine) Amped Five è in grado di riconoscerlo, mentre se l'immagine è interamente artificiale in quanto integralmente costruita dall'AI allora anche quel software è impotente: quella immagine, completamente falsa, appare essere genuina. Potete ben immaginare cosa significa ciò all'interno di un processo, con la relativa dinamica delle prove. Questo delinea in modo inequivocabile il segno di demarcazione tra la fotografia, che è solo analogica, e la post fotografia che è solo digitale e che si presta oramai ad ogni tipo di manipolazione. Noi non siamo più fotografi se utilizziamo la fotografia numerica, ma “image maker”: creatori d'immagine. |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 9:44
Per esempio... Un restauratore di libri antichi riparerà la pagina applicando carta bianca in modo da ricostruire un supporto ma non colorerà mai la carta e non riscriverà mai la parte mancante di un originale. Farà semmai una COPIA dichiarandola una elaborazione sulla base del testo originale Ma l'originale deve restare originale. Poi è vero che c'è chi addirittura riesce a tagliare un foglio nel suo spessore duplicando il documento. O chi da un mobile originale diviso fa due o tre mobili. Restaurati. Ma li siamo al limite della t*fa Allo stesso modo puoi fare una immagine di Pluto estrapolando i dati provenienti da cinque o più telescopi sparsi per la terra. I giornalisti la chiamano fotografia. Ma è clickbait È una elaborazione di dati con una rappresentazione grafica dei risultati. Cioè tu SUPPONI in base a ciò che deduci dai dati che l'immagine sia quella che hai prodotto. |
| inviato il 14 Agosto 2021 ore 10:07
Ora mi ricordo che anch' io ho fatto una panoramica a 360° curiosa ( Dolomiti ), c' era la guida alpina che è partita per prima e si muoveva da sinistra a destra mentre io scattavo le foto in successione da sinistra a destra, risultato : la guida alpina con gli sci ai piedi appare 4 volte nella panoramica in 4 atteggiamenti diversi, un' altra persona appare 2 volte, sono le foto curiose che capitano per caso quando si fanno molti scatti frettolosi e non si ha il tempo di ragionare perchè se si perde la guida si resta indietro e ci si perde. |
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