| inviato il 28 Settembre 2021 ore 8:58
In ogni caso alle olimpiadi era pieno di fotografi a pellicola, ovunque da non crederci. A parte gli scherzi piuttosto di scattare con il cellulare comprerei la pellicola, anzi il digitale se diventasse la pellicola di un domani |
| inviato il 28 Settembre 2021 ore 9:10
Però pure io qualche scatto a pellicola lo faccio ancora, questo per mantenere in forma le analogiche e il cervello fotografico, ma indubbiamente il digitale e meno impegnativo sotto molti punti di vista. |
| inviato il 28 Settembre 2021 ore 10:10
“ Però pure io qualche scatto a pellicola lo faccio ancora, questo per mantenere in forma le analogiche e il cervello fotografico, ma indubbiamente il digitale e meno impegnativo sotto molti punti di vista. „ Una considerazione interessante! Rigirata un pochino, ne emerge che anche per te il "cervello fotografico" è essenzialmente "analogico", e che il digitale offre vantaggi dal punto di vista della semplicità operativa - come l'introduzione dell' AF negli anni '80, o quella degli esposimetri qualche decennio prima - ma poco di più. E' una posizione in cui possono riconoscersi gli appassionati che hanno cominciato con una Bencini Comet, fra i quali trovo posto anch'io. Le generazioni successive alla nostra (sono più di una, ahimè - anzi: per fortuna!) sicuramente hanno opinioni diverse. Mi rammarica un po' l'incultura storica di alcuni. Ho sentito tanto perculare il fattore di forma delle A7, le "scatolette di tonno" e mi sono sempre domandato se quei fenomeni abbiano mai visto dal vivo una Nikon F1 o una Olympus OM1. |
| inviato il 28 Settembre 2021 ore 11:10
Ho 29 anni ma ho una FM e una F80, sviluppo in casa e ho imparato tutto con qualche consiglio via whatsapp e qualche video su YouTube. L'esposizione fotografica, la composizione, la luce... Cambia niente tra analogico e digitale, gli aiutini sono... Aiutini... stop! Ma la fotocamera che esce di casa e fa le foto da sola ancora non l'ho vista. Quindi non è che se fai foto a pellicola sei un mito o se fai digitale una capra... C'è questa leggenda che gira ma di senso ne ha poco, alla fine la terna esposimetrica rimane, l'inquadratura pure, al massimo fai un po' più fatica a mettere a fuoco |
| inviato il 28 Settembre 2021 ore 11:21
Più 10 per Cesare |
| inviato il 28 Settembre 2021 ore 11:29
La mia considerazione, caro Cesare, era un po' diversa. Ti faccio un altro esempio per analogia. Quando ero ragazzo, l'Inglese alle scuole medie quasi non era studiato. Ovunque si insegnava il Francese, tranne poche classi di Inglese, Tedesco e Spagnolo. Mia figlia invece, a parte le certificazioni che ha accumulato in tutto il suo percorso scolastico, ha dato un quarto degli esami universitari in Inglese, e in Inglese scriverà la sua tesi (con l'abstract in Giapponese ). Il suo relatore non parla Italiano . Oggi l'Inglese è la lingua veicolare mondiale, mentre il Francese rimane appannaggio di relativamente pochi appassionati. Ma c'è una differenza ancora più rilevante: il nostro modo di approcciare la lingua straniera era diverso da quello di oggi. Per noi, la lingua straniera era prima letta, poi scritta, infine parlata. Per mia figlia è il contrario. Non c'è un modo "giusto" e uno "sbagliato", non ci sono "miti" o "capre" in assoluto. Semplicemente, ci sono delle cose che a lei vengono naturali e a me causano uno sforzo enorme. Ma è vero anche il contrario |
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