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Il "manico" in fotografia d'azione: realtà o possibilita' per tutti usando un sensore stacked?


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avatarsenior
inviato il 19 Luglio 2021 ore 22:36

Io di avifauna non capisco una mazza sia ben chiaro!...:-P

avatarsenior
inviato il 19 Luglio 2021 ore 22:54

Parliamo di manico nessunego... Non di gente che non sa mettere insieme 2 parametri di scatto (il terzo non serve, butta in auto iso)....
Ripeto, per me il manico esiste, ed oggi serve ancor più di un tempo...
Ma il manico è saper essere originale, efficace, intraprendente nello stilare progetti, tenace e testardo nell'inseguiee il risultato....

avatarsenior
inviato il 19 Luglio 2021 ore 23:03

@Nessunego, uno che fotografa i principi basilari li conosce, quindi il tuo esempio mi sembra troppo estremo.
Chiaro che con gli anni la qualità tecnologica è aumentata e diventa più facile ottenere buoni risultati.
Poi la conoscenza aiuta sempre molto, intendo la conoscenza di quello che fotografi.
E poi non servono sempre levatacce, se non per sfruttare una luce migliore: non lontano da casa mia c'è una spiaggetta dove uccelli in volo li trovi tutto il giorno, principalmente limicoli.
Probabilmente con l'attrezzatura che consiglia Claudio da 5.000 € mi toglierei molte più soddisfazioni. Peró vi assicuro che ottenere degli scatti per i miei parametri decenti con attrezzatura economica ha pure un suo fascino.
Qualcuno aveva fatto notare che anche il/i software di post-produzione incidono tantissimo nella riuscita di una foto: da poco uso Topaz Denoise e devo dire che quasi sempre - sistemate luci, bianchi neri e un minimo di nitidezza - un passaggio di Denoise rende il lavoro praticamente finito.
In sintesi, per rispondere all'iniziale interrogativo di Claudio, direi che anche col progresso tecnologico la conoscenza (il manico) serve sempre.
Poi Baldari ha fatto foto stupende con una 7DII e il 400 f5,6 che stavo per comprare anch'io. Altri - magari non in volo - fanno scatti che invidio con quell'obbiettivo e la 7D originale.
Insomma, la tecnologia é comoda e benvenuta e se girasse su Canon il Sony 200-600 l'avrei preso anch'io.
Ah, sulle figurine: il lato estetico di una foto è molto soggettivo. Io - che non frequento il genere - non riesco ad apprezzare il 90% delle foto di street (o di nudo, proprio non le capisco). Vero che molti soggetti in volo a pieno frame possono sembrare tutti uguali; per quello si cercano ulteriori elementi di interesse come sguardo in camera, preda, posture particolari. Poi, secondo me, si fotografa; e a casa si verifica il risultato.
Ultima cosa: stimo i lavori di Claudio ma non sono un adulatore.

avatarjunior
inviato il 19 Luglio 2021 ore 23:23

Per quanto ne possa sapere io non esiste una sola diapositiva al mondo (che ritrae avifauna in volo chiaramente), realizzata in epoca pre-AF, che realmente possa dirsi essere perfettamente a fuoco.

Allo stesso modo quasi certamente non esiste neppure una diapositiva che sia perfettamente a fuoco, seppur realizzata con sistemi AF, prima del 1998.


Paolo Fioratti ha fatto un libro nel 1995 sul martin pescatore.
Diverse foto sono fatte al volo.
Usava Hasselblad e una serie di lampeggiatori.
Altri tempi, tecniche diverse e tanta conoscenza di quello che si andava a fotografare.

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 0:36

Prima dell'avvento dei moderni sistemi autofocus, in Italia non più di dieci fotografi scattavano immagini pubblicabili a uccelli in volo. Oggi assistiamo su Juza a un fiorire quotidiano di magnifiche fotografie di questo genere scattate da centinaia di fotografi.



vero ma c'è un però i fotografi che pubblicano anche oggi col digitale son sempre pochi,oggi fare una foto è la cosa più semplice di questo mondo,ed infatti i links da te inseriti delle foto tecnicamente nulla da dire sulle immagini,son tutte foto inutili,tutte uguali,stesse inquadrature,stessi uccelli,stesse situazioni,poi vedi il fotografo col manico di certo non copia gli altri.

avatarsupporter
inviato il 20 Luglio 2021 ore 2:23

Mah... spesso si osservano cose un po' futili. Foto tutte uguali. Figurine Panini. Io ho scattato a circa 200 specie di uccelli che hanno 2 volte su tre dimorfismo sessuale e abiti eclissali. Poi ci sono i giovani dell'anno e gli immaturi. Le condizioni di luce sono infinitamente diverse e così gli stormi, piccoli o grandi, che si presentano davanti all'obiettivo.
Forse chi vede tante figurine uguali non vede bene... o forse non vede proprio?Eeeek!!!

Chi non apprezza un genere per questioni indiscutibili di gusto personale non dovrebbe parlare delle foto che non apprezza perché non è capace nemmeno di notare grandi differenze. Qualcuno che odia l'impressionismo potrebbe dire che i quadri di Renoir o di Monet si assomigliano un po' tutti.

E poi scriveva un cantautore: Non mettetemi alle strette, sono solo canzonette...

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 4:12

@Claudio essendo anch'io uno snob (culturale) oso dirti che anche tu sei uno snob. Nel senso buono, naturalmente.
Innanzitutto hai conoscenze professionali dei soggetti (uccelli?) molto superiori alla maggioranza di chi osserva i tuoi BIF e pensa siano tutti uguali.
E poi. Tu hai una coordinazione occhio-braccio paragonabile al Di Donna e al Campriani. Inutile che fai il modesto (tipico degli snob).
Detto questo mi fido delle tue conclusioni su cosa significa il progresso tecnologico in avifauna. Il tuo parere ha molto più valore di quello di uno che BIF non ne fa proprio, compresi i "posatori".;-)

avatarsupporter
inviato il 20 Luglio 2021 ore 8:41

MrGreen
















avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 8:46

Senza voler entrare nella faida tra marchi, lo strumento semplifica parecchio il lavoro.
Nel mio caso, passando da 60D a 5DVI, da 70-300 Tamron a 100-400 L II ho riscontrato una maggiore facilità e contemporaneamente una migliore qualità del file.
Ciò non significa che con strumenti più datati non si possano fare foto belle.
Allego uno dei mei primi scatti risalenti a tanti anni fa:



avatarjunior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 9:22

Si finisce sempre con la demonizzazione dei capanni e delle location dove si pratica fotografia naturalistica in situazioni più o meno controllate. Non è il capanno in sé a determinare la riuscita di una foto (lo usano anche i fotografi indiana jones), né il fatto di pagare qualcuno: a determinare la riuscita della foto sono le condizioni che in quei contesti sono molto più prevedibili. Alla fine è il lavoro che fanno quelli che hanno il manico (si preparano e poi raccolgono i risultati): semplicemente alcuni di questi hanno deciso di monetizzare la cosa.
E come si demonizza allo stesso tempo ci si erge a campioni di comportamenti alternativi.



avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 9:38

Io non demonizzo nulla... Dico solo che non mi piace come approccio perché toglie tutta quella parte interessante di ricerca... Che se vogliamo poi è anche quella più complessa....
E personalmente do un valore diverso ad un rapace fotografato in un capanno skua dove oltre al click tu ci metti ben poco, rispetto ad uno scatto fatto in una zona in cui tu devi partire da zero....
Poi se dietro ad una oasi o ad un capanno a pagamento c'è etica non muovo alcuna critica....
Dico solo che è un approccio che non mi interessa e che quando vedo scatti fatti in quelle situazioni non mi generano alcun sentimento....

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 9:43

Il problema è che le foto fatte in quei capanni (per quanto belle e eticamente sostenibili) sono più o meno tutte uguali e dopo un po' stufano, in quei casi la differenza la fa solo l'attrezzatura la pazienza e i soldiSorriso

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 9:54

È abbastanza singolare il fatto che ormai dato soggetto e sfondo è facile riuscire a risalire anche a quale sia il luogo in cui si è scattato...
L'orso sloveno o finlandese, l'aquila polacca, i rapaci spagnoli, le volpi maremmane6, i cervi di villetta barrea....

avatarjunior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 9:58

Nella ripetitività, su cui non posso che essere d'accordo, esiste anche molta variabiltà (o varianza :-) ). Le situazioni non sono mai le medesime ed anche i comportamenti. Poi è chiaro che se vado 1 volta la probabilità che io veda il soggetto nella stessa posa sullo stesso posatoio è direi del 100%. Anche in quei contesti tempo e frequenza fanno la differenza.

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2021 ore 11:34

L'aquila "pasturata" descritta da Nessunego mi ha fatto tornare in mente gli squali "pasturati" che esistono in varie location nel mondo.
Da giovane andavo sott'acqua, ma ho sempre trovato esagerato ed innaturale attrarre con pastura varia gli animali per la gioia dei turisti. Non ho mai partecipato a tali immersioni. Questo non mi ha impedito di "incrociare" qualche "bestione" nelle mie immersioni, e ne serbo un ricordo indelebile (anche della "fifa", ovviamente...).
Come dicevo, non sono integralista e non critico viaggi organizzati, nella speranza che chi li organizza abbia un po' di etica oltre all'interesse economico. Faccio scelte meno "turistiche", e pazienza se le occasioni di scatto sono inferiori numericamente: dato il mio approccio se un risultato arriva ne sono ancora più contento!



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